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Autore: MaggieMary    01/01/2014    3 recensioni
✖You're my Destined Panda✖
"Se stiamo insieme, il mondo non può essere migliore di così ~"
0. Prologo ~
1. [Sunggyu x Woohyun]~ ♥
2. [Dongwoo x Hoya]~ ♫
3. [??? x ???]~ ♥
4. [??? x ???]~ ♥
(♦ Sequel di "You're my Panda" ♦)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Dicono che dopo aver provato il dolore dell’addio, ti rendi conto del’importanza che ha.”

[As Good As It Gets – INFINITE]
 


 

 
Era estate.
 
Il sole batteva sereno sui tetti di quella città. Gli uccellini cantavano, nonostante quel caldo cocente, ancora felici.
 
E mentre l’intera popolazione prendeva un sospiro di sollievo, potendosi finalmente godere quei giorni, quelle ore e secondi di vacanze, in un palazzo dai mattoni a vista due ragazzi erano tutt’altro che silenziosi.
 
Un brano fatto di batterie e rumori elettronici batteva in quell’appartamento all’ultimo piano, mentre le onde sonore sbattevano da una parete all’altra, andando ad infilarsi nelle attente orecchie dei giovani.
 
Il maggiore dei due stava improvvisando un rap, mentre l’altro, nonostante continuasse a tenere l’orecchio teso verso la voce del più grande, non riusciva a resistere alla tentazione di fare qualche passo di danza accennato, preso da quel motivetto coinvolgente.
 
Era estate e Dongwoo e Hoya stavano passando quella stagione insieme.
 


 
 

Hoya amava il ballo.
Lo aveva sempre amato.
 
Passava gran parte della sua giornata a muovere gambe e braccia a suon di musica, senza mai stancarsi, senza mai annoiarsi.
 
Ballare per lui era un modo per recuperare l’energia persa dopo un’intensa giornata di studio.
 
Ballare per lui era come respirare un’aria che non sempre gli era permesso di respirare.
 
Era estate.
Hoya aveva 8 anni e stava ballando.
 
Sotto i raggi del quel grande sole splendente che, si, riscaldavano la sua pelle, ma il bambino non sentiva particolarmente caldo.
 
Costretto a dover rimanere chiuso per ore e ore nella sua cameretta, costretto a studiare cose che a lui minimamente interessavano, costretto a respirare un’aria che non gli piaceva, per lui quell’afa era solo un piacere.
 
Finalmente in quel parco dalle verdi sfumature, Hoya poteva fare ciò che voleva.
Poteva essere chi voleva.
 
Sotto quei raggi del sole estivo che battevano sulle sue braccia scoperte, Hoya poteva finalmente ballare.
 
Era un bambino giovane ed i suoi genitori erano convinti che quella della danza sarebbe rimasta solo una passione passeggera.
 
Erano convinto che non sarebbe mai diventato ballerino, eppure ancora dopo una decina e più di anni, Hoya ballava.
 
In un altro posto. In un'altra città.
Ma ancora i suoi passi si muovevano a passo di musica.
 
Solo che i suoi genitori, a quel tempo, non potevano prevedere una simile cosa, quindi si limitavano a fargli studiare ciò che loro ritenevano più giusto.
 
Si limitavano a mostrargli la via per un futuro che Hoya assolutamente non desiderava.
 
Così si rinchiudeva in quel parco tra gli alti alberi ed i fiori che coloravano i prati verdi.
Si rinchiudeva in un quel posto e finalmente ballava, con la musica a tutto volume nella sua testa.
 
Mentre muoveva braccia e gambe, il mondo circostante scompariva.
 
Hoya entrava in una sua dimensione personale, fatta solo di ciò che davvero amava fare.
 
Non gli importava più di nulla.
 
Ballava solamente.
 
In quel modo, scappava da quel presente che più di tanto non lo convinceva, immaginandosi un futuro dove finalmente avrebbe potuto coltivare la sua passione.
 
Hoya ballava, con un sorriso stampato in faccia, mentre poche persone camminavano in quel parco.
 
Abitava in una piccola cittadina, frequentata solo da un gruppo ristretto di persone.
 
Erano talmente pochi che ormai si trattavano come una grande famiglia.
 
Il giovane sapeva che c’erano anche tra questi abitanti qualche suo coetaneo, eppure non ne conosceva nessuno.
 
Più di una volta aveva pensato di attaccare parola con uno di loro.
 
Magari erano simpatici
Magari avevano le sue stesse preferenze.
Magari avrebbe trovato anche qualche grande amico.
 
Eppure alla fine non ci aveva mai provato, non riuscendo a trovare quel coraggio che in altre situazioni avrebbe ritrovato.
 
Abitava in quel paese da poco meno di un anno e aveva timore di trovare già gruppi di amici e legami troppo forti per poterne fare parte.
 
Così si era limitato a passare quei giorni nella sua casa, avendo solo un minimo di contatti con i suoi compagni di scuola.
 
Ma ora era estate e le lezione erano finite.
 
Hoya continuava a ripetersi che uno di quei giorni avrebbe parlato con qualche suo vicino di casa, ma per il momento si limitava a ballare.
 
A ballare in quel parco verde, immerso nel suo mondo.
 
Talmente immerso da non accorgersi di un paio di grandi e giovani occhi che lo stavano scrutando.
 
Un paio di occhi che avevano un ché di felino e che erano catturati dai movimenti rapidi e fluidi del bambino.
 
Era semplicemente passato lì per il parco, prima di andare a casa del suo migliore amico, che in quell’estate si era fossilizzato in casa, ma era rimasto affascinato da quel giovane.
 
Non conosceva Hoya.
 
Era certo di aver incrociato la sua figura una qualche mattina, non troppo lontano da casa sua. Era sicuro di averlo visto qualche volta camminare nei corridoi della sua scuola.
 
Ma tutto qui, nulla più.
 
Non conosceva il suo nome e nemmeno il suono della sua voce.
 
Però c’era qualcosa in lui che lo aveva attirato, nonostante fossero due completi sconosciuti.
 
Anche lui aveva una passione per il ballo, ma non l’aveva mai rivelato a nessuno fino a d’ora.
 
Eppure, sentiva che con quel bambino sarebbe andato d’accordo.
 
Da come muoveva il corpo al ritmo di una musica immaginaria nella sua testa, immaginava che sarebbero potuti andare d’accordo.
 
Immaginava che avrebbe finalmente trovato un amico con cui tranquillamente condividere le proprie passione.
 
Non che la condizione attuale del bambino gli dispiacesse.
 
Dopotutto si è amici con qualcuno anche se non si hanno le stesse identiche passioni no?
 
Però al giovane sarebbe piaciuto finalmente parlare nella “stessa lingua” di qualcun altro.
 
Voleva andargli a parlare, ma come fare?
 
Aveva spina dorsale, ma non sapeva come attaccare bottone con quel bambino a lui ancora sconosciuto.
 
Così si limitava a rimanere a fissarlo, mentre Hoya continuava a danzare indisturbato, quasi fosse spinto da quel leggero venticello estivo che soffiava in quel parco.
 
Avrebbe voluto continuare a guardarlo all’infinito.
Quel bambino esprimeva una strana serenità. Come se avesse appena trovato la sua dimensione personale.
 
E un po’ lo invidiava.
 
Si, Dongwoo un po’ invidiava Hoya.
 
Anche lui avrebbe voluto trovare il suo posto speciale in quel mondo.
 
Il maggiore tra i due avrebbe voluto continuare a guardarlo all’infinito, ma ben presto gli occhi di Hoya si posarono su di lui, sorpresi.
 
Dongwoo non fu in grado di trovare un nascondiglio abbastanza velocemente, vedendo colto sul fatto.
 
Spalancò gli occhi, trovando poi la forza di proferire parola.
Ma Hoya fu più veloce.
 
È quello fu il primo incontro dei due.
 
Dongwoo era stato tranquillamente abbandonato da un Hoya che era corso velocemente via.

 


 
Dongwoo lo sapeva.
Se lo sentiva.
 
Sentiva che non avrebbe più rivisto quel bambino.
 
I due non avevano stretto nessun tipo di relazione, eppure Dongwoo si era sentito come legato in un qualche modo al piccolo, quasi suo coetaneo.
 
Non sapeva nulla di lui, eppure quel contatto visivo aveva fatto scattare qualcosa in lui.
 
Aveva pensato, in quel momento, che sarebbero diventati amici.
Ma ecco che Hoya era corso via, lasciando solo con le sue parole ancora in gola.
 
Dongwoo si rigirava nel suo piccolo letto.
 
Era così che nasceva un amicizia?
Dopotutto, se esisteva un amore a prima vista, perché non poteva anche esistere un amicizia al primo sguardo?
 
Il bambino era certo che sarebbe diventato amico di quel bambino.
 
Eppure tutte le sue certezze erano velocemente crollate, sgretolandosi tra le sue mani delicate.
 
Si era lasciato scappare l’occasione per fare amicizia, per conoscere una persona che in quanto gusti gli somigliava, o così credeva.
 
Come ora credeva che non lo avrebbe più rincontrato.
Che non avrebbe più rincontrato quegli occhi sottili che per occhi attimi aveva incrociato.
 
Ma c’era qualcosa che non sapeva.
 
Se solo Dongwoo fosse stato un veggente …
 
Avrebbe smesso farsi quelle pare inutili e sarebbe semplicemente crollato nel mondo dei sogni.
 
Ma Dongwoo non aveva abilità ultraterrene e non poteva quindi vedere nel suo futuro.
 
Se fosse così facile, che gusto ci sarebbe allora a vivere?
 
Sarebbe solo un susseguirsi di azioni e avvenimenti di cui si ha già conoscenza.
Tempo perso a rivedersi un film che si è già visto tante volte.
 
Così il bambino poteva solo pensare a ciò che sarebbe accaduto.
 
Perché non sapeva che avrebbe rivisto quell’ancora sconosciuto molte volte ancora, in un futuro che per la sua tenera età sembrava ancora piuttosto lontano.
 
Perché Hoya faceva già parte della vita di Dongwoo.
 



 
Credi possa andare bene così?”
 
Il giovane di fronte a lui annuì alle sue parole, sorridendo.
 
Quante volte gliel’aveva già chiesto?
Tante, quasi troppe volte.
 
Eppure Dongwoo non era scocciato da questa insistenza.
Ne era in parte felice.
Quindi non poteva non sorridere.
 
Si sentiva importante, come se la sua opinione valesse d’oro.
 
Sapeva quanto Hoya tenesse a tutto ciò.
 
Presto avrebbe avuto un importante esame, per vedere quanto fosse migliorato nel ballo, e Dongwoo era pronto a sostenerlo in tutto.
 
Si erano visti praticamente tutti i pomeriggi e non avevano fatto altro che ballare o rappare una canzone improvvisata, tornando poi a fare i seri.
 
Quella amicizia era nata per caso, per un insieme di sorti.
 
Un amico in comune che li aveva fatti incontrare.
 
Eppure quel tipo di legame che li univa sembrava non essersi creato nel contemporaneo o nel recente.
Pareva avesse radici più profonde.
Radici di una pianta che era stata potata crudelmente sul nascere, così da non poterne vedere i frutti.
 
Ma una pianta non sarebbe semplicemente potuta ricrescere più forte e verde di prima?
 
Una potatura può dimostrare quanto sia forte una determinata pianta.
Perché se non si estirpano completamente le radici, è impossibile mettere fine alla vita di una pianta.
 
E se questo era vero, il legame di Dongwoo e Hoya era altrettanto uguale ad una pianta.
 



 
 
Quando non trovava nulla di meglio da fare o voleva semplicemente vederlo, Dongwoo andava a casa del suo migliore amico.
 
Si chiamava Kim Sunggyu, aveva un anno in più di lui e, nonostante fosse il più delle volte schivo e menefreghista con lui, il più piccolo dei due gli voleva molto bene.
E sotto sotto sapeva che anche quel bambino scorbutico gli voleva bene.
 
Eppure, nonostante quella mattina d’estate non sapesse che cosa fare, non si era ancora diretto alla casa dell’amico.
 
Sarebbe potuto sembrare un comportamento normale.
Forse non aveva semplicemente voglia di vedere l’amico.
Forse si trovava meglio a girare in tondo alla sua cameretta senza un senso.
Forse si trovava bene a non far nulla.
 
Ma tutte queste opzioni non corrispondevano alla realtà. Non davano una vera spiegazione alla questione.
 
Dongwoo non andava a casa di Sunggyu perché era certo che stesse trascorrendo del tempo felice con Woohyun.
 
Non provavo odio né invidia nei riguardi di quest’ultimo, solo che preferiva farsi da parte.
 
Tra quei due bambini era nata un’amicizia.
Amicizia di cui Dongwoo non conosceva la nascita, ma aveva già intuito quanto fosse forte.
 
Woohyun infatti era subito entrato a far parte di un legame d’amicizia che prima era sempre solo e stato di due persone.
 
A Dongwoo stava simpatico quel bambino, e avevano molto in comune.
Soprattutto con Sunggyu.
 
Entrambi infatti amavano cantare e c’erano altre passioni che li univa.
 
Dongwoo trovava davvero bello quel legame che aveva i due, ma ne desiderava fortemente uno anche lui.
Un tipo di legame fatto di idee e opinioni comuni.
Voleva trovare un amico con cui potersi capire senza parlare.
Qualcuno che per certi versi fosse simile a lui.
 
E ogni volta che ci pensava, l’immagine di un bambino in particolare si faceva spazio tra i suoi pensieri.
Anche se quel bambino, dopotutto, nemmeno lo conosceva.
 
Dongwoo non conosceva Hoya, eppure continuava a credere che sarebbero diventati amici.
 
Era convinto che Howon sarebbe stato quel bambino con cui condividere un rapporto di amicizia.
Quel rapporto di amicizia che il maggiore stava desiderando.
 



 
 
Dongwoo aveva avuto 4 anni, forse poco più, quando aveva chiesto alla madre: "Che cos'è un amico?"
 
Il bambino aveva da poco fatto la conoscenza di Sunggyu, ma la sua mente infantile non riusciva a capire se quel suo giovane hyung corrispondesse alla definizione di "amico", perché per primo lui non sapeva cosa significasse essere un "amico".
 
Dongwoo non era un bambino asociale e riusciva facilmente a fare amicizia con i suoi coetanei ma non aveva mai visto nessuno di loro come un suo amico.
 
La madre gli aveva poi risposto che un "amico" è una persona con cui condividi delle passioni, delle esperienze di vita, dei pensieri. È una persona che ti sta accanto nonostante conosca tutti i lati di te, anche quelli che non vorresti mai mostrare nessuno. Un amico è una persona che puoi incontrare in qualsiasi momento, ma con cui ci vuole tanto tempo per stringere un forte legame.
 
Le parole della mamma erano sembrate troppo difficili agli occhi del bimbo, ma era comunque riuscito a coglierne il concetto così era riuscito ad arrivare alla conclusione che, si, Sunggyu era un suo amico.
 
Ora Dongwoo era cresciuto.
Aveva 9 anni e quella definizione che gli aveva dato la madre di "amico" gli era tornata alla mente, senza che nemmeno lui ne sapesse davvero la ragione.
 
Eppure una ragione c'era.
Dongwoo era tornato di nuovo a chiedersi se poteva considerare una determinata persona un vero e proprio amico.
 
Perché corrispondeva per certi versi alla definizione di "amico" ma in un punto era totalmente discordante.
 
"Un amico è una persona che puoi incontrare in qualsiasi momento, ma con cui ci vuole tanto tempo per stringere un forte legame."
 
La questione del tempo non gli tornava.
La questione del tempo gli faceva pensare che quel bambino che aveva incontrato non fosse un suo amico.
 
O forse poteva essere una semplice eccezione?
 
Perché Dongwoo e Hoya erano diventati improvvisamente amici, ma velocemente e inaspettatamente.
 
In un sabato d'estate, i due si erano rincontrati di nuovo nel parco.
Howon ancora ballava ma questa volta Dongwoo non si limitò a rimanere a fissare i movimenti fluidi e coordinati dell'altro.
No, questa volta fu diverso.
 
Il bambino si era detto che questa volta non avrebbe lasciato scappare nuovamente Hoya.
 
Dongwoo gli corse incontro quando ancora stava ballando nel suo piccolo mondo e con la volontà che solo i bambini sanno avere, gli parlò mentre gli occhi dell'altro erano spalancati, non comprendendola situazione improvvisa.
 
"Ciao, mi chiamo Jang Dongwoo. Ho 9 anni e voglio diventare tuo amico."
 
E ancora oggi, nessuno sa dire se sia stata più strana la presentazione di Dongwoo o la risposta di Hoya.
 
 
"Ok."
 



 
 
-Oh! – esclamò poi Sungyeol all’improvviso – Hoya! ~ - chiamò il ragazzo che era appena comparso dal retro del negozio con uno scatolone in mano.

 
Quest’ultimo lo guardò sorpreso e sorrise, riconoscendo Sungyeol.

 
-Buongiorno! – salutò Hoya una volta che ebbe raggiunto quei tre ragazzi in quel negozio.
 

Solo dopo che Sungyeol ebbe ricambiato il gentile saluto, si accorse di un’altra persona.
 
Una persona che lo stava guardando, sorpreso come lui in quel momento.
 
Una persona che gli fece subito simpatia senza neanche aver aperto bocca una volta. Solo grazie al suo splendido e coinvolgente sorriso.

  
-Ah, Hoya! Lui è uno dei miei grandi amici d’infanzia, Dongwoo ..! Hyung, lui è Hoya, mio collega di lavoro …! - Sungjong fece le presentazioni, ricordandosi solo in quel momento che i due non si erano mai incontrati prima d'ora.
 
O così pensava e sapeva.

 
Dopo questa veloce ed essenziale presentazione, tutti si aspettavano che come minimo i due si sarebbero salutati o per lo meno scambiati un cenno del capo … e invece, non successe.

 
O meglio, non successe proprio niente!

 
Dongwoo e Hoya rimasero immobili a fissarsi, con un sorriso dipinto in volto.
Mentre Sungyeol e Sungjong, entrambi straniti e confusi, cercarono di attirare l'attenzione dei due, ma fu tutto vano
 
Gli sguardi dei due erano concentrati l'uno sull'altro, facendo così ipotizzare al ragazzo più alto tra i quattro di un possibile amore a prima vista.
 
Ma l'amore a prima vista non c'entrava proprio niente.
 
Perché Dongwoo e Hoya già si conoscevano e ora si erano rincontrati dopo più di 10 anni.
 
Erano entrambi cambiati e cresciuti, ma i loro occhi avevano subito riconosciuto il rispettivo compagno di avventure.
 
Tanto tempo fa, la loro amicizia era cominciata con un "Ok" ed era finita precocemente con un "Mi devo di nuovo trasferire" da parte di Howon.
 
Dopo quel sabato d'estate,  i due erano davvero diventati amici e Dongwoo aveva capito che si poteva creare un forte legame di amicizia anche solo in un mese.
 
Perché quello era stato il tempo della loro amicizia.
 
I due bambini avevano finalmente cominciato a pensare sulla stessa lunghezza d'onda che Hoya si era di nuovo dovuto trasferire.
 
Nonostante Dongwoo fosse stato così assiduamente impegnato a farselo amico all'inizio, non aveva provato particolare tristezza al momento dell'addio e nemmeno Howon.
 
Solo in quel momento, in quel negozio di giocattoli dove Sungjong lavorava, si erano resi conto di come avessero sentito la mancanza l'uno dell'altro
Come avessero sentito la mancanza di un qualcuno che li capisse, comprendesse.
 
Erano passati tanti anni però, sarebbero stati in grado di ricominciare quell'amicizia che era stata bloccata sul nascere?
 
 
"Ciao, sono Jang Dongwoo. Ho 24 anni e voglio diventare tuo amico."
 
Dongwoo e Hoya non lo sapevano, ma avevano intenzione di scoprirlo.
 


 
"Ok."


 

 
 
Note dell'autrice

Maggie è qui ˜ ... si, passo da una cosa all'altra senza un minimo senso. Chiedo venia. Avevo cominciato a scrivere il nuovo capitolo di "5,5" ma poi mi sono ritrovata questa fanfiction sotto mano e mi sono detta che avrei dovuto concluderla in un qualche modo, dato che mi mancava solo la fine.
Ok, ora piccoli chiarimenti perchè questa one shot secondo me non ha poco senso... DI PIU'. L'intenzione era appunto quella: lasciare tutto un po' in sospeso, fare dei confronti tra passato e futuro... Ma non so se sono stata chiara! Per rendere tutto più comprensibile però avrei dovuto scrivere di più e, aldilà della voglia e del tempo che scarseggia, sarebbe diventata una long altro che OS! Quindi, si... Dongwoo e Hoya si erano già conosciuti da bambini in un modo un po' strano, ma poi Hoya si era di nuovo dovuto trasferire. Nel capitolo 31 di "You're my panda" c'è appunto il pezzo della fine! Tutto per far capire che non erano due completi sconosciuti, ma che hanno solo ricominciato quell'amicizia come se non fossero passati la bellezza di ...uhm... fate voi i calcoli.. Io sono una frana in matematica (y) (....) Però non hanno detto a nessuno della disagiata combriccola degli Infinite che loro già si conoscevano ˜
Finito ... Mi vergogno che ci sia sicuramente voluto un riassunto per comprendere questa one shot ; ; E mi vergogno anche tantissimo di avervi fatto aspettare così tanto per una OS del genere... Spero mi perdonerete ;//;
Le prossime due one shot sono quelle che ho sempre voluto scrivere .. Ora vedremo se verranno bene ;w;
Comunque, grazie a tutti per aver letto e recensito -sparge amore- (?)
Ringrazio la mia unnie Made, la mia pandashipper dal nome che ho paura di sbagliare (<3), NGNG e Luhiessi (che mi ha fatto una bellissima proposta ˜ Spero che il tuo progetto vada a buon fine! FIGHTING CARA ˜ Informerò anche le mie pandashipper di ciò quando sarà il momento, sempre che tu voglia^^ ) ❤
E nulla, sono una pessima scrittrice e mi sorprendo ancora che voi mi stiate seguendo ; w ;
Vi amo ❤
 
AH! E BUON ANNO A TUTTI VOI, MIE SPLENDIDE CREATURE ♡
Spero abbiate passate un buon ultimo dell'anno e che, sopratutto, il 2014 vi riservi solo cose belle! Ripensando al 2013, la cosa di cui sono maggiormente orgogliosa è di aver concluso "You're my panda" e di aver incontrato lettori stupendi come voi! Sono davvero felicissima ♡
Grazie di tutto❤
 
Alla prossima;
 
Love you❤
Maggie
   
 
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