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Autore: Bliss Blake    01/01/2014    10 recensioni
La luce intermittente di un lampione illumina la figura di un ragazzo. La prima cosa che mi salta agli occhi è il sangue ai bordi della bocca. Immediatamente mi precipito da lui.
- Cos’hai? Stai male? -
Gli scosto i capelli dalla fronte e gli alzo delicatamente il viso per guardarlo meglio. Ha un livido violaceo sulla guancia destra e un taglio sul labbro superiore.
Nella borsa dovrei avere un fazzoletto di stoffa. Frugo in tutte le tasche e non appena lo trovo, corro a bagnarlo sotto il getto d’acqua di una fontanella lì accanto. Quando torno dal ragazzo, noto che mi sta fissando. Gli sorrido mentre gli tampono delicatamente le labbra con la stoffa umida.
- Lo sai vero che non è prudente per una ragazza andare in giro da sola a quest’ora? -
- Ma allora parli anche tu! Credevo che ti avessero mangiato la lingua! -
Lui ridacchia divertito.
- Non dovresti aiutarmi. Ho fatto a botte! Sono un bambino cattivo, io! -
- Ah si? -
- E già! In genere la fatina buona non aiuta i monelli come me! -
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Epilogo

 

 

10 anni dopo

 

Il sole filtra dalle imposte socchiuse, illuminando la stanza e riscaldandomi il viso. È una sensazione davvero piacevole e voglio godermela ancora per un po’, prima di aprire gli occhi e dare così il via ad un’altra intensissima giornata. Un movimento brusco al mio fianco fa scivolare le lenzuola via dal mio corpo, lasciandomi scoperta per metà. Curiosa, apro gli occhi e sorrido, ritrovandomi a fissare una spruzzata di lentiggini, accompagnata da un adorabile nasino e due bellissimi occhi color caramello ancora sonnacchiosi.
- Buongiorno… - sussurro, allungando una mano ad accarezzare le dita strette attorno alla stoffa bianca delle coperte. - Cosa fai? -
- Volevo scendere dal letto ma è troppo alto… - è la risposta che ricevo in cambio, anch’essa non più di un sussurro.
- Ah. E come mai parliamo a bassa voce? -
- Perché non sappiamo se Biscotto dorme ancora… -
- Mh-mh… Penso sia sveglia… -
- E come lo sai? -
Sorrido afferrando il piccolo birbantello per le ascelle e tirandomelo contro.
- Senti! - dico, facendogli poggiare una mano aperta sull’enorme pancione. Lui mi lancia un’occhiata insicura, prima di aggrottare le sopracciglia in un’espressione concentrata ma piuttosto buffa.
- Mamma, io qui non sento propr… Oh! Si è mossa! Mamma, mamma! Biscotto si è mossa, si è mossa! - urla contento, gettandomi le braccia al collo.
- Ehi, moccioso! Molla subito l’osso! - si intromette una terza voce, attirando la nostra attenzione. Alzo lo sguardo e incontro il viso sorridente di mio marito, fermo all’entrata della camera, con un enorme vassoio in mano.
- Aaaah! Aiutoooo!Un mostro! Mamma salvami! - ridacchia il mio ometto, stringendo la presa.
- Ah, si? È questo quello che mi merito? Tradimento! Tradimento! - e, dopo aver poggiato il vassoio sul comodino, si getta anche lui sul letto, afferrando i piedini del mio monellaccio e cominciando a fargli il solletico.
- Mammaaaaaaa! Aiutamiiiii! - implora quel piccolo terremoto, cercando di sottrarsi alla terribile tortura, che non sembra voler terminare.
- Non si chiede aiuto alla mamma. Implora pietà e avrai salva la vita! -
- Pietà, pietà! Bastaaaa! -
E a quel punto sono io a cominciare la tortura, afferrando quel bambinone per le spalle e cominciando a solleticargli i fianchi.
- Aiutoooo! Ammutinamento! Il capitano è stato attaccato! -
- Vai mamma! Forza! Sconfiggi il papà e rubiamo tutti i suoi biscotti al cioccolato! -
- No! I biscotti no! Mi arrendo! -
- Così in fretta? - lo punzecchio, liberandolo e sistemandomi meglio contro la testiera del letto.
- Sai che non sopporto le torture. E poi la cioccolata si fredda e a Biscotto non piace la cioccolata fredda! - si giustifica poggiando un bacio sul mio bel pancione.
- Adesso che abbiamo finito con le smancerie, possiamo mangiare i biscotti? - chiede esasperato il mio terremoto, infilandosi tra me e il padre. Gabe lo fissa aggrottando le sopracciglia.
- Si però, prima… Un bacio al papà! - annuncia, prima di poggiare le labbra sulle mie con un sorriso.
- Bleah! Io odio i baci! - afferma il mio tesoro, infilandosi un enorme biscotto in bocca.
- Questo perché tu sei ancora un moccioso! - lo pungola Gabriel, sistemando il vassoio sulle mie gambe e porgendogli la sua tazza.
- Io non sono piccolo! - ribatte lui serio, anche se con il viso mezzo impiastricciato di cioccolata è così adorabile. - Mamma? Un bacio a Michael, presto! - ordina, sporgendosi verso di me con le labbra arricciate per prendersi il suo bacio.
- Subito! - dico, accontentandolo e sporcandomi anch'io di cioccolato. A quella visione, Gabe sbuffa, offeso.
- Questo è un complotto. Nessuno mi vuole bene! - si lamenta mangiucchiando un nuovo biscotto. Michael lo fissa indeciso, prima di porgermi la sua tazza e rotolare giù dal letto. - Ehi, dove vai adesso? -
Michael si ferma sulla soglia della porta, osservando suo padre con un enorme sorriso.
- A riempire la vasca. Ti sei sbrodolato tutto con la cioccolata! - ridacchia, scappando via.
- Non mi sono sbrodolato! - urla Gabriel di rimando. - Non mi sono sbrodolato, vero? - chiede poi, rivolgendosi a me. Sorrido, accarezzandogli una guancia sporca e baciandogli la punta del naso.
- Oh, andiamo! - sbuffa lui, incrociando le braccia e assumendo quel cipiglio offeso che aveva cominciato ad usare anche nostro figlio.
- Non so se te l’ho mai detto, ma sei così virile quando ti sbrodoli tutto! -
- Ah-ah… Si, lo so che sono irresistibile! - ribatte, abbracciandomi e posandomi un bacio tra i capelli.
- Papààààààà! Vieni a ripulirti o niente cioccolato per un mese! - minaccia la voce di Michael dal corridoio.
Gabriel sospira, lasciandomi a malincuore.
- Che tiranno quel ragazzino. Tutto sua madre… -
- Ah-ah… Tu spera che la tua adorata principessa non prenda da nessuno dei due! O devo forse ricordarti come ci siamo conosciuti io e te? -
A quelle parole Gabe fa un’espressione buffissima, per poi precipitarsi a rotta di collo nel corridoio.
- Michael, tesoro! Dove li hai posati i guantoni da boxe di papà? Ci sono un paio di cosette che devo insegnarti prima che nasca la tua sorellina! -
- Evviva! Mamma hai sentito? Papi mi insegna i suoi trucchi fortissimi! - grida Michael entusiasta.
- Perfetto - sussurro, alzandomi dal letto - mi toccherà fare scorta di cerotti e disinfettante. -
- Mammaaaaaa! Papà mi schizza tuttoooo! -
- Mil, porta delle asciugamani. Il mostriciattolo ha allagato il bagno! -
- Un attimo! Non combinate altri disastri! -
Mi avvicino all’armadio per recuperare delle asciugamani pulite e nel mentre, lo specchio cattura il mio riflesso. Mi soffermo qualche minuto ad osservare la stoffa tesa del pigiama, carezzandola amorevolmente.
- Mammaaaaa! -
- Fee!!!! Il mostro qui mi sta uccidendo! -  
- Se trovo il corridoio allagato, ti metto in castigo! - minaccio, recuperando in fretta due teli.
- Hai sentito Michael? Sei nei guai! -
- Papà, guarda che la mamma stava parlando con te! -
Spero avrai tanta pazienza amore della mamma, perché ti toccherà aiutarmi con quei due monellacci che si spacciano per tuo padre e tuo fratello.

 

 




Lo so, avevo detto che la storia era finita e che non ci sarebbe stato un epilogo e invece…
Devo dire che mi erano mancati davvero tanto Mil&Gabe. Ora purtroppo è davvero finita.
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto, recensito, seguito, ricordato o preferito.
Grazie di cuore. Questo è anche un regalo per voi e spero vi piaccia.
Ps. Michael si legge con la pronuncia tedesca, come Michael Schumacher.
Ps. Ringrazio Holkay Efp per il banner!
Baci

  
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