Anime & Manga > Ranma
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Autore: Violet2013    02/01/2014    15 recensioni
-''Allora un manga. Sei giapponese, no? I manga li leggerai...''
-''Certo!"
-''Ok, un manga. Metti che segui un manga dal primo all'ultimo numero per, che ne so, cinque anni? E poi finisce così, nel nulla, senza una degna conclusione...''
-''Tipo senza neanche un bacio tra i due protagonisti?'', arrossì.
-''Esatto!'', rispose lei, totalmente persa nei suoi ragionamenti, ''Alla fine non ti verrebbe voglia di prendere l'autore e riempirlo di botte?''
*
New York: Ranma Saotome, artista marziale giapponese, scopre che suo padre ed il suo migliore amico Soun hanno pianificato il suo matrimonio con una ragazza a lui sconosciuta.
AU su Ranma 1/2, i cui personaggi sono trasportati in una realtà totalmente differente.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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''Non solo sei vanesio ed egocentrico, ma sei anche dotato di una genuina grossolanità''
Woody Allen- Accordi e disaccordi








''Dolcissima Akane,

sto partendo per un lungo viaggio, il più lungo che abbia mai compiuto.
Ti prego, non consumare le tue calde lacrime per il nostro amore, destinato a non potersi realizzare.
Da quando ho saputo del tuo fidanzamento ufficiale con Ranma Saotome il mio cuore batte ad un ritmo spezzato, spezzato come esso stesso....''



No, terribile.
Ryoga scosse la testa, posò la stilografica in mezzo al taccuino rivestito in pelle che portava sempre con sè e bevve una sorsata di caffè, assorto, mentre si riposava su una panchina nel cortile del Furinkan.

E' nero e liquido come i tuoi occhi, mia Akane.
Forte, ma allo stesso tempo dolce e confortante come la tua essenza più pura.

''Quando non è incazzata, forse. Ciao, Ryoga!''
Guardò in cagnesco Ranma, in piedi davanti a lui con quel suo solito sorriso strafottente stampato in faccia ed imprecò a bassa voce.
Lo aveva fatto di nuovo, aveva pensato a voce alta.
''E' surreale pensare a quanto la vita sia ingiusta, Saotome'', asserì pensieroso, con lo sguardo cupo e la testa bassa.
''Che vuol dire?''
''Non solo ti esprimi come uno scaricatore di porto pur frequentando, grazie al denaro di tua madre, una delle scuole più prestigiose del mondo: ti prendi anche il lusso di insultare una creatura dolce ed eterea come Akane Tendo nonostante, secondo la carta stampata, tu sia il suo promesso sposo''
Lo disse con disprezzo e rancore, con una punta di tristezza nella voce che il codinato non mancò di notare.
''Ryoga, credimi, farei a cambio con te molto volentieri...''
''Intendi continuare? Non sei degno di starle accanto!''
''La sfido a duello, messere! E' mai possibile che tutti i corteggiatori di Akane abbiano la sindrome del poeta maledetto?''
Fece una smorfia, odiando con tutto se stesso l'ironia del codinato ed il fin troppo evidente paragone con Tatewaki Kuno, quell' idiota viziato e vanesio.
''Come puoi paragonarmi a Kuno?''
''Oh, facile'', estrasse dalla tasca della giacca il cellulare di Akane, rubatole la sera precedente per farle uno scherzo, ed aprì la cartella dei messaggi ricevuti, che aveva sbirciato in metropolitana lungo il tragitto verso la scuola. ''Ti leggo un suo sms: Gloriosa Akane Tendo, il magico grigiore delle notti invernali mi fa pensare a te, ai tuoi occhi forti e scuri come il rigenerante primo caffè del mattino dopo una notte insonne trascorsa a parlare d'amore. L'aria è tersa ed il cielo.. .''
''Idiota! Lascia stare il mio telefono!"
''Oh ciao, maschiaccio!"
''Dammelo subito!"
La più giovane delle Tendo, sbucata dal nulla alle sue spalle, si scagliò contro il fidanzato e tentò, invano, di colpirlo.
Dimenticava sempre che Ranma era più forte di lei: dopotutto era una novità, lì al Furinkan, che qualcuno le sapesse tenere testa.
Ranma teneva il cellulare in alto, col braccio sopra la testa, ridendo. Se avesse potuto lo avrebbe ucciso. Era stata tutta la notte a cercarlo, era anche andata a bussare alla porta della sua camera chiedendogli se l'avesse visto, ma il moro aveva glissato.
Si era preso gioco di lei ed aveva letto i suoi messaggi personali ad un ragazzo che nemmeno la conosceva. Come si permetteva di prendersi certe libertà?
''Ranma, dammi quel telefono!''
''Credevo che mi volessi un po' più di bene, dopo lo scorso week end'', arricciò le labbra, "Sai, Ryoga, io ed Akane siamo stati nella città del peccato!'', rise della crescente rabbia dell'amico.
Non che fosse cattivo, era semplicemente il suo modo di scherzare.
''Non capisco cosa importi a questo estraneo di quello che abbiamo fatto nel week end!'', lo ammonì lei ringhiando, mentre la disperazione di Ryoga lievitava: non solo Akane ignorava il suo nome nonostante frequentassero la stessa scuola e gli stessi ambienti, era anche andata fuori per il week end con Ranma. Da soli. Chissà cosa le aveva fatto quel... Quel...
''Bastardo!''
Lo colpì alle spalle, mentre era distratto. Ranma focalizzò immediatamente l'attenzione sul nuovo avversario e si mise in posizione di guardia, osservandolo in silenzio.
''Perchè bastardo, Ryoga? Cosa ti da fastidio, esattamente?''
Socchiuse gli occhi, lo aveva colpito.
Conosceva poco quello strano giovane dagli occhi verdi e l'aria perennemente spaesata, ma era chiaro come il sole quanto fosse timido e riservato riguardo i suoi sentimenti per la mora.
''Non si rubano i cellulari altrui'', calmatosi sottrasse il telefono dalle mani di Ranma e lo porse ad Akane.
Da quando l'oggetto del suo amore a senso unico era arrivato, non aveva fatto altro che sentirsi uno stupido.
Sapeva che mai, mai nel mondo un uomo degno di essere chiamato tale avrebbe acconsentito a sbirciare gli sms privati della sua amata, un vero cavaliere avrebbe gentilmente detto allo sbruffone davanti a sè che non era interessato, rispettando la privacy della sua damigella.
Ma Ryoga era affamato di aneddoti e curiosità sulla ragazza: Akane non gli aveva mai rivolto la parola -a parte quella volta in cui, durante l'intervallo, gli aveva chiesto di spostarsi perchè non vedeva un avviso appeso sulla bacheca in corridoio- e qualunque cosa la riguardasse lo interessava in maniera ossessiva e morbosa.
Restituendole il telefono, sperava di aver recuperato.
''Grazie mille. Sei nuovo? Io mi chiamo Akane''
''No, veramente, lui...'' la risposta del codinato fu interrotta da una gomitata in pancia.
''S- Sì, sono nuovo. Mi chiamo Ryoga Hibiki!''
''Io sono Akane, piacere''. Gli strinse la mano, sorridendogli per un istante prima di allontanarsi.

Il più gentile dei sorrisi,
un'energia che potrebbe illuminare il mondo.
''Ryoga, guarda che stai parlando di nuovo da solo!''




Le ore di letteratura erano tra le sue preferite, amava perdersi nelle parole immortali dei poeti, studiare le loro teorie sulla vita, sulla società, sull'amore.
La stessa cosa non si poteva dire per Ranma, che non faceva che dormire mentre Ukyo, seduta accanto a lui, giocherellava assorta col suo codino, come un gatto che si diverte con un gomitolo di lana.
Estrasse un elastico dall'astuccio e tirò i suoi lunghi capelli corvini in cima alla nuca, raccogliendoli in una coda alta che si posò dolcemente sulla spalla destra, ondeggiando leggermente per poi fermarsi delicata poco sopra il seno.
Con quel semplice gesto, e del tutto inconsapevole, aveva immediatamente catalizzato su di sè l'attenzione di tutti i ragazzi presenti in classe, i quali sospiri e commenti mossi dall'ammirazione avevano persino svegliato Ranma che, seduto dietro di lei, aveva sorpreso se stesso ad osservarle il collo scoperto, senza apparenti motivi.
Con Akane era così, ogni suo gesto, anche il più innocuo e banale, attirava gli sguardi di chiunque la circondasse.
E non era sfuggito nemmeno a Shampoo.


La pausa pranzo, lunga due ore, era l'unico momento in cui i giovani del Furinkan avevano la possibilità di rilassarsi e mettere in pausa il cervello per un po', un valido intervallo alle lezioni pesanti ed alle pretese assurde dei professori più esigenti di tutta la costa Est, forse di tutta l' America.
Essendo così lunga agli studenti, anche ai più giovani, era concesso scegliere se mangiare in mensa o uscire dall'Istituto.
Ovviamente il codinato era sempre il primo a fiondarsi fuori dalla porta e l'ultimo a rientrare.

Al suono della camapanella si alzò di scatto e, infilato il cappotto, raggiunse Akane, ancora seduta al suo banco ed intenta a chiacchierare con Yuka e Sayuri.
''Andiamo a mangiare al ristorante francese, mia splendida fidanzata?''
''Scusami?'', spalancò gli occhi lei, sorpresa dall'appellativo inaspettato con cui il codinato l'aveva approcciata.
''Ti sto prendendo in giro!'', rise lui, ''Figurati se voglio mangiare con un' isterica violenta e per niente carina come te. Vado a casa di Hiroshi, ha l'ultimo GTA. Volevo solo dirti che se mi gira non torno, ci vediamo da mia madre alle cinque per il servizio fotografico''
''Fa' quello che ti pare!", urlò lei lanciandogli dietro il pesante libro di filosofia, sotto gli sguardi rassegnati delle sue amiche, per le quali quella love story che sembrava non voler nascere sarebbe stato il pettegolezzo più dolce dell'inverno.
Sbuffò, pentendosi di aver promesso a Nodoka di farsi fare quelle foto insieme a Ranma, uscì dall'aula e prese a camminare verso la mensa, attraversandola per andare in bagno a lavarsi le mani, prima di mangiare.


Le cinque arpie della scuola, le Stelle, erano già sedute ai loro posti e, come ogni giorno, stavano aspettando che la loro leader e capo-arpia Shampoo decidesse cosa fosse giusto mangiare.
''Shampoo, hai scelto? Io ho fame!''
''Ha ragione Kahori, anche io ho fame!''
''Signore'', rispose la cinese senza perdere di vista la giovane Tendo che entrava alla toilette, ''Oggi la prima portata consisterà in... Gomme da masticare'', sorrise maliziosa, come ogni volta in cui tramava qualcosa di terribile.


Akane ripassò la matita nera nella rima interna di entrambi gli occhi, l'unico vezzo di make up che si concedeva nelle giornate di scuola, dopodichè prese a lavarsi con cura le mani.
Con ancora la testa abbassata vide, nel riflesso dello specchio, che le cinque odiose erano appena entrate in bagno, e che le sorridevano.
''Buongiorno, Akane''
''Shampoo...''
''Facciamo la pace, ti va?''
Una dopo l'altra si avvicinarono alla mora e presero ad accarezzarle i capelli, ancora raccolti nella coda. Sorpresa da quel gesto così inusuale ci mise un po' a realizzare che, nelle mani delle ragazze, c'erano delle gomme rosa masticate, che ora si stavano mischiando ai suoi capelli.
Ai suoi bellisimi capelli, all'unica cosa che realmente amava di sè.
Quando Kodachi Kuno, l'ultima ad avvicinarsi a lei, aveva tolto la mano dalla sua testa aveva capito che scherzo le avessero fatto. I suoi capelli erano totalmente appiccicati e sporchi di rosa.
Il nervoso e la rabbia le facevano pulsare la testa e bruciare gli occhi, ma non voleva piangere: non davanti allo sguardo compiaciuto della sua ex migliore amica che osservava il riflesso del suo viso sconvolto nello specchio. Con il poco di dignità che le era rimasta sorrise, si voltò ed andò di fronte a lei, ad un palmo dal suo viso.
''Sei soddisfatta, ora?''
Le cattiverie di Shampoo non le erano nuove, la tormentava da anni, ma la Tendo era sempre stata brava a difendersi, inoltre non si era mai spinta così tanto oltre.
Shampoo annuì convinta e le accarezzò il viso: ''Se vuoi piangere fa' pure''
''Non ci penso nemmeno'', ringhiò la Tendo, ''A differenza tua non sono i capelli la cosa più interessante che ho in testa''.
Alzò il mento ed uscì dall'aula, lasciando la cinesina e le sue amiche interdette, dopodichè corse in classe, infilò il cappotto che, fortunatamente, aveva il cappuccio ed uscì dalla scuola, brandendo il cellulare e chiamando il primo numero che le venisse in mente.
''Sono io, ho bisogno di te''


***


Erano da poco passate le cinque e trenta quando Ranma aveva iniziato a spazientirsi seriamente.
Akane era stupida, infantile e rancorosa, ma credeva che nemmeno lei sarebbe mai arrivata a mancare ad un impegno preso solo per vendicarsi di una stupida battuta..
Sua madre guardava l'orologio affranta mentre lui camminava su e giù per la stanza, col cellulare in mano, chiamando incessantemente il suo numero, che squillava a vuoto da almeno venti minuti.
''Ranma, dici che Akane non verrà?''
''Non saprei... Eppure gliel'avevo ricordato... Mà, se preferisci rimandare...''
''No, scherzi? I fotografi, la stampa... Sono già tutti qui! Akane deve arrivare entro cinque minuti o siamo rovinati, dove la trovo una sostituta che non sia una professionista con così poco preavviso?''
Il cellulare del codinato prese a squillare proprio in quel momento, lui rispose urlando senza nemmeno guardare lo schermo.
''Ma insomma, ti muovi o no, racchia? Cos... Ah ciao, sei tu. Oggi pomeriggio? Mmh... Io sono da mia madre, puoi raggiungermi subito qui?''
Riappese.
''Era Akane?''
''Una degna sostituta. Io ti ho messo nei casini ed io ti ci tiro fuori, mammina''



***


''Ma dico sul serio!''
''Ti prego, smettila'', rispose affranta la Tendo toccandosi il caschetto nero che aveva preso il posto della sua lunga chioma dopo che le sapienti mani di Malcolm, il suo parrucchiere di fiducia, avevano rimediato alla bell'e meglio ai danni causati da quelle cinque oche.
''Invece io dico che ti stanno bene così, sei decisamente più sexy!''
''Signor Dakashi, non ci starà mica provando?''
Bevve una sorsata di the servito da Estrella, il cui sguardo svolazzava da una parte all'altra cercando di capire la motivazione dietro al gesto estremo della sua prediletta.
Certo, stava molto bene con i capelli corti, ma Akane era innamorata e gelosa della sua chioma fluente: sin da bambina aveva preteso di avere il controllo totale su di essa, reagendo in maniera violenta contro chiunque provasse a convincerla a cambiare acconciatura.
Ranma irruppe nella stanza, col volto in fiamme e l'aria nervosa.
Chiedere a Shampoo di partecipare al servizio fotografico al posto di Akane era stata una pessima idea e sua madre non ne era stata contenta.
Per tutto il tempo la cinesina non aveva fatto altro che toccarlo e provocarlo, avvicinandosi troppo a lui e tentando di sedurlo in ogni modo, anche spingendosi oltre ai canoni della comune decenza, soprattutto quando il fotografo ebbe la brillante idea di far togliere ai giovani le magliette e di farli posare, rispettivamente, a petto nudo ed in reggiseno.
Era scappato a prendere aria a casa non appena possibile, con la scusa di cambiarsi d'abito, ma sarebbe dovuto tornare poco dopo per prendere parte alla festa di presentazione della nuova linea di jeans.
Shampoo gli aveva detto che lo avrebbe aspettato lì.
E suonava come una minaccia.
Si avvicinò ad Akane -e ad Ataru, che aveva posato con irritante nonchalance una mano sulla coscia della giovane- e la guardò fissa negli occhi, con astio.
''Grazie mille''
''Prego''
''Non scherzo, Akane, sono arrabbiatissimo!''
''Ma che... Oh! Ranma, te lo giuro, me ne sono totalmente dimenticata! Scusami...''
''Sì, come no! Sei proprio una bambina''
''Ti ho detto che me ne sono dimenticata, ok? E' stata una giornata pesante, lasciami stare!''
''Oh, e cos'avevi da fare di tanto importante? Andare dal parrucchiere?''
''Ranma, smettila'', lo interruppe Ataru, con voce ferma, ''Akane non ha avuto una buona giornata, siamo stati costretti ad andare dal parrucchiere perchè Sham...''
''Ssh!'', la mora gli posò una mano sulla bocca.
''Costretti perchè?'', chiede il codinato, scettico.
''Nulla, avevo voglia di cambiare look, tutto qui''. Era troppo orgogliosa per ammettere cosa fosse successo, soprattutto a quel perfettino di Ranma.
''Dunque ammetti di avermi dato buca solo perchè dovevi andare dal parrucchiere? I tuoi stupidi capelli sono più importanti di me e di mia madre?''
''Sì, esatto'', annuì lei.
''Che delusione, sei come tutte le altre''
Buttò la cartella per terra e si diresse verso l'ascensore, avrebbe preso in prestito dei vestiti dall'atelier di sua mamma.



***


La festa procedeva bene, Nodoka riceveva i soliti complimenti e tutte le donne in sala sembravano pendere dalle labbra di Ranma, splendido nelle gigantografie delle foto pubblicitarie appese ai muri.
Nel vedere tutta quell'attenzione femminile concentrata sul codinato, che non l'aveva praticamente degnata di uno sguardo, Shampoo aveva iniziato a sentire delle piccole fitte allo stomaco, segni di un sentimento che non le era nuovo e che aveva imparato a riconoscere come gelosia. Che il ragazzo stesse iniziando a piacerle davvero?
Decise di prendere il toro per le corna e di dare una svolta alla situazione. Si avvicinò a lui.
''Sei la star della serata, Ranma''
''Sono solo fotografie...'', rispose pensieroso, guardandosi intorno come se stesse aspettando l'arrivo di qualcuno da un momento all'altro. Sembrava che la sua testa fosse da tutt'altra parte, chissà dove.
''Akane non è venuta...''
''Non vedo perchè avrebbe dovuto farlo!'', sbottò lui.
Centro, pensò.
''Le cose non vanno, tra di voi?''
''Non c'è motivo per cui lo facciano, non è veramente la mia fidanzata''
''Cosa vuoi bere?''
''Fai tu, basta che non sia forte, non reggo molto l'alcool''
La cinesina si allontanò, camminando lentamente verso il bar. Il suo stomaco fece una capriola quando il codinato la prese per un braccio e la fermò.
''Shampoo...''
''Sì?'', chiese con il cuore in gola.
''Niente di troppo colorato o con ombrellini e ciliegine. Sono un uomo''





Al quarto vodka lemon Ranma aveva iniziato a dare i numeri: era dolce e dissetante, ed il sapore forte del limone copriva il gusto dell'alcool, proprio come la Stella aveva previsto.
Ancora uno e l'artista marziale sarebbe stato definitivamente KO.
''Come stai, Ranma?''
''Sei sicura che fossero analcolici?''
''Ma certo, l'ho chiesto esplicitamente al barista! Balliamo?''
''Mmh... Mi scoppia la testa, forse è meglio che vada a casa...''
''Dividiamo un taxi? Non voglio mandarti in giro da solo in questo stato''
''Shampoo, lo sai che sei veramente carina?''
Bingo.
''Magari è meglio che ti accompagni fino in camera, voglio essere sicura che arrivi nel tuo letto sano e salvo''



***



Akane si sentiva terribilmente in colpa per non aver partecipato al servizio fotografico. Nodoka ci teneva tantissimo ad averla come modella, inoltre Ranma, da quando aveva ritrovato sua madre, non desiderava altro che compiacerla e renderla fiera. Aveva ben ragione ad essere furioso, ma gli eventi della giornata l'avevano portata a dimenticarsi totalmente dell'impegno preso, inoltre non poteva certo farsi fotografare in quelle condizioni.
Diede un'altra occhiata allo specchio del bagno, davanti al quale era fissa da quando Ataru se n'era andato, circa un'ora prima.
Fortunatamente portava la coda quando le Stelle le avevano fatto quello stupido scherzo. La radice e la parte superiore dei capelli erano sani e salvi, e tagliando le punte appiccicate di gomma aveva ottenuto un bel caschetto che le arrivava fin sotto il mento, poco più lungo di quello di sua sorella Nabiki.
In effetti, facendoci l'occhio, non stava nemmeno troppo male: chissà cos'aveva pensato Ranma quando l'aveva vista.
Scosse la testa per scacciare quel pensiero totalmente fuori luogo ed uscì dal bagno, dirigendosi nella stanza del codinato, per scusarsi.
Bussò tre volte prima di entrare: non era ancora arrivato.
Il suo sguardo fu attratto da una foto posta in bella vista sulla scrivania: Ranma era in spiaggia, appoggiato ad una tavola da surf. Alla sua sinistra una giovane minuta e bellissima coi capelli rossi legati in una morbida treccia lo stringeva per i fianchi, col viso appoggiato sulla sua spalla.
A giudicare dalla impressionante somiglianza tra i due doveva essere Ranko, la cugina combinaguai di cui Genma parlava spesso.
Quando scoprì se stessa troppo concentrata ad osservare il fisico asciutto del codinato arrossì e scappò in camera sua, imbarazzata e determinata a non tornare più in quella stanza.
Anche se, pensò, il minimo che potesse fare era scusarsi per l'accaduto, non appena il giovane fosse rientrato.



***


''Sono il re del mondo!"
''Smettila, scemo!"
Ubriaco e felice come non mai prese in braccio Shampoo facendole perdere una scarpa e la tirò fuori dal taxi, dirigendosi verso l'ingresso di casa.
''Vieni, ti mostro il mio passaggio segreto''
''Ranma, ti senti bene?''
''Mai stato meglio!''

Entrarono dalla cucina, deserta per via dell'ora tarda, e s'infilarono nell' angusto ascensore di servizio inciampando l'uno nell'altra, ritrovandosi avvinghiati mentre, lentamente, salivano in camera.
Shampoo inclinò sensualmente la testa ed avvicinò il suo viso a quello del codinato, le loro labbra sembravano lì lì per toccarsi.
Disinibito dall' alcool e dall' evidente disponibilità senza reticenze della giovane Ranma la baciò appassionatamente, iniziando a toccarle le gambe e salendo fin sotto la minigonna della ragazza.
Entrarono in camera cercando di fare meno rumore possibile, ma il telefono del ragazzo sembrava non essere della loro stessa idea, continuando a prodursi in fastidiosi e continui trilli che li spaventavano ogni volta disturbando le loro effusioni.
''Spegnilo'', sussurrò la cinese togliendosi il reggiseno e slacciando i jeans di lui.
''Non posso, non ricordo il codice per riaccenderlo... E' scarico, vado ad attaccarlo al caricabatteria in bagno e torno subito''
Cercando di fare meno rumore possibile entrò in bagno ed attaccò il telefono alla spina.
Ebbe giusto il tempo di chinarsi accanto al water, prima di vomitare tutto quello che aveva in corpo.


Akane, ancora sveglia ed intenta a leggere un romanzo, si alzò non appena sentì la porta della toilette aprirsi.
Uscì dalla sua stanza e s'imbattè in un Ranma visibilmente scosso. Indossava solo i boxer, aveva i capelli arruffati e la faccia sconvolta.
''Ra- Ranma, tutto bene?''
''Sì, benissimo...'', mugugnò lui.
''Stai male? Ti preparo una camomilla?''
Si avvicinò e gli mise una mano sulla fronte, per vedere se avesse la febbre. Quel timido contatto tanto spontaneo quanto inaspettato, la dolcezza nel suo sguardo e l'evidente preoccupazione nella voce della ragazza provocarono un sussulto nel codinato che, impotente, si abbandonò con la testa sulla sua spalla, sperando che smettesse di girare.
''Lo sai che sei bellissima con i capelli corti?''
''Hey, che hai? Non ti avranno fatto ubriacare, scemotto!'', gli accarezzò la testa, sorridendo per il complimento. In vino veritas, si disse.
''Akane, rimaniamo così per sempre? Sto bene con te...''
Arrossì di sorpresa, incapace di staccarsi dalla presa ferrea del giovane che la stringeva a sè.
Seguì un lungo, imbarazzato silenzio.
Brutalmente interrotto dalla porta della stanza del giovane che si spalancava, rivelando dietro di essa una Shampoo coperta solo da una sottile mutandina in pizzo bianco, che fissava la coppia con astio.
''Ranma?''
Il codinato si voltò a guardarla, chiedendosi per un attimo cosa ci facesse lì, prima di ricordarsi di quanto successo e di maledire se stesso allo stesso tempo.
Tornato momentaneamente lucido, guardò Akane terrorizzato, prevedendo lo schiaffo e l'insulto che sarebbero arrivati da lì a poco.
''Ranma, sei un pervertito!''







Ed eccomi qui, dopo una lunga assenza!
Speravo di postare prima di capodanno, ma sono state giornate infernali ed ho dovuto riscrivere tutto il capitolo perchè quello che avevo fatto non mi convinceva!
Scusatemi se non è troppo denso, ma questo è il massimo che potessi fare. Spero di non essermi lasciata troppo andare sulla fine, volevo trovare un modo per rendere in maniera contemporanea il momento della ''gattizzazione'', chissà se ci sono riuscita!
Grazie di cuore a chi legge, segue e commenta questa storia, ed ovviamente grazie mille a chi ha letto il primo missing moment su ''Tutto come prima'', il nuovo aggiornamento arriva prestissimo!
Vi auguro un anno splendido e pieno di cose bellissime, capitare su questo fandom, la scorsa estate, è stato una benedizione!
Un bacione e alla prossima!



  
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