CAPITOLO
6: LA PRIMA GEMMA
Il guerriero era in
viaggio da alcuni giorni, ed era accompagnato
da dieci goblin – come servi – e dalle sue guardie
personali.
Erano tutti a
cavallo, ma quello di Arthas era uno scheletro,
quindi instancabile.
“Mio
signore” – disse ad un certo punto una guardia
– “I cavalli
sono stanchi. Devono riposare.”
La sua voce era
sgradevole: ricordava un insetto.
“E
sia.”
Tirò le
redini e dette segno di fermarsi.
I goblin accesero il
fuoco, mentre i comandanti si sedettero.
“Alzandoci
all’alba domani pomeriggio saremo arrivati a
destinazione… VOI! INUTILI!” – si
voltò sui goblin, che indietreggiarono
spaventati.
“Andate a
caccia nel bosco. Catturate qualche preda per me e le
mie guardie! Non provate a fuggire…a meno che non vogliate
essere voi la cena
di stasera. Io non vi mangerei mai, ma loro” –
indicò le guardie –“Sono di
bocca buona.”
I goblin fissarono
qualche istante i due possenti guerrieri.
Erano alti uguali, e
le loro mani nere, deformi, con tre dita, e
reggevano una lancia in acciaio rinforzato.
Il primo indossava
una veste nera con cuciture rosse ai bordi,
l’altro una rossa con cuciture nere; gli abiti coprivano
interamente il corpo,
testa compresa. L’unica cosa visibile erano gli occhi, due
punti luccicanti.
Le creature ricambiarono lo sguardo e fecero schioccare le mandibole.
I goblin fecero un inchino e corsero nella foresta.
Arthas scoppiò a ridere.
In breve i piccoli mostri tornarono con due cervi e un cinghiale.
Arthas schioccò le dita e dal falò si alzò una vampata di fuoco che avvolse il cinghiale, arrostendolo.
I goblin indietreggiarono, spaventati, mentre le guardie si accanirono sui cervi divorandoli con estrema voracità.
Il giorno successivo l'accampamento fu in vista del gruppo.
"Eccoci arrivati."
Quando Arthas e gli altri furono ad un centinaio metri di distanza verso di loro partì una ventina di frecce.
"Che accoglienza!" - rise Arthas muovendo appena il capo per schivare le prime, mentre altre furono afferrate al volo; le sue guardie furono molto reattive, ma i goblin no, e metà di loro morirono.
"Non abbiamo intenzioni ostili! Vogliamo solo parlare col capo!"
A queste parole gli arcieri si fermarono, senza tuttavia abbassare la guardia.
Quando Arthas arrivò il re dei barbari lo aspettava seduto su un trono assieme a migliaia di guerrieri.
Il re dei barbari era alto e possente, vestito con pelli di bufalo; aveva almeno quarat'anni, con barba e capelli scuri, mentre i suoi occhi neri erano incorniciati da delle folte sopracciglia; con sé aveva un gigantesco martello d'acciaio.
Arthas e le sue guardie rimasero in piedi, mentre i goblin superstiti si guardarono intorno preoccupati a causa degli sguardi assassini dei numerosissimi soldati.
"Chi siete? Cosa volete?" - chiese il re con voce calma ma tutt'altro che rassicurante.
"Niente di particolare. Io sono Arthas, generale capo dell'esercito del grande lord Saddler. Sono qui per reclutarvi nell'esercito...e per la gemma dell'acqua."
I barbari scoppiarono a ridere.
"Credi forse che ci piegheremo così? E lo sai quanta fatica abbiamo fatto per ottenere la gemma?"
Arthas fissò il martello, nel quale era stata incastonata.
"Lo immagino. Ma non siete in grado di gestirla. Vi propongo un affare: io ti sfido, e se ti batto vi piegherete."
I barbari risero di nuovo.
"E se vinciamo, come è logico?"
Arthas si voltò sui suoi servi.
"I sacchetti."
I goblin si guardarono: avevano alcuni sacchetti di carbone, qualche chilo, usati un po' per accendere il fuoco quando il legname scarseggiava, ma a che servivano ora?
I mostri li portarono al generale, che gli prese dopo aver battuto le mani; subito dopo ne riversò il contenuto per terra: diamanti!
I goblin erano sorpresi quanto i barbari: come aveva fatto a trasformare del carbone in diamanti?
"Beh, è un affare! Un duello, una vittoria ed in cambio dei magnifici diamanti luccicanti! Preparati a morire!" - disse il re facendo roteare il martello.
"Ora vedrai." - si disse Arthas.
Il guerriero si tolse l'abito nero, rivelando volto ed equipaggiamento: il suo viso era quello di un trentenne con carnagione grigia e piuttosto rugosa, capelli bianchi ed occhi azzurri.
Indossava un'armatura di mithril ben più resistente dell'acciaio, e con sé aveva uno spadone immenso: Frostmurne, una potentissima spada magica.
Il barbaro lanciò un grido, e facendo appello sia a tutte le sue forze che al potere della gemma colpì violentemente il terreno.
Il colpo generò una raffica di schegge di ghiaccio, lunghe ciascuna non meno di un metro, che partì verso Arthas.
Il guerriero sorrise.
"Illuso... ora, Frostmurne!"
Con un colpo di spada il generale scagliò una saetta che, muovendosi sul suolo, tagliò in due la raffica di ghiaccio e colpì il pieno il re, che cadde a terra con un tonfo.
Sul campo calò il silenzio.
Poi tutti i barbari si inginocchiarono al cospetto di quel guerriero che aveva schiacciato il migliore di loro.
Arthas si diresse verso l'avversario, prese il martello e ne estrasse una gemma blu grande quanto un pugno.
"Ed una è presa." - si disse mettendola in tasca.
"Argh!" - gemette il barbaro.
Il generale gli si avvicinò.
"Ti potrei schiacciare come un insetto, ma ho bisogno di comandanti ed abili guerrieri..."
L'uomo prese Frostmurne, la roteò e la conficcò nel barbaro che gridò di dolore.
Il colpo generò un'ondata di energia; qualche istante dopo Arthas estrasse la spada e il barbaro si rialzò.
I guerrieri fissarono la scena stupiti: i suoi occhi ora brillavano di luce propria.
"Ti ho reso un non-morto! I tuoi poteri sono cresciuti a dismisura, e ti ho concesso perfino il potere di controllare le anime di chi uccidi!"
Il barbaro si inginocchiò.
"Grazie, mio signore!"
"Di niente. Ma bada: io ti ho dato i poteri ed io posso toglierteli! Non provare a tradirmi!"
Il potente guerriero si voltò sul resto dell'esercito.
"Preparatevi! Ora voi tutti servirete il mio signore, lord Saddler! Ed ora partiamo, verso Shaddar-Nur!"
Arthas ha dimostrato un potere terrificante, ottenendo una delle gemme ed ha reclutando decine di migliaia di soldati: cos' accadrà ora?
Intanto passiamo ai ringraziamenti:
X Jakotsu: ti piace proprio Drizzt, he? Ciao e non smettere di seguirmi, ci tengo ai tuoi pareri! Ciao!X Illidan: speravo propio che leggessi la mia fic, comunque ora rispondo alle tue domande: sì, è il nome del padre di Thrall, mi serviva un nome da dare all'orco per motivi miei(li scoprirai più avanti); il nome Furion mi sembrava che facesse effetto, per questo l'ho dato ad un dio battagliero; riguardo ai sette, i nomi non gli ho inventati, ma appartengono ai loro creatori; e non preoccuparti, il teschio non lo avrà nessuno(tu non ne hai bisogno), cu sentiamo, ciao!
X Sesshomaru88: sono contento che ti piaccia. Continua a recensirmi! Ciao!