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Autore: JessiGranger    02/01/2014    3 recensioni
Harry, Ron e Hermione passano le settimane dopo la guerra magica nella casa di Grimmauld Place fino a quando non riceveranno una lettera da Hogwarts.
Durante l'ottavo anno i tre dovranno affrontare gli esami per i M.A.G.O. e a complicare le cose sarà una giovane ragazza.
Molte cose cambieranno, infatti i babbani, venuti a conoscenza del mondo magico inizieranno ad interagire con esso.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3 - Baci e Amore

Amare è trovare la propria ricchezza al di fuori di sé stessi. Amare, non è prendere un altro per completarsi, bensì offrirsi ad un altro per completarlo. Amare significa aver cura della solitudine, senza mai pretendere di colmarla né di conoscerla. 

«Ron andiamo svegliati! Dobbiamo prepararci per le lezioni.
«No! Mamma ancora due minuti!» Brontolò Ron infilando la testa sotto il cuscino.
«Sei sempre il solito. Anche il babbano è già sceso per la colazione!» disse irritato Harry dirigendosi verso le scale per raggiungere la sala comune.
 
«Dov'è Ron? » chiese Hermione
«Non vuole alzarsi. Pensaci tu, io devo cercare Ginny.»
Hermione raccolse i suoi libri e li mise dentro la borsa insieme alla penna e all'inchiostro.
Poi raggiunse il dormitorio dei ragazzi.
«Ronald Weasley! Sto entrando!» La ragazza spalancò la porta senza esitazione
«Cosa ci fai ancora sotto le coperte? Vestiti subito!» gridò, lanciando la divisa sopra al letto.
Ron si alzò lentamente, aveva gli occhi molto gonfi e arrossati.
«Oh. Scusa. Non volevo…»
«Lo sai che non riesco a dormire. Continuo a pensare a quello che è successo a Fred, vedo la gente morire Hermione.»
Hermione si avvicinò al letto, gli accarezzò il viso e lo abbracciò.
«Sono qui, non ti lascerò mai solo» sussurrò in un orecchio sistemandosi sotto alle coperte.
 
La sala grande era come di consueto pronta per la colazione, con il grande focolare già acceso, e quasi tutti gli studenti pronti ad affrontare il primo giorno di lezione.
«Ciao Harry»
«Ciao Erin»
«Potresti aiutarmi a trovare l'aula di... divinazioni?»
«Certo, si trova nella torre di astronomia. Ti accompagno»
I due percorsero il lungo tragitto parlando di tutte le novità, le stranezze e le sorprese che Hogwarts aveva riservato ai nuovi arrivati.
«Cappelli parlanti, scale che si muovono, quadri che salutano. Non sono ancora sicura che tutto ciò sia vero»
Harry sorrise. «Anche per me è stato così. Ho vissuto con i miei zii per 11 anni senza mai sapere di essere quel che sono.»
«Sai, mi piacerebbe tanto essere come te, poter fare magie, studiare materie magiche, volare su scope magiche, preparare pozioni magiche.»
«Volare non è difficile. Basta avere una scopa in grado di farlo. E studiare materie magiche non è poi così divertente credimi» Harry rise ancora
«Hai mai visto il professor Rüf?» continuò «Insegna storia della magia. Credimi è la materia più noiosa a cui ti possa capitare di assistere.» La ragazza sembrò non sentire quello che Harry le stava dicendo.
«La professoressa McGranitt, credo si chiami così, è stata piuttosto esplicita al riguardo. Non c’è consentito volare, preparare pozioni o fare qualunque altra cosa che riguardi la magia. Ha ribadito il fatto che siamo qua solo da spettatori» rispose con tono deluso.
«Tranquilla non è così grave, dopotutto ho infranto molte regole nel corso della mia formazione qui ad Hogwarts. Posso sempre insegnartele io queste cose se davvero ci tieni.»
«O mio Dio! Grazie! Davvero, davvero grazie!» Erin saltò letteralmente in braccio a Harry. Molti dei quadri nelle vicinanze iniziarono ad applaudire e a esibirsi in strane danze come erano soliti fare.
Raggiunta la scaletta che portava alla parte più alta della torre i due si salutarono.
«Grazie, spero di non averti rubato troppo tempo» disse Erin arrossendo
«No figurati, attenta a non perderti, il castello è grande».
 
«Hermione. Credi che prima o poi parleremo di quello che è successo?»
«È stato solo un bacio Ron»
«Hermione! Dannazione, l’abbiamo fatto durante una guerra! Una guerra tra maghi, giganti, dissennatori e aracnidi della grandezza di un albero. Per non parlare della simpatica presenza del signore oscuro che ammazzava chiunque gli capitasse a tiro. Non puoi dire che è stato solo un bacio. Non puoi.»
Hermione si girò per guardare in faccia Ron, il suo volto era ancora molto provato per la notte trascorsa, e i suoi occhi sembravano tornare lucidi ogni volta che incrociavano quelli della ragazza.
Lei si avvicinò alle sue labbra, le sfiorò piano e disse
«Lo farei ancora, lo farei ancora un migliaio di volte e lo farei solo con te. Ma non chiedermi di parlare di quello che è successo. Ti prego.»   
La mano di Ron iniziò a muoversi sicura tra i folti capelli bruni attirandola a lui, di nuovo si ritrovò a pochi centimetri dalle sue labbra, che si fecero sfuggire un gemito.
I due si baciarono con tenerezza e trasporto. Hermione non poté fare a meno di sciogliersi a quel contatto. Il suo corpo cedette contro quello di lui, che l’accolse stringendolo a sé.
«Voglio solo te» Sussurrò Hermione sfilandosi la nera divisa, rimanendo con una camicetta bianca in seta, da cui si poteva intravedere il reggiseno nero. Riprese a baciarlo, lui rispose con tanto entusiasmo da sollevare la ragazza. «Spogliati» continuò lei, togliendosi i pantaloni e scoprendo le game lisce, quasi vellutate.
Ron aveva sempre pensato a Hermione come una persona intelligente e premurosa senza mai rendersi conto di quanto fosse fantastica sotto altre decine di punti di vista.
 
«Buongiorno signor Potter, è un piacere averla con noi, la pregherei di arrivare puntuale la prossima volta. Fece in tono severo la professoressa Sprite, anche se con un sorriso di comprensione»
«Certamente, mi scusi professoressa»
«Dove sono tuoi amici?»
Harry si guardò intorno e vide che Ron e Hermione non erano presenti.
«Credo che stiano per arrivare»
La serra era come Harry la ricordava: verde e immensa.
Cho e Luna tentavano di illustrare la funzione dei diverse strumenti, utilizzati dalla professoressa per estrarre la preziosa essenza dalla foglia di dragoncello, ai giovani babbani.
«…questo prezioso elisir è essenziale per creare il dittamo che cura le ferite superficiali, come graffi o punture…» Per un attimo Harry pensò all’incidente di Ron durante la smaterializzazione. Quando grazie all’essenza di dittamo Hermione riuscì a riattaccare il braccio quasi totalmente staccato dalla spalla. Poi i sui pensieri furono bruscamente interrotti dalla rossa chioma di una bellissima ragazza che stava ascoltando la lezione in un angolo del bancone.
Ginny teneva lo sguardo basso, come se non le fosse permesso guardare le persone in faccia.
«Harry... Harry!» Il giovane scrollò la testa.
«Potresti andare a chiamare la signorina Granger e il signor Weasley per cortesia? È già passata un’ora dall’inizio della lezione».
 
«È stato fantastico, dovremmo saltare le lezioni più spesso» fece Ron appoggiando la testa sulla spalla della ragazza
«Oh per la barba di Merlino! Le lezioni! Che ore sono?» Ron liberò il braccio intrappolato sotto di lei e lesse l’ora
«Da poco le dieci.»
Hermione schizzò fuori dalle coperte ancora nuda cercando i vestiti sparsi per tutta la camera.
«RON! HERMIONE!» Harry spalancò la porta del dormitorio e un grido riempì la stanza.
«Dannazione Harry cosa vuoi?» urlò Ron tirando un cuscino verso la porta.
«Sc… Scusate! Non ho visto niente! La professoressa Sprite mi ha chiesto i cercarvi. Muovetevi!»
 
Per tutta la giornata i tre non parlarono di quello che era successo, e probabilmente, mai lo avrebbero fatto.
Dopo pranzo li aspettava una doppia lezione di pozioni con i babbani di Corvonero e un’ora di babbanologia, obbligatoria per gli studenti dal terzo anno in su.
 
«Guarda Harry, è quella di ieri sera?» chiese Ron indicando la ragazza accanto alla professoressa Babbling.
«Si è lei, si chiama Erin» Rispose.
«È carina però» intervenne Hermione, che stava ascoltando la conversazione, dal banco dietro.
 
La lezione, che si svolse con l’utilizzo di computer, fu stranamente interessante. Ron scoprì l’esistenza di internet, cellulari, SMS, e molte altre tecnologie babbane (ora era possibile utilizzare questi marchingegni tecnologici anche dentro i confini di Hogwarts). Forse per questo motivo era così eccitato a fine giornata.
Durante la cena Harry cercò di parlare con Ginny, senza alcun risultato. Ron e Hermione passarono in biblioteca per cercare del materiale per il tema di pozioni sugli effetti benevoli dell’erba pipa.
 
Harry ed Erin si erano dati appuntamento nella sala comune alle due di notte per la prima lezione di volo.
«Ma non possiamo volare qui dentro, sveglieremo tutti» disse Erin fissando i dormitori.
«Andremo nella stanza delle necessità tranquilla»
I due si diressero, tenendo sotto controllo Gaza grazie alla mappa dei malandrini, verso il settimo piano del castello
«In un corridoio?!» continuò Erin sfiduciosa
Un enorme portone comparve nel muro davanti all’arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll".
La ragazza fece qualche passo indietro. La sua espressione era un perfetto mix di terrore e stupore.
L’enorme sala aveva un soffitto altissimo. Decine di scope erano sistemate in un armadio e accanto c’era un enorme baule dove erano rinchiuse le sfere da Quidditch.
«Per iniziare, una Commet 360 andrà benissimo» disse Harry porgendo una scopa con un manico in legno di faggio e alcune rifiniture color argento.
«Per iniziare devi sistemarti a cavalcioni e darti una piccola spinta con i piedi»
Erin riuscì ad alzarsi di qualche metro da terra prima di tornare giù
«Visto non è difficile» disse Harry montando sulla scopa insieme a lei per mostrargli come controllarla in volo.
La lezione durò solo una ventina di minuti poi entrambi tornarono nella sala comune.
«Nessun ragazzo, in 17 anni, mi aveva fatto provare quello che mi hai fatto provare te in pochi minuti» Erin si avvicinò lentamente alle labbra di Harry, le sfiorò piano per qualche fazione di secondo e poi si allontanò per andare a dormire.
Rimase per diversi minuti a guardare fuori dalla piccola finestra della camera prima di addormentarsi, pensando che, forse, tutta quella fama qualcosa di buono era riuscita a portargli.

Il bacio, che sia ricco d’amore o semplicemente rubato al tempo, è un dolce scherzo che la natura ha inventato per fermare i discorsi quando le parole diventano superflue.

 
 
NOTE DELL’AUTRICE
Terzo capitolo!! Come avrete notato ho sperimentato un nuovo stile di scrittura. Più dialoghi e un po’ meno narrazione.
Probabilmente nella storia originale un babbano non potrà mai volare su una scopa o preparare intrugli magici, ma questa è una FF quindi tutto è lecito! Spero che la parte della Romione vi sia piaciuta. Quindi sotto con le RECENSIONI.
Un abbraccio
Jessica
  
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