«Grazie» dico fievolmente.
Continuiamo a leggere, immersi nei nostri pensieri più profondi.
Il silenzio si faceva quasi tombale.
Un silenzio che due persone in una stanza non erano mai riuscite a mantenere.
La passione per la lettura faceva questo.
Il silenzio e la concentrazione sono tutto, per un lettore.
Beh, noi eravamo lettori.
Distolgo lo sguardo dal mio libro, e lo poso sul libro di Louis.
Neanche 20 minuti passati, era già alla pagina 104.
Io a malapena ero alla 6.
Lo guardo leggere, pochi secondi.
I suoi occhi andavano da una parte all'altra, curiosi di scoprire quello che non aveva mai letto, le righe quasi saltavano fuori dal libro.
Lo continuavo a fissare incoscientemente.
«C'è qualcosa che non va?» sussurra continuando a mantenere lo sguardo sul libro.
Strabuzzo gli occhi, schiarendomi la voce, distogliendo lo sguardo da Louis.
«Eh...» farfuglio. «No, scusami» tiro un respiro soffocato che posso sentire solo io.
Almeno credo.
Forse sarebbe meglio stare zitta e continuare a leggere. penso.
«Io... io ho finito di leggere» dico sorridendo, stringendo il libro chiuso tra le mani.
«Allora è stato un piacere conos...» vengo interrotta dallo sguardo di Louis pronto sui miei occhi.
«Ci vedremo sempre qui, no?»
Assento lo sguardo e lo ricollego alla situazione, sorridendo.
«Si... quindi...»
«Piacere di conoscerti compagna di letture» sorride. Aveva un sorriso stupendo.
Sorrido anch'io, sposto la sedia e prendo la borsa.
Sollevo il palmo della mano, mi giro e mi dirigo verso l'ingresso.
Avevo una strana sensazione.
Era bella, però.
«Arrivederci sig.ra Bolton» esclamo per poi uscire dalla biblioteca.
Il freddo e il vento mi invade completamente.
Chiudo il portone, prendo la sciarpa e la porto al viso.
Mi incammino verso casa mia.
Noto che a circa 10 metri più avanti, si trovava uno Starbucks.
Alzo le spalle, tanto valeva andare li. Non avevo nulla da fare.
Apro il portone, entro.
Ordino un cappuccino e mi vado a sedere.
Guardo fuori dalla finestra affianco a me.
Nevica! Adoro la neve.
Dietro di me sento il tipico suono delle porte che si aprono, lo scintillio immancabile in un negozio.
«Salve Joe!» esclama una voce già sentita.
Mi giro speranzosa.
No... non era la persona che mi aspettavo.
Mi giro, prendo un sorso di cappuccino e metto la mano sopra la guancia appoggiando il gomito sul tavolo.
Oh, ma che vado a pensare. Lo conosco da tre ore circa. So solo il suo nome.
Però ero la sua compagna di letture.
Mi piaceva questa cosa.
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