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Autore: parolecomepetali    02/01/2014    7 recensioni
Shine Menfis. Ragazza di 16 anni con mille problemi per la testa, adora leggere.
Louis Tomlinson. Ragazzo sognatore, avventuroso, adora leggere.
Stessa passione in comune, li porterà ad essere amici, poi sempre di più...
lo scoprirete leggendo.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Mi piace il termine 'ti ammazzo di baci'.
almeno puoi morire con la consapevolezza di aver passato i tuoi ultimi minuti di vita con la persona che ami nel miglior modo possibile.
»
Questa frase mi rimbomba in testa tutto il giorno.
Mi fa pensare: troverò anch'io la mia persona speciale? Che mi faccia vivere i più bei momenti della mia esistenza? Lo vedo come se fosse difficile, quasi impossibile.
Io sono una ragazza decisamente timida, non riesco a relazionarmi facilmente con le persone.
Anche se, quando la persona con cui mi confronto fa il primo passo e si dimostra socievole, io do tutto l'amore che ho.

Sono le sette di mattina e non mi sono ancora alzata.
Devo andare a lavorare in quello stupido, lurido, lercio baretto da quattro soldi in fondo alla strada, per guadagnarmi da 'vivere'.
In effetti mio padre mi ha lasciato un po' di soldi, ma solo per il cibo.
E visto che sono ancora un'adolescente vorrei il mio denaro da poter spendere in miei sfizi.
Mi devo alzare per forza, anche se controvoglia.
Fisso il soffitto un attimo per rendermi conto di cosa dovevo fare.
Alzo la testa dal cuscino bianco e disfatto, poggio i gomiti sul materasso e sposto il piumone con la mano.
Mi sollevo dal letto, vado incontro al bagno affianco alla porta della mia camera.
Apro la porta e con gli occhi mezzo chiusi accendo la luce.
Fisso lo specchio davanti a me.

«Anche oggi, bello schifo Shine. Bello schifo come sempre.» penso.
Tiro un sospiro assordante, mi strofino gli occhi con una mano e mi scompiglio i capelli.
Avevo una cera orribile, ma che importa, nessuno mi avrebbe vista oggi.
Nessuno di importante. 
Mi lavo e mi vesto.
Prendo le chiavi di casa e esco.
Pioveva. Pioveva un sacco.
E non avevo ancora capito perché non mi portavo uno stupido ombrello appresso.
Arrivo davanti al bar.
Afferro la maniglia e la tiro verso di me, per poter entrare.
C'erano all'incirca 5-6 persone, sedute ai tavoli, davanti al bancone sborsando soldi.
Ciò significava che ero arrivata tardi.
Un'altra volta.

«Menfis!» urla Sten.
Si, Sten, il capo proprietario del bar.

«Sei arrivata un'altra volta in ritardo! Ti potrei licenziare sai?»
Sorrido.
«Sei stupido? Non puoi farlo» apro la porticina del bancone poggiando la borsetta nello scaffale.
«Non mi sfidare ragazzina, stai mettendo a dura prova la mia pazienza» sbraita.
«Si uh che paura» farfuglio tra me e me.
Sten era un 'amico' di mio padre.
Ha 25 anni, se non più. 
Non è neanche un brutto ragazzo, ma aveva un carattere orribile. A dir poco.
Mi fa irritare anche solo sentir pronunciare il suo nome. Certi tipi dicevano pure che era manesco, faceva a botte nei locali, un tempo, ma io non ci credevo.
Insomma, era Sten, pft.

Prendo l'elastico che era nel mio polso e lo porto ai capelli.
Mi faccio una coda scompigliata, e prendo dall'attaccapanni il grembiule. Di un orribile giallo paglierino.
Ritorno dietro al bancone e servo un po' di persone.

«Oh cavolo!» sento urlacchiare da non molto lontano, con un tonfo di seguito.
«Che è successo?» esclamo allarmata.
Mi dirigo verso i tavoli in fondo.
Kristen era caduta, di nuovo.

«Sei una brombolona Kris» dico io prendendola per un braccio, facendola alzare.
«Ma perché sono così imbranata» si sistema il grembiulino scuotendolo.
«Se non lo sai tu» ridacchio.
Kristen era una ragazza che lavorava con me, in questo stupido bar.
Molto riservata, imbranata più che altro, ma piena di soldi.
Infatti non sapevo neanche il motivo per cui lavorava qui, ma era abbastanza umile, in fondo.

«Io vado a prendermi una boccata d'aria fuori, Sten!»
«Torna qui Shine! Non sei pagata per andare a respirare fuori da questo posto, non siamo ancora in pausa!»
Faccio un segno con la mano ed esco.
Mi incammino verso il muretto e mi metto le mani tra i capelli.

«Perché a me!?» urlo soffocando la mia voce, dandomi dei colpetti alle tempie.
Due secondi di silenzio, avevo bisogno di piangere.

«Ehi!»
Rimango in silenzio.
«Ehi!» insiste una voce conosciuta, ma troppo bella per essere vera.
Sbatto le palpebre e alzo lo sguardo.

«Compagna di letture!»
Si, era lui.
Il mio compagno di letture.
Louis.

«Come stai?» esclama avvicinandosi a me.
Aveva un libro in mano.

«Io... beh, così» accenno.
«Tu come stai?»
«Io alla grande!» mi sbatte in faccia in un modo carino, quasi tenero con quel gran sorrisone.
«Beh» si mette una mano nella tascha del giubbotto «Suppongo che tu lavori qui»
«Si... gran posto eh»
«Immagino» dice lui accennando un sorriso.
Sento sbattere il portone del negozio.

«Shine!» urla Sten.
«Sai cosa? Sei licenziata! In tronco!»
Inarco le sopracciglia.
«Stai scherzando!?» esclamo stupita, anche se me l'aspettavo.
«Hai capito bene! Non farti più vedere!» dice buttando davanti a me il mio cappotto e la mia borsetta, a terra.
«Tieniti pure il tuo lurido posto e il tuo lurido grembiulino, Sten!»
Mi slaccio il grembiule e glielo butto al petto.
«Bene!» va con passo deciso verso il portone, sbattendo la porta.
Louis si china a raccogliere la borsetta e il cappotto.

«Oh no Louis lascia st-»
Vengo interrotta da un suo sguardo.
«È il minimo che posso fare» mi porge la mia roba.
«Grazie» sussurro.
«Emh... allora, credi che...» si ferma fissando il marciapiede.
Riposa lo sguardo sui miei occhi.

«Stasera vai alla biblioteca?» mi chiede curioso.
«Io... si. Non ho nient'altro da fare»
«Allora che ne dici se ci incontriamo li? Un'altra... specie di appuntamento bibliotecario»
gesticola con le mani.
«Oh» sospiro una risata. «Va bene, ci sto»
«A stasera, 16?»
«16»
Tira fuori un sorriso smagliante e gira il capo.
Continua a correre nella stessa direzione.
Ridacchio.
Beh, avevo appena perso il mio posto di lavoro, ma una persona speciale mi aveva fatto ritornare il sorriso.

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