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Autore: SheloveMMengoni    03/01/2014    1 recensioni
*Il mio nome è Samanta, ma tutti mi chiamano Sam. ho da poco compiuto ventuno anni e vivo in una piccola città poco distante da Roma, qualche anno fa ho terminato gli studi al liceo scientifico e ancora devo scegliere l'università e soprattutto la facoltà.
Credo di essere..*
Chiusi di botto quel diario che avevo tra le mani e lo lanciai sul letto, mi era stato regalato ieri, per cui dovevo provare a scriverci su qualcosa ma un diario serve per raccontare la proprio giornata, le proprio emozioni, gli avvenimenti importanti.. ma io cosa potevo scriverci? le mie giornate erano alquanto noiose
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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1° CAPITOLO.
-La svolta.

 
*Il mio nome è Samanta, ma tutti mi chiamano Sam. ho da poco compiuto ventuno anni e vivo in una piccola città poco distante da Roma, qualche anno fa ho terminato gli studi al liceo scientifico e ancora devo scegliere l'università e soprattutto la facoltà. Credo di essere..*

Chiusi di botto quel diario che avevo tra le mani e lo lanciai sul letto, mi era stato regalato ieri, per cui dovevo provare a scriverci su qualcosa ma un diario serve per raccontare la proprio giornata, le proprio emozioni, gli avvenimenti importanti.. ma io cosa potevo scriverci? le mie giornate erano alquanto noiose, tutte uguali: Svegliarsi a tarda ora, litigare con mio fratello, pranzare, navigare su internet, litigare con mio fratello, uscire con i miei amici, litigare ancora con mio fratello, cenare e restare collegata ancora fino a tarda ora sui social network.. in fondo i social non erano del tutto inutili, avevo conosciuto una ragazza di Milano, Sara, davvero una persona molto bella..
«Un diario, non scriverò mai su uno stupido diario.» dissi tra me e me;
Erano circa le 12.00, mi alzai dal letto e con ancora il pigiama andai in cucina dove vidi mio fratello sul divano con un amico che purtroppo notai la sua presenza solo dopo essergli passata dinanzi, ed ovviamente, mio fratello non risparmiò il suo sarcasmo
«Che carino il pigiamino di Minni!» 
«Ignorante!»
replicai con tono piuttosto irritato.
Sghignazzò per qualche secondo e poco dopo si sedette al tavolo prendendo qualche libro per studiare con il suo amico.. Mio fratello aveva 18 anni e studiava al liceo d'arte, nonostante fosse il fratello minore mi faceva penare parecchio.
Presi il suo posto sul divano e mi sintonizzai su MTV music, -altro che diario, c'è la musica che parla al posto tuo- pensai. Subito dopo apparve un ragazzo con una scatola in testa,  capii chi fosse solo dopo aver letto il suo nome, Marco Mengoni!
«Ha fatto un nuovo disco Mengoni!» affermò Alessandro, -mio fratello- improvvisamente.
«E' molto bravo, sono ancora rimasta a 'Solo 2.0' io.» risposi continuando ad ascoltare la canzone, adoravo quel cantante, aveva una voce calda, raffinata e sensuale.
Terminata la canzone mi sedetti al tavolo con mio fratello e il suo amico.
«Posso fare qualche cosa anche io?» chiesi cercando di essere simpatica!
«Sei stanca di non far niente?» replicò mio fratello.
«La smetti con queste battutine idiote? comunque piacere, io sono Samanta, ma chiamami Sam!» sorrisi porgendo una mano all'amico misterioso.
«Io sono Stefano!» mi strinse la mano e mi sorrise dolcemente.
«Quindi quest'anno voi due avete la maturità!»
«Non ricordarmelo!» rispose Alessandro.
Gli lanciai un'occhiata furtiva e poco dopo ritornai a sorridere con Stefano.
«Che facoltà hai in progetto?» chiesi al ragazzo cercando di dialogare.
«In realtà avrei pensato medicina, sono attratto da tutto ciò!» rispose sgranando gli occhi felice.
-Sangue, punture, malati- pensai e il mio stomaco si chiuse completamente.
«Tu?» mi domandò.
«In realtà non vorrei più far nulla!» risi schietta. «Ma come dice Alessandro 'sono stanca di non far nulla!» esclamai guardando mio fratello ridere.
«E cosa farai nella vita?» aggiunse aggrottando la fronte.
Non risposi, mi limitai a scrollare le spalle forzando un sorriso.
Stefano rimase a pranzo da noi, poiché aveva ancora da studiare nel pomeriggio, parlammo a lungo del futuro e ciò mi fece riflettere tanto.
Nel tardo pomeriggio mi stesi sul mio letto lasciando spazio solo alla musica, ma c'era qualcosa che mi torturava la mente.. -Cosa farai nella vita?- quella domanda tuonava nella mia testa e a quel punto nonostante avessi le cuffiette con il volume al massimo, quasi per la prima volta i miei pensieri erano più rumorosi, ero stanca di essere mantenuta dai miei, ero stanca di quella vita noiosa, anch'io volevo scrivere su uno stupido diario tutto ciò che mi accadeva e che fosse almeno un minimo più movimentato della vita che stavo vivendo adesso, volevo cambiare la mia vita dal nulla.. forse era proprio questa la magia, partire dal nulla e fare piccoli traguardi ogni giorno, mesi o anche anni.. non aveva importanza in tempo, la cosa più importante era raggiungerli.
Erano le 22.00 circa navigavo su internet e mi sfiorò un pensiero, cercai su google qualche università, perché non legge?
-No.- rispose la mia mente, non avrei mai potuto essere una donna di legge, perché non le rispettavo.
Continuai a cercare fin quando non lessi che tra una settimana si sarebbero tenuti i test d'ingresso ad un'università di Milano, -Psicologia e scienze della formazione- era la meno peggio per me, in fondo l'università era una scusa per poter cambiare aria di imbattermi in una nuova vita. Spensi il computer e mi fiondai nel letto, presi il mio ipod e mi immersi nella musica, esattamente nel nuovo album di Marco Mengoni, che amai al primo ascolto.
*Con teeeeeeeee ooh ohhh* suonò la sveglia del cellulare che avevo impostato la sera prima, mi alzai di scatto dallo spavento a causa dell'alto volume e la spensi velocemente.
Mi alzai dal letto dopo avermi stiracchiata per bene e mi precipitai nella doccia facendo scivolare sul mio corpo un getto d'acqua fredda e canticchiando qualche canzone.
Erano le 10.00, uscii dal bagno pulita e profumata e indossai dei pantaloncini corti con una maglietta bianca abbastanza larga e lunga.
Andai in cucina e vidi mia madre insieme a mio padre fare colazione, gli sorrisi e mi aggiunsi a loro.
«Buongiorno!» esclamai felice accomodandomi.
«Buongiorno Sam!» risposero quasi in coro.
«Che sorrisone hai stamattina, cosa succede?» chiese mia madre premurosamente porgendomi i cereali.
«Si è innamorata!» aggiunse mio padre prendendomi in giro.
«Si, avoja! in realtà ho una cosa da dirvi!» sorrisi ancora una volta inarcando un sopracciglio ed entrambi si bloccarono fissandomi. «Tra due settimane c'è il test d'ingresso per Psicologia e scienze della formazione in un'università di Milano, voglio andare lì!»
«Non ci hai pensato per due anni e da un giorno all'alto hai programmato tutto?» disse tutto d'un fiato turbata mia madre.
«Martina, lasciala andare! non può di certo restare qui per sempre!» aggiunse mio padre cercando di tranquillizzare mia madre che sospirò forte e con un tono amareggiato aggiunse: «E cosa hai intenzione di fare? trasferirti a Milano da sola senza nessuno?» -Era proprio quello che volevo, andare in una nuova città dove nessuno mi conoscesse ed essere una persona nuova, migliore.-
«Mamma, smettila di essere sempre preoccupata per me, ho ventuno anni, e ho bisogno di cambiare aria!» risposi poggiandole una mano sul braccio, mi sorrise ed annuì.
«Se è quello che vuoi!» abbassò lo sguardo e riprese poco dopo «Però dovrai chiamarmi tutti i giorni e raccontarmi tutto quello che fai.. e devi stare attenta!» ordinò; le sorrisi e abbracciai entrambi facendo rovesciare tutto il latte che mi ero versata poco prima.
Pulii tutto quanto e andai in camera mia con la mia amata musica, dovevo iniziare a progettare tutto, dovevo affittare una casa e magari dividerla con qualcuno in modo che le spese fossero di meno. -LE SPESE- mi rimbombò nella mia testa, dove avrei preso i soldi? avevo qualche risparmio grazie al piccolo lavoro che feci nei mesi precedenti come baby sitter, ma non bastavano neanche per il tempo di trovare un lavoro lì! Odiavo chiedere soldi ai miei, alla mia età.. ma in quel caso dovevo!
Ritornai nel salotto dove vidi mio padre prepararsi per andare al lavoro e appena mi notò scoppiò in una leggera risata, «Sapevo che prima o poi dovevi porti quel problema, ci penso io.. quando torno questa sera!» Mi aveva capita al volo! gli sorrisi e lo abbracciai forte!
«Papà sta attento, quando il diavolo ti accarezza vuole l'anima!» disse mio fratello sbucando fuori dal nulla!
«E c'hai ragione!» aggiunse mio padre ridendo.
Mi sciolsi dall'abbraccio e osservai prima mio fratello poi mio padre e scoppiai a ridere.
Andai in camera mia e pensai subito che a Milano abitava Sara, l'amica dei social.. presi il cellulare e composi il suo numero chiamandola.
«Pronto?» rispose dopo svariati squilli.
«Oii, Sara! sono Samanta! devo darti una notizia bellissima!»
«Saam!» esclamò entusiasta «Parla, dimmi tutto!»
«Ho deciso finalmente di iscrivermi ad una facoltà e quella che ho scelto è proprio...»
«A Milano!» urlò precedendomi.
«Esatto, ci vedremo!»
«Non posso crederci! mi iscriverò insieme a te allora, passeremo tutti i giorni insieme!» aggiunse felice.
«Adesso però devo trovare una piccola casa, al più presto visto che tra due settimane c'è il test.»
«Puoi venire a stare da me, mio fratello è fuori città per due mesi e hai tutto il tempo di cercarne una» mi suggerì.
Parlammo ancora a lungo e passai l'intera giornata organizzandomi, tra treno, soldi, e andai a fare compere da aggiungere nelle valigie.
Avrei dovuto prendere il treno tra due giorni e sarei stata da Sara fin quando non trovavo un lavoro ed una casa.
Stavo trasformando del tutto la mia vita da un giorno all'altro, ma non c'era tempo.. ero stanca di aspettare.

 
-Continua.
  
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