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Autore: chairmodeactivate    03/01/2014    3 recensioni
La storia è difficile da spiegare, secondo me. ma più o meno parla di una ragazza, Jacky che si trasferisce e dovrà sopportare un vicino maleducato, puttaniere ma tremendamente sexy.
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Dal Prologo: "Lo odio perché lo amo. Ok, l’hanno detto una marea di persone ma continuo ancora a odiarlo e lo odierò per sempre. Però non è un odio perché mi ha fatto qualche torto o mi ha ferito, al contrario, si è sempre preso cura di me fin dal primo momento e io mi sono presa cura di lui."
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1.
 
  Vi starete chiedendo se dopo sei mesi a vivere con Mike è mai capitato di finirci a letto.
Come? Non ve lo chiedete? Oh… Beh ve lo dico lo stesso!
No, e a dire la verità non ci siamo mai neanche baciati. Ci siamo andati vicino solo una volta. Come? Ora siete curiosi? Va bene, vi racconto…
 
  “Merda!” grida Mike alzandosi dal divano e facendo cadere il joystick del’Xbox “È la terza volta di seguito che vinci tu! Come cazzo fai?”
“Adoro ‘sto gioco!” dico io battendo le mani e facendogli la linguaccia, adoro vederlo arrabbiato, si passa sempre la mano sui capelli e se li scompiglia di più. Cosa che lo rende ancora più sexy.
“Ma se è una merda! Basta! Mi sono rotto, cambiamo!” dice levando il dischetto dalla console per prendere un altro gioco.
“Oggi mi sento fortunata, vincerò di nuovo io!” dico mentre lui avvia il gioco.
  Dopo circa cinque minuti il gioco annuncia la mia vittoria e senza farci troppo caso alzo le braccia esultante sedendomi in punta del divano.
Brutta mossa Jacky. Bruttissima.
Mentre ho le braccia alzate Mike ne approfitta per farmi il solletico nei fianchi. Odio quando mi toccano i fianchi, è una cosa che non sopporto, e il bastardo lo sa benissimo.
“Dolce vendetta!” dice mentre continua a farmi il solletico.
“No, Michael!” cerco di dire tra una risata e l’altra “Mi fa male la pancia… ahahah… ti prego basta!”
Ma lui continua e io scivolo da divano a pancia in su e lui perdendo l’equilibrio cade su di me appoggiando i gomiti vicino alla mia testa. Non siamo mai stati così vicini, sentivo il suo respiro sulla pelle e il mio cuore incomincia ad accelerare i battiti. Sento la sua pancia gonfiarsi e sgonfiarsi e dopo circa trenta secondi si avvicina fino a quando i nostri nasi si sfiorano.
Quando lo sento troppo vicino per i miei gusti, il cellulare - di merda, giuro che qualche giorno glielo brucio - squilla e lui si alza e risponde. Io mi alzo e spengo la console, recupero il mio telefono gettato sul divano e corro in camera mia. Cristo.
 
  Da quel giorno abbiamo messo da parte quei due giochi, mi hanno causato la morte. E io sono troppo giovane per morire! Ma di certo è molto più piacevole di vederlo incazzato.
  Al contrario di quando si arrabbia, non si passa la mano tra i capelli. Ho avuto davvero paura quella volta quando…
 
Non vedo l’ora di tornare a casa e sdraiarmi nel divano e vedere cosa c’è in tv. Sono stanchissima da lavoro, oggi abbiamo avuto più clienti odiosi del solito. Avete presente quelli che non sono mai contenti? Quelli a cui non va bene nulla? “Avevo chiesto un panino vegetariano! Ci sono pezzetti di hamburger!”, “Avevo chiesto una light! Questa non lo è per niente!’, ‘I bagni sono tutti occupati!’. A volte mi chiedo se li trovo solo io i clienti ritardati!
  Ad ogni modo ora non voglio pensarci, voglio solo tornare a casa. Speriamo solo che Mike non si sia portato a casa qualche amica - prima ragazza che c’era per strada - non è bello trovarle a casa propria mentre sono avvinghiate al mio coinquilino. Lo so, non è il mio ragazzo ma ogni volta che lo vedo con qualcuna il mio cuore sprofonda e mi sale un groppo in gola che solo la notte riesce a portarmi via.
  Appena entro nella via vedo le luci spente della nostra casa. Controllo l’orario, le 18, Mike rientra alle 17 non può non essere arrivato. Non va in macchina al lavoro, non può aver trovato traffico. E se l’hanno investito? Se un pazzo gli ha sparato? No, Jacky basta paranoie. Magari sta solo riposando e ha spento la luce. Ma non mi convinco.
  Istintivamente inizio a correre verso casa, suono.
  Nessuna risposta.
  Mike, lo so che ci sei.
  Suono ancora.
  Niente.
  Rispondi bastardo, aprimi e fai uno di quei tuoi sorrisi che farebbero vedere i ciechi.
  Niente.
  Risuono mentre cerco le chiavi nella borsa.
  Niente, continua a non rispondere.
  Mi faccio coraggio e apro. Una cappa di fumo esce dalla porta.
Lo trovo straiato sul tappeto tra il divano e la televisione, vicino a lui quattro bottiglie di birra vuote e una in mano piena a metà. Due pacchi di sigarette vuoti erano gettati vicino a lui e nella mano libera ne aveva una già finita. Nelle orecchie aveva le cuffie, che erano praticamente inutili visto che sentivo la musica anche io.
  All’ombra con solo la luce di fuori sembrava morto, aveva gli occhi chiusi e la luce lo rendeva più bianco del normale. Mi avvicino cautamente aveva i capelli tinti di rosso e i ciuffi che gli ricadevano sul volto gli segnavano la faccia.
  “Michael?” lo chiamo chiudendo piano la porta, ma lui non mi sente. Poso il giubbotto e lo zaino da lavoro sul divano e mi siedo per terra vicino a lui.
Non è morto, respira ancora. Gli sfilo cautamente una cuffietta e lo chiamo.
  “Michael?”
Apre gli occhi di botto e mi fissa. Inutile dire che faceva paura. Aveva gli occhi rossi come i capelli e ora che lo vedo meglio ha la faccia rigata da lacrime asciutte. I suoi occhi chiari sono tremanti di rabbia e tristi e quando si scontrano coni miei mi fanno sussultare non l’avevo mai visto così prima di allora.
  “Che cazzo vuoi?” sbotta. Aveva una voce rauca tremendamente sexy. Ok, forse non dovrei trovarlo sexy in una condizione del genere, ma lo è. Cristo, se è sexy!
  “Mi sono preoccupata… tutto ok?” Sì, ovvio. Domanda perfetta! Può mai stare bene un ragazzo in quelle condizioni? Mi maledico per quanto sono stata stupida!
  “No!” dice secco più del solito.
  “Ti va di parlare?” dico cercando di non pensare a quanto sia inquietante.
Mike si siede di fronte a me. Una lacrima che asciuga troppo tardi gli esce da un occhio.
  Michael ha dei sentimenti?
  Piange?
Mi si stringe il cuore quando lo vedo in quelle condizioni. Mi avvicino con una mano alla sua ma lui mi prende con l’altra per il polso. Era freddo, come al solito, ma oggi era un freddo particolare un freddo di paura.
  Michael ha dei sentimenti?
  Ha paura?
  “Non ho bisogno della tua carità! Me la cavo benissimo da solo!” Mi grida.
  “È successo qualcosa?” ripeto preoccupata.
  “Non ho bisogno di te!” queste parole mi feriscono più del normale.
Faccio per parlare ma lui scoppia in lacrime. Mike, il mio Mike sta male…
  “Non fare il cretino!” mi faccio coraggio. Mossa sbagliata. Si alza e va verso la sua stanza senza dir nulla. Lo raggiungo correndo e lo fermo per una spalla. Lui si gira di botto e mi sbatte contro il muro tenendomi dalla braccia bloccata con una stretta solida che non mi fa circolare il sangue.
  “Lasciami stare!” sta volta grida davvero troppo e mi pietrifico. Pian piano molla la presa e dopo avermi guardato con un aria di scusa va verso il bagno e sento che apre la doccia. Quasi traumatizzata mi dirigo verso il posto in cui era sdraiato prima e prendo le bottiglie e i pacchetti di sigarette e li butto nella spazzatura, poi vado nell’altro bagno per sistemarmi per dormire.
  Preparo due panini, uno al formaggio e salame e l’altro con il prosciutto e maionese, il preferito di Mike. Salgo al piano superiore e busso alla stanza di Mike.
  So cosa state pensando. ‘Sei una pazza ad andarci!’
Sì, sono pazza di lui.
  Mi apre un Mike senza maglietta con i pantaloni della tuta, usati per dormire. Diciamo che sono ‘abituata’ a vederlo senza maglietta ma ogni volta mi fa lo stesso effetto. Ho imparato che è meglio fissare un punto impreciso del suo viso ed evitare di guardare in basso.
  Prende il vassoio e lo poggia nel letto, sorride verso di me e si siede sul letto. Lo imito senza che lui mi abbia invitato.
“Il tuo preferito!” e gli porgo il panino.
“Mi vizi così!” furono le sue prime parole.
  Finimmo il panino in silenzio.
“Mi dispiace” inizia “Per prima intendo…”
  Michael ha dei sentimenti?
  Gli dispiace?
Annuisco “Non ne hai voluto parlare…” gli ricordo.
  “Non so se posso fidarmi di te” dice sento il suo sguardo addosso ma sono troppo occupata a fissarmi le unghia “magari un altro giorno…”
  “Ok!” dico sorridendo mentre mi alzo per tornare in camera mia.
  “Jacky!” mi chiama mentre sono alla porta, mi volto “Non lasciarmi solo, ho paura”
Probabilmente la mia faccia è alquanto sconvolta perché sul suo volto appare una sorriso.
  “Non ci sto provando!” mi rassicura. Non so perché, ma gli credo. Torno nel suo letto e mi sdraio vicino a lui.
  “Mi fido!” dico chiudendo gli occhi.
 “Non lo farei mai” mi abbraccia e chiude gli occhi.
 
  Forse dovrei smetterla di raccontarvi questi episodi della nostra vita, lo fanno sembrare gentile!
In ogni caso non lo è!
Ma è la persona più sensibile della terra.
E, cosa più importante, è mio.

 
 
 
“Lasciate ogni speranza o voi che entrate” in questa storia.
  Buongiorno, pomeriggio, sera, notte. Dipende da quando leggete!
Sono di nuovo qua, insieme a Jacky e Mike. Vi sono mancata?
No? Beh, neanche voi u.u
  Ovviamente scherzo! Vorrei ringraziarvi uno alla volta, il primo capitolo ha raggiunto 50 visite in meno di 10 minuti dalla pubblicazione! Sono davvero felice!
  Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate. Non me l’aspettavo già dal primo “capitolo” grazie mille! Vi mando tantissimi baci e abbracci, anche se non sono Michael (T-T) accontentatevi!
  Ringrazio (di nuovo e.e) chi ha recensito il primo capitolo ovvero maweed!!
Mi aspetto anche qua una recensione!
Insomma credo sia abbastanza interessante la storia… credo… lo è? Vi sto preparando un capitolo fantastico, ma prima ditemi cosa ne pensate di questo!
  Arrivederci, spero.

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