Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: BlackButterfly_    03/01/2014    2 recensioni
“Ci siamo guardati e per una frazione di secondo ho pensato di non sapere più cosa significasse avere la terra sotto i piedi.”
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Chapter two.

 

Facevo quasi fatica ad arrivare alla cassetta della posta, l'ammasso di neve bianca rendeva difficile camminare, abbassai lo sguardo verso la lettera, era il caso che gliela mandassi? forse dovevo riscriverla?. Un forte impatto con qualcosa mi fece indietreggiare, alzai lo sguardo e vidi un ragazzo, più o meno 20 anni, alto, cappotto beige e capelli a mod di secchione degli anni 80, occhiali neri che racchiudevano due occhi verdi da perdere il fiato.

"Mi dispiace" Disse con tono di pietà mentre si copriva il volto indietreggiando ancora di più.

"Ma che fai?". Dissi stranita

"Non… non vuoi colpirmi?". Disse togliendo lentamente le mani dal volto.

"Certo che no, non è stata colpa tua."

"Oh beh… che fortuna." Disse alzandosi gli occhiali con l'indice, trovai quel gesto estremamente eccitante.Ci siamo guardati e per una frazione di secondo ho pensato di non sapere più cosa significasse avere la terra sotto i piedi.

"Io sono Rose!" Dissi porgendogli la mano. Con timore e timidezza allungò la sua mano verso la mia, e con occhi ancora più verdi disse..

"Io sono Marcel. Sei nuova di qui?"

"Si, sono qui da tipo due mesi."

"Capisco." Marcel assunse  un'aria strana, quasi spaventata. Iniziò a correre senza nemmeno voltarsi una volta e dopo pochi secondi vidi sfrecciare davanti a me 3 ragazzi alti e robusti che se la ridevano, avevo capito che volevano pestarlo. Misi la lettera nella tasca del giaccone e iniziai a correre più forte che potevo, la neve fredda mi bagnava le gambe e il freddo aumentava man mano, vidi Marcel imboccare uno svincolo e i ragazzi lo seguirono, avevo le gambe stanche… non capivo neanche perché stessi correndo dietro ad uno sconosciuto.

***

Marcel. 

Correvo più forte che potevo, dopo ben 6 anni di continui pestaggi le mie gambe avevano imparato a correre davvero molto veloce ed è per questo che mi sono iscritto ad atletica, sono Marcel, un 19 enne inglese come tanti che preferisce starsene a casa a leggere un libro piuttosto che fare baldoria in qualche sudicio locale,amo la cioccolata fondente al posto di un drink, ho un enorme segreto e sono lo sfigato della scuola, come nei film.. solo che qui non arriva nessuno a salvarti. Mi voltai ancora una volta per vedere se li avessi seminati ma nulla, erano ancora dietro di me. Involontariamente rallentai quando vidi Rose, con aria spaventata correre dietro di loro, fu in quel momento che il più grosso di loro si lanciò su di me e mi bloccò a terra.

"Finalmente ti abbiamo preso, spazzatura." Disse ansimando. Un pugno, poi un'altro, gli occhiali mi caddero a terra e due di loro mi tennero fermo per le braccia mentre il più grosso, Kevin mi prendeva a pugni. Per pochi secondi, riuscì a vedere la sagoma di Rose con qualcosa di lungo e nero fra le mani, poi, il buio.

 
Quando rinvenni avevo la testa poggiata su qualcosa di morbido, erano le gambe di Rose, mi toccai il lato sinistro della bocca e le mie dita si dipinsero di rosso. Cercai di alzarmi e mormorai un "Mi dispiace". Mi diede una mano ad alzarmi e quando finalmente riuscì a restare in equilibrio mi sistemò gli occhiali con delicatezza. Impiegai pochi minuti per inquadrare la sua figura, occhi color nocciola, lunghi capelli castano chiaro,viso piccolo ed era molto più bassa di me, oserei dire, ben piazzata con le forme.

"Non devi scusarti. Perché ti hanno pestato?"

Forzai un sorriso e abbassai gli occhi.

"Diciamo che… sono il loro hobby preferito". Mi sistemai e la salutai, chissà se l'avrei rivista.

***

La casa era fredda come sempre, ma si percepiva l'odore di pollo che stava sicuramente preparando mia madre. Cercai di nascondere l'enorme livido sullo zigomo e il graffio al lato della bocca con il cappotto, ma l'istinto di una mamma non può essere fermato solo da questo.

"Chi è stato?" Disse con tono freddo mentre continuava a cucinare.

"A fare cosa?". Si voltò e si poggiò al bancone.

"Vieni con me." La seguii in bagno. Mi sedetti sul bordo della vasca e lei mi medicò.

"Perché non reagisci?"

"Mamma…"

"MARCEL SONO STANCA, PERCHE' NON FAI QUALCOSA? hai tutto quello che ti serve… " Pronunciò quelle ultime parole con tono quasi minaccioso e perfido.

"La smetti?! basta." Mi alzai violentemente e corsi in camera mia lasciandomi mia madre urlante alla spalle, le ultime parole che sentì prima di sbattere la porta furono… "E' NEL TUO DNA, E' IL TUO SANGUE, NON PUOI CAMBIARLO". Presi la testa fra le mani e la strinsi, come se volessi far uscire tutti i pensieri. Mi sdraiai sul letto e presi la mia agenda e iniziai a scrivere.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: BlackButterfly_