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Autore: feferica    25/05/2008    2 recensioni
Conan si ritrova faccia a faccia con gli uomini in nero, cosa farà ora che hanno in pugno le persone a lui care? Un nuovo personaggio entrerà in scena: sarà dalla parte di Conan o dei MIB? A volte le cose non sono come sembrano...
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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16. Il Ritorno di Sherry

16. Il Ritorno di Sherry

“Non preoccupatevi per lui. Sono certa che sta bene, e che in questo momento ci sta osservando da lassù… e immagino che anche Ran lo stia facendo… Finalmente potranno stare insieme per sempre… Ma state tranquilli, tra non molto li raggiungerete. Anche voi sarete dei bei angeli, proprio come lo sono loro ora.”

Dei passi si avvicinavano sempre di più ai ragazzi rimasti immobili nella lavanderia. Nessuno dei presenti aveva mai udito quella voce, eppure pareva loro di conoscere già la persona che si dirigeva velocemente verso di loro. Kaito, quasi istintivamente, prese per un braccio Aoko e la riparò dietro di sé, poi portò la mano destra sotto il lembo sinistro della giacca, pronto a tirare fuori la sua pistola spara-carte.

Heiji si portò alla sinistra di Kaito, tenendo tra le mani un bastone di legno trovato vicino ad una cassapanca, pronto a sferrare i suoi micidiali colpi.

I passi si fecero sempre più vicini, fino a quando la donna non arrivò sull’uscio della porta.

Tra lo sbigottimento generale la donna sorrise, mentre i suoi occhi verdi si spostarono da Kaito a Heiji.

“Non ci posso credere…” Fu l’unica frase che Heiji riuscì a dire, mentre osservava in tutto il suo splendore la donna davanti a lui, “…Tu sei…”

La donna sorrise compiaciuta dell’effetto creato tra i presenti.

Kaito fu forse quello meno scioccato, e interruppe la frase di Heiji, senza smettere di ammirare il bel corpo della donna: “Credo che ora possiamo andare... Sherry.”

La donna sorrise decisa al ragazzo, e mentre Heiji e Aoko osservavano ancora sbalorditi la donna seguendola lungo il corridoio, Kaito osservava preoccupato la sua amica d’infanzia.

‘Chissà se l’ha capito…’

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“Fermi!” Urlò l’uomo vestito di nero che aveva appena spalancato la porta dello sgabuzzino.

Shinichi alzò leggermente le mani in alto, in segno di resa, mentre Ran si strinse al petto del ragazzo, chiudendo gli occhi.

Shinichi osservò l’uomo che aveva di fronte, e notò che era vestito proprio come Vodka, ma che era molto meno robusto di lui.

‘A quanto pare si vestono tutti nello stesso modo…’ Pensò Shinichi, ma i suoi pensieri vennero interrotti dall’uomo, che chiamò qualcuno nell’altra stanza.

Un uomo dalla corporatura molto robusta, e vestito anch’esso completamente di nero arrivò davanti alla porta dello sgabuzzino.

“Non ci posso credere! Cosa ci fate voi due qui?” Chiese l’uomo arrabbiato e allo stesso tempo sbalordito.

Shinichi rimase leggermente sorpreso da questa domanda, ma soffermandosi sulla voce alzò lo sguardo fino ad incontrare i grandi occhi dell’uomo in nero.

“I-Ispettore Megure!” Shinichi rimase a bocca aperta nel constatare che l’uomo che aveva scambiato per un Mib in realtà fosse l’ispettore della polizia metropolitana con cui Shinichi aveva collaborato varie volte sia in veste di Conan che da detective liceale.

Ran aprì gli occhi e si scostò velocemente da Shinichi non appena si accorse della situazione in cui si trovava, rossa in viso.

“Allora? Kudo vuoi rispondere alla mia domanda?” Chiese l’uomo riducendo gli occhi a fessure.

“Bhe…ecco noi siamo stati rinchiusi qua dentro da qualcuno…” Rispose Shinichi. Rivelare all’ispettore Megure il suo collegamento con l’organizzazione non sarebbe stata una buona idea, non gli avrebbe permesso di rimanere alla festa.

‘Maledizione! Chi può aver chiamato la polizia?’

“Scusi ispettore ma lei cosa ci fa qui?” Chiese curioso Shinichi, mentre cercava un modo per uscire da quella stanza e cercare Hailey.

“Siamo stati contattati dal detective Kogoro. A quanto pare ha scoperto chi ha rapito Ran, ed era sicuro che si trovasse in questo hotel. Inoltre afferma che stasera accadrà qualcosa di terribile durante l’asta, quindi siamo qui per controllare il tutto in incognito.” Rispose Megure, osservando prima Shinichi e poi Ran.

“Ma come avete fatto a entrare senza invito?” Chiese ancora Shinichi, intuendo chi fosse in realtà al telefono con la polizia.

“Questi non sono dettagli che ti possono interessare Shinichi. Ora devo chiedere a te e Ran di andare via da questo posto. Un nostro agente vi riporterà a casa.” Ordinò l’ispettore, facendo cenno al detective Takagi di avvicinarsi.

“Cosa? Ispettore ma noi dobbiamo rimanere alla festa!” disse Ran, alzando la voce più di quanto volesse; questo però insospettì Megure, pronto a farsi dare una spiegazione.

“Ran! Ran!” L’ispettore venne interrotto dalle euforiche urla di un uomo che correva a perdifiato lungo il corridoio dell’appartamento.

“Papà!” Urlò a sua volta la ragazza, correndo incontro all’uomo.

“O Ran! Finalmente ti ho ritrovata! Non sai che paura quando non ti ho più vista!” L’uomo abbracciò la figlia piangendo, mentre la ragazza rimase leggermente imbarazzata, ma contenta di poter rivedere il padre.

‘Accidenti…c’è anche Kogoro! Adesso cosa facciamo?’ Si chiese Shinichi, mordendosi il labbro inferiore. Era preoccupato per quello che sarebbe potuto accadere quella sera. Già la vita di Ran era in grave pericolo, ora si aggiungevano anche quella di suo padre, dell’ispettore Megure e degli altri agenti… Le cose non potevano che peggiorare e Shinichi si sentì tremendamente in colpa:

‘Devi sapere Shinichi che un membro dell’organizzazione si è introdotto nell’hotel questa notte. Secondo quanto ho scoperto questa spia ti ha visto in giro per le sale e ti ha riconosciuto, e dice che eri assieme ad una ragazza. Il fatto è stato riferito ai membri che stasera sarebbero venuti all’asta e tra questi si trovava Vodka. Appena saputo deve averlo riferito a Gin e qualcun altro. Quindi fai attenzione. Sono certa che ci saranno tutti i membri più importanti, e ci sarà anche il Boss…’

“TU!” Urlò Kogoro lasciando la figlia, non appena vide Shinichi.

“SEI STATO TU VERO? E’ STATA COLPA TUA SE MIA FIGLIA E’ STATA RAPITA!” Urlò Kogoro avvicinandosi pericolosamente al ragazzo che rimase immobile a fissarlo, ridestandosi solo allora dai suoi pensieri.

“AVANTI RISPONDI! E’ STATA COLPA TUA! NON E’ FORSE COSI’??” Urlò ancora Kogoro, afferrando entrambi i lembi della camicia di Shinichi e sollevandolo da terra; il ragazzo di contro abbassò lo sguardo, in silenzio.

“Papà! Lascialo stare!” Urlò Ran, correndo verso il padre e stringendo i suoi polsi per fargli lasciare la camicia del giovane.

“RAN! TOGLITI DI MEZZO!” Urlò il padre, e con una leggera spinta del braccio Ran lasciò la presa.

Megure, che assisteva alla scena senza parole, si avvicinò a Kogoro e cercò di tranquillizzarlo.

“Kogoro! Lascia andare Shinichi! Lui non centra niente! Se non ci sbrighiamo potrebbe accadere quello che accennavi nella tua telefonata!” Disse Megure alzando la voce, per sovrastare le urla dell’uomo infuriato.

L’uomo smise di strattonare Shinichi, e lasciò andare la presa sulla sua camicia, facendolo cadere a terra. Kogoro allora si volse verso l’ispettore Megure.

“Di che telefonata parla ispettore?” Chiese l’uomo, inarcando un sopracciglio.

“Ma di quella che mi hai fatto qualche ora fa.” Rispose Megure inarcandone uno anch’egli.

“Veramente io non ho chiamato proprio nessuno ispettore Megure! Casomai è lei che ha chiamato me!” Disse Kogoro, sempre più confuso.

Nel frattempo Ran si era avvicinata a Shinichi.

“Stai bene?” Gli chiese a bassa voce, guardandolo dispiaciuta rialzarsi da terra.

“Si, tranquilla. Ora mi conviene andare…” Rispose Shinichi senza guardarla in viso, poi si voltò verso il corridoio.

“Aspetta.” Ran lo fermò prendendo la sua mano, “Voglio venire con te!”

“Ran…” Shinichi non si voltò, se l’avesse fatto molto probabilmente avrebbe incontrato lo sguardo deciso di Ran, e questo l’avrebbe messo in soggezione, lo sapeva.

“So che è pericoloso…ma so anche che voglio aiutarti a finire questa storia. Ormai sono dentro quanto te in questo caso, ed è giusto che anche io faccia qualcosa per terminarlo.” Le parole di Ran erano ferme, sicure; per tutto il tempo la ragazza continuò a stringere la mano del ragazzo, che alla fine decise di portarla con sé.

“Scommetto che non mi lasceresti andare altrimenti vero?” Le chiese, voltandosi e sorridendole mestamente.

Ran gli fece segno di sì con il viso, e subito dopo stringendogli la mano si avviò con lui verso la porta dell’appartamento, ma prima che potessero sparire dietro l’uscio Takagi li fermò.

“Ehi voi due! Si può sapere dove state andando?” Chiese loro l’agente, guardandoli bieco.

“Takagi ti prego non dire niente all’ispettore Megure e al detective Kogoro! Dobbiamo andare in un posto, e non ci puoi fermare.” Gli disse Shinichi, guardandolo severamente.

“Ehi un momento! Aspet…” Takagi non poté terminare la frase che la porta si richiuse dietro ai due ragazzi.

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Aoko camminava poco distante da Kaito, che non staccava mai gli occhi dalla splendida figura dinnanzi a lui. Provava una leggera irritazione, e la tentazione di prendere a schiaffi sia lui che quella misteriosa donna diventava sempre più forte.

“Dobbiamo salire al piano di sopra senza farci scoprire ragazzi. Se ci vedono quelli dell’organizzazione siamo spacciati.” Disse serio Heiji, restando vicino alla donna che conduceva il gruppo su per una rampa di scale.

“Ecco…siamo arrivati. Da adesso procederemo da soli. Kaito, tu resterai assieme ad Aoko, mi raccomando, non perderla mai di vista.” Ordinò la donna, voltandosi verso il tre ragazzi alle sue spalle.

“Siamo sicuri che sia il metodo migliore il nostro?” Chiese Heiji poco convinto.

“È l’unico modo per arrivare da quei pazzi. Se tutto va bene ci troveremo nello stesso momento davanti al capo dell’organizzazione.” Concluse la donna.

Kaito ed Heiji annuirono silenziosamente con un cenno del viso.

“Allora a dopo. Mi raccomando siate prudenti, se vedete Gin o Vodka contattatemi tramite le ricetrasmittenti che vi ho dato e nascondetevi meglio che potete.” Detto questo la misteriosa donna vestita di nero sparì dietro ad un angolo.

“Molto bene, allora io passo per di qui, voi prendete il passaggio indicato da lei. Ci vediamo dopo Kaito, in bocca al lupo.” Heiji si dileguò tra i bui corridoi dei sotterranei, mentre Kaito e Aoko rimasero fermi al centro di un incrocio di corridoi.

“Allora, andiamo?” Le chiese Kaito, e appena Aoko annuì si incamminò verso le scale che portavano al piano superiore.

Salirono lentamente le scale, ma un rumore di passi li bloccò.

“Allora Vodka… è tutto pronto per l’ora prestabilita?” Domandò una voce.

“Certo capo! Abbiamo catturato tutti gli altri, e la polizia si trova all’ultimo piano, come programmato. Cadranno nella nostra trappola.” Vodka rise, e il suo capo l’accompagnò con una risatina malefica, fino a quando non si fermò improvvisamente.

“Cosa succede capo?” Chiese Vodka, ma con un gesto della mano l’altro uomo lo fermò.

Portò una mano nella tasca del giubbotto e impugnò la sua pistola.

Con scatto fulmineo scese altri cinque scalini fino a ritrovarsi su un pianerottolo vuoto. Vodka osservò il suo capo interdetto.

“Capo?” Chiese l’uomo tarchiato.

“Presto Vodka. Torniamo alla festa. Non vorremo far aspettare troppo la bella signora?”

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Il giovane detective del Kansai arrivò al centro di una lussuosa sala da ballo. Non c’era nessuno nell’ampia sala, solo qualche cameriere che sistemava alcuni tavoli vicini alle pareti.

Il parquet era stato tirato a lucido e una giovane cameriera fulminò con lo sguardo Heiji, che osservava la sala con molta attenzione.

“Mi scusi signore…” Disse una voce cupa dietro di lui, “Dovrebbe lasciare la sala. Ci è stato chiesto di non lasciar entrare nessuno prima delle nove.”

“Ah, sì mi scusi. Stavo cercando un amico, e sono capitato qui. Mi scusi ancora.” Disse Heiji, e si allontanò velocemente del centro della sala.

“Ah.. Signore…” Lo richiamò l’uomo vestito da cameriere.

“Sì?”

“Le consiglierei di evitare di ballare questa sera…sempre se ne aveste avuto l’intenzione...Non vorrei che le arrivasse un bel conto di riparazione a casa.” L’uomo osservò disgustato le vecchie scarpe da ginnastica del ragazzo.

Heiji ascoltò distrattamente l’uomo, e dopo che finì di parlare uscì dalla sala correndo verso l’ascensore.

‘Bene, tutto secondo i piani.’

Heiji non si accorse però della giovane cameriera, che di nascosto lo seguì, e appena le porte dell’ascensore si aprirono salì con lui.

“Ma cosa…?”

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‘Devo stare attenta…Se anche solo uno di quelli dell’organizzazione mi vede sono spacciata.’

La figura esile attraversò la sala del ricevimento circondata da un gruppo di donne che parlavano fra di loro, spettegolando sui recenti avvenimenti che riguardavano la moglie di un ricco banchiere.

“Sì, mi hanno raccontato di quello che è successo… Poveretta! Non mi sentirei più così sicura a viaggiare così tanto in aereo!”

“Hai perfettamente ragione mia cara! Credo che farebbe meglio a cambiare mezzo di trasporto! Mi chiedo per quale motivo non si faccia comprare dal marito un aereo privato! Con tutti i soldi che ha!”

“Forse ne avrà bisogno per tenersi il prestigio di non rischiare di diventare povera! Del resto si sa…Avere una cugina ricca come Hailey Stuart non deve essere facile!”

“Shhh! Zitta! Mi hanno detto che si trova qui alla festa!”

“Davvero? Non ci posso credere! Ma non dovrebbe trovarsi in America?”

“A quanto pare ha deciso di venire per un po’ qui in Giappone, per poter ristringere vecchie amicizie…”

“Già! Ma c’è anche qualcuno che pensa sia coinvolta in affari poco leciti. Pensa che mi hanno detto che…”

“Buonasera signore!” Un giovane interruppe bruscamente i discorsi del gruppetto di donne, che osservarono atterrite il nuovo arrivato, “Vi state divertendo alla festa?”

“Daniel! Ma che piacere vederti! Buonasera a te!” Rispose una donna sulla quarantina, “Stavamo giusto parlando della signorina Stuart, ci farebbe molto piacere rivederla, dicci, sai dove possiamo trovarla?”

“Mi spiace signore, ma temo che Hailey stasera non potrà venire alla festa. So che aveva delle questioni urgenti da risolvere, che credo si prolungheranno fino a tardi. Ora scusatemi ma devo scappare.” Il ragazzo si allontanò velocemente dal gruppo di donne, mentre l’esile figura che si nascondeva tra di esse rimase impassibile ai commenti boriosi di quelle pettegole riguardo alle maniere poco eleganti del giovane.

Una mano si allungò verso il suo braccio e poco aggraziatamente la trascinò verso l’entrata del salone, fino a raggiungere un’uscita in fondo al corridoio.

Chiedo scusa per la lunghissima attesa, ma questi mesi sono stati davvero pesanti, ma la colpa è anche della mancanza di fantasia di questo periodo e della mia svogliatezza...Scusatemi enormemente!!

Spero che comunque continuiate a seguirmi anche se posso capire che con queste lunghe attese la storia possa svogliarvi e diventare pesante sia da leggere che ricordare nei vari particolari!

Come sempre sono accette critiche e suggerimenti, non abbiate paura a dirmi niente! Se notate qualcosa di poco coerente alla trama non esitate a dirmelo, mi fareste un enorme favore! Se volete qualche scena in particolare...chissà magari vi potrei anche accontentare ^^ (P.S: Scribak, spero di averti accontentato con Shiho di nuovo adulta! ^^)

Un grazie in particolare a Scribak, SuperC18 e Harmonia che hanno commentato il vecchio capitolo! Grazie anche a: aquizziana, ilary, Kaggi_Inu91, sasami e Shiho93 che hanno aggiunto la storia ai preferiti!

Grazie mille anche a coloro che hanno solo letto!

Non dico il nome del prossimo capitolo, in quanto potrebbe essere soggetto a trasformazioni (come è stato questo, infatti il titolo è cambiato...), quindi vi dò solo appuntamento al prossimo capitolo, sperando che grazie alle imminenti vacanze sia il più presto possibile! Alla prossima!

  
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