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Autore: Berry Depp    03/01/2014    3 recensioni
Nove anni dopo la chiusura di iCarly, Carlotta Shay torna a Seattle per il funerale del padre. Qui ritrova i suoi amici Samantha e Fredward, che finita la scuola hanno perso i contatti tra di loro e si sono costruiti una vita, anche se non è esattamente il massimo. Riuscirà Carly a ritrovare la fiducia dei suoi vecchi migliori amici che non la considerano più tale a causa della sua partenza e del fatto che non si è più fatta sentire?
L'idea mi è venuta guardando l'ultimissima puntata di questa serie che amo. Ho pensato che non poteva finire tutto così e allora eccomi qua :) Buona lettura a tutti, spero vivamente che vi piaccia!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlotta 'Carly' Shay, Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket, Spencer Shay, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Freddie tornò a casa arrabbiato e deluso allo stesso tempo. Deluso da Carly, deluso da se stesso, deluso dalla vita che si era fatto. Aveva sempre voluto bene quella che una volta era la sua migliore amica, ma ci era rimasto malissimo quando non aveva più risposto alle e-mail che le aveva mandato.
Aprì la porta e la sbatté alle sue spalle, andando a sedersi sul divano.
  -Dove sei stato, amore?- chiese sua moglie. Sapeva che non gliene importava niente, ma che cercava di sembrare gentile. Perché lei sapeva che lui sapeva.
  -Da nessuna parte- fece lui scocciato e Jessica rimase in silenzio, continuando a fare quello che faceva di solito. I cavoli suoi.
  -Sai chi ho incontrato?- disse Freddie, assumendo un tono più gentile –la mia vecchia amica, quella con cui gestivo quel canale sul web.
  -Ah, Carolina!
  -Carlotta- la corresse lui –Credo che uscirò di nuovo, ti dispiace?
  -No, tranquillo, vai pure, caro- sorrise dolce lei. Certo che non le dispiaceva. Si sarebbe portata a letto l’ennesimo trovato al night club.
 
Mentre Carly tornava a casa non vide chi le veniva incontro e andò a sbattere contro di lui.
  -Oh, mi scusi, mi dispiace tanto!- disse, cercando di aggiustarsi i capelli.
  -Si figuri, non mi ha fatto niente- disse chi le stava davanti. Quando Carly alzò lo sguardo vide chi era. Un uomo alto sui trent’anni, capelli scuri e ricci e occhi verdi. Indossava una giacca nera sportiva lasciata aperta e di sotto una maglietta verde a righe e dei jeans larghi e strappati –Lei, piuttosto, si è fatta qualcosa?
  -No, sto bene, grazie. A questo punto mi sembra obbligatorio... Mi chiamo Carlotta Shay.
  -Io sono Jack Cantone, piacere di conoscerla. Posso offrirle qualcosa? Mi spiace che sia finita a sbattere contro i miei poderosi pettorali- rise sarcastico, ma Carly non poté dargli torto: quei pettorali erano fantastici!
  -Beh, perché no?- acconsentì lei.
Qualche minuto dopo erano in un localino niente male che doveva essere stato aperto da poco, visto che Carly non lo ricordava.
  -Cosa ci faceva una ragazza bella come lei sola soletta in questa grande città?- chiese Jack bevendo il suo caffè macchiato.
  -Oh, nulla, ero stata a parlare con... un amico e stavo tornando a casa- spiegò lei –posso darle del tu?
  -Sicuramente!- fece lui –Allora... con un amico eh?
  -Si, ma... non era niente di che, il fatto è che sono tornata stamattina dall’Italia e sono tornata a trovare degli amici.
  -Ah, sei stata in vacanza in Italia!- esclamò Jack.
  -Non era esattamente una vacanza. Ho vissuto lì per nove anni.
  -Hai capito? Mio nonno era italiano. Era di Catania, in Sicilia.
  -Si, ci sono stata qualche estate fa...
Continuarono a chiacchierare per un po’ finché non si fece tardi.
  -Cavolo, sono le otto e mezza! Mio fratello si starà chiedendo dove sarò finita!- esclamò lei alzandosi di colpo dopo aver guardato l’orologio.
  -Posso accompagnarti io a casa, se vuoi- propose Jack e Carly acconsentì.
Così si incamminarono continuando a parlare del più e del meno.
 
Non sapeva perché l’aveva fatto, ma eccolo lì. Freddie era andato a casa di Sam. Da quando sapeva di come la trattava Joe, il suo compagno, non dormiva la notte. È vero, non si erano più frequentati, ma qualcosa lo obbligava a farlo, perché tutto sommato lui teneva ancora a lei. La casa era vuota e le luci spente, così decise di chiamare la ragazza al telefono.
  -Pronto?- sentì sussurrare dall’altro capo del telefono.
  -Samantha, sono Fredward. Mi spiace per come sono andate oggi le cose, ti vorrei vedere. Si può fare?
Sam rimase in silenzio, poi parlò: -D’accordo, Benson. Dove sei?
  -A casa tua.
  -A casa mia? Allora non sei cambiato di una virgola, razza di idiota! Va’ via di lì, vedrò come raggiungerti, okay?
  -Si, va bene. A dopo- sentì che Sam riattaccava e andò via dalla casa della donna. Raggiunse il centro e aspettò una telefonata dell’amica. Quando la ricevette si diedero appuntamento là. La ragazza arrivò dopo un quarto d’ora. Indossava come quella mattina una maglietta nera a maniche lunghe e colletto alto e dei pantaloni lunghi, neri anche quelli.
  -Benson- lo salutò.
  -Puckett- fece anche lui.
  -Cosa c’è?
  -Ho parlato con Carly. Le ho spiegato tutto quello che doveva sapere, ma credo di aver esagerato.
Sam lo guardò: -L’hai fatta sentire in colpa?
  -Forse anche troppo.
  -Allora hai fatto la cosa giusta.
Freddie rimase stupito da quelle parole: -Come puoi dirlo? Era la tua migliore amica!
  -Hai detto giusto, Benson: era! Ha fatto male a non farsi sentire più, a non voler sapere cosa passavamo io e te. Cavolo, fa freddo, qui!
  -Vieni, entriamo in macchina- la invitò lui. Così fecero.
  -Quello che voglio dire- continuò Sam –è che... tu sai cosa sto passando io e io so cosa stai passando tu. Non può non interessarsi ai suoi migliori amici per ben nove anni e spuntare dal nulla come se niente fosse successo, con quel suo stupido sorrisino sulle labbra che la fa sentire la reginetta del mondo.
  -Forse hai ragione- commentò Freddie, mettendo in moto la macchina –ti riaccompagno a casa.
  -D’accordo.
  -Senti... ti va di dirmi cosa ti fa Joe?
Sam lo guardò in silenzio, cercando di nascondere la vergogna, poi aprì bocca: -Mi maltratta, che ti devo dire? Mi dice che sono una stupida, mi tratta come la sua serva... nient’altro.
  -Sei sicura? Si limita a questo?- si insospettì Freddie.
  -Cosa dovrebbe farmi, Benson?- sbottò Sam.
Arrivati davanti alla casa di lei, Freddie fermò l’auto e rivolse lo sguardo alla ragazza seduta accanto a lui. Ora le luci della casa erano accese. Joe doveva essere tornato.
  -Sam- disse lui –ti sembra che non mi sia accorto di come ti vesti? Del tuo comportamento cambiato così di punto in bianco?
  -Cosa c’entrano il mio abbigliamento e il mio comportamento?- fece lei irritata.
  -Siamo in piena primavera, ma tu ti vesti completamente di nero e ti copri tutto il corpo. E sicuramente sei molto più timida di una volta.
  -Sono diventata adulta, Benson. Che il mio comportamento sia cambiato non è affar tuo. Riguardo ai vestiti... i soldi di Joe li uso per mia madre, non è colpa mia se non ho tanti vestiti- detto questo fece per uscire dalla macchina, ma Freddie afferrò da dietro il colletto del suo maglione che si strappò venendo strattonato in quel modo.
  -Aaaah!- si lamentò Sam.
Freddie rimase in silenzio a guardare la schiena ora nuda della ragazza, con occhi e bocca sbarrati.
  - S-Sam...- balbettò sconvolto.
  -Contento, ora, Benson?- singhiozzò lei, senza guardarlo.
Anche se ormai era buio, Freddie poteva benissimo vedere i graffi e i lividi che ricoprivano la schiena di Sam.

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Cabina del Capitano:

Ooookay, guys, non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, giuro! Sarò anche una matta depressa che ama massacrare i suoi personaggi preferiti, ma che volete? Sono fatta così u.u
Muy bien, in realtà non ho altro da dire, a parte il fatto che quel (secondo me) gran figo di Jack sarà moooolto importante per la storia :3
Sciauuu!
BD

 
 
  
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