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Autore: Mavid55    04/01/2014    3 recensioni
[Altri attori/telefilm]Amore è gioia e tristezza, solitudine e calore. Melinda Gordon è una ragazza con dei poteri, coraggiosa e intuitiva. Jym Clancy è un ragazzo tenero, fedele e protettivo. La loro vita cambierà dopo un tragico incidente... Leggete e commentate!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Mentre parlavamo il tempo passava e arrivammo velocemente a casa.
Eli volle rimanere in macchina; scesi e andai a bussare.
-Hey,Melinda. Che ci fai qua?
-Oh scusa, mi sono dimenticata di avvisarti, sono venuta a trovarti ma se hai da fare torno subito a casa, sarà per la prossima volta.
Feci per andarmene quando...
-No,no, che dici? Tu sei sempre la ben venuta qui. Entra, fa freddo fuori.
Aveva ragione, eravamo in pieno inverno.
-Veramente, non sono sola.
 Feci scendere Eli dalla macchina.
-Lui è Eli, un mio amico, ha avuto un incidente e ha perso la memoria. Mi sono offerta di aiutarlo e l'ho portato qui con me per fargli vedere la città.
Mentre gli raccontavo tutta la storia, evitando i dettagli, le feci l'occhiolino. Sistemai Jym in una camera degli ospiti e presi in disparte Margaret. Le raccontai ciò che era successo veramente. Lei, con sforzo, mi credette. Almeno lei l'aveva fatto: in fondo si trattava di suo figlio, l'unica famiglia che aveva.
Eli sembrava ricordare la casa in cui era cresciuto, andava in giro toccando tutto e guardandosi intorno. Ero molto stanca e andai a riposarmi un po', lasciando Eli e Margaret da soli. Prima di andare raccomandai alla mamma di Jym di essere moldo cauta e rimanere discreta sul mio dono. Mi accorsi di aver lasciato il cellulare in macchina. Corsi a prenderlo. Avevo ricevuto circa 5 chiamate da Rick, mi preoccupai e lo richiamai.
-Pronto?
-Sono Melinda, mi hai cercato, cosa succede?
-Niente di urgente, volevo invitarti a una mostra di antropologia, la presenta una mia amica, le faceva piacere conoscerti: é a conoscenza dei tuo poteri!
-Come? Come fa a sapere ció che faccio?
-Deve essermi sfuggito mentre...
-Sai benissimo che non amo dire di avere un dono se non per casi urgenti e tu che fai? Lo racconti al primo che incontri??!
-No,no. Non é come sembra, mi é scappato mentre le raccontavo di te, ho detto che sei diversa dagli altri, che sei speciale perché...
-Perché vedo i fantasmi? Questo intendi? Non mi chiamare piú, non mi parlare, vattene!
Con ciò riattaccai e rientrai dentro. Mi accorsi che fuori alla porta ad ascoltarmi c'era Eli.
-Non é come sembra!- esclamai
-Tu... tu vedi gli spiriti?!- mi disse con voce tremolante
-Meriti una spiegazione ma prima vieni, siediti.
Ci sedemmo in cucina, intorno al tavolo.
-Da quanto tempo stavi ascoltando?- gli chiesi intimorita
-Abbastanza- fu la sua secca risposta
-Avevo intenzione di dirtelo, solo che non trovavo il modo adatto. Io, fin da bambina, ho un dono: riesco a vedere e comunicare con i morti, li aiuto a trovare la pace e a passare oltre, nella luce.
Rimase in silenzio, pensieroso.
-Dí qualcosa, ti prego, ho bisogno di sentirmi dire che mi credi, che non pensi che sono pazza, perché non lo sono, é tutto vero.
Continuava a guardarmi come se avessi detto chissà cosa, con una smorfia dipinta in volto.
-Allora?
-Io... ti credo!
-Veramente? Cioé, grandioso! 
Dopo un po' di silenzio ripresi.
-Perché, mai nessuno mi crede.
-Io non sono nessuno e poi mi fido di te, so che non mi diresti mai bugie, sei troppo buona!
Non riuscivo piú a trattenermi. Mi allungai verso di lui.
-Non posso più resistere. Io ti amo, Jym, ti amo più della mia stessa vita, più di qualsiasi altra cosa!
Non resistetti allo stimolo di baciarlo, le mie labbra si posarono sulle sue, lui non respinse il mio contatto. Passarono pochi secondi che a me sembrarono un'eternità, vidi scorrere sotto ai miei occhi tutta la mia vita assieme a Jym. Quando tutto fu finito mi alzai e corsi in camera piangendo. Non so perchė le lacrime continuavano a scorrere lungo le mie guance, ma non riuscivo a fermarmi. Sarà stata l'emozione, la sensazione di tratire Jym, di peccato... Ma il peccato di cosa? Jym era lì, lui era Jym, non c'era motivo di sentirsi così, eppure ero a pezzi.
  
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