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Autore: ThiefOfVoid    04/01/2014    2 recensioni
La dittatura a Panem è stata ripristinata (sta a voi immaginare come) e quindi sono stati ripristinati anche gli Hunger Games. Ogni cosa è ritornata come prima,pacificatori,repressione:tutto. E' il giorno della mietitura,e in tutti i distretti la tensione è percettibile facilmente. Che gli 88esimi Hunger Games abbiano inizio,e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.
Questa fanfiction non è stata totalmente una mia idea,ma di questo vi dirò di più nell'angolo dell'autrice.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non vorrei svegliarmi. Appena sento Effie nominare i giochi entro nel panico,il respiro si fa irregolare. Greg sta per parlare,ma lo faccio stare zitto fino a che non sento i tacchi di Effie che si allontanano. Sono successe troppe cose insieme e velocemente e mi risuona in testa ancora la frase di Greg,a costo che i cannoni sparino per annunciare la mia morte dev’essere lei a vincere. Il mio panico è fin troppo visibile:sto tremando il battito alterato e sto per piangere.

“No hei sta calma,andrà tutto bene”

“Non andrà tutto bene! Uno di noi due vedrà l’altro morire”


E’ inutile che tenti di negarlo:anche lui ha paura,ma non me lo dimostra per darmi forza,proprio come ai vecchi tempi. Sa che percepisco la sua paura,quindi non parla più,mi abbraccia e basta,riuscendo a calmarmi momentaneamente. Ho lo stomaco sottosopra dal panico,ma mi obbligo a mangiare qualcosa. Uno dei preparatori tenta di parlarmi,usando parole sbagliate. 

“Non hai una bella cera…”

“Ovvio che non ho una bella cera! Santo cielo! Sto per entrare nell’arena! Voi di Capitol City non sapete come sia andare alla mietitura ogni anno,voi non sapete come sia tremendo venire scelti,non sapete come sia doloroso affrontare la preparazione vedendo la propria vita scivolare via pian piano:la famiglia,gli amici…tutto pian piano svanisce diventando solo un lontano ricordo che ti uccide nell’anima! Voi non lo sapete,perché state li a guardare,e seppur obbligati vi divertite mentre i distretti piangono i loro due ragazzi! Non vi spaventate nemmeno,voi non partecipate! Ed è proprio per questo che la gente di Capitol City non mi è mai piaciuta,senza offesa Effie,tu diversamente da loro il cervello lo usi…”


Me ne vado così come sono venuta,portandomi via il mio dolce al cioccolato nella mia stanza. Sento parecchio trambusto trambusto a tavola e sento anche di essere seguita da Greg e da Effie che cerca di essere veloce sul suo tacco 10. Prima che io chiuda la porta sento Effie dire a Greg che vorrebbe essere lei a parlare con me stavolta,Greg accetta con un po’ di esitazione. Mi siedo sul letto appoggiando i gomiti sulle ginocchia e sorreggo la testa con le mani mentre cerco di non piangere. La mia disperazione leggermente repressa è scoppiata fuori trasformandosi in rabbia verso Capitol City,che la preparatrice innocente (seppur distratta come ogni abitante di Capitol) ha dovuto sopportare. Effie si siede sul letto accanto a me circondandomi le spalle con il braccio. Il suo modo di vestire non sa più di Capitol City:il suo vestito rosa pallido è stupendo ma semplice,il tacco non è sfarzoso,i lunghi capelli biondi con qualche elemento bianco che le ricadono sulle spalle non sono ne coperti da una parrucca ne tinti e le leggere rughe curate solo con qualche crema le danno un aria quasi materna. Una volta era in tutto e per tutto una donna di Capitol City,ora è diversa,perché ha capito quali orrori si nascondo dietro lo sfarzo della sua città natale. E’ cambiata anche caratterialmente:in lei la superficialità è scomparsa,non ama gli Hunger Games e odia Capitol City. Diversamente dagli altri di capitol il suo sguardo è davvero dispiaciuto,è impossibile non notarlo. Anche la sua voce tremante esprime tutto questo. 

“Come stai?”

La sua domanda è sbagliata,ma lei non vuole risposta,sa già quale sia. Le lacrime ricominciano a scendermi sulle guancie. Effie non parla,mi abbraccia e basta. Il fatto che ci sia qualcuno nato e cresciuto a Capitol City possa capire che gli Hunger Games sono uno degli aspetti più malvagi di Panem mi stupisce,ma mi rassicura. Forse Effie non è la sola,me ne dubito. 

“So di aver sbagliato e un po’ mi dispiace,ma sto per morire,non me ne importa niente”

“Quella che ha sbagliato è lei,in queste occasioni è meglio stare zitti piuttosto che usar le parole sbagliate”

“Ecco,lo dicevo che sei diversa tu,ragioni. Se tutti a Capitol fossero come te gli Hunger Games sarebbero solo un orrendo incubo”


“Anche se ci sono nata fai bene ad odiare Capitol e la sua gente,sono degli idioti. L’odio è sbagliato ma…in queste circostanze non importa ciò che è giusto o sbagliato”

“Sai,erano anni che mi tenevo dentro parole simili a quelle,e ora che le ho tirate fuori sto benissimo,anche se sto per entrare nell’arena” 

“Vorrei che possiate vincere entrambi,forse l’unica cosa su cui possiamo contare è l’affetto del pubblico di Capitol City verso una coppia di innamorati sventurati…”


“Io che ripongo tutte le mie speranze nel pubblico di Capitol…è assurdo ma potrebbe funzionare” 

Dopo essermi ripresa finisco il mio dolce al cioccolato e me ne sto da sola nella mia stanza finché non vengo chiamata per indossare la divisa degli 88esimi Hunger Games. Salutiamo Effie che riesce appena ad augurarci la buona fortuna senza piangere ed Haymitch che ci dice di restare vivi,è già prezioso come consiglio,in queste occasioni non si sa mai cosa dire. Lotterò anche per loro per riportare uno di noi (possibilmente Greg,sempre che Capitol non ci incoroni entrambi vincitori) a casa sano e salvo,così che a loro rimanga almeno un tributo. Saliamo poi sull’hovercraft,dove ci iniettano il localizzatore. E in quel momento vedo ogni ricordo piacevole della mia vita scorrere piano,come volessi uccidermi da sola ancora prima degli Hunger Games,e fra quei bei ricordi non ci sono solo la mia famiglia,Margaret e Greg,ma anche Effie e Laurence e il loro essere diversi ed Haymitch,la sua testardaggine e il suo carattere tanto simile al mio e a quello di Greg. Sono ancora più determinata a far vedere che il Distretto 12 è debole solo in apprenza,sono ancora più determinata a far vincere uno di noi due. Il tragitto per l’arena è reso invisibile da vetri oscurati. Quando arriviamo scendiamo,sempre scortati dai pacificatori,e ci ritroviamo davanti ad un intreccio di corridoi che portano ai vari ascensori dei tributi. E qui io e Greg ci dividiamo. I nostri piedistalli sono quasi uno dalla parte opposta dell’altro…magnifico. Mi fanno entrare nella saletta dell’ascensore e ci trovo Laurence. Ha con se la mia spilla,che era rimasta attaccata al vestito da ieri sera. L’appunta alla giacca.

“So che queste parole possono sembrarti quasi offensive ma…possa la buona sorte essere sempre a favore tuo e di Greg durante i giochi e per sempre”

“Dette da una persona ragionevole come te sono belle parole”


Quando la voce di Capitol dice che i tributi devono essere nell’ascensore entro 15 secondi mi dirigo lentamente verso di esso ed entro. Prima che cominci a salire Laurence preme le tre dita centrali della sua mano sinistra contro le labbra e poi tende il braccio verso di me:è il segno di buon augurio,di arrivederci,di buona fortuna del mio distretto,segno diventato famoso durante la seconda ribellione. Rispondo al saluto e poi l’ascensore comincia a muoversi. In pochi secondi elimino il terrore e la tristezza dal mio sguardo. In un attimo mi trovo sul piedistallo. L’arena è forse la più assurda di sempre:è l’esatta copia di Capitol City,solo più trasandata,come se fosse stata abbandonata dopo una catastrofe. Il contatore è pronto per partire,stoppato sui 15 secondi. Prima però,diversamente da altri anni,lo stratega da delle piccole indicazione prima che i giochi inizino.

“Salve tributi. Come potete vedere l’arena di quest’anno è molto particolare. E’ un’ipotetica Capitol City colpita da una catastrofe nucleare,quindi sì,l’area è nuclearmente contaminata. Troverete tutto ciò di cui avete bisogno alla Cornucopia e al Centro d’addestramento. Felici Hunger Games,e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.”

Detto questo parte il contatore. Finalmente il mio sguardo e quello di Greg si incrociano. Gli faccio un cenno indicandogli la Cornucopia,annuisce. Haymitch ci odierà per questo,ma vogliamo le nostre armi e le nostre prime provviste. Mancano 5 secondi. Più o meno tutti cominciano a tenersi pronti a correre. Il gong suona,gli 88esimi Hunger Games sono iniziati. Greg mi corre incontro,io faccio lo stesso. Lui prenderà tutto ciò che riuscirà a prendere,io lo copro. Sta per prendere il machete,l’arco e la faretra quando dalla parte opposta della Cornucopia arriva un coltello che blocca Greg alla parete conficcandosi nella giacca. Poi Charles viene verso di noi. Mi ero ripromessa di essere forte qualsiasi cosa accada. Ma i giochi sono cominciati da 5 minuti e già sto piangendo a dirotto. Gli sta puntando il coltello di prima che ora si è ripreso,e il suo sguardo non promette niente di buono. Come la solito la sua simpatia è disarmante.

“Salve ragazzo innamorato…quanto vorrei allargare quel sorriso da ebete che avevi sul viso durante l’intervista. Ma credo che questa volta ti risparmierò la vita,perché tu fai ancora parte dei miei piani…tuttavia un piccolo sfregio posso comunque farlo”

Gli fa un taglio sulla guancia destra che comincia subito a sanguinare piuttosto pesantemente. Charles torna dal suo gruppo mentre Greg cerca di prendere le armi,ma alcuni dei favoriti non sono “pietosi” come Charles. 

“Corri idiota!” L’unica cosa che riusciamo a prendere sono due piccoli zaini di un verde sgargiante. Le voci e le considerazioni dei favoriti che sento in lontananza mi mettono i nervi,e mi spronano a correre.

“Hei piccioncini,volete già starvene in disparte?”

“Se proprio dovete uccideteli entrambi”
Charles o ci vuole morti entrambi contemporaneamente oppure vuole uccidere prima uno e poi divertirsi a distruggere psicologicamente l’altro. Ma è comunque seccato dal fatto che questi due idioti ci stiano spingendo piuttosto lontano dalla Cornucopia. 

Finalmente non riesco più a capire bene cosa dicano,ma so che sono in fremito perché non vedono l’ora di sentire in cannoni suonare per noi. Anche se ora sono sicuramente meno di prima,le lacrime continuano a scendere facendomi credere a tutto il pubblico una debole di cuore. Ma il mio cervello è così stupido da non riuscire a cancellare l’immagine di Charles con quel coltello puntato,e il mio modo di agire continua ad essere diviso fra lo spavento della Cornucopia e la rabbia per quel gesto,rabbia che mi conferisce la giusta grinta. I cannoni continuano a sparare proprio come noi continuiamo a correre. Ormai metà del primo quartiere è alle nostre spalle,e davanti a noi si intravede un bivio ancora un po’ lontano.

“Dobbiamo separarci”

“Ma Greg…”
lui e le sue idee intelligenti ma difficili da digerire…è strano che ancora non lo abbia mandato a quel paese per questo suo tipo di idee,ma ora non mi sembra il caso di dargli dell’idiota quando tutta Panem ci osserva,e con la fatica della corsa e il leggero senso di disorientamento provocato da tutti questi avvenimenti veloci non riesco ad obbiettare con la giusta forza che serve per convincerlo. 

“ Se non ci separiamo ci troveranno con facilità…e poi credo che sia il caso di complicargli la vita,anche solo per divertimento” Credo che ora il mio sguardo assuma un’appena percettibile sfumatura di preoccupazione e di rifiuto alla sua idea,altrimenti non starebbe cercando altre parole da pronunciare. “Starò bene,te lo prometto”

Che potrei fare oltre che arrendermi alla sua cocciutaggine? Sono disarmata,con i favoriti alle spalle…non c’è altra scelta. Poco prima del bivio ci scambiamo velocemente,e poi altrettanto velocemente le nostre strade si separano. I due favoriti stanno decidendo fra loro chi va dove,ma io mi sono già nascosta in uno spazio angusto  fra la parete di una casa e un vicolo cieco mentre li sento parlare. La ragazza dell’1 cerca per un po’ una mia traccia,ma non immagina che io sia qui. Quando sono sicura che la via è libera esco dal mio nascondiglio e decido di esplorare la casa dietro cui mi ero nascosta. Entro e mi rendo conto che è abbastanza grande da trovarci qualcosa di utile. Salgo al secondo piano e mi dirigo nella stanza che ha le finestre chiuse,ma appena apro la porta di quello che dovrebbe essere il mio nuovo rifugio il ragazzo del 7 tenta di uccidermi on un veloce colpo d’ascia che evito per un soffio. Alzo le mani in segno di resa,guidata da quel minimo di buon senso che ho e dall’istinto.

“Sta calmo. Non cerco guai e sono disarmata,ho solo questo zaino che ancora non so cosa contenga”

Mi guarda per un po’,cercando di capire se si può fidare di me,e con una leggera esitazione abbassa l’ascia. “Se vuoi puoi stare qui per un po’” 

Dico semplicemente grazie,senza trattenere un sospiro di sollievo. 
Sono ancora scossa dalle ultime vicende,è accaduto tutto troppo in fretta per poter assimilare le mie preoccupazioni. E come se non bastasse ho rischiato di morire già due volte in poco tempo. Ora che sono al sicuro mi chiedo già come stia Greg. Ogni colpo di cannone mi stringe il cuore e fa aumentare la mia preoccupazione,saranno giorni difficili,lunghi e pieni di angoscia. Dalla finestra chiusa si può vedere uno spiraglio della strada e George,così si chiama il ragazzo del 7,controlla cosa succede fuori di qui. Ho ancora paura che i favoriti attacchino me o Greg,e la paura sale ogni minuto che passa. Teoricamente ora non sanno dove sono. Non so se Greg è riuscito a sfuggirgli,mi viene da credere che sia al sicuro. Ha passato anni nei boschi a cacciare,questo spiega il fatto che sappia come nascondersi ed è più furbo di loro. Ma se sono stati più veloci di lui? Una parte di me non vuole che faccia notte,così che io non possa vedere le foto dei tributi morti. Ma un’altra parte di me vuole e ha bisogno di sapere. I miei sentimenti altamente contrastanti complicano ancora di più le cose,e mi rendono difficile controllare l’espressività. Perché non voglio far trasparire la mia preoccupazione e la mia ansia,non voglio che mi credano tutti debole. Quella che mi sta uccidendo adesso è la peggiore delle preoccupazioni,quando si è preoccupati per qualcun altro tutto si amplifica,proprio perché  non sai cosa stia succedendo all’altra persona. Il silenzio è disarmante:avrei quasi bisogno che altri tributi entrino in casa con intenzioni aggressive,la mia mente non avrebbe tempo di pensare,dovrebbe solo agire per salvare la vita sia a me che a George,ma sono disarmata e non sono psicologicamente pronta ad affrontare uno scontro. Ma per distrarmi almeno un po’ apro lo zaino,sperando di trovarci qualcosa di utile. George distoglie lo sguardo dalla finestra e lo rivolge al contenuto dello zaino e poi lo rivolge a me,quasi in tono di rimprovero:dentro,in mezzo a cibo di varia natura e due bottigliette d‘acqua,c’è un coltello a serramanico.

“Meno male che non avevi armi”

“Stammi bene a sentire,è l’unica cosa che sono riuscita a prendere alla Cornucopia poi ho cominciato a correre come una disperata con una parte dei favoriti che mi inseguiva,non potevo sapere cosa ci fosse dentro! …Scusa il tono,è che sono preoccupata,e quando sono in agitazione divento nervosa”

“Non si nota sai?”


Riesce a strapparmi un leggero sorriso con questa sua frase ironica. Ormai siamo al tramonto e sia la mia ansia che la voglia di sapere salgono a livelli tremendamente incontrollabili che non possono convivere,e a furia di pensare e di ipotizzare fra un po’ mi verrà il mal di testa. Così cerchiamo di dialogare per distrarre il mio cervello. Ha solo 14 anni,ed è figlio di Johanna Mason. E’ giovane,troppo giovane per gli Hunger Games. In realtà siamo tutti troppo giovani per una cosa del genere,ma lui è sicuramente più in difficoltà degli altri visto che è il più giovane. Sa difendersi,ma di sicuro avrà leggermente meno esperienza di tutti noi. 
Quando sento che l’inno di Capitol City parte mi rendo conto di essermi addormentata,perché mi sveglio di sobbalzo. Sentendo George è stato un sonno per niente tranquillo,caratterizzato probabilmente da incubi che per fortuna non ricordo. Ci precipitiamo nella stanza accanto,che ha la finestra aperta,e rimango attaccata al davanzale tenendo istintivamente una mano sulla spilla. Nel cielo scorrono 7 visi,ma fra loro non c’è quello di Greg. Siamo rimasti in 17,ed è solo il primo giorno di giochi. Sono morti i più deboli,e se fra di loro era presente qualcuno di forte probabilmente è stato preso di spalle alla Cornucopia,ucciso probabilmente dai favoriti. L’inno di Capitol,anche se per una volta ha accompagnato buone notizie,mi ha fatto passare la voglia di dormire,così penso io a controllare la situazione per tutta la notte. Ho accumulato abbastanza ore di sonno fra un appisola mento e l’altro durante il giorno,quindi posso stare sveglia. George dorme con una mano sull’impugnatura dell’ascia,così da essere già pronto ad attaccare in caso di necessità. Io invece non trovo ragione di lasciare il coltello. Questa non è la mia arma,non mi rappresenta. Questa è l’arma del killer che uccide quasi per divertimento e che quindi vuole vedere molto sangue e magari vuol far soffrire la sua vittima,e io non sono quel genere di assassina. Sono l’assassina che uccide per necessità,quella che se deve uccidere vuole farlo senza procurare sofferenze alla persona che si è cercata i guai,che vuole uccidere in fretta così da assimilare prima la cosa,e che soprattutto non vuole far scendere troppo sangue. E come se non bastasse il coltello mi ricorda Charles e mi ricorda la scena della Cornucopia. E qui mi sale un’emozione sospesa fra la rabbia,l’odio e la preoccupazione. Rabbia per le parole dell’intervista e del dopo intervista,odio per la sua simpatia alla Cornucopia e preoccupazione per ciò che potrebbe farci. Ma devo sapermi accontentare,meglio quest’arma odiosa che niente. Mi sale di nuovo la rabbia pensando che uno dei favori ha la mia arma per eccellenza,e magari non la sa nemmeno usare per bene. Ma ora,parlando di armi,un brutto presentimento mi si attacca alla mente senza volersene andare:e se Greg fosse disarmato? Se Greg fosse anche da solo oltre che disarmato? I favoriti cercano anche lui,è in pericolo tanto quanto me. 
La notte nell’arena passa tranquilla,i cannoni sparano solo una volta. Ma dentro di me c’è un tornado di emozioni completamente diverse alimentate sia dal pessimismo che dalla speranza,e quell’unico colpo di cannone ha rimescolato tutto ancora di più. Al mattino,avendo avuto molto tempo per fare ipotesi,la mia ansia è ancora meno facile da controllare,e anche se riesco a nasconderla quasi del tutto rimane fuori sempre quel briciolo di troppo che o mi fa odiare dal pubblico o fa provare pena alla gente di Capitol. Io voglio che mi adorino per la mia forza,non voglio che abbiano pietà di me. La giornata passa come quella di ieri,è quindi estremamente tranquilla e come al solito sonnecchio di giorno per restar sveglia di notte. Quando comincia a far buio ci spostiamo nella stanza vicina,così da poter vedere il riepilogo senza rischiare di spaccarci la faccia per la fretta. Comprendendo ieri notte,i cannoni hanno sparato solo due volte. Pur essendo un bilancio positivo ogni volta che sento i colpi di cannone sobbalzo e sembra quasi che il mio cuore smetta di battere per un attimo. Mentre aspettiamo dialoghiamo un altro po’. 

“Continui a stringere quella spilla senza sosta da due giorni,che ti rappresenta?”

Accenno ad un sorriso mentre rispondo. “E’ un regalo di Greg. La porto con me sul vestito per la mietitura da cinque anni,e non potevo non portarla con me nell’arena”

Solo ora noto che George ha un medaglione d’oro al collo. La sua calma mi da quasi i nervi,anche se è tranquillo solo apparentemente. Basta concentrarsi meglio sul suo sguardo e si può capire che anche lui ha paura. 

“E per te? Cosa ti rappresenta quel medaglione?”

Lo apre,vedo delle foto con lui e sua madre. Tutto ciò che ha è racchiuso in quel medaglione,che in qualche modo gli da forza come la spilla fa con me. 

“Ho voluto portarmi un frammento della mia famiglia con me. Se dovessi morire voglio solo che il medaglione torni a mia madre” 

E dopo questa considerazione non riusciamo più a parlare,siamo entrambi presi dalla paura e dalla nostalgia. Dopo pochi minuti di silenzio parte l’inno e il viso di Greg non compare nemmeno stasera. Posso tirare un sospiro di sollievo fino al prossimo colpo di cannone. Tutto è tranquillo fino al primo mattino,quando ho finito il turno di guardia da meno di un ora e George mi sveglia,ha sentito dei rumori al piano di sotto. Mi concentro e riesco a sentirli anche io. Capisco che sono due tributi,hanno il passo molto diverso. E quando parlano senza preoccuparsi di poter essere scoperti capisco che sono due favoriti.

“Speriamo che ci sia qualcuno”

“Già,così ci divertiamo un po’”


Non sono pronta per affrontarli,ma la malsana idea di George di affrontarli e cacciarli via da qui mi da la giusta carica. Mentre scendiamo l’ultimo scalino scricchiola,i favoriti si girano,sono i tributi dell’1. Entrambi vorrebbero attaccare me,ma George ostacola la ragazza dell’1 mentre io cerco di non farmi uccidere dal suo compagno di Distretto. Ha intenzione di strangolarmi,altro modo crudele per uccidere qualcuno. Prima che la presa si faccia così prolungata da uccidermi sfodero tutta la mia forza in un calcio agli stinchi,e senza un minimo di interesse lascio li il ragazzo dell’1 dolorante. Ma non sono stata abbastanza veloce,perché appena mi libero vedo la ragazza dell’1 mentre sferra una coltellata a George. Vengo accecata dalla collera,così prendo il coltello a serramanico e senza esitazione lo pianto con forza nella schiena della favorita,uccidendola sul colpo. Mentre mi rendo conto con razionalità di ciò che ho fatto mentre il corpo della ragazza cade a terra. Il suo compagno di distretto batte in ritirata mentre il cannone spara per la mia vittima. Porto fuori il suo corpo e tolgo il coltello dalla schiena,lanciandolo dall’altra part della strada. Poi rientro per occuparmi di George. La ferita è molto grave,tolgo da li il coltello e mentre mi libero anche di questo mentre George scivola sulla parete fino a sedersi. Va nel panico vedendo la mano sporca del suo stesso sangue. Cerco affannosamente qualcosa che possa essermi utile per curarlo,ma trovo solo un asciugamano. Comincio a tamponare la ferita e cerco anche di pulirla un po’ dal sangue,senza troppo successo. Nel 12 ho imparato qualche nozione di medicina da quelle che,se fossero a Capitol City,sarebbero dottoresse in carriera. Ho appreso tutto ciò che so aiutandole a curare i lavoratori delle miniere dopo gli incidenti e qualche malato grave del Distretto. Quindi le ho anche aiutate a curare James,in poche parole l’ho visto morire. E’ stato straziante incrociare lo sguardo di Greg in quell’occasione. Non so se mi ha riconosciuto o meno,era un po’ lontano da quel tavolo su cui James è morto. Una delle guaritrici gli disse cos’era successo mentre io comunicavo la morte al fratello e alla madre di James. Poi mi girai verso Greg e riuscii a leggere tutta la sua disperazione. Poi guardo me,come per ringraziarmi per avere almeno tentato di salvarlo. 
George è diverso dai miei soliti pazienti,mi chiedono sempre di essere salvati,mentre George sembra che sappia che non ce la farà.

“Stai sprecando le tue energie…sto per morire,è tutto inutle”

“Non dire sciocchezze,potresti anche farcela”


Andiamo avanti così per un po’,con me che cerco disperatamente di fare qualcosa e con lui che continua a ripetermi fino alla nausea che morirà,fino a che non si toglie il medaglione per poi metterlo nella tasca della mia giacca,tasca che poi richiude.

“Sai cosa fare”

“Non essere sciocco…George,George rispondi…”


Lo scrollo dolcemente,ma non reagisce. Poi mi accorgo che non c’è battito. Con una lucidità impressionante rispetto alla situazione (credevo che sarei entrata nel panico),stendo il suo corpo a terra e comincio il massaggio cardiaco. So che è un tentativo folle vista la gravità della ferita,ma continuo a tentare fino a superare il tempo che per il protocollo e il buon senso è possibile che il paziente si riprenda. Ma poi mi rendo amaramente conto che è finita. Gli chiudo le palpebre,e poi il cannone spara. Ho fallito. Prendo in braccio il suo corpo e lo lascio delicatamente a terra,scostando un ciuffo che gli copre l’occhio sinistro. Poi,ancora inginocchiata vicino a lui,premo le tre dita centrali della mano sinistra sulle labbra per poi stendere il braccio davanti a me,e indirizzo sia questo segno di rispetto sia un timido “mi dispiace” a Johanna Mason. Potevo evitare la sua morte,ma non l’ho fatto. Sento sia i favoriti sia l’hovercraft arrivare,così scappo a gambe levate. Ora sono anche disarmata,visto che non ho voluto prendere l’ascia di George. Dopo averli seminati cammino per un po’ in modo moltro distratto,cercando di assimilare sia la morte di George sia tutti gli avvenimenti dei primi giorni di giochi. Per questo non mi accorgo di avere un tributo alle spalle,tributo che mi mette una mano sulla bocca per impedirmi di urlare e che mi punta un coltello alla schiena senza dirmi una parola. Non riesco a capire chi diavolo sia,ma so solo che mi sta guidando verso quello che probabilmente è il suo nascondiglio. Mi fa sedere e mi lega polsi e caviglie alla sedia. Ora la riconosco,è Lexie,la ragazza del 7,il secondo tributo più odiato da me in questi Hunger Games. Ma qualcosa mi fa pensare che ci sia di mezzo Charles. E come mi aspettavo,esce da una stanza con la porta aperta. 

“Signorina,sei così stupida da non capire il mio piano. Pensi che ti abbia minacciato davanti al tuo amichetto intimo perché ne avevo voglia? No,ho risvegliato il suo lato protettivo. E quando vedrò il tuo volto nel cielo,lo vedrà anche lui. E allora avrò un nemico in meno” mentre pronuncia queste parole mi rendo conto che tutt’intorno alla casa ci sono dei bacelli. 

“Credi che demorderebbe così? Il suo obbiettivo diventerebbe quello di ucciderti prima degli altri”

“Già,se il fatto che non ti abbia protetta non lo ucciderà prima”


Mi rendo conto che ha dannatamente ragione “Ti odio,spero che tu muoia soffrendo”

“A meno che…”

“A meno che cosa?”

“Tu mi proteggi e mi procuri provviste e io ti porto dal tuo fidanzatino da quattro soldi”

“Quello da quattro soldi sei tu…dovrai procurarmi l’arco,altrimenti come ti aiuto?”


“Guarda sul tavolo,stupida” a pochi metri da me c’è il tanto sospirato arco che nel panico non avevo notato. 

“E se non accettassi? Avanti,uccidimi. Tanto morirò comunque. Certo,sarà difficile per lui riprendersi ma la vendetta sarà più forte del senso di colpa”

“Più che vendetta nei miei confronti io penserei a un suicidio…allora accetti?”


Con rammarico mi rendo conto che ha ragione. Mi rincresce dover stare alle sue condizioni,ma ho bisogno di poter proteggere Greg,e poi non voglio rischiare. “Va bene ma i tuoi turni di guardia saranno i più brevi. E slegatemi dannazione,le corde mi stanno distruggendo un polso”

Sul suo stupido viso si stampa un altrettanto stupido sorriso soddisfatto. Mi avvicino quasi con cautela all’arco e alla faretra,come se una part di me credesse che non sia vero,ma c’è ed è li davanti a me. 
Per buona parte del tragitto cerco di reprimere l’odio e la rabbia che ho nei loro confronti mentre l’insopportabile due mi guida verso il rifugio di Greg. Le loro battute non mi fanno arrabbiare,ma il modo pieno di disprezzo con cui giudicano me,Greg e il mio Distretto…quello si che mi a arrabbiare e mi rende difficile controllare il mio carattere aggressivo e impulsivo,già difficile da controllare se non sollecitato. Ma trattengo la voglia di ucciderli,non mi fanno paura,ma sono fastidiosi e problematici. E oltretutto se questi due bastardi sono d’accordo con i favoriti riguardo ad un piano più ampio che riguarda il nostro destino,i “cari” favoriti si arrabbierebbero (solo a livello tattico,non perché gli importi qualcosa di loro) per la loro morte sconveniente,e noi del 12 ne pagheremmo le conseguenze. Ma la rabbia non va mai repressa,quindi la lascio scoppiar fuori in un dialogo molto sgradevole.

“Allora,ti sei distaccato dai favoriti perché avevi progetti diversi riguardo la mia vita o i tuoi amichetti erano infastiditi dalla tua simpatia?”

“Nessuno dei due,mi ero stufato di loro”

“Tu che passi due giorni con i favoriti e non cerchi nemmeno di ingannarli? Non ci credo”


“Che ti devo dire…mi libero in fretta di quelli che odio. Chiedilo al tuo fidanzatino” A questa frase sono istintivamente più pronta a tendere la freccia già pronta per essere tirata da quando ho preso l’arco,tutto il mio odio e la mia sfiducia vengono a galla e mi portano a pensare al peggio e contemporaneamente a rinnegare una possibile pessima verità,quasi farneticando.

“Certo,come se credessi che lo hai fatto fuori,ho visto i riepiloghi in queste notti”

“Non ho detto questo. Hai visto per caso la sua foto?”


“Non in queste due notti…ma sono passate ore dall’ultimo riepilogo,potresti aver fatto di tutto in questo lasso di tempo. Ma non ti crederò semi dirai che lo hai ucciso,lui non si fa fregare così. Ma se dovessi scoprire che è vero durante la notte un cannone sparerà solo per te,contento?” Il panico sta guidando questi pensieri rendendoli sconnessi e facendomi sembrare quasi pazza. 

“No,perché non sono così stupido da farmi uccidere da te”

“Sì,continua pure a pensare che abbia un cervello di gallina…ti accorgerai che ti sbagli”

“Io non lo penso,io lo so”

“Come se tu sapessi qualcosa di vero”


“Charles,è inutile parlare con lei. E’ già tanto se riesce a fare una frase sensata. Non l’hai vista all’intervista? Un oca è più saggia di lei” Ridono come due idioti. Odio questo loro credersi superiore e simpatici sparando pregiudizi a destra e a manca. E’ uno degli aspetti che odio di più in una persona,e questo non mi semplifica di certo la vita,a mi da ancora più voglia di liberarmi di loro.

“sta zitta tu,che sei pari a lui…anche tu dovresti starmi il più lontana possibile se ci tieni a respirare”

“Bene,ciao”

“Ricordati che mi hai chiesto protezione…non ha senso che cerchi di lasciarmi indietro”


“Bhe,ricordati che non mi interessa”

“E tu ricordati che puoi anche farti sbranare dagli ibridi”


Devo tenermeli sufficientemente buoni finché non arriviamo al rifugio di Greg,da quel momento in poi potrò comportarmi peggio di così,e li si che ci sarà da divertirsi. Il resto del tragitto non è sufficiente per sfogare ancora la rabbia,ma è sufficiente per pensare. Ora mi chiedo…Greg come sta? E’ ferito? Ha trovato i ragazzi dell’11? E come stanno anche loro? Mentre penso il mio passo rallenta e mi rendo conto che siamo arrivati sol quando vedo che i miei due acerrimi nemici si fermano per poi voltarsi verso di me.

“Ecco,è qui” dice Charles,che sembra già pronto a tirare un coltello appena io e Greg saremo di nuovo uniti.

Apro con cautela la porta e salgo le scale. Non faccio in tempo a fare due passi e Liza esce velocemente da una stanza puntandomi contro il machete. Tendo e punto al freccia verso di lei,in fondo sia lei che Alejandro potrebbero averci fregato.

Che diavolo ci fai con quei due?”

“Ho dovuto momentaneamente allearmi con loro per cause di forza maggiore. Stavano per uccidermi,ma mi hanno risparmiato e portato qui,e in cambi dovrò proteggerli e procurargli ciò di cui hanno bisogno”


“Mi secca dirlo,ma te l’avevo detto” Anche Greg e Alejandro escono dalla stanza.

Come al solito Greg sorride e sdrammatizza,trova sempre un modo per turare su il morale a chi gli sta vicino. Allento la corda,rimetto la freccia nella faretra e lascio cadere l’arco e lo abbraccio. E’ un dannatissimo gesto di liberazione dall’ansia accumulata fin’ora. 

“Hei,non avrai mica dubitato di me?”

“non ho dubitato di te,ma della simpatia dei favoriti” Solo ora mi rendo conto che sono pronti a spostarsi,tutti hanno borse o zaini di varia natura. 

“State lasciando questo rifugio?”

“Sì,stamattina i favoriti ci hanno attaccato e ora che sanno dove siamo non possiamo restare qui”
mi spiega Alejandro. E’ come se stamattina i favoriti fossero andati a caccia.

“Oddio,anche voi…”

“Hanno attaccato anche te? Non ti hanno ferito vero?”
Il solito Greg,sempre a preoccuparsi…

“Anzi,vi spiegherò tutto mentre camminiamo”

Non manca un pizzico di tristezza nelle mie parole. E dal modo in cui mi guarda Greg so che ha capito che c’è qualcosa che non va. Non è una novità,ha sempre capito i miei stati d’animo,anche attraverso i minimi cambiamenti d’espressione. Uscendo capisco meglio di prima che Charles avrebbe voluto ucciderci,perché vedendo i ragazzi dell’11 sul suo viso si forma una leggera espressione di delusione.

“Ma non avevi detto che non te ne importava niente della mia protezione?”

“Infatti non restiamo per questo,ma per poterti infastidire”


Io e il mio gruppo di veri alleati ci guardiamo pensando tutti alla stessa cosa:è dannatamente insopportabile ed è un caso disperato. Greg freme per sapere cos’è successo,prima però lascia che i guastafeste vadano un po’ avanti rispetto al nostro gruppo,così che non abbiano da ridire.

“Allora?”

“Allora cosa?”
devo averlo guardato chiedendo pace,visto che risponde con un tono di voce il più dolce possibile,come se volesse ricattarmi.

“Avevi detto che ci avresti detto cos’è successo stamattina”

Gli racconto degli ultimi tre giorni e dico come io e George fossimo orami,credo si possa dire,alleati. “Ho cercato di tamponare la ferita,ma dopo un po’ è andato in arresto,ho cercato di salvarlo ma…il secondo colpo di cannone era per lui. Prima che morisse mi ha lasciato il suo medaglione. Avrebbe voluto che tornasse alla madre,Johanna Mason,e così sarà,farò in modo che accada…ma se avessi fatto di più forse sarebbe ancora vivo”

“So che hai fatto tutto il possibile,proprio come è accaduto con James”

“Allora mi avevi riconosciuto…”


“Già,non credo di essere così rimbambito”

Sorride con un tocco d’amarezza dovuto al fatto che gli manca James. Ma sorride,e cerca di farlo per darmi forza e per farmi stare meglio,e ci riesce. Ma in me rimane sempre il dubbio di non aver fatto abbastanza,sia nel caso di James sia nel caso di George. Ma almeno Greg non ce l’ha con me per la sua morte.

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Questo capitolo è dannatamente eterno O_O ho passato un pomeriggio per copiarlo su pc. Però mi piace. Il prossimo capitolo dal punto di vista di Rose sarà forse un po' corto,ma è piuttosto triste e pur essendo stata ispirata è stato difficile per me scriverlo,tipo che mi sono uccisa i feelings da sola. Prossimamente ci sarà un cambio a livello logistico della distribuzione dei fatti nei capitoli. Nel senso che gli avvenimenti non saranno più visti in entrambi i punti di vista contemporaneamente,ma io e Carlo ci distribuiremo i momenti di cui parlare,e al massimo i pensieri verranno "compressi" nei vari capitoli. Bhe,spero che il capitolo vi sia piaciuto :) 
  
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