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Autore: Maria_A    04/01/2014    3 recensioni
La prima storia di una serie ispirata agli anni dei Malandrini ad Hogwarts, così come abbaimo provato ad immaginarla noi dalle poche informazioni della mitica J.K.Rowling sulla loro era. Partendo dal primo anno, seguiremo l'evoluzione e la crescita di James, Sirius, Remus e Peter, di Lily Evans, Severus Piton e altri personaggi, attraverso scherzi, trasformazioni, amicizie, litigi, amori e anche di una guerra che minaccia il mondo magico.
Primo anno- 1971: l'anno in cui quattro ragazzini si incontrano per la prima volta dando il via ad un'amicizia unica, speciale.
Dal primo capitolo:
"Al suono della porta dello scompartimento che si apriva, il ragazzino girò la testa di scatto, e non appena vide Sirius,saltò su come una molla, gli si avvicinò a grandi passi, si premurò di allargare il suo sorriso che ormai copriva metà faccia e, senza concedere all’altro il tempo di fare qualsiasi cosa, gli porse la mano con aria solenne proclamando:- Ciao, piacere! Io mi chiamo James! Tu chi sei? -.
Sirius lo squadrò un momento perplesso, ma alla fine decise di stringere la mano che l’altro gli porgeva anche se un po’ titubante. - Io mi chiamo Sirius Black -.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era sera tardi e l’intera scuola era immersa in un silenzio profondo. Gli studenti e gli insegnanti si erano ritirati nei propri dormitori già da un po’ ormai e non si sentiva volare nemmeno una mosca. Gli unici a gironzolare per il castello erano i fantasmi inquieti e Gazza che pattugliava i corridoi assieme alla sua adorata gatta.

Vi erano però due Grifondoro del primo anno ancora svegli, i quali stavano sperimentando la prima scorribanda notturna dal loro soggiorno ad Hogwarts. James e Sirius si erano armati di mantello dell’invisibilità e si erano lasciati alle spalle il dormitorio e la sala comune. In quest’ultima l’unico ad essere ancora sveglio era Peter: non appena i due si erano alzati dai propri letti pensando che tutti dormissero, Peter, alzatosi a sua volta, si era messo a seguirli. Ciò aveva fatto innervosire non poco James e Sirius i quali non volevano tirarselo dietro per paura che potesse farli scoprire.

-Ok, allora tu resti qui e fai la guardia- aveva sbottato James stizzito.

-A che c-cosa? – chiese Peter.

-Che nessuno ci venga a cercare- disse Sirius con tono ovvio.

Peter ci pensò un attimo valutando quelle che potevano essere le varie opzioni. Considerato che la sala comune era così confortevole e che lui non aveva alcuna voglia di gironzolare per il castello al freddo, alla fine annuì, felice di poter essere in qualche modo d’aiuto alla causa dei suoi amici.

Perché la loro non era un’impresa qualunque: il loro obbiettivo era andare a trovare Remus ancora malato in infermeria.

Erano infatti passati tre giorni da quanto il loro amico si era sentito male e non avevano ottenuto nessuna notizia sul suo stato. La professoressa McGranitt si era infuriata molto quando aveva scoperto la piccola lotta scatenatasi nella sala d’Ingresso, tanto da togliere a Grifondoro più di 30 punti per ciascuno e mettere i due in punizione per due settimane. L’unica cosa che consolava i due amici era il fatto che anche i Serpeverde avevano subito la stessa sorte. Non avevano perciò trovato il tempo di andare a trovare il loro amico in infermeria ed erano molto preoccupati.

Inoltre erano molto curiosi di avventurarsi per il castello di notte. Tuttavia, scoprirono presto che le loro aspettative erano totalmente diverse da ciò che li attendeva.

Fino a quel momento infatti l’impresa era risultata piuttosto difficile. Nonostante fossero ad Hogwarts da cinque mesi, avevano imparato a malapena i corridoi da percorrere per arrivare nelle varie aule grazie ad una mappa che la professoressa McGranitt aveva consegnato loro all’inizio dell’anno. La mappa tuttavia mostrava molto poco del castello. Sapevano che l’infermeria si trovava al primo piano, ci erano anche già stati ma era piuttosto difficile riuscire ad orientarsi nel castello di notte, al buio. Infatti solo alcuni corridoi erano illuminati mentre il resto era immerso in un buio pesto.

Inoltre i due amici faticavano a camminare senza spintonarsi o inciampare a causa della lunghezza del mantello che si impigliava nelle armature o fra i piedi.

-Ahi Sirius! Smettila di spingermi- sussurrò James stizzito all’amico dopo l’ennesima caduta.

-Non ti sto spingendo, sono inciampato-.

-Sì, come le ultime dieci volte-.

-Senti chi parla, chi è che ci ha fatti scoprire prima davanti a quel quadro? -. Sbottò Sirius con foga. I quadri erano i più difficili da imbrogliare poiché scattavano al minimo rumore.

-Questo deve essere il primo piano-. Fece James all’imboccatura di un ampio corridoio lungo e stretto immerso nell’oscurità.

Avanzando, non ci volle molto perché si perdessero.

- Di questo passo facciamo prima ad aspettare domani mattina…- brontolò Sirius.

-Shhh zitto! Sento dei passi- disse James fermandosi di colpo spaventato.

E in effetti si sentivano dei leggeri passi provenire dalla loro sinistra dove c’era una svolta.

I due girarono alla cieca finché non trovarono la parete dove si appiattirono trattenendo il fiato. L’angolo cominciò pian piano ad illuminarsi e all’improvviso sbucò dal nulla la faccia rugosa di Gazza.

I due quasi non cacciarono un urlo di spavento alla vista del custode.

Entrambi si sentirono scoperti, quasi dimenticando il fatto che il mantello li rendesse completamente invisibili.

L’uomo voltò di scatto la testa a destra e a sinistra come sospettando qualcosa. Col respiro pesante per la camminata ed il volto crucciato in una smorfia reso spettrale dalla luce della lanterna che portava alzata nella mano sinistra, era ancora più spaventoso del solito.

Mrs. Purr, dietro al padrone muoveva la coda spazientita fissando un punto alle spalle del Custode.

I suoi occhi luccicanti nell’oscurità sembrava osservassero qualcosa molto vicino ai due amici. Un brivido scorse loro lungo la schiena appena si resero conto che forse la gatta li aveva scoperti.

Ma la cosa peggiore avvenne quando Mrs. Purr iniziò a miagolare e Gazza si girò nella loro direzione.

-Che cosa c’è tesoro mio? - chiese il custode con voce melliflua guardandosi intorno circospetto.

James e Sirius si appiattirono ulteriormente. Gli occhi della gatta intanto continuavano a guardare fisso nella loro direzione. Ciò non sfuggì a Gazza il quale, seguendo lo sguardo di Mrs. Purr si avvicinò a nascondiglio dei due.

-Guard guarda…- Iniziò col suo solito tono strascicato- c’è qualcuno… oh, lo so che c’è qualcuno, e sappi che ti troverò, ovunque tu ti nasconda- biascicò minaccioso.

Si avvicinò ulteriormente e stava quasi per andare a sbattere contro i due quado da qualche parte al piano superiore si sentì un forte botto. Gazza alzò la testa di scatto è osservò il soffitto con tanta rabbia che pareva quasi riuscisse a vedervi attraverso ciò che stava accadendo.

-Pix…- sibilò a se stesso, pronunciando il nome del poltergeist come una bestemmia. Poi prese a correre imprecando nella direzione opposta a James e Sirius.

I due sentirono la tensione allentarsi di colpo, come se il petto venisse liberato da un peso opprimente concedendo loro di riprendere a respirare.

-Fiuu c’è mancato un pelo- sussurrò Sirius che si teneva il petto spaventato.

Ma James gli fece segno di tacere e gli indicò qualcosa ai loro piedi.

Mrs. Purr era ancora lì, immobile nella stessa posizione, a fissarli.

-Sciò gattaccio- sibilo Sirius. Ma la gatta continuò a scrutarli in silenzio.

I due non sapevano come liberarsi di lei, e aguzzavano le orecchie nella paura che il custode potesse tornare a riprendersela.

Tuttavia Gazza era così concentrato ad acciuffare una volta per tutte Pix che non si era nemmeno accorto che la gatta non lo aveva seguito.

-Oh, per Merlino! - esclamò James ad un tratto spazientito. –Non mi faccio spaventare da un gattaccio-.

Detto questo partì in quarta con Sirius al seguito e passando accanto alla gatta le diede un forte calcio che la fece volare a mezzo metro da loro. La sorpresa fu tale che Mrs. Purr non ebbe nemmeno il tempo di miagolare, ma appena atterrata iniziò a gridare forte richiamando il padrone che non tardò ad arrivare trafelato.

Ormai però i due amici erano al sicuro, ben lontani dai due. James e Sirius avevano spiccato una corsa velocissima per mettere più strada possibile fra loro e Gazza.

-Troppo forte! - esalò Sirius il quale era piegato in due assieme a James per la fatica della corsa. I due si diedero il cinque e risero silenziosamente della loro azione.

Dopo un’ultima svolta si trovarono finalmente di fronte all’Infermeria.

James poggiò la mano sulla maniglia e aprì lentamente, con circospezione.

L’infermeria era un locale molto ampio con grandi finestre gotiche sui muri laterali. Nonostante fosse notte fonda, la luce proveniente dalla luna argentea che sbucava fra le nuvole rendeva tutto luminoso e tranquillo.

Gli sguardi di James e Sirius andarono subito all’ufficio di Madama Chips. Tutto però era spento e silenzioso.

Poi i due si guardarono attorno alla ricerca della sagoma di Remus su uno dei tanti lettini. Ma pareva che l’infermeria fosse vuota.

Tutti i letti erano perfettamente in ordine e non c’era anima viva.

-Ma dove è? - sussurrò Sirius sorpreso quanto James.

Il ragazzino fece spallucce.

Controllarono bene che non ci fosse nessuno, come aspettandosi di veder sbucare da un momento all’altro Remus da sotto un letto, poi se ne andarono.

Amareggiati e preoccupati, si chiesero se non fosse il caso di avvertire i professori o Madama Chips.

Stettero un po’ a rimuginare sul da farsi e una volta deciso che era meglio parlarne tra di loro si avviarono verso la strada di ritorno. Tutta l’eccitazione dell’avventura era scomparsa sostituita da preoccupazione per Remus e stizza per l’inutilità dell’impresa.

La strada del ritorno fu molto più semplice che all’andata. Per evitare Gazza, che sicuramente era infuriato all’inverosimile e li stava ancora cercando, fecero un giro più largo prestando doppia attenzione ai rumori sospetti che potevano scoprirli.

Nel tragitto nessuno dei due spiccicò parola nonostante entrambi fossero preoccupati per i loro amico. Anche se conoscevano Remus da pochissimo tempo gli si erano affezionati molto e in maniera inspiegabile visto che il ragazzino era così diverso da moltissimi punti di vista rispetto ai due. Ma c’era qualcosa in lui, che i due non sapevano spiegarsi, ma che li aveva spinti a stargli vicino e a diventare suoi amici.

-Magari stava così male che lo hanno trasferito…- azzardò ad un tratto James quando ormai erano arrivati alle scale mobili.

-Può essere, ma perché Remus non ci ha detto nulla? - chiese Sirius.

-Magari non ci considera abbastanza amici da dircelo-sussurrò James in risposta.

-Beh, questo è poco ma sicuro- disse Sirius burbero- qualunque cosa abbia- perché di sicuro ha qualcosa- non ci considera abbastanza amici da fidarsi di noi-.

Rimasero un po’ in silenzio a sentire il rumore dei propri passi mentre salivano le scale.

-Facciamo così- iniziò James- Domani mattina andiamo a chiedere alla professoressa Mc Granitt se sa qualcosa-.

Sirius annuì con decisione. Per passare attraverso il buco del ritratto dovettero svegliare la Signora Grassa che ronfava beatamente. Dopo qualche brontolio sommesso permise loro di entrare. La sala comune era immersa in un caldo torpore grazie al fuoco che ardeva ancora implacabile nel camino e mandava bagliori rossastri sulla tappezzeria. Essa era completamente vuota escludendo una sagoma informe che dormiva in modo scomposto su una poltroncina. Era Peter che a quanto pareva aveva ceduto al sonno e al caldo torpore della stanza.

Sirius gli diede uno scossone. Peter si rigirò al tocco, ma tornò a dormire come se niente fosse.

-Che pappamolle- fece e si sedette sulla poltrona aspettando che James, il quale stava guardando qualcosa fuori dalla finestra, si voltasse verso di lui- Abbiamo fatto bene a non portarlo con noi, si sarebbe addormentato strada facendo-.

Ma James non sembrava averlo sentito -Senti Sirius, ma quell’albero c’è sempre stato lì in mezzo? - chiese senza voltarsi, ma continuando a scrutare la sagoma di un alberello dai rami contorti mossi dal vento.

-Che albero? – Chiese Sirius alzandosi dalla poltrona di malavoglia ed avvicinandosi anche lui alla finestra per scrutare nell’oscurità- Ah, non so, non l’avevo mai notato- disse poi osservando anche lui l’albero.

In effetti, quello che loro stavano osservando con tanta curiosità era proprio l’albero piantato da Silente quell’estate come protezione per il passaggio segreto verso la Stamberga.

Il Platano, perché di quello si trattava, era cresciuto molto rapidamente, tanto da poter essere notato anche dalla torre, visto che era davvero enorme.

James fece spallucce – Vorrà dire che domani andremo in esplorazione- disse.

-Sì, se troviamo il tempo, visto che avremo anche la punizione con Ruf. Non so cosa sia peggio, il dover pulire l’aula o starlo a sentire mentre ci racconta l’ennesima volta della sua morte improvvisa-. Sbuffò Sirius.

James rabbrividì al pensiero di quello che li aspettava- Beh, pensa che sarebbe potuto andare peggio: a quelli di Serpeverde tocca pulire la Sala dei trofei assieme a Gazza-.

Sirius sorrise al pensiero del custode: -Chissà se è ancora lì che ci sta cercando- disse.

Anche James rise. Ma si rabbuiò subito dopo al pensiero di Remus. -Ma cosa sarà successo a Remus? - chiese.

Sirius fece spallucce: - Non lo so, ma sicuramente non è una cosa normale-.

James annuì. Poi si stiracchiò sbadigliando- Però, che sonno! Andiamo a dormire dai! -. disse avviandosi verso il dormitorio.

Nessuno dei due riuscì tuttavia a prendere sonno quella notte. Nonostante la stanchezza rimasero svegli a scervellarsi alla ricerca di un motivo per il quale il loro amico fosse scomparso. Ma per quanto frugassero nella mente non riuscivano proprio a trovare una spiegazione.

Si addormentarono solo all’alba.

 

 

 

Il mattino seguente il risveglio non fu uno dei più semplici. Peter, che a causa del trambusto creatosi dagli alunni che uscivano dai dormitori per andare a fare colazione si era svegliato presto, tentò di tutto per svegliare i due amici. Ricorse persino all’aiuto di Frank, come sostituto di Remus nella delicata operazione della sveglia mattutina.

Dopo diverse urla, scossoni e sbattere di oggetti, i due si decisero ad alzarsi.

-P-perché non mi avete svegliato quando siete tornati? -. Fu la prima cosa che chiese Peter in tono lamentoso massaggiandosi la schiena dolorante. La posizione scomoda della poltrona gli aveva causato un dolore atroce alla schiena.

- Dormivi così bene- biascicò Sirius con la bocca impastata.

Sia lui che James sembravano due zombie. La notte insonne li aveva resi piuttosto intrattabili, tanto che al tonfo di un libro che Frank fece cadere a terra per sbaglio mentre preparava la borsa, si voltarono di scatto furiosi maledicendo il ragazzino per la poca usta.

Riuscirono tuttavia a prepararsi in tempo per la colazione. Trascinandosi come potevano, si sedettero ad un tavolo, dove misero nel piatto quello che capitava loro a tiro.

Dopo qualche momento di silenzio interrotto solo da sbadigli vari, Peter si sporse oltre il tavolo con fare circospetto- Allora? -iniziò sussurrando. - C-come sta R-emus? -.

-Vorremmo saperlo anche a noi-. Disse Sirius.

-O almeno sapere che fine ha fatto- interloquì James.

Allo sguardo confuso di Peter i due iniziarono a raccontargli l’accaduto della notte scorsa. Di come per poco Gazza non li aveva scoperti e della delusione mista a preoccupazione derivata dal fatto che Remus non si trovava in Infermeria. Il racconto si protrasse fino alla fine della colazione e lungo il tragitto verso la prima lezione della mattina: Trasfigurazione.

Dopo aver sentito l’intera storia ed aver ascoltato le supposizioni dei suoi amici, Peter parve piuttosto scettico: - N-non credo sia da Remus scomparire s-senza dire niente-.

-Nemmeno noi- disse James- Ma che ci nasconda qualcosa lo abbiamo notato già da un po’ e il fatto che sia scomparso la dice lunga-.

-Sì, m-a se un n-ostro co-compagno stesse c-così male gli insegnanti ce lo avrebbero d-detto no? -. Propose Peter.

-Io dico di fare così: Alla prima ora abbiamo la Mc Granitt giusto? - chiese Sirius ottenendo l’assenso dei due amici.

-Bene, allora alla fine della lezione andiamo a parlare con lei. Le chiediamo spiegazioni insomma. -.

-P-perché, secondo te ce le darà? - chiese Peter dubbioso.

-Almeno proviamoci- rispose James. - Che altro possiamo fare? -.

I tre ragazzi si sedettero negli ultimi banchi, dove James e Sirius avevano preso l’abitudine di stare.

Quel giorno la professoressa McGranitt aveva preparato una lezione piuttosto impegnativa che consisteva nell’animare piccole statuette di animali. Nonostante James e Sirius se la cavassero molto bene nella materia, dovettero rimanere concentrati per tutta l’ora, dimenticando per qualche attimo le loro preoccupazioni.

Al suono della campana, aspettarono che gli altri studenti uscissero prima di avvicinarsi alla cattedra.

A vederseli davanti alla fine dell’ora, la McGranitt rimase piuttosto sorpresa considerato che, solitamente, almeno James e Sirius erano i primi ad abbandonare l’aula.

Smise di scrivere sulla pergamena che stava compilando e alzò lo sguardo da sopra gli occhiali squadrati: -Signor Potter, Black, Minus…avete bisogno di qualcosa? - chiese l’insegnante con fare severo.

Si saranno cacciati di nuovo in qualche guaio pensò.

-Volevamo chiederle un’informazione professoressa…-iniziò James senza farsi intimidire dallo sguardo scrutatore della McGranitt.

-Riguarda Remus- interloquì Sirius.

-Sì insomma…vorremo sapere come sta-. Finì James.

L’insegnante li osservò per un attimo, come valutando se dietro alla loro domanda ci fosse un secondo fine.

Alla fine i tratti del suo volto si rabbonirono leggermente: - Il Signor Lupin sta bene, la polmonite è passata felicemente-. Rispose l’insegnante con fare sbrigativo.

-Polmonite? Era di questo che si trattava allora…- disse James rivolto a Sirius e Peter.

-Certo, che altro pensavate che fosse? Ma perché non andate direttamente da lui a vedere come sta? -domandò la McGranitt.

- Se sapessimo dove si trova magari ci andremmo! - sbottò Sirius in tono ovvio. Stava perdendo la pazienza. Aveva l’impressione che l’insegnante si stesse prendendo gioco di loro.

James lanciò un’occhiata di avvertimento a Sirius: non dovevano esporsi troppo, altrimenti la McGranitt avrebbe iniziato a sospettare qualcosa e lui non voleva di certo che scoprisse il loro scorrazzare notturno.

-Moderi i toni Signor Black. Lupin è in infermeria, dove altro potrebbe mai essere altrimenti? -. Domandò spazientita l’insegnante.

Dopodiché arrotolò la pergamena e si alzò.

-Vi conviene andare a lezione ora, invece di farmi perdere tempo per simili sciocchezze-. Fece poi prima di allontanarsi sbrigativa.

Arrivarono a Storia della Magia in ritardo di dieci minuti, ma il professor Ruf non parve nemmeno accorgersene concentrato come era nel raccontare l’ennesima guerra tra Orchi e Goblin.

Il resto della mattinata la trascorsero in preda alla curiosità: volevano andare a verificare se per caso non si fossero sbagliati la sera precedente.

Al suono della campana del pranzo tutti e tre spiccarono una corsa verso l’Infermeria.

Sirius spalancò la porta di gran carriera, aspettandosi di trovare la stanza vuota.

Ma così non fu: sopra un letto, vi era Remus che si stava abbottonando la camicia. L’espressione dolorante mutò subito alla vista degli amici. A parte il viso un po’ pallido e le cicatrici più in evidenza del solito sembrava sano come un pesce.

-Ehi ragazzi, come va? - chiese sorridendo sereno.

 

 

 

 

 

Holà!

Come va? C’è ancora qualcuno lì che legge le sciocchezze che scrivo? Scusatemi tanto per questo ritardo! :(

 

Beh Buon Natale e felice anno nuovo! Anche se in ritardo come questo piccolo regalo che spero qualcuno di voi apprezzerà…il capitoloooo!!!! Uh, finalmente è nato! :D

Ci è voluto un bel po’ questa volta. E soprattutto una notte insonne..

Mmm che dire…I malandrini si stanno avvicinando sempre più al segreto di Remus che ignaro di tutto continua ad inventare scuse nella speranza che i tre ci caschino!

Niente altro…se non che ringrazio tutti quelli che mi seguono, grazie mille, davvero. :)

 

Spero che il capitolo vi piaccia, e ci terrei tanto se mi faceste sapere che ne pensate.

Come sempre il disegno non è di mia proprietà ma appartiene all'artista Vyria13

 

Un bacione grande a tutti! :*

 

Maria_A&Bro

   
 
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