Era
sera tardi e l’intera scuola era immersa in un silenzio
profondo. Gli studenti
e gli insegnanti si erano ritirati nei propri dormitori già
da un po’ ormai e
non si sentiva volare nemmeno una mosca. Gli unici a gironzolare per il
castello erano i fantasmi inquieti e Gazza che pattugliava i corridoi
assieme
alla sua adorata gatta.
Vi
erano però due Grifondoro del primo anno ancora svegli, i
quali stavano
sperimentando la prima scorribanda notturna dal loro soggiorno ad
Hogwarts.
James e Sirius si erano armati di mantello
dell’invisibilità e si erano
lasciati alle spalle il dormitorio e la sala comune. In
quest’ultima l’unico ad
essere ancora sveglio era Peter: non appena i due si erano alzati dai
propri
letti pensando che tutti dormissero, Peter, alzatosi a sua volta, si
era messo
a seguirli. Ciò aveva fatto innervosire non poco James e
Sirius i quali non
volevano tirarselo dietro per paura che potesse farli scoprire.
-Ok,
allora tu resti qui e fai la guardia- aveva sbottato James stizzito.
-A
che c-cosa? – chiese Peter.
-Che
nessuno ci venga a cercare- disse Sirius con tono ovvio.
Peter
ci pensò un attimo valutando quelle che potevano essere le
varie opzioni.
Considerato che la sala comune era così confortevole e che
lui non aveva alcuna
voglia di gironzolare per il castello al freddo, alla fine
annuì, felice di
poter essere in qualche modo d’aiuto alla causa dei suoi
amici.
Perché
la loro non era un’impresa qualunque: il loro obbiettivo era
andare a trovare
Remus ancora malato in infermeria.
Erano
infatti passati tre giorni da quanto il loro amico si era sentito male
e non
avevano ottenuto nessuna notizia sul suo stato. La professoressa McGranitt si
era infuriata molto quando aveva scoperto la piccola lotta scatenatasi
nella
sala d’Ingresso, tanto da togliere a Grifondoro
più di 30 punti per ciascuno e
mettere i due in punizione per due settimane. L’unica cosa
che consolava i due
amici era il fatto che anche i Serpeverde avevano subito la stessa
sorte. Non
avevano perciò trovato il tempo di andare a trovare il loro
amico in infermeria
ed erano molto preoccupati.
Inoltre
erano molto curiosi di avventurarsi per il castello di notte. Tuttavia,
scoprirono presto che le loro aspettative erano totalmente diverse da
ciò che
li attendeva.
Fino
a quel momento infatti l’impresa era risultata piuttosto
difficile. Nonostante
fossero ad Hogwarts da cinque mesi, avevano imparato a malapena i
corridoi da
percorrere per arrivare nelle varie aule grazie ad una mappa che la
professoressa McGranitt aveva consegnato loro all’inizio
dell’anno. La mappa
tuttavia mostrava molto poco del castello. Sapevano che
l’infermeria si trovava
al primo piano, ci erano anche già stati ma era piuttosto
difficile riuscire ad
orientarsi nel castello di notte, al buio. Infatti solo alcuni corridoi
erano
illuminati mentre il resto era immerso in un buio pesto.
Inoltre
i due amici faticavano a camminare senza spintonarsi o inciampare a
causa della
lunghezza del mantello che si impigliava nelle armature o fra i piedi.
-Ahi
Sirius! Smettila di spingermi- sussurrò James stizzito
all’amico dopo l’ennesima
caduta.
-Non
ti sto spingendo, sono inciampato-.
-Sì,
come le ultime dieci volte-.
-Senti
chi parla, chi è che ci ha fatti scoprire prima davanti a
quel quadro? -.
Sbottò Sirius con foga. I quadri erano i più
difficili da imbrogliare poiché
scattavano al minimo rumore.
-Questo
deve essere il primo piano-. Fece James all’imboccatura di un
ampio corridoio
lungo e stretto immerso nell’oscurità.
Avanzando,
non ci volle molto perché si perdessero.
-
Di questo passo facciamo prima ad aspettare domani mattina…-
brontolò Sirius.
-Shhh
zitto! Sento dei passi- disse James fermandosi di colpo spaventato.
E
in effetti si sentivano dei leggeri passi provenire dalla loro sinistra
dove
c’era una svolta.
I
due girarono alla cieca finché non trovarono la parete dove
si appiattirono
trattenendo il fiato. L’angolo cominciò pian piano
ad illuminarsi e
all’improvviso sbucò dal nulla la faccia rugosa di
Gazza.
I
due quasi non cacciarono un urlo di spavento alla vista del custode.
Entrambi
si sentirono scoperti, quasi dimenticando il fatto che il mantello li
rendesse
completamente invisibili.
L’uomo
voltò di scatto la testa a destra e a sinistra come
sospettando qualcosa. Col respiro
pesante per la camminata ed il volto crucciato in una smorfia reso
spettrale
dalla luce della lanterna che portava alzata nella mano sinistra, era
ancora
più spaventoso del solito.
Mrs.
Purr, dietro al padrone muoveva la coda spazientita fissando un punto
alle
spalle del Custode.
I
suoi occhi luccicanti nell’oscurità sembrava
osservassero qualcosa molto vicino
ai due amici. Un brivido scorse loro lungo la schiena appena si resero
conto
che forse la gatta li aveva scoperti.
Ma
la cosa peggiore avvenne quando Mrs. Purr iniziò a miagolare
e Gazza si girò
nella loro direzione.
-Che
cosa c’è tesoro mio? - chiese il custode con voce
melliflua guardandosi intorno
circospetto.
James
e Sirius si appiattirono ulteriormente. Gli occhi della gatta intanto
continuavano a guardare fisso nella loro direzione. Ciò non
sfuggì a Gazza il
quale, seguendo lo sguardo di Mrs. Purr si avvicinò a
nascondiglio dei due.
-Guard
guarda…- Iniziò col suo solito tono strascicato-
c’è qualcuno… oh, lo so che
c’è qualcuno, e sappi che ti troverò,
ovunque tu ti nasconda- biascicò
minaccioso.
Si
avvicinò ulteriormente e stava quasi per andare a sbattere
contro i due quado
da qualche parte al piano superiore si sentì un forte botto.
Gazza alzò la
testa di scatto è osservò il soffitto con tanta
rabbia che pareva quasi
riuscisse a vedervi attraverso ciò che stava accadendo.
-Pix…-
sibilò a se stesso, pronunciando il nome del poltergeist
come una bestemmia.
Poi prese a correre imprecando nella direzione opposta a James e Sirius.
I
due sentirono la tensione allentarsi di colpo, come se il petto venisse
liberato da un peso opprimente concedendo loro di riprendere a
respirare.
-Fiuu
c’è mancato un pelo- sussurrò Sirius
che si teneva il petto spaventato.
Ma
James gli fece segno di tacere e gli indicò qualcosa ai loro
piedi.
Mrs.
Purr era ancora lì, immobile nella stessa posizione, a
fissarli.
-Sciò
gattaccio- sibilo Sirius. Ma la gatta continuò a scrutarli
in silenzio.
I
due non sapevano come liberarsi di lei, e aguzzavano le orecchie nella
paura
che il custode potesse tornare a riprendersela.
Tuttavia
Gazza era così concentrato ad acciuffare una volta per tutte
Pix che non si era
nemmeno accorto che la gatta non lo aveva seguito.
-Oh,
per Merlino! - esclamò James ad un tratto spazientito.
–Non mi faccio
spaventare da un gattaccio-.
Detto
questo partì in quarta con Sirius al seguito e passando
accanto alla gatta le
diede un forte calcio che la fece volare a mezzo metro da loro. La
sorpresa fu
tale che Mrs. Purr non ebbe nemmeno il tempo di miagolare, ma appena
atterrata
iniziò a gridare forte richiamando il padrone che non
tardò ad arrivare
trafelato.
Ormai
però i due amici erano al sicuro, ben lontani dai due. James
e Sirius avevano
spiccato una corsa velocissima per mettere più strada
possibile fra loro e
Gazza.
-Troppo
forte! - esalò Sirius il quale era piegato in due assieme a
James per la fatica
della corsa. I due si diedero il cinque e risero silenziosamente della
loro
azione.
Dopo
un’ultima svolta si trovarono finalmente di fronte
all’Infermeria.
James
poggiò la mano sulla maniglia e aprì lentamente,
con circospezione.
L’infermeria
era un locale molto ampio con grandi finestre gotiche sui muri
laterali.
Nonostante fosse notte fonda, la luce proveniente dalla luna argentea
che
sbucava fra le nuvole rendeva tutto luminoso e tranquillo.
Gli
sguardi di James e Sirius andarono subito all’ufficio di
Madama Chips. Tutto
però era spento e silenzioso.
Poi
i due si guardarono attorno alla ricerca della sagoma di Remus su uno
dei tanti
lettini. Ma pareva che l’infermeria fosse vuota.
Tutti
i letti erano perfettamente in ordine e non c’era anima viva.
-Ma
dove è? - sussurrò Sirius sorpreso quanto James.
Il
ragazzino fece spallucce.
Controllarono
bene che non ci fosse nessuno, come aspettandosi di veder sbucare da un
momento
all’altro Remus da sotto un letto, poi se ne andarono.
Amareggiati
e preoccupati, si chiesero se non fosse il caso di avvertire i
professori o
Madama Chips.
Stettero
un po’ a rimuginare sul da farsi e una volta deciso che era
meglio parlarne tra
di loro si avviarono verso la strada di ritorno. Tutta
l’eccitazione
dell’avventura era scomparsa sostituita da preoccupazione per
Remus e stizza
per l’inutilità dell’impresa.
La
strada del ritorno fu molto più semplice che
all’andata. Per evitare Gazza, che
sicuramente era infuriato all’inverosimile e li stava ancora
cercando, fecero
un giro più largo prestando doppia attenzione ai rumori
sospetti che potevano
scoprirli.
Nel
tragitto nessuno dei due spiccicò parola nonostante entrambi
fossero
preoccupati per i loro amico. Anche se conoscevano Remus da pochissimo
tempo
gli si erano affezionati molto e in maniera inspiegabile visto che il
ragazzino
era così diverso da moltissimi punti di vista rispetto ai
due. Ma c’era
qualcosa in lui, che i due non sapevano spiegarsi, ma che li aveva
spinti a
stargli vicino e a diventare suoi amici.
-Magari
stava così male che lo hanno trasferito…-
azzardò ad un tratto James quando
ormai erano arrivati alle scale mobili.
-Può
essere, ma perché Remus non ci ha detto nulla? - chiese
Sirius.
-Magari
non ci considera abbastanza amici da dircelo-sussurrò James
in risposta.
-Beh,
questo è poco ma sicuro- disse Sirius burbero- qualunque
cosa abbia- perché di sicuro
ha qualcosa- non ci considera abbastanza amici da fidarsi di noi-.
Rimasero
un po’ in silenzio a sentire il rumore dei propri passi
mentre salivano le
scale.
-Facciamo
così- iniziò James- Domani mattina andiamo a
chiedere alla professoressa Mc Granitt
se sa qualcosa-.
Sirius
annuì con decisione. Per passare attraverso il buco del
ritratto dovettero
svegliare la Signora Grassa che ronfava beatamente. Dopo qualche
brontolio
sommesso permise loro di entrare. La sala comune era immersa in un
caldo
torpore grazie al fuoco che ardeva ancora implacabile nel camino e
mandava
bagliori rossastri sulla tappezzeria. Essa era completamente vuota
escludendo
una sagoma informe che dormiva in modo scomposto su una poltroncina.
Era Peter
che a quanto pareva aveva ceduto al sonno e al caldo torpore della
stanza.
Sirius
gli diede uno scossone. Peter si rigirò al tocco, ma
tornò a dormire come se
niente fosse.
-Che
pappamolle- fece e si sedette sulla poltrona aspettando che James, il
quale
stava guardando qualcosa fuori dalla finestra, si voltasse verso di
lui-
Abbiamo fatto bene a non portarlo con noi, si sarebbe addormentato
strada
facendo-.
Ma
James non sembrava averlo sentito -Senti Sirius, ma
quell’albero c’è sempre
stato lì in mezzo? - chiese senza voltarsi, ma continuando a
scrutare la sagoma
di un alberello dai rami contorti mossi dal vento.
-Che
albero? – Chiese Sirius alzandosi dalla poltrona di
malavoglia ed avvicinandosi
anche lui alla finestra per scrutare
nell’oscurità- Ah, non so, non l’avevo
mai
notato- disse poi osservando anche lui l’albero.
In
effetti, quello che loro stavano osservando con tanta
curiosità era proprio
l’albero piantato da Silente quell’estate come
protezione per il passaggio
segreto verso la Stamberga.
Il
Platano, perché di quello si trattava, era cresciuto molto
rapidamente, tanto
da poter essere notato anche dalla torre, visto che era davvero enorme.
James
fece spallucce – Vorrà dire che domani andremo in
esplorazione- disse.
-Sì,
se troviamo il tempo, visto che avremo anche la punizione con Ruf. Non
so cosa
sia peggio, il dover pulire l’aula o starlo a sentire mentre
ci racconta
l’ennesima volta della sua morte improvvisa-.
Sbuffò Sirius.
James
rabbrividì al pensiero di quello che li aspettava- Beh,
pensa che sarebbe
potuto andare peggio: a quelli di Serpeverde tocca pulire la Sala dei
trofei
assieme a Gazza-.
Sirius
sorrise al pensiero del custode: -Chissà se è
ancora lì che ci sta cercando-
disse.
Anche
James rise. Ma si rabbuiò subito dopo al pensiero di Remus.
-Ma cosa sarà
successo a Remus? - chiese.
Sirius
fece spallucce: - Non lo so, ma sicuramente non è una cosa
normale-.
James
annuì. Poi si stiracchiò sbadigliando-
Però, che sonno! Andiamo a dormire dai!
-. disse avviandosi verso il dormitorio.
Nessuno
dei due riuscì tuttavia a prendere sonno quella notte.
Nonostante la stanchezza
rimasero svegli a scervellarsi alla ricerca di un motivo per il quale
il loro
amico fosse scomparso. Ma per quanto frugassero nella mente non
riuscivano
proprio a trovare una spiegazione.
Si
addormentarono solo all’alba.
Il
mattino seguente il risveglio non fu uno dei più semplici.
Peter, che a causa
del trambusto creatosi dagli alunni che uscivano dai dormitori per
andare a
fare colazione si era svegliato presto, tentò di tutto per
svegliare i due
amici. Ricorse persino all’aiuto di Frank, come sostituto di
Remus nella
delicata operazione della sveglia mattutina.
Dopo
diverse urla, scossoni e sbattere di oggetti, i due si decisero ad
alzarsi.
-P-perché
non mi avete svegliato quando siete tornati? -. Fu la prima cosa che
chiese
Peter in tono lamentoso massaggiandosi la schiena dolorante. La
posizione
scomoda della poltrona gli aveva causato un dolore atroce alla schiena.
-
Dormivi così bene- biascicò Sirius con la bocca
impastata.
Sia
lui che James sembravano due zombie. La notte insonne li aveva resi
piuttosto
intrattabili, tanto che al tonfo di un libro che Frank fece cadere a
terra per
sbaglio mentre preparava la borsa, si voltarono di scatto furiosi
maledicendo
il ragazzino per la poca usta.
Riuscirono
tuttavia a prepararsi in tempo per la colazione. Trascinandosi come
potevano, si
sedettero ad un tavolo, dove misero nel piatto quello che capitava loro
a tiro.
Dopo
qualche momento di silenzio interrotto solo da sbadigli vari, Peter si
sporse
oltre il tavolo con fare circospetto- Allora? -iniziò
sussurrando. - C-come sta
R-emus? -.
-Vorremmo
saperlo anche a noi-. Disse Sirius.
-O
almeno sapere che fine ha fatto- interloquì James.
Allo
sguardo confuso di Peter i due iniziarono a raccontargli
l’accaduto della notte
scorsa. Di come per poco Gazza non li aveva scoperti e della delusione
mista a
preoccupazione derivata dal fatto che Remus non si trovava in
Infermeria. Il
racconto si protrasse fino alla fine della colazione e lungo il
tragitto verso
la prima lezione della mattina: Trasfigurazione.
Dopo
aver sentito l’intera storia ed aver ascoltato le
supposizioni dei suoi amici,
Peter parve piuttosto scettico: - N-non credo sia da Remus scomparire
s-senza
dire niente-.
-Nemmeno
noi- disse James- Ma che ci nasconda qualcosa lo abbiamo notato
già da un po’ e
il fatto che sia scomparso la dice lunga-.
-Sì,
m-a se un n-ostro co-compagno stesse c-così male gli
insegnanti ce lo avrebbero
d-detto no? -. Propose Peter.
-Io
dico di fare così: Alla prima ora abbiamo la Mc Granitt
giusto? - chiese Sirius
ottenendo l’assenso dei due amici.
-Bene,
allora alla fine della lezione andiamo a parlare con lei. Le chiediamo
spiegazioni insomma. -.
-P-perché,
secondo te ce le darà? - chiese Peter dubbioso.
-Almeno
proviamoci- rispose James. - Che altro possiamo fare? -.
I
tre ragazzi si sedettero negli ultimi banchi, dove James e Sirius
avevano preso
l’abitudine di stare.
Quel
giorno la professoressa McGranitt aveva preparato una lezione piuttosto
impegnativa che consisteva nell’animare piccole statuette di
animali.
Nonostante James e Sirius se la cavassero molto bene nella materia,
dovettero
rimanere concentrati per tutta l’ora, dimenticando per
qualche attimo le loro
preoccupazioni.
Al
suono della campana, aspettarono che gli altri studenti uscissero prima
di
avvicinarsi alla cattedra.
A
vederseli davanti alla fine dell’ora, la McGranitt rimase
piuttosto sorpresa
considerato che, solitamente, almeno James e Sirius erano i primi ad
abbandonare l’aula.
Smise
di scrivere sulla pergamena che stava compilando e alzò lo
sguardo da sopra gli
occhiali squadrati: -Signor Potter, Black, Minus…avete
bisogno di qualcosa? -
chiese l’insegnante con fare severo.
Si saranno cacciati di
nuovo
in qualche guaio pensò.
-Volevamo
chiederle un’informazione
professoressa…-iniziò James senza farsi
intimidire
dallo sguardo scrutatore della McGranitt.
-Riguarda
Remus- interloquì Sirius.
-Sì
insomma…vorremo sapere come sta-. Finì James.
L’insegnante
li osservò per un attimo, come valutando se dietro alla loro
domanda ci fosse
un secondo fine.
Alla
fine i tratti del suo volto si rabbonirono leggermente: - Il Signor
Lupin sta
bene, la polmonite è passata felicemente-. Rispose
l’insegnante con fare
sbrigativo.
-Polmonite?
Era di questo che si trattava allora…- disse James rivolto a
Sirius e Peter.
-Certo,
che altro pensavate che fosse? Ma perché non andate
direttamente da lui a
vedere come sta? -domandò la McGranitt.
-
Se sapessimo dove si trova magari ci andremmo! - sbottò
Sirius in tono ovvio.
Stava perdendo la pazienza. Aveva l’impressione che
l’insegnante si stesse prendendo
gioco di loro.
James
lanciò un’occhiata di avvertimento a Sirius: non
dovevano esporsi troppo, altrimenti
la McGranitt avrebbe iniziato a sospettare qualcosa e lui non voleva di
certo
che scoprisse il loro scorrazzare notturno.
-Moderi
i toni Signor Black. Lupin è in infermeria, dove altro
potrebbe mai essere
altrimenti? -. Domandò spazientita l’insegnante.
Dopodiché
arrotolò la pergamena e si alzò.
-Vi
conviene andare a lezione ora, invece di farmi perdere tempo per simili
sciocchezze-. Fece poi prima di allontanarsi sbrigativa.
Arrivarono
a Storia della Magia in ritardo di dieci minuti, ma il professor Ruf
non parve
nemmeno accorgersene concentrato come era nel raccontare
l’ennesima guerra tra
Orchi e Goblin.
Il
resto della mattinata la trascorsero in preda alla
curiosità: volevano andare a
verificare se per caso non si fossero sbagliati la sera precedente.
Al
suono della campana del pranzo tutti e tre spiccarono una corsa verso
l’Infermeria.
Sirius
spalancò la porta di gran carriera, aspettandosi di trovare
la stanza vuota.
Ma
così non fu: sopra un letto, vi era Remus che si stava
abbottonando la camicia.
L’espressione dolorante mutò subito alla vista
degli amici. A parte il viso un
po’ pallido e le cicatrici più in evidenza del
solito sembrava sano come un
pesce.
-Ehi
ragazzi, come va? - chiese sorridendo sereno.
Holà!
Come
va? C’è ancora qualcuno lì che legge le
sciocchezze che scrivo? Scusatemi tanto
per questo ritardo! :(
Beh
Buon Natale e felice anno nuovo! Anche se in ritardo come questo
piccolo regalo
che spero qualcuno di voi apprezzerà…il
capitoloooo!!!! Uh, finalmente è nato!
:D
Ci
è voluto un bel po’ questa volta. E soprattutto
una notte insonne..
Mmm
che dire…I malandrini si stanno avvicinando sempre
più al segreto di Remus che
ignaro di tutto continua ad inventare scuse nella speranza che i tre ci
caschino!
Niente
altro…se non che ringrazio tutti quelli che mi seguono,
grazie mille, davvero.
:)
Spero che il capitolo vi piaccia, e ci terrei tanto se mi faceste sapere che ne pensate.
Come
sempre il disegno non è di mia proprietà ma
appartiene all'artista Vyria13
Un
bacione grande a tutti! :*
Maria_A&Bro