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Autore: Berry Depp    04/01/2014    4 recensioni
Nove anni dopo la chiusura di iCarly, Carlotta Shay torna a Seattle per il funerale del padre. Qui ritrova i suoi amici Samantha e Fredward, che finita la scuola hanno perso i contatti tra di loro e si sono costruiti una vita, anche se non è esattamente il massimo. Riuscirà Carly a ritrovare la fiducia dei suoi vecchi migliori amici che non la considerano più tale a causa della sua partenza e del fatto che non si è più fatta sentire?
L'idea mi è venuta guardando l'ultimissima puntata di questa serie che amo. Ho pensato che non poteva finire tutto così e allora eccomi qua :) Buona lettura a tutti, spero vivamente che vi piaccia!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlotta 'Carly' Shay, Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket, Spencer Shay, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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  -Grazie, Jack, mi sono divertita tantissimo- esclamò Carly contenta.
  -Ti ho solo riaccompagnata a casa- rise Jack.
  -E allora? Mi sono divertita tantissimo lo stesso!
  -Dovrei offendermi? Significa che non mi prendi sul serio!- sbottò lui fintamente offeso –Se ti va possiamo rivederci.
Carly disse che ne sarebbe stata lieta e si scambiarono i numeri di telefono salutandosi.
Quando Carly rientrò in casa trovò Spencer addormentato sul divano con del rossetto su tutta la faccia e la camicia sbottonata. Sorrise contenta che suo fratello avesse finalmente trovato una che lo amava. Lo coprì con un plaid e salì in camera. Si spogliò e si buttò sotto le coperte con indosso solo la biancheria intima.
 
  -Sam, io...- Freddie non sapeva cosa dire. Da un po’ era convinto che Joe non si limitasse a maltrattare Sam, ma era rimasto sconvolto comunque da ciò che aveva visto. La schiena della ragazza era uno spettacolo terribile e vista così sembrava così piccola e indifesa –Quando... quando ha...
  -Iniziato?- fece Sam –Poche settimane dopo avermi presa con lui. Ti prego, Fredward, non... non farne parola con nessuno! Se la polizia lo venisse a sapere io sarei rovinata! Lui finirebbe in prigione e io non avrei più qualcuno che mi aiutasse con mia madre!
  -Nove anni! Nove anni, Samantha!- ora Freddie urlava –Tu non sei andata all’università e sei andata a vivere con lui dopo il liceo, giusto? Quindi sono nove anni che ti tratta in questo modo! Come fai a resistere?
  -Penso a mia madre! Bloccata su quel dannato letto di quel dannato ospedale per quella dannata malattia!- sbraitò Sam, reggendo il maglione.
Freddie si addolcì, seppur mantenendo un’espressione preoccupata sul volto.
  -Oh, Sam, io... mi dispiace così tanto!- sussurrò, guardandola negli occhi. Più volte si era accorto di quanto fosse carina, anche quando lo picchiava quando erano ragazzi. Ma ora sembrava così tenera e dolce e... e bella. Spesso gli era capitato di pensare quella parola attribuita a lei, ma ogni volta aveva bloccato il pensiero sul nascere, forse perché si vergognava. Eppure in quel momento non riusciva a non pensarci.
  -Come hai detto scusa?- chiese Sam.
  -Che mi dispiace- ripeté Freddie.
  -No, no, dopo- fece lei.
  -Dopo? Ho... ho detto qualcosa... dopo?- domandò lui senza ricordare. Poi un dubbio lo pervase. Che avesse fatto quei pensieri a voce alta? –Già- sussurrò –sei bellissima.
Gli occhi di Sam si illuminarono e si riempirono di lacrime. Poi abbracciò Freddie, che ricambiò l’abbraccio senza esitare.
In poco tempo Sam era rimasta in biancheria intima e baciava senza sosta Freddie, che la stringeva a sé come se non ci fosse stato un domani. Freddie muoveva le mani sul corpo di Sam facendo attenzione a non farle male. Era spaventoso come tutto il suo corpo fosse ricoperto di terribili segni di violenza, Freddie aveva quasi cominciato a piangere quando l’aveva visto.
  -Ti amo- riuscì a formulare Freddie tra un bacio e l’altro e sentì Sam dire qualcosa del genere mentre sospirava e cercava di muoversi su di lui all’interno dell’auto.
  -Che ore sono?- chiese Sam a un certo punto.
Freddie tirò fuori il braccio da chissà dove e guardò l’ora sull’orologio.
  -Le dieci e mezza- disse, tornando a baciarla appassionatamente.
  -Oddio!- esclamò lei sbarrando gli occhi. Riprese i pantaloni e li indossò facendo lo stesso col maglione cercando di tenerlo su alla bene e meglio.
  -Cosa? Che c’è?- chiese Freddie preso alla sprovvista.
  -Dovevo rientrare mezz’ora fa!- uscì di fretta dalla macchina.
  -Sam! Sam, aspetta!- Freddie riallacciò la cintura e corse fuori, ma Sam era già davanti alla porta. Lo guardò triste di doverlo lasciare e aprì la porta.
Quando si richiuse la porta alle spalle, Freddie rimase fermo lì, a guardare la ragazza che aveva amato per così tanto tempo senza mai accorgersene tornare nel suo inferno. Non poteva essere così. Decise di andare avanti e guardare dalla finestra. E rabbrividì.
Joe stava urlando contro Sam che cercava di coprirsi le orecchie e che provava a far prevalere la sua voce su quella di lui, ma invano. A un certo punto Joe sollevò un braccio e Sam si coprì la faccia e chiuse gli occhi, per non vedere il colpo che stava per infliggerle il compagno. Joe fece ricadere il braccio sulla faccia di Sam, che urlò di dolore.
Fu allora che accadde.
I muscoli di Freddie si contrassero, l’adrenalina pervase il suo corpo.
Si alzò di scatto ed entrò nella casa, preso da una furia indicibile.
Sotto gli occhi sconvolti di Sam e quelli sorpresi di Joe gli andò incontro e gli mollò un pugno sul naso. Joe era più alto di lui di almeno cinquanta centimetri, ma questo non lo fermò. Anche Joe sferrò un pugno contro di lui e lo colpì sul labbro inferiore che prese a sanguinare. Ma Freddie non si fece spaventare. Se da ragazzo non si sarebbe mai messo contro qualcuno come Joe, ora si sentiva in dovere di proteggere la sua migliore amica, la ragazza con cui aveva condiviso quel momento di amore e passione.
Le urla di Sam che chiedeva loro di finirla erano inutili. Ormai i due uomini avevano innescato una battaglia a chi cadeva a terra per ultimo, Freddie per difendere Sam, Joe per difendere il suo orgoglio.
 
Carly venne svegliata dalla vibrazione del cellulare verso le undici di sera. Guardò il numero assonnata. Era Sam.
  -Pronto?- mugugnò con la bocca impastata dal sonno.
  -Carly! Oh, mio Dio, Carly, meno male! Vieni subito, ti prego!- Sam era presa dal panico.
  -Sam, cosa... che succede?- chiese Carly alzandosi di colpo, preoccupata dal tono dell’amica.
  -Freddie è entrato e Joe lo picchia, ma lui non molla, si farà male! Ti prego, vieni! Ti scongiuro!
  -Sam, ora calmati. Dimmi dove sei- ora Carly si stava vestendo in fretta e furia –vuoi che chiami la polizia?
  -A casa, sono, dove dovrei essere? No! No, ti prego, non chiamare nessuno, ma sbrigati per favore! Ah! Aaah!
Carly scese di corsa le scale terrorizzata e quasi inciampò, svegliò Spencer che dopo un minuto capì che c’erano problemi e corse fuori. Salirono in macchina e Carly chiamò Jack.
  -Pronto?- anche lui sembrava appena stato svegliato.
  -Jack, devi raggiungermi!- esclamò Carly trafelata.
  -Ehi, dolcezza, ci saremo anche scambiati i numeri, ma io a quest’ora dormo! Puoi chiamarmi domani?
  -Non c’è tempo, Jack! Raggiungimi alla terza dopo la piazza centrale, è un’emergenza!
  -Va bene, ci sono. Non fare cavolate, sto arrivando.
Quando Carly arrivò trovò la porta d’ingresso della casa di Joe chiusa, ma le urla si sentivano benissimo da fuori. Quelle di rabbia di Joe e Freddie e quelle di terrore di Sam. Due secondi dopo arrivò anche Jack che fece sgommare le ruote della macchina nel tentativo di parcheggiarla. Scese velocemente dall’auto e raggiunse Carly e Spencer, che erano rimasti dietro la loro senza sapere cosa fare, e afferrò la pistola.
Jack aveva detto a Carly, quella mattina, che era un poliziotto e lei aveva subito pensato a lui quando Sam l’aveva chiamata, anche se lei le aveva chiesto di non chiamare nessuno. Non poteva non farlo.
  -Cosa succede?- chiese Jack serio.
  -Credo che Freddie sia entrato perché ha visto che Joe stava picchiando Sam- spiegò Carly con voce tremante, mentre Spencer le cingeva le spalle con un braccio –Sparerai?- chiese preoccupata.
  -Si, se sarà necessario- rispose prontamente Jack, facendo preoccupare ancora di più la ragazza.
Le tende alle finestre facevano intravedere solo le sagome dei due uomini che continuavano a lottare.
  -La situazione è tragica, dolcezza- esclamò il poliziotto –se non la smettono, dovrò farlo per forza e se chiamassi i rinforzi, arriverebbero comunque troppo tardi, quindi, per piacere, fammi un favore. Chiama subito un’ambulanza e la polizia e fammi fare il mio lavoro.
Carly obbedì senza staccare gli occhi dalla finestra. I due non avevano proprio voglia di staccarsi. Tiravano calci e pugni e sputavano sangue. Jack puntò la pistola sulle loro sagome e Carly non capì cosa aveva intenzione di fare: ora Freddie e Joe erano letteralmente avvinghiati, uno dei due, forse Joe, a giudicare dalla stazza, strangolava l’altro tenendo il braccio attorno al suo collo mantenendosi alle sue spalle, mentre questi cercava di liberarsi anche se senza successo. Adesso le sagome erano praticamente irriconoscibili tra loro e Carly si chiese se Jack aveva davvero intenzione di sparare in quel momento.
A quanto pare si.
Jack premette il grilletto sotto gli occhi increduli di Carly, il botto le fece accapponare la pelle e vide la pallottola come al rallentatore partire e viaggiare a mezz’aria, fino a sfondare il vetro della finestra e andarsi a conficcare da qualche parte del corpo di uno dei due.
Fatto sta che entrambi caddero a terra e si sentì un grido di Sam, l’ultimo, che a quanto pare non poteva credere ai suoi occhi.
Jack fece rimanere Carly ferma per qualche secondo, fino a che non arrivò la polizia, che entrò in casa e portò via un Joe privo di sensi.
Carly corse dentro e trovò Sam ancora in piedi davanti alle scale, con le mani che le coprivano la bocca e le lacrime che le scendevano dagli occhi senza sosta. Freddie era disteso per terra, il volto deforme a causa dei pugni procuratigli da Joe, le braccia ricoperte di lividi, così come il collo e qualche costola ammaccata. Ma la cosa che sconvolse di più Carly era il buco sulla spalla sinistra, fin troppo vicino al cuore, dal quale usciva copiosamente del liquido scarlatto.
Quella là dentro era la pallottola di Jack.
E quello era il sangue di Freddie.

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Cabina del Capitano:

Buongiorno, miei umili servi, sono tornata per vostra sfortuna!
Molto bene, per prima cosa volevo chiedervi un parere: dovrei cambiare il rating in rosso per questa piccola scena "intima" tra Freddie e Sam? Non so, quando ci pensavo prima di scrivere il capitolo me l'immaginavo un po' meno... si, beh... così, no? Ma adesso mi sembra un tantino esagerata. Boh, se così vi è sembrato e la scena vi ha dato fastidio fatemelo sapere, ok? 
Riguardo ciò che è successo a Freddie... eh eh, ci siete rimasti male, eh? Lo sssssapevo! Per sapere come andrà a finire dovrete aspettare!
Bacibaci, vi amo tutti ^-^
BD
 
  
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