Stella
Alpina
Simbolo
di coraggio
Riordinare la casa.
Che compito ingrato!
Eppure, nonostante non le piacesse particolarmente, doveva farlo. Ma
d’altronde
a chi piace fare le pulizie?
Vent’anni.
Aveva vent’anni. Ma era la
solita disordinata e pigrona. Comunque, oggi, rarissimo giorno in cui
non
doveva studiare, o meglio, in cui aveva deciso di riposarsi, doveva
riordinare perché
sarebbe venuto suo fratello a trovarla. E conoscendolo come magnate
dell’ordine,
sapeva che non avrebbe messo piede in una casa così.
Iniziò a sistemare la scrivania,
ordinando velocemente i quaderni ed i libri in pile, che poi dispose
nella
libreria. Mentre si dava da fare con l’ultimo carico di
libri, la ragazza non
si accorse che da uno di essi era scivolato un foglio. Scorgendolo lo
raccolse.
Gli occhi le divennero umidi e i ricordi le affollarono la
mente…
Su
una panchina era seduta una ragazza. Era immobile, con lo sguardo fisso
nel
vuoto ed il viso serio, ma sereno. D’un tratto una voce che
chiamava il suo
nome la riscosse, facendola riemergere bruscamente nella
realtà.
“Sofia”
Lei
si voltò a guardarlo, sorpresa.
“Ciao,
fratellone”, disse con un sorriso.
Lui
la guardò contrariato.
“Potresti
chiamarmi con il mio nome?”
Lei
rise. Una risata innocente, pura, che risuonò
nell’aria circostante.
“Ok,
fratellone”
Lui
scosse il capo, con rassegnazione.
Si
sedette accanto a lei.
“Che
fai qui?”
“Osservo
la fontana”
Prese
ad osservarla anche lui.
I
sensi di colpa si facevano pesanti, ma osservando la sorella sempre
così
allegra non aveva il coraggio di dirglielo.
Doveva
farlo, però. Doveva…
“Senti,
Sofia…”
Lei
lo guardò, intuendo.
“Vuoi
dirmi della mamma?”
Gli
occhi del ragazzo divennero lucidi.
“Tu
come fai a saperlo?”
Lei
sorrise.
“Ci
sono molte cose che io so… Ad esempio, so che, quando
l’hai scoperto era
furioso perché non te l’avevano detto e avresti
voluto rinfacciarle tutto…”
Lui
sembrava sconvolto dalla quantità di informazioni che sua
sorella conosceva.
“Poi
però non l’hai fatto”
“Non
sarebbe servito a nulla”, commentò rassegnato.
“Lo
so…”
Per
un po’ stettero entrambi in silenzio.
“Come
fai? Come fai, pur sapendolo, ad essere così
serena?”
“Non
sono serena e neanche felice”, rispose lei.
“Ma
credo che le situazioni difficili vadano accettate ed
affrontate… e non si può
farlo se si sta a compiangersi per le proprie sventure o a farsi
travolgere
dalla rabbia”
Lui
la guardò, ammirato.
“Sei
veramente coraggiosa, sai?”
Lei
scosse il capo.
“Cosa
centra il coraggio?”
Lui
le sorrise.
“Centra,
centra…”
Aveva 15 anni. Era
così piccola. Troppo per
affrontare quella situazione. Sua madre malata. Un tumore ai polmoni.
Il rischio
della sua morte le era sembrato improbabile. Eppure, a 15 anni, si era
ritrovata a doverlo annoverare tra le possibilità imminenti.
Le risultava doloroso
persino ricordare. Eppure, in quei momenti bui, c’era stato
suo fratello ad
illuminarla…
Una ragazza sedeva sul
divano.
“Sofia, noi
usciamo…”
Lei alzò lo
sguardo.
Sorrise. “Ok,
papà, a più tardi.”
Non appena la porta fu
richiusa, la ragazza
spense la televisione e si guardò intorno.
“Sai dove stanno
andando?”, domandò suo
fratello.
Lei annuì.
Lui la osservò
per un po’.
“Dovrei fare i
compiti”, disse.
“Come
ci riesci?”
“A
fare cosa?”
“Ad
essere così tranquilla!”
“Non
lo sono affatto”, rispose.
Lui
la fissò negli occhi.
D’un
tratto gli venne un’idea.
“Aspetta
qui, Sofia, devo uscire un attimo”
“Dove
vai?”, domandò preoccupata.
“Abbi
fede”, disse dandole un bacio sulla guancia e scappando via.
La
sorella lo guardò allontanarsi, con ansia.
Il
tempo sembrava non scorrere mai. Era circa un’ora che suo
fratello era via.
Il
rumore della porta la fece sobbalzare.
Si
alzò ed andò in salotto.
“Ehi,
sei tornato, finalmente!”
“Già”,
disse sorridendo.
“Posso
sapere dove sei andato?”
Lui
annuì.
Prese
un foglio che aveva posato sul tavolo.
“Per
te.”
Lei
lo osservò.
“Una
stella alpina?”, chiese indicando il disegno, fatto con gli
acquerelli.
Lui
annuì.
“Si.
Sai, è il simbolo del coraggio. Ho pensato che sarebbe stato
perfetto per te, visto
che lo sei così tanto. Ne vidi uno nel giardino botanico, un
po’ di tempo fa,
così ho deciso di disegnarlo per te”
La
ragazza lo guardò.
Il
suo viso era colmo di lacrime.
“Che
fai, io ti dico che sei coraggiosa perché affronti serena le
avversità e tu
piangi?”
Lei
sorrise, tra le lacrime e lo abbracciò.
Ed eccolo
lì. Un disegno. Ed una marea di
emozioni. Un fiore. E tanti segreti nascosti. Pensò di
mostrarlo a suo
fratello. Sarebbe stato contento di vedere che lo aveva ancora
conservato. Ed a
sua madre, naturalmente. Non si doveva dimenticare che quel pomeriggio
sarebbe
venuta anche lei a trovarla!