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Autore: Rory e Dedy    26/05/2008    3 recensioni
Cullato da queste considerazioni e accompagnato da un repentino cambio di posizione finalizzato alla ricerca di una posizione abbastanza comoda, il ragazzo s’addormentò quasi senza accorgersene.
Il nostro primo lavoro assieme...firmato Dena e DarkSelene. ^^
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Iori Hida/Cody
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quinto

Un viaggio per conoscersi

 

Joe: Dopo Daisuke e Takeru, finalmente tocca anche a me ringraziare la dolce HikariKanna per aver recensito il capitolo quarto di questa storia! Le autrici sono state contente che ti sia piaciuto come è stato strutturato  il capitolo!

Iori: Credo non verrà mai il giorno in cui Mimi arriverà puntuale a un appuntamento, Kari89! Ma puntuale arriva la mia risposta alla tua recensione, che ti riferisce che anche le autrici ti mandano un bacio e ti ringraziano perché le segui!

Yamato: E infine occorre ringraziare Memi che...

Koushiro: Scusa se mi intrometto Yamato ma, salvo che per la recensione al secondo capitolo per la quale l’ho ringraziata io, stai ringraziando sempre tu Memi, e sembra che...

Yamato: Cosa, eh? Mica è colpa mia se affidano sempre a me l’incarico?

Koushiro: Non ti sto affibbiando colpa alcuna, Yamato, solo...

Joe e Iori: ...ammetti almeno che la cosa non ti dispiace!

Yamato: Vostre ciance a parte, ci tengo a dire a Memi, sia da parte mia che da parte delle autrici, che non è un problema se recensisce in ritardo, e Rory e Dedy ti ringraziano, cara, per i complimenti che hai fatto loro! Ti mando un bacio e non ti anticipo nulla riguardo l’identità del personaggio che incontrerà Iori in questo capitolo!

Koushiro: Non credi di aver dimenticato di dire qualcosa, Yamato?

Yamato: Non mi sembra... di cosa si tratterebbe?

Joe: Chi è che le manda il bacio! Non hai aggiunto che è da parte di Rory e Dedy!

Yamato: Forse perché non lo è? Uffa... quanto siete fiscali!

Iori: Piantatela con queste sottigliezze, che nessuno vuole sentirle! È sicuramente meglio lasciare tutti alla lettura del quinto capitolo!

Yamato, Koushiro e Joe: In questo hai perfettamente ragione!

 

***

 

Capitolo quinto: A Los Angeles

 

In fondo, lui era felice nella sua attuale situazione.

Aveva una moglie e un figlio che adorava, un lavoro soddisfacente, una vita sociale brillante... non sapeva più cosa chiedere alla vita.

Forse, che l’intervista con quel giornalista giapponese fosse stata fissata a un orario più “umano”. Ma ormai occorreva sbrigarsi, non recriminare.

Fece un’abbondante colazione, nella cucina del suo lussuoso appartamento, assieme alla moglie, Andy, ventiquattrenne dagli occhi azzurri, e alla figlia, Richelle, dai capelli neri come quelli della madre e con dei bellissimi occhi castani ereditati dal padre.

La sposa di Daisuke, nativa del Leone con ascendente in Bilancia, era un’importante figura in campo internazionale, in quanto gestiva i rapporti economici degli USA con il resto del Nord America, per conto di un’organizzazione che stava celermente allargando la propria influenza nel resto del mondo.

Richelle, una dolce Cancro ascendente Gemelli, invece, era una bambina prodigio di quattro anni, molto solare.

Quella si poteva definire, senza margine d’errore, una famiglia felice.

Un po’ meno lo era Daisuke quando, guardando l’orologio a muro posto sulla parete di fronte a lui, s’accorse che erano le sette e mezza. Sbatté più volte, e ripetutamente, le palpebre ma, quando ebbe riaperto gli occhi, le lancette erano sempre lì, non si erano spostate neanche di un centimetro in senso contrario!!

Dannazione, doveva sbrigarsi... l’intervista si sarebbe tenuta dall’altra parte della città, e Los Angeles non era per nulla piccola!

 

Iori Hida era giunto nel nuovo albergo la sera precedente: quella volta, aveva dovuto cambiare solo la città e non lo Stato, quindi aveva potuto fare tutto con un po’ di calma in più, approfittandone così per rilassarsi maggiormente. Adesso, era pronto per intervistare il dirigente della più importante multinazionale statunitense: Daisuke Motomiya.

Iori, riflettendo sul nome di costui, si ritrovò a pensare che un nome che non fosse giapponese in quell’incarico sembrava proprio una richiesta utopica! E, malgrado tutto, avrebbe fatto del suo meglio per adattarsi a quel futile dettaglio. In fondo, anche lui aveva un nome giapponese ed abitava in Cina!

 

Nessuno sa bene come, ma, forse per un miracolo del destino, Daisuke riuscì ad arrivare puntuale all’appuntamento con il giornalista che avrebbe dovuto intervistarlo quella mattina.

Sbrigate tutte le pratiche di routine, Iori e Daisuke erano nell’ufficio di quest’ultimo, pronti per cominciare l’intervista.

Innanzitutto...” cominciò Iori, professionalmente “...mi parli un po’ di lei, in modo da informare tutti i lettori su di Lei...”

Ovviamente, il registratore era già stato avviato, come di consuetudine.

Ma certo! Il mio nome completo è Daisuke Motomiya, nato in Giappone e migrato qui in America a 18 anni, dopo il Liceo. Il mio sogno era di vivere qui, conoscere una nuova cultura, una nuova lingua, ampliare i miei orizzonti... e mentre lo diceva, gli brillavano gli occhi “...essere felice! E gli attriti dell’epoca con i miei genitori, facilitarono il mio andarmene di casa.

“Ti sei mai pentito di questa scelta, magari dettata dall’impulsività di un adolescente?”

“No, mai... certo, talvolta mi mancano, e fortemente, tutti i miei affetti di Tokyo, le amicizie di tanti anni, ma ciò che ho costruito qui, ovvero una famiglia, mi ripaga di tutto, sebbene ogni tanto desideri fortemente rivedere mia sorella, alla quale ero molto legato. Ma purtroppo ciò non è possibile, soprattutto per via del lavoro di entrambi.

Iori annuiva periodicamente, per mostrare la sua attenzione alle rivelazioni dell’importante dirigente, al quale poi domandò: “Visto che proprio Lei ha introdotto il discorso professionale, ci dica... introdusse, intendendo anche tutti i futuri lettori “...come ha avuto luogo la sua scalata al successo?”

“Ho cominciato come tutti, da piccoli incarichi, puntando molto sulla mia versatilità e sul mio desiderio di diventare qualcuno. Non avevo desiderio di saltare le tappe, nient’affatto, ma di diventare importante meritando di esserlo, e spero  di esserci riuscito. Spetta agli altri dire se sono un buon dirigente oppure no.

La modestia non gli mancava, pensò Iori, e questa era già una dote a suo favore.

“E così, passo dopo passo, la tanto attesa carriera è arrivata. Con sua somma felicità, presumo. Ci dica, come è stato il rapporto con i suoi colleghi, man mano che scalava tappe?”

“All’inizio semplicissimo, in quanto all’arrivo delle prime promozioni era tutto normale, e non nacquero subito invidie particolari. Ricordo poi che, arrivato a metà strada del mio percorso, le cose cominciarono a complicarsi, poiché a certi livelli sono molto diffusi favoritismi di ogni genere. Ma io sono felice del mio passato, perché non ho mai approfittato di unpiacere’ che poteva farmi la persona utile del momento, in cambio di chissà cosa, ma ho sempre lottato onestamente per diventare ciò che sono e di cui vado fiero.”

Daisuke sospirò, un po’ per riprendere fiato, un po’ per far intendere al giornalista che aveva di fronte di aver terminato di esporre quella risposta.

Prontamente, poi, arrivò la successiva domanda di Iori: “Quindi, è capace di riassumere in poche parole il segreto del Suo successo?”

Daisuke sorrise, e mentre accadeva si ritrovò a pensare che aveva sorriso in un modo come non faceva da tanti anni, un sorriso genuino: “La lealtà... qualcosa che ripaga sempre! Infatti, non avendo mai usato stratagemmi per arrivare al successo, non ho nulla do cui pentirmi... e questa è una cosa bellissima.”

“Ora vorrei soddisfare una delle curiosità che credo tormenterà la maggior parte dei lettori. Quand’è arrivato qui, come se l’è cavata con una lingua nuova, che è molto diversa dalla Sua?”

A quella domanda, poi, gli occhi di Daisuke parvero brillare, e non era stata solo un’impressione. Egli esclamò: “Oh, niente di più semplice! Io adoro l’inglese! A parte le materie economiche in cui avevo una buonissima media, era l’unica materia in cui eccellevo a scuola! Ora, chiedendomelo da adulto, credo anche non fosse un molto per eccellere sui miei compagni, tutt’altro! Io credo fortemente che il mio subconscio, già allora, avesse realizzando che, solo imparando una lingua internazionale come l’inglese, avrei potuto andarmene di casa, non mettendoci più piede. Con la forte passione che sviluppai per questa lingua e la cultura anglo-americana, più le basi scolastiche, non mi fu particolare difficile perfezionare la lingua, una volta giunto qui. Anche perché io credevo, e ne sono fermamente convinto tutt’ora, che tutte le imprese sono realizzabili, se si crede in esse fermamente.”

“Come mai ha deciso di lavorare proprio in questo settore?”

“Tutto parte dalla mia passione per l’economia che mi ha spinto verso la scelta di una scuola superiore specifica da frequentare a Tokyo. Poi, specializzandomi sempre più con il passare degli anni e dei corsi di studio in questo settore, ho acquisito le competenze basilari per poter entrare, tramite tanti concorsi che ho fatto, in una piccola azienda statunitense. Non è stato difficile trovare lavoro qui a Los Angeles, visto che ci abitavo già mentre frequentavo l’università.” Daisuke s’interruppe, sembrava riflettesse sulle proprie parole. Infatti, poco dopo disse: “Nel senso che, abitando già in questa città, avevo già una situazione familiare stabile per cercare un qualsiasi tipo di lavoro, senza troppo badare ai dettagli.”

Ancora non sapeva se era riuscito a spiegarsi come voleva, fatto stava che non aveva più altre parole per migliorare quel concetto, quindi desistette dall’intento, sperando di non venir frainteso.

“Una volta divenuto qualcuno, poi, s’è licenziato per mettersi in proprio. Come mai questa scelta?”

“Mia moglie, che ho conosciuto sul mio precedente posto di lavoro, parla perfettamente italiano, giapponese, francese, tedesco, spagnolo, arabo e cinese. (niente più? ndRory; Ho una moglie colta, io! ^^ Colta e poliglotta! NdDaisuke; Sei tu che mi hai creato così, autrice Rory! ^^ ndAndy Ehi, voi.. tornate nella storia >.< ndRory)

“Una volta giunto ai vertici, come hai conciliato il lavoro con la vita privata?”

“Non è stato molto difficile, considerato che mia moglie è dirigente a pari grado e a pari quote azionarie nell’impresa. A nostra figlia Richelle, poi, piace molto venire qui in azienda. È anche una ragazzina tranquilla e responsabile, quindi è facile tenerla qui senza che diventi irrequieta. Perciò, ecco da dove nasce la nostra inesistenza di conflitto lavoro-famiglia.

Daisuke s’interruppe, e Iori ne rimase spiacevolmente sorpreso. Sembrava quasi che il suo interlocutore non avesse piacere a parlare della propria vita privata: infatti, alle domande al di fuori della sfera personale, aveva dato risposte notevolmente più logorroiche.

Cercando di sorvolare su quel dettaglio (non voleva certo psicanalizzare la vita privata di Daisuke Motomiya o ficcanasarvi, anche perché, a dirla tutta, non gli interessava neppure) passò a porgli l’ultima domanda, molto similare a quella posta al calciatore Yagami. In quel momento, quando gli venne in mente l’affabile Taichi, gli riaffiorò anche la promessa fattagli, ma Iori si rispose che c’era tempo per pensare a quella... ora doveva parlare con Motomiya, il quale, s’accorse Iori mentre gli lanciò una rapida occhiata, stava aspettando l’ulteriore domanda.

“L’ultima domanda che ho da porgli, Dottor Motomiya (che bello Daisuke chiamato così *-* Mi rende felice! ndRory) riguarda i consigli che darebbe a chi vorrebbe seguire le sue orme. Ce n’è qualcuno in particolare?”

“Più che un consiglio, la mia è una linea-guida...!” Nuovamente, il giovane si fermò un attimo per riflettere: “Ok, è un consiglio!” riprese, esclamando ciò “E riguarda il comportamento da assumere con i propri superiori quando si entra in un qualsiasi circolo vizioso di rapporto subordinato. Per piacere ai propri superiori, occorre una buona dose d’umiltà, perché a nessuno piacciono le persone troppo presuntuose, e neppure quelle che non ascoltano mai i consigli. Nonostante ciò sia vero, però, ricordate sempre che il servilismo non serve a nulla e a nessuno, quindi... non perdete, né rinunciate mai alla vostra personalità! Chiaro, ragazzi?”

E fu con questa domanda retorica che si chiuse la quinta intervista di Iori Hida, che venne cordialmente salutato da Daisuke Motomiya, e che ovviamente ricambiò con tutta l’affabilità di cui era capace.

Il giovane giornalista sapeva di non dover far ritorno al proprio albergo: quella mattina stessa, infatti, aveva il volo per l’Italia, che gli avrebbe fatto perdere un intera giornata solo per il viaggio... l’avrebbe fatto presente al suo capo, quando sarebbe tornato, possibilmente vivo e integro, in Cina.

Sull’aereo, pensò che avrebbe fatto meglio ad addormentarsi, se sperava di essere in forma per la successiva intervista che gli spettava svolgere.

Non vedeva l’ora che quell’incarico giungesse alla propria conclusione, ma non poteva negare d’aver trovato simpatico Daisuke.

  
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