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Autore: ParanoidxX    26/05/2008    8 recensioni
Tratto dalla storia “Giù le mani da mia figlia”. Questa storia racconta di come Tom e Angelica si sono conosciuti e di come Jessica sia arrivata alla decisione di mentire a Tom e di sposarsi con Gianni. Una storia che racconta un po’ quello che hanno combinato durante i cinque anni in cui sono stati distanti e che racconta la vera natura di Angelica..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ed ecco come promesso la storia in cui racconto il periodo in cui Tom e Jessica sono stati lontani , come hanno conosciuto Angelica e Gianni e così via.. XD

Bhà.. non voglio dilungarmi!!

Buona lettura tesori!!! ^^

I cinque anni della mia vita





Era una calda mattina d’estate , il sole splendeva alto nel cielo limpido.

I due piccoli gemelli stavano giocando in giardino con il loro cagnolino Scotty a guardia e ladri.

Tom afferrò il fratellino per il polso e lo fece cadere “Ti ho preso brutto ladruncolo!” esclamò ridendo contagiando anche il moro.

“Questo lo dici tu!” Bill cercò di alzarsi da terra e iniziò a fare il solletico al fratello il quale allentò la presa e lo lasciò libero di correre.

Quando si riprese guardò il cagnolino e poi puntò il dito contro Bill “Scotty prendi quel criminale!”

Come se avesse capito l’animale scodinzolò e iniziò a correre veloce verso il bambino abbaiando.

Tom sorrise e iniziò a correre anche lui.

Questo momento di gioia era osservato attentamente da una loro coetanea di cinque anni , in piedi davanti al cancello nero che recintava la casa.

Il più grande dei Kaulitz la guardò di sfuggita e incuriosito smise di correre per avvicinarsi.

“Ciao..” disse il bambino sorridendo.

“Ciao..” rispose la piccola.

“Come ti chiami?”

“Jessica..”

“Io mi chiamo Tom.. lui è Bill..” indicò il gemello che lo aveva raggiunto.

“Vuoi giocare con noi?” domandò il moro aprendo di poco il cancello.

“Si… però non so giocare a guardia e ladri..”

“Ti insegno io..” il biondino le prese la mano e dolcemente la fece oltrepassare il cancello e entrare in giardino dove Scotty iniziò a fare le feste.

“Che bello!” esclamò la piccola Jessica.

Poi il cagnolino le saltò addosso e iniziò a leccarle tutta la faccia.

Coraggiosamente Tom lo prese per il collare e lo allontanò “Scotty! Stai buono!”

“Avete per caso visto Rex?” chiese la biondina ancora a terra.

“Chi è Rex?” Bill si inginocchiò alla sua altezza.

“Il mio ragno..” sorrise divertita.

“Il tuo ragno?” domandò incuriosito il biondo.

“Si.. è un ragno nero e tanto grande!”

“Io ho paura dei ragni..”

“Tu hai paura di tutto Bill!”

“Non è vero!”

“Si invece!”

“No”

“Si!”

“Perché siete identici?” domandò la bambina interrompendo il litigio.

I due fratelli si guardarono interdetti. Perché erano identici?

“Sembrate due gocce d’acqua..” continuò lei.

“Perché siamo gemelli!” esclamò Tom sorridendo.

“Ah.. e che vuol dire?”

“Non lo so..” il bambino si sedette a terra a gambe incrociate mentre Bill stringeva le ginocchia al petto con un braccio.

Tra i tre amici cadde un silenzio quasi assordante.

Non era imbarazzo era semplice complicità. Quella complicità che hanno i bambini senza peli sulla lingua. Quella complicità che riesce a renderli in un batter d’occhio amici.

“Tu non hai una gemella?” Bill spezzò il silenzio.

“No.. però ha detto il mio papà che la mia mamma aspetta due gemelli!”

“Nella pancia?” domandò Tom indicandosi alzandosi la maglietta e lasciando vedere l’ombelico.

“Si.. anche se non so come fanno a stare nella pancia della mia mamma..”

“Non hai chiesto al tuo papà?”

“Non me lo vuole dire…”

“Jessica!” si udì una dura voce maschile proveniente dalla strada.

“è papà.. io devo andare..” la bionda si alzò da terra e correndo uscì dal giardino.

Tom la guardò prendere per mano quello che doveva essere il padre.

L’uomo la prese in braccio e poi la fece salire sulle spalle incamminandosi verso casa.

Poi posò lo sguardo sul fratello “Bill.. era forse un angelo?”

“Forse..” rispose il moretto alzandosi da terra e riprendendo a giocare con Scotty.

Il mio angelo.. pensò il biondo sorridendo.

♥ ♥ ♥ ♥



Si svegliò di scatto e cadde per terra lanciando un urlo strozzato.

Aveva battuto forte la testa e forse si era slogato una caviglia ma riuscì ugualmente ad alzarsi e ad andare alla finestra per osservare la luna piena.

Aveva sognato il primo incontro con Jessica , con quella ragazza che adesso stava soffrendo per causa sua.

Lei in ospedale e lui in un albergo a Roma.

Aprì la finestra e si affacciò poggiando i gomiti sul davanzale e sorreggendosi la testa con le mani chiuse in due pungi.

Sospirò e altri ricordi cominciarono a farsi vivi nella sua mente.

Erano come un dolce eco spaventoso.

Quella luna , quell’aria leggermente frizzante e il sei Luglio. Tutto era come la sera del loro primo bacio. Tutto era come la sera della loro prima volta.

Perché quando si ubriacarono e finirono al letto era la seconda volta che succedeva.

La loro prima esperienza accadde intorno ai quattordici anni , Tom non era ancora molto esperto in materia ma sapeva cavarsela.

Chiuse gli occhi , sospirò e lasciò che i ricordi riaffiorassero dolorosamente.

♥ ♥ ♥ ♥



Erano in camera sua , Bill e Simone era ancora a casa di Ben.

Jessica aveva in mano la chitarra classica che cercava di suonare. Era seduta sul letto accanto a Tom che era disteso a pancia in su.

Quando la ragazza stonò una nota e il rasta corse subito ai ripari.

“Devi fare così..” disse posando le mani sulle sue e guidandola per tutto il ritornello.

“Grazie Tom..” sorrise lei entusiasta.

Preso da una voglia matta il chitarrista le bloccò le mani e le baciò avidamente il collo

Lei smise di suonare invasa dal piacere e lasciò che lui le prendesse di mano la chitarra posandola a terra.

♥ ♥ ♥ ♥



Si sfiorò con l’indice le labbra : aveva ancora il sapore del suo lucidalabbra alla ciliegia.

Chiuse gli occhi e per poco una lacrima non gli rigò il viso.

Si vestì con la prima maglietta e i primi jeans che trovò a portata di mano , il cappellino neanche lo abbinò con il colore della maglia , mise le scarpe da ginnastica , il cellulare in tasca ed uscì dalla suite.

Anche se erano le tre di notte il bar dell’hotel era aperto così decise di scendere nella hall per prendersi una birra.

Si sedette ad una di quelle alte sedie , fece la sua ordinazione e poggiò la testa sul bancone.

Non era mai stato male per una ragazza.

Però quel dolore era stranamente piacevole. Forse era pazzo ma lui voleva soffrire.

“Amh.. scusa..” una voce morbida e delicata gli fece alzare di scatto la testa.

Si trovò davanti una ragazza snella , con i capelli ricci e occhi grigi.

“Scusa.. io non sono una tua fan ma.. potresti farmi un autografo?” chiese timida porgendogli una carta ed una penna.

Perplesso Tom prese in mano la penna e fece l’autografo chiesto “Se non sei una fan.. come mai vuoi un mio autografo?”

“è per mio fratello.. tu sei il suo mito..” rispose la ragazza sorridendo.

Cazzo sei carina.. ma adesso non mi va di fare sesso sbuffò e roteò gli occhi.

“Ho detto qualcosa che non va?” la bruna iniziò a preoccuparsi.

“No No..” rispose il biondo “Come ti chiami?” sorrise.

“Angelica.. e sono italiana..”

“Parli bene il tedesco..”

“Si.. faccio il liceo linguistico..” fece l’occhiolino.

Tom sorrise “Quanti anni hai?”

“Diciassette..” rispose fiera.

“Sei piccolina per stare in piedi a quest’ora..” ghignò.

“Se è per questo anche tu sei piccolo..” sorrise sedendosi accanto a lui.

“No..io ho diciotto anni.. sono grande” disse arrogante.

“Io ne devo fare diciotto.. quindi sono grande anche io..”

Lui rise divertito “Ti offro una birra?”

“Umh..andata”

Il cameriere portò le due bottiglie e Tom iniziò a bere con avidità.

Angelica lo guardò e soffocò una risata.

“è vero quel che si dice..” disse ancora con un sorriso sulle labbra versando la birra in un bicchiere di vetro.

“Umh?” il rasta smise di bere e la guardò.

“Niente.. lascia stare..” rispose e si portò il bicchiere alla bocca.

Il biondo si strinse nelle spalle e continuò a bere la sua birra , chiudendo gli occhi e lasciando che l’immagine di Jessica si facesse viva nella sua mente e ricominciasse a torturarlo.

  
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