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Autore: Fidia    26/05/2008    1 recensioni
Cosa succederebbe se Luna, ormai quasi trentenne, ricevesse una lettera anonima nella quale un mittente misterioso la invita a recarsi a Manchester? Come reagirebbe se diventasse la pedina inconsapevole di un piano efferato?
Centinaia di engimi si accavallano, dando vita ad un intreccio astruso. Omicidi, amori, ritrovamenti, segreti svelati, strani oggetti preziosi, realtà che si ribaltano.
Per Luna, i Ricciocorni Schiattosi non esistono più. Ben presto l'eterna sognatrice si troverà costretta ad aprire gli occhi sul mondo, ad abbandonare la sua connaturata ingenuità e a guardarsi intorno con ragionevolezza.
La mia prima Fan Fiction, spero che vi piaccia... Accetto tutti i tipi di commenti, naturalmente!
-Un omaggio alla regina del giallo, Agatha Christie...
Genere: Malinconico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie, water. Comunque non avevo mai detto che la donna dell'aereo era Jane, anche se mi piace sviarvi, quindi ho adattato la descrizione a quella della proprietaria dell'High Magic Hotel. Questo è il penultimo capitolo della storia. Al 70 % vi deluderà, ne sono consapevole. Ma volevo che la storia finisse così. Mi dispiace molto, vi assicuro che tenterò di fare meglio nella Fan Fiction successiva. Personalmente, credo che avrei apprezzato un finale del genere, ma solo perché adoro Agatha Christie, e un'assurdità simile è nel suo stile.
Vi lascio al nuovo chap, con una raccomandazione: leggete ogni parola con moltissima concentrazione, altrimenti vi perdete e non capite più nulla. Mi scuso previamente se la fine non vi piacerà. Ma la follia di uno scrittore non si può frenare, e dovevo finirla così. Bye




CAPITOLO XVII
Il terzo teste


La giornata volgeva lentamente al suo declino, e sui pendii del Chubut riluceva il pallido riflesso di un sole malato, inghiottito da un nembo cupo. Nugoli di farfalle e frotte di uccelli tetri svolazzavano in un’atmosfera infausta sulla stazione di Cormon Village, laddove barlumi artificiali e lanterne scintillanti illuminavano le selve favolose.
I binari arrugginiti e corrosi dal tempo si insinuavano in grotte e gallerie, prima di affiorare nella luce della fermata. La grande sala d’aspetto, completamente vuota, aveva vetrate larghe, bislunghe, opache ed offuscate dalla pioggia fresca. In un clima pigro e apatico spiccavano le pareti color albicocca, che colpite da alcuni bagliori serali si miscelavano in un concentrato di tinte slavate.
Il taxi Babbano costeggiò un’ampia radura e arrestò la sua lunga marcia nel parcheggio di una bottega di artigiani maghi. Luna pagò il compenso e scese dall’auto, chiudendosi la portiera alle spalle. Il taxi ripartì, e lei rimase sola, nella quiete della brughiera, tra le ericacee violette e l’erba profumata. La pioggia le correva sul viso, ma Luna sembrava non curarsene. Il ticchettio petulante dell’acqua che si abbatteva sul bandone d’amianto della stazione risuonava malinconico nell’aria fresca. La ragazza avanzò titubante fino all’entrata della sala d’aspetto. Qualcuno attendeva il suo arrivo. L’autrice della terza missiva. L’identità misteriosa.
Avrebbe dovuto fidarsi, o forse tornare indietro? Era troppo tardi, ormai, per compiere una scelta simile. Luna guardò dinnanzi a sé, sicura che a pochi metri avrebbe trovato la verità. E poi, si spinse oltre l’uscio. Lì, seduta comodamente su una panca biancastra se ne stava Skali, la donna dai capelli blu.
Luna scosse la testa. Non riusciva a capire. << Lei? >>
<< Io >> disse Skali. << Sei meravigliata, Luly, di vedermi qui stasera? >>
Luna scosse la testa. << No, credo di aver perso la facoltà di meravigliarmi, negli ultimi mesi. Lei è… la donna dell’High Magic Hotel, giusto? >>
Skali annuì. << Ma questa non è la mia vera identità, Luly. Ti prego di trattarmi con più confidenza. Non esitare a darmi del tu. Presto capirai chi sono… >>
Trasse dalla borsa un orologio. << L’ora è quasi compiuta. Gli effetti della Polisucco svaniranno. Adesso assisterai ad un cambiamento che potrebbe spiazzarti. >>
Luna sedette e attese. Il volto di Skali divenne malleabile come cera bollente e con estrema lentezza cambiò forma. Al posto suo si trovava adesso una donna grassa, la stessa che la polizia aveva fermato quando era giunta in Patagonia, la stessa che aveva rubato i documenti alla Centrale di Manchester, la stessa di cui aveva parlato la radio magica.
Un moto di stupore investì Luna, che si trovò a spalancare la bocca. << Io ti ho già visto. Ti ho già visto da qualche parte… Sei troppo familiare. Chi sei, chi sei? >>
Era come caduta in trance. La donna accanto a lei sollevò lo sguardo e disse: << E’ passato tanto tempo. Ma tu… non mi riconosci ancora? Sono tua madre, Luly: Emily Nadia Lovegood. >>

* * *

Il commissario Mercury lanciò uno sguardo a Elvira Follin, che sedeva dinnanzi a lui alla Centrale.
<< …ossessionata dai cadaveri >> stava dicendo la donna. << Ma vi assicuro che io non sapevo nulla del Ragno Nero, degli omicidi e di tutto il resto. Quando ero piccola mi diagnosticarono una tremenda malattia senza cura. Morbosa come il vampirismo, fu definita “cadaverìa” dai medici che studiarono il mio caso. Io provo un’attrazione patologica verso i cadaveri. Amo la gente morta, mio malgrado, e mi piace il sangue. >>
<< Ha mai ucciso qualcuno, signora Follin? >>
<< Non l’avrei mai fatto. >> disse Elvira. << Nella mia natura è presente un elemento contrastante, che è un forte senso di carità cristiana. Sembrerà assurdo, ma provo repulsione verso l’atto dell’omicidio. Anche se la rabbia, talvolta, mi ha portato a gesti sconsiderati. Trasportata dalla cecità del momento, per dirne una, ho provato a far fuori Marcus Wilson, all’High Magic Hotel >>
Il commissario annuì. << Continui… >>
<< I rapporti tra me e Anthony si erano guastati già da tempo. Fingevamo di amarci ma ci trovavamo ad essere progressivamente più ipocriti. E alla fine, Wilson mi mise nel sacco, nel senso che mi conquistò. Tradii mio marito con lui. E’ un uomo affascinante, Wilson. Tremendamente affascinante. >>
<< Anthony Follin non aveva sospetti, a proposito di questo tradimento? >>
<< Sì. >> disse Elvira. << Ma non credo che gliene importasse. Negli ultimi tempi lo vedevo sempre più freddo. Il Ragno Nero gli aveva dato alla testa. >>
<< E’ stato Anthony Follin a uccidere Scott ed Hamilton, signora Follin? >>
<< Ne dubito >> fu la risposta. << Il giorno dell’omicidio di Scott ho trascorso con mio marito l’intera giornata. Ad un certo punto mi ha detto che voleva una vacanza. In un batter d’occhio ci siamo stabiliti all’High Magic Hotel, ma allora non capivo la motivazione di una scelta tanto affrettata. >>
<< Crede che suo marito volesse incontrare altri membri del Ragno? Per questo ha deciso di soggiornare a Randywick? >>
<< E’ probabile. Ma mi creda, non è stato lui a uccidere Scott ed Hamilton. >>
<< Ha dei sospetti, signora? >>
La donna abbassò gli occhi. << Ho sentito la storia della sigla “J.W.”. E Walter Jefferson, uno dei gemelli, ha stranamente queste iniziali… >>
Mercury rispose: << Abbiamo indagato sui Jefferson, e non sembrano soggetti particolarmente strani. >>
<< Ma c’è un’altra possibilità >> disse Elvira.
Il commissario Mercury si mostrò molto interessato. << Dica… >>
<< Beh… Non è probabile che nell’albergo ci fosse un ospite in più? Qualche persona nascosta, che le indagini non hanno considerato? >>
<< Intende dire che, forse, qualcuno poteva essersi nascosto nell’albergo e, senza essere visto, aver tentato di impossessarsi dell’uovo di Idra? >>
<< Già >> disse Elvira.
<< Non mi convince molto. >>
Un gufò entrò dalla finestra aperta, muovendo la coda, e lasciò cadere un pacco sulla scrivania del commissariato. Mercury sgranò gli occhi. Elvira guardò estasiata.
L’involto venne aperto. Conteneva una lettera. Il commissario lesse a voce bassa:

Il mio nome è Peter Brent. Sono un appassionato di scienze, originario della Scozia. Ormai sono molto anziano, ma ho collaborato per anni con mister Scott ed Emily Lovegood. Perdonate il ritardo con cui vi faccio pervenire questo documento. Ho saputo che Scott è morto solo questa mattina. Si dà il caso che egli mi avesse affidato, anni fa, un testamento, che avrei dovuto custodire fino alla sua morte e cedere poi alla polizia. Ebbene, eccolo. Sono uno dei testimoni, perciò ne conosco il contenuto. Spero d’esservi stato utile!

Il commissario lesse il documento allegato.

Io, Prescott Eric Scott, in presenza di tre testimoni, dichiaro che, dopo la mia morte, diciottomila galeoni del mio patrimonio andranno a Luna Lovegood, figlia di Emily Lovegood, mentre i restanti duemila al mio fidato assistente Jonathan Hamilton.

Il commissario lesse la firma dei tre testimoni e sbarrò gli occhi. << E’ possibile che…? Ma certo! Oh, dio mio, diciottomila galeoni è una cifra enorme! E il Ragno Nero… >>
Scosse la testa.
<< Cosa succede? >> disse Elvira.
<< Non è niente. Credo solo di aver trovato la chiave del mistero >>

* * *

Emily Lovegood abbracciò la figlia, mentre il temporale ancora imperversava fuori dalle mura. Il rumore delle chiome ondeggianti si spandeva mesto per il circondario, giungendo alle orecchie delle due donne.
<< Mamma >> balbettò Luna tra le lacrime. << Tu… >>
Emily Lovegood piangeva, adesso. Nei suoi occhi splendeva il riverbero di una gioia ritrovata. Si scostò da Luna, poi, schiaritasi la voce, prese a parlare.
<< Ti racconterò la mia storia, bambina mia. Ma adesso siediti, e resta in ascolto…
“Quella della mia morte fu una notizia falsa che io e tuo padre ritenemmo saggio divulgare quando scoprimmo che il Ragno Nero cercava di incastrarmi. In quel periodo la mia vita era a repentaglio, perché l’associazione criminale se ne stava in agguato, pronta ad uccidermi pur di ottenere da me delle informazioni segrete, che naturalmente non avrei mai ceduto. Io e Prescott studiavamo l’uovo di Idra, ossia la Luna di Vetro. Il Ragno Nero, che perpetra anche oggi piani terribili contro i Magichimici, intendeva impossessarsi dell’uovo e di alcuni documenti da noi redatti. Xenophilius aveva paura. Ma io dovevo continuare a lavorare. Io e tuo padre decidemmo di comune accordo di inscenare un piano per mettere in salvo me e i progetti di cui io e Scott ci stavamo occupando. Progetti davvero rivoluzionari, mia cara Luly. Così, costruito un fantoccio magico che avesse le mie sembianze, lo facemmo esplodere dinnanzi ad un calderone di gas tossici. Il fantoccio si disintegrò, e restarono nel mio laboratorio tracce di una morte repentina e improvvisa. Tutto portava a pensare che fossi morta. La stampa si occupò immediatamente del fatto, com’era prevedibile. Tutti scrissero che Emily Lovegood era deceduta in seguito ad un incidente. Questa falsa storia giunse anche alle orecchie del Ragno Nero, e l’agguato che i delinquenti stavano preparando per me cadde nel dimenticatoio. Un vero miracolo!
“Dopo la mia falsa morte, il tuo vecchio padre si mise il cuore in pace. Aveva la certezza che non mi sarebbe accaduto nulla di pericoloso ora, e per di più, dal canto mio, avevo trovato il modo di lavorare in assoluta tranquillità. Ritenemmo saggio non dirti nulla, per paura che tu potessi parlare. Eri una gran chiacchierona, Luly. E avevi la testa fra le nuvole. Se ti fosse scappata una parola di troppo, la messinscena che io e tuo padre avevamo ideato sarebbe stata scoperta.
“Mi rintanai in casa di Scott e lì lavorai incessantemente, all’insaputa del Ragno Nero. Mi credevano morta, e potevo agire indisturbata.
“Xeno veniva a trovarmi di tanto in tanto. Stavamo assieme alcune ore, e poi continuavo a lavorare con Prescott. Il Ragno Nero non si era arreso. L’attenzione era stata spostata sul mio collega. Il povero Scott fu più volte minacciato, ma non volle mai cedere la Luna di Vetro. Il tempo passò. E Prescott divenne vecchio. Così come me. A cinquant’anni, dovetti abbandonare il lavoro per il troppo stress, ed Hamilton fu assunto al mio posto. Era un giovane intelligente, verso cui Scott aveva grandi pretese. Naturalmente anche Hamilton credeva che io fossi morta. Beh, fu meglio non dirgli niente. Il Ragno Nero doveva continuare ad ignorare il fatto, affinché io rimanessi viva.
“Dopo che mi misi in congedo, gli studi sulla Luna di Vetro si arenarono. Portai l’uovo di Idra a casa nostra, e Xeno lo mise sotto custodia. Avevamo una cassaforte magica quasi impossibile da aprire. Acquistai una casetta abbandonata in Irlanda e vi abitai da sola. Xeno preferì rimanere a casa con te. L’uovo di Idra era momentaneamente al sicuro. Passarono gli anni. Io e Prescott ritenemmo opportuno riprendere gli studi della Luna di Vetro. Intanto il Ragno Nero era venuto a sapere che Xeno teneva l’uovo di Idra sotto custodia. Ebbene sì, Luly. Qualcuno aveva parlato.
“Tuo padre ebbe paura e affidò l’uovo ancora a Scott. Il Ragno Nero fece irruzione in casa nostra e tuo padre fu ucciso, Luly, perché disse che non aveva più l’uovo di Idra sotto custodia. Non gli credettero, ma era vero, perché la Luna era passata in mano a Scott.
“In seguito alla morte di tuo padre, ebbi per qualche tempo l’intenzione di farmi vedere. Non mi conoscevi ancora, e ciò mi faceva male. Ma non volevo che la mia falsa morte venisse scoperta. Perdonami, Luly, se non ti fui accanto. Quando seppi che Xeno era morto, andai fuori di testa. Fui ricoverata al San Mungo, sotto il nome di Skali. Dissi di venire dall’Albania. Bevevo la Polisucco ogni ora. Il mio esaurimento nervoso non venne curato. Prescott lavorò con Hamilton per anni. Io rimasi in ospedale.
“Quando Scott divenne anziano, capì che doveva rivelarti che io ero ancora in vita, Luly. Io non potevo dirtelo, perché ero ancora fuori di testa, al San Mungo.
“Scott si era affezionato a te, sai… Ti aveva visto da piccola e gli sembravi una ragazzina adorabile. Così ti inviò la lettera. Quella che ricevesti a Londra. E tu partisti con Terence Lymstock, per vedere cosa egli aveva da dirti. Ma Prescott fu ucciso prima del tempo. >>
Luna corrugò la fronte. << Sei guarita dall’esaurimento? >>
<< Per fortuna sì. >> rispose Emily. << Ho sopportato una lunga magiterapia che mi ha stremato. Sembro dieci anni più vecchia di quanto sia realmente. >>
<< Ma allora… tu sai o no chi ha ucciso Scott? >>
<< Innanzitutto, >> rispose Emily, << ho da farti una rivelazione che potrebbe shockarti. >>
<< Dimmi pure. >>
<< Terence Lymstock si chiama Jack Wander, ed è un criminale. >>
Luna prese ad ansimare. << Che stai dicendo? >>
<< Sì, il tuo amico fa parte del Ragno Nero. Fu lui ad uccidere materialmente Xeno. E anche Hamilton. Jack Wander è un assassino >>
La scoperta era stata un colpo pesante per la povera Luna. Da un lato non riusciva a crederci. Ma dall’altro era come se l’avesse sempre saputo.
<< Ed è stato lui ad uccidere Scott, dunque? >>
<< No >> disse Emily. << Non è stata la stessa persona a uccidere Scott ed Hamilton. Questo è ciò che pensava la polizia. Beh, si sbagliava.
“Dopo la morte di Scott, fui dimessa dal San Mungo. Ero in parte rinsavita. Decisi di trovarti e di dirti che ero viva. Seppi che tu avevi affittato una camera all’High Magic Hotel e ti seguii. Eri lì con Hamilton. Poi venne anche Terence, ossia Jack Wander (penso che adesso tu capisca la derivazione della sigla “J.W.”). Era scappato agli Auror dopo l’assassinio di Scott. Doveva incontrarsi con Anthony Follin, altro membro del Ragno Nero. In cuor mio, credevo che fosse stato lui, Jack, a uccidere Scott. E volevo proteggerti, perché avevo tanta paura. Mi spacciai ancora per Skali, la donna dai capelli blu. E vi tenni d’occhio.
“La sera dell’arrivo di Jack Wander, in me crebbe un sentimento di puro terrore. Mi sono permessa di rubare alla Centrale di Manchester i resoconti di quello che accadde ad ognuno di voi nell’High Magic Hotel. Tu, Luna, mentre eri in camera con Hamilton, udisti una frase: ‘L’UNICA COSA CHE SAI FARE E’ CRITICARE, MALEDETTO JACK? HO SCOPERTO CHE CE L’HA LEI, CHE E’ A POCHI METRI DA NOI, E NON E’ STATO FACILE!’. Ad urlarla fu proprio Anthony Follin. Jack Wander doveva averlo rimproverato e Follin si era infastidito. Aveva scoperto che tu avevi la Luna di Vetro e voleva una ricompensa. In effetti, Luly, Jack Wander non poteva sapere che l’uovo di Idra era nelle tue mani. Infatti tu avevi trovato la Luna di Vetro dopo che Jack era stato preso dagli Auror. Ma glielo disse Follin, che probabilmente ti aveva visto mentre la mostravi a Wilson. Comunque sia, il grido di Follin lo sentii anche io, e mi aprì gli occhi.
“Adesso sapevo che Jack e Anthony Follin erano del Ragno e intendevano impossessarsi della Luna. Come impedirglielo?
“Fu Jack Wander a creare la Cupola attorno all’High Magic Hotel. In questo modo ci aveva incastrati. Poteva liberamente rubarti la Luna e poi fuggire via senza lasciare traccia. Già, questo era il suo intento, Luly. Voleva imprigionarti. Ma non ucciderti.
“Jonathan Hamilton, grazie alla sua perspicacia, comprese tutto la sera del suo omicidio. Qualcosa non andava. Terence Lymstock era un ragazzo davvero strano.
“Hamilton stava per divulgare la notizia che Jack Wander era un assassino e che stava tentando di fabbricare la Cupola. Ne sono certa. Per questo motivo Jack lo fece fuori. Disse a te e alla polizia che quella sera non aveva visto nessun cadavere nel corridoio. E inscenò la notizia del corpo occultato e ricomparso per complicare le cose e renderle verosimili. Gli credettero tutti, stolidamente. Jack Wander stava per farla franca. E non mi andava. Senza contare che l’omicidio a sangue freddo di Hamilton mi aveva disgustata e spaventata. E temevo per te ogni giorno di più.
“Richiamo la tua attenzione, Luly!
“Ricordi ancora la sera in cui l’uovo di Idra scomparve, e non riuscisti più a trovarlo in camera? Ho letto le tue spiegazioni nei documenti della Centrale di Manchester. Jack era venuto in camera tua per proporti di scendere al piano inferiore. Tu ti era cambiata. Frattanto lui aveva rubato la Luna di Vetro e l’aveva intascata.
“La Luna era così scomparsa. E io intuii subito che ce l’aveva Jack Wander. Così, quella stessa notte, decisi di aggredirlo. Avevo portato con me un liquido corrosivo che usavo quando lavoravo con Scott. Lo spruzzai sugli arti di Jack Wander e gli sottrassi la Luna di Vetro. Poi fuggii… >>
<< Sei stata tu? >> disse Luna, che non riusciva a raccapezzarsi. << Tu hai aggredito Terence? >>
<< Sì >> disse Emily Lovegood. << E non è stato facile. >>
<< Ma come speravi di liberarci, se avevi l’uovo di Idra? Terence non avrebbe mai spezzato l’incanto della Cupola finché non avrebbe avuto in mano la Luna di Vetro >>
<< Sperai e pregai che avvenisse un miracolo, Luly. >> rispose Emily. << Jack Wander sparse la voce che ad aggredirlo era stato un membro del Ragno Nero. Niente di più falso. Ti sarai chiesta come mai Terence non avesse visto il volto del suo aggressore ma avesse notato la sigla che portava sul petto, no? Beh, era troppo assurdo per essere vero. Non poteva aver notato i dettagli e non le cose più importanti. In ogni caso, stavo dicendo, presi l’uovo di Idra.
“Jack ed Anthony Follin compresero che io, Skali, avevo la Luna di Vetro. Forse non capirono subito che ero Emily Lovegood. Mi imprigionarono negli scantinati dell’High Magic Hotel. Non avendo più la Polisucco, ridivenni Emily. Allora Jack e Anthony capirono.
“Rimasi negli scantinati dell’albergo per giorni, senza mangiare. Mi torturarono. Sotto Cruciatus, urlavo. Ma in fondo sapevo che non mi avrebbero mai uccisa. Avevo nascosto la Luna di Vetro e soltanto io sapevo dov’era. Se fossi morta, il Ragno Nero avrebbe perso le speranze di trovarla. Non rivelai mai dove si trovava l’uovo di Idra.
“Poi ci fu la liberazione. La Cupola fu abbattuta dalla polizia, dopo che Rolf Scamandro ne aveva scoperto l’esistenza. Ripresi la Luna di Vetro e scappai, nascondendomi a Londra. >>
<< E veniamo a oggi >> disse Luna. << Quindi Jack Wander non ha ancora la Luna di Vetro. E sta venendo qui. L’uovo di Idra… ce l’hai tu? >>
Emily glielo mostrò. << L’ho conservato con cura da quando sono riuscita a fuggire dall’High Magic Hotel, Luly >>
<< Come hai saputo che ero partita in Patagonia? >>
<< Ho seguito le tue tracce. Finalmente ci siamo incontrate, Luly. Attendevo da anni questo momento! >>
<< Non mi hai ancora detto >> riprese Luna << chi ha ucciso Scott. Se non è stato Jack Wander, colpevole più plausibile, di chi si tratta? >>
Emily chinò la testa. << Tu sei l’erede di immense ricchezze, mia cara Luna. Scott ha lasciato gran parte dei suoi averi a te… >>
Luna sbarrò gli occhi. << A me? >>
<< Sì >> disse Emily. << A te, l’unica persona giovane in cui riponesse completa fiducia. La casa di Scott è ora tua. >>
I corvi gracchiarono dopo il fausto annuncio. Ma Luna era un po’ spaventata all’idea di abitare in quella grande casa sul poggio di Manchester. Sollevava in lei dei ricordi cattivi. Non aveva mai pensato che Scott avrebbe potuto cederle parte del suo patrimonio.
Sua madre continuò: << Scott espose le sue volontà in un lascito. I testimoni che avrebbero dovuto firmarlo erano tre: io, lo scienziato Peter Brent e una terza persona. Una terza persona che, tempo dopo, uccise Scott. >>
<< Fu il terzo teste ad assassinarlo? E’ assurdo. Ma per quale motivo? >>
<< Avendo letto e approvato il testamento, anche il terzo testimone sapeva che tu avresti ricevuto i soldi di Scott, e voleva approfittarne >> spiegò Emily.
<< Approfittarne? >> ripeté Luna, accigliata. << Non capisco. >>
<< Figurati la scena: il terzo teste, avido di denaro, legge il testamento di Scott prima di firmarlo e scopre che Luna Lovegood è legittima erede del ricco Magichimico. Allora pensa di attuare un piano: gli basterà uccidere Scott, sposare te, Luly, con l’intento di assassinarti successivamente. E’ tutto così semplice.
“Dopo la morte di Luna Lovegood, lui, il terzo teste, l’omicida di Scott, il traditore, otterrà tutti i beni della moglie, i tuoi beni, mia cara Luly. >>
<< Non riesco a collegare >> disse Luna. << Di chi parli? >>
<< Naturalista, collega di Scott e Peter Brent. Possibile che non lo intuisca ancora? Parlo di Rolf Scamandro. >>
Calò un silenzio tragico sulla stazione di Cormon.





  
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