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Autore: ellen98    05/01/2014    2 recensioni
[…]«E comunque credo che sia una buona idea quella di venire a scuola in ciabatte. Sono più comode, calde e confortevoli. La gente dovrebbe prendere esempio.»
Charlotte lo fulminò con lo sguardo capendo che si stava prendendo gioco di lei, ma stranamente la cosa non la infastidiva. Piuttosto voleva stare al gioco. «Allora ti sfido. Domani vieni in pantofole.»
**
La vita può essere vissuta in tanti modi.
Zayn amava ascoltare i Placebo sdraiato sul prato in una giornata di sole, magari in compagnia di un amico.
Charlotte sognava ad occhi aperti seduta sulla finestra in balia della pioggia. Leggeva Jane Austen vivendo nella convinzione che l’orgoglio venisse prima di tutto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marlboro rosse.
 
Marlboro rosse: un tipo forte, deciso. Il fumatore di classe che sa scegliere la qualità dei migliori tabacchi del mondo.
 
 
 
 
 
Charlotte fissava il foglio bianco da più di un’ora e mezza senza sapere cosa scrivere. Il colore candido e immacolato della carta era ormai diventato un perfetto sfondo per i suoi sogni ad occhi aperti.
Doveva consegnare la ricerca sull’assetto politico dell’Europa nel primo Settecento entro la terza ora dell’indomani ma, con tutte le buone intensioni, era come se il suo cervello si rifiutasse di ragionare.
«Oh, fanculo.» sbuffò chiudendo il libro e facendo scivolare rumorosamente la sedia sul pavimento sporco della biblioteca.
Dopo aver rimesso il volume al suo posto uscì dal grande edificio bianco di epoca rinascimentale e si avviò a passo svelto verso il parco vicino casa.
Le foglie ormai gialle dei faggi creavano zone d’ombra molto pittoresche che si alternavano a raggi di sole sulla ghiaia bianca.
La panchina lievemente umida, scricchiolò sotto il peso della ragazza quando ci si sedette poggiando la borsa in pelle al suo fianco e estrasse da essa il romanzo che aveva iniziato il giorno prima.
Fallen, libro davvero suggestivo e con una trama del tutto insolita. L’aveva comprato con Melanie appena due giorni prima, e lo aveva aggiunto alla sua vasta collezione di volumi. Si accese una Winston tenendola fin troppo a lungo tra le labbra ormai totalmente presa dall’affascinante lettura.
 
Zayn passeggiava sovrappensiero con la musica alle orecchie, il sole sulla pelle e il leggero crepitio delle foglie secche che calpestava ad ogni passo.
Ormai erano diverse settimane che non andava in quel parco per colpa del maltempo, ma la splendida giornata di sole quel giorno gli aveva permesso di uscire di casa.
Muovendo appena le labbra sulle parole della canzone, cominciò a calciare qualche sassolino che rotolando finiva nel piccolo pendio che terminava in un argenteo laghetto dove il moro posò lo sguardo notando i bambini che, con un’espressione estasiata, davano da mangiare alle papere.
La tranquillità di quel posto era pari a quella nella sua mente. Forse per quello lì si sentiva così a suo agio.
La playlist terminò e solo allora Zayn si rese conto che stava vagando senza meta da più di un’ora. Decise che prima di tornare a casa si sarebbe fumato una sigaretta godendosi la calma di quel luogo che tanto amava.
Cercò l’accendino nelle tasche senza però trovarlo.
Si accigliò quando il bisogno della nicotina si fece più forte e il sapore delle sue Marlboro rosse gli invase la mente. Vide una ragazza apparentemente bella e leggiadra su una panchina poco più in là, intenta a leggere un libro con una sigaretta in mano. Avrebbe chiesto a lei.
 
«Hai da accendere?» Charlotte alzò lo sguardo dal libro per la prima volta nell’arco di mezzora e si chiese chi fosse lo stronzo che veniva a romperle le palle.
«Come scusa?» chiese trovandosi davanti un ragazzo dall’aria distinta e ordinata che la guardava quasi con aria supplichevole.
«Se hai un accendino da prestarmi.» ripeté rimanendo in piedi di fronte a lei. «Per favore.» concluse da vero gentiluomo.
Charlotte lo guardò alzando un sopracciglio. Tutta quella gentilezza forzata le fece rivoltare lo stomaco. «Certo.» soffiò annoiata prendendo l’accendino dalla tasca e porgendolo al ragazzo.
Il moro, con la sigaretta tra le labbra, fece scorrere il pollice sulla rotella ottenendo solo una scintilla. Riprovò subito dopo sotto lo sguardo irritato della ragazza, senza però riuscirci. Zayn pensò che quel giorno fosse proprio destino che non dovesse fumare.
«Dà qua.» Charlotte allungò la mano verso il ragazzo – che quasi le faceva pena – per farsi ridare l’accendino. Buttò il mozzicone che teneva tra il medio e l’indice, prese una Winston dal pacchetto e se la mise tra le labbra e facendo scudo con la mano la accese senza alcuno sforzo.
Zayn la guardò stupefatto.
«Non sai nemmeno come funziona un accendino? Ma almeno hai mai fumato in vita tua?» chiese sarcastica mentre un’espressione offesa si fece spazio sul volto perfetto del moro. Ignorando quel broncio da ragazzino lei gli allungò l’accendino che il ragazzo prese, senza però riuscire ad usarlo.
Zayn ormai spazientito e allo stesso tempo umiliato, sbuffò sonoramente e lanciò l’aggeggio mal funzionante sulle gambe della ragazza. «Lascia stare.» e preso dallo sconforto per la figuraccia appena fatta, girò i tacchi e continuò per la sua strada.
A Charlotte venne da ridere per la buffa scena, e dopo aver soffocato una lieve risata, si alzò dalla panchina e andò verso il moro picchiettandogli sulla spalla.
«Te la vuoi fumare o no la sigaretta?» chiese retorica sempre con un espressione divertita stampata in volto.
Zayn fece un mezzo sorriso imbarazzato e lasciò che lei avvicinasse l’accendino alla sua Marlboro ottenendo una piccola fiamma che però inaspettatamente si spense poco dopo.
«Fanculo.» bisbigliò fra i denti la ragazza scuotendo l’oggetto e riprovando più volte. «Mi fa questo scherzetto da quasi una settimana, dovrò decidermi a buttarlo prima o poi.» ringhiò buttando l’accendino nella tasca della felpa.
Zayn rimase in silenzio, preferiva non parlare e fare la figura dello scemo, piuttosto che dire qualcosa di insensato e fare un’altra figuraccia.
Charlotte con due dita, si sfilò la sigaretta accesa dalle labbra e la avvicinò alla sua ancora spenta dicendogli di aspirare. Quando la ragazza la allontanò e se la rimise in bocca, dalla sua partiva finalmente un rivolo di fumo bianco.
«Grazie.» farfugliò Zayn facendo il primo tiro.
Lei scosse le spalle e ritornò alla sua panchina.
«Non c’è di che.» si rispose da solo il moro confuso dal comportamento della ragazza.
Dopo averla guardata qualche altro secondo mentre lei riprendeva a leggere il romanzo, scosse la testa contrariato come per scacciare via dei pensieri, e si avviò verso casa.
 
Zayn era sempre stato un ragazzo di poche parole, ma nonostante questo riusciva sempre a farsi rispettare. Timido, al primo impatto, ma poi conoscendolo diventava abbastanza loquace. Adolescente con un apertura mentale non indifferente. Fin da piccolo amava ascoltare i discorsi dei più grandi facendo valere la sua opinione sempre fondata.
Zayn Malik difficilmente si scomponeva davanti a qualcuno o qualcosa. Paziente al punto giusto - riusciva a sopportare le fastidiose ed eccessive avance delle numerose ragazze che ci provavano con lui - e altrettanto determinato.
Non era decisamente il tipo di ragazzo che può essere definito un puttaniere, solo a volte approfittava delle adolescenti sempre pronte ad aprirgli le gambe, per farsi una sana e meritata scopata. Per il resto non amava la vita di coppia e non era decisamente un tipo romantico.
Odiava i giochi da tavola come odiava le caramelle mou. Amava il calcio, la buona musica e il tè. Non amava studiare, come ogni adolescente sano di mente, ma grazie alla sua intelligenza lievemente superiore a quella dei suoi coetanei, rimanendo attento durante la spiegazione in classe riusciva a sbrigare i compiti in meno di mezz’ora (fatta eccezione per chimica).
Zayn non si poteva esattamente definire un tipo facile da capire; osservava in silenzio il mondo che lo circondava e anche se agli altri poteva sembrare un ragazzo innocuo a cui non frega niente di nessuno, in realtà il moro aveva sempre una sua idea su tutto e comprendeva la gente molto meglio di come ci si potesse aspettare.
Seppur potesse dar l’impressione che fosse un tipo solitario, Zayn odiava stare solo. Aveva una combriccola di amici che lo aveva accompagnato nelle sue migliori avventure degli ultimi sei anni, sempre se per avventure si intende il primo bacio, la prima sbronza, la prima volta, stupide cotte o giornate no.  In fondo Zayn considerava tutta la sua vita un’avventura, seppure avesse una routine abbastanza tranquilla.
I suoi amici più stretti erano in realtà solo due: Harry Styles e Niall Horan. Uno più mongoloide dell’altro secondo il suo parere, ma gli voleva bene proprio per questo.
Pochi ma buoni, come si suol dire.
Zayn Malik aveva tre sorelle: Doniya, più grande, Waliyha e Safaa, più piccole. Non era un fratello esageratamente protettivo, e forse anche per questo aveva un bel rapporto con loro. Sapeva come farle divertire e quando doveva lasciarle in pace (litigio con un ragazzo, sindrome premestruale o quando guardavano le loro serie preferite).
Zayn era ordinato in un modo quasi ossessivo, rispettoso e con un’educazione eccellente.
Non diceva molte parolacce anche se quando beveva o era incazzato o semplicemente gli giravano le palle, costituivano gran parte del suo vocabolario.
Forse uno dei pregi più importanti di Zayn e che lo caratterizzava particolarmente era la sua indiscutibile voglia di farsi i fatti suoi.
Dio, se era un tipo strano.
 
«Zayn!» urlò sua madre dal piano di sotto. «Attacca a quel dannatissimo telefono, devo fare una chiamata importante!»
Il ragazzo sbuffò stendendosi sul letto e parlando nel cordless. «È mia madre Horan, devo attaccare.» stette qualche secondo in silenzio ascoltando le lamentele del biondo su una certa Mary che non gli rispondeva più ai messaggi. «Te l’ho detto amico, sarà arrabbiata. Prova a parlarle domani a scuola.»
«Zayn! Sei peggio di Doniya con quel maledetto apparecchio telefonico, dovrei darti degli orari da rispettare!» continuò sua madre, e sentendola salire le scale salutò in fretta Niall e attaccò accogliendo la madre con un falso sorriso sulle labbra e le porse il telefono richiudendo poi la porta della sua stanza.
Aprì il libro di storia e si sdraiò a pancia in sotto sul letto con una sigaretta tra le labbra, e iniziò a studiare.
Ripeté lo sviluppo del capitalismo fino alle 22:00, poi si fece una doccia e dopo essere rimasto in boxer, si infilò sotto le coperte accendendosi l’ultima Marlboro della giornata. Rigirò più volte l’accendino tra le mani prima di addormentarsi.
Quel maledetto aggeggio che quel pomeriggio si era dimenticato a casa.
 
 
 
 
 
Spazio autrice
 
Salve a tutti, innanzitutto ci tenevo a ringraziare chi ha recensito il precedente capitolo/prologo, non immaginate quanto mi rendete felice, volevo ringraziare anche chi l’ha inserita tra le preferite, seguite o ricordate.
Venendo al capitolo, ho deciso di intitolarlo Marlboro rosse perché ho cercato di focalizzarmi sulla descrizione di Zayn. Come potete vedere, ha un carattere particolare che sinceramente a me fa impazzire.
I nostri protagonisti si incontrano e il povero Zayn fa la figura dell’imbecille mentre Charlotte si mostra come una ragazza abbastanza sulle sue.
Ho molte idee in serbo per questa fan fiction, che spero vi piaccia come sta piacendo a me (sono mesi e mesi che scrivo di Charlotte e Zayn, ma non mi ero mai decisa a pubblicare niente).
Spero di non avervi deluso con questo capitoletto e vi prometto che aggiornerò presto.
Mi farebbe più che piacere ricevere qualche altra recensione.
Buona domenica c:
 
ele
  
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