"Lily riguardò con gli occhi umidi e arrossati il ragazzo steso e sentì la schiena percorsa da brividi, le guance bollenti e bagnate.
Quando dormiva, sembrava un angelo, in pace col mondo. Sembrava sereno, felice. Innocente e bellissimo. Nella foga del momento, prese ad accarezzare quei capelli scompigliati, bellissimi e ribelli, sfiorandoli con le mani, sentendone la morbidezza, percependone il profumo di limone.
Le mani tremarono, e scesero sul volto, accarezzandone le guance morbide e rosse anche se segnate sulla mandibola dalla piccola ricrescita della barba appena rasata.
Poi, risalendo per il naso elegante e diritto, passarono sulle palpebre socchiuse, sulla fronte ampia e liscia; e infine passò l’indice sulle labbra, morbide, rosse e carnose, ma non troppo. Ma non era l’indice che voleva sfiorargli le labbra, no.
Erano indubbiamente le proprie labbra, attratte da una forza calamitante da quelle dell’amico.
E inginocchiandosi vicino al letto, avvicinò il proprio viso a quello del moretto, sempre di più, sempre di più, sempre di più…"