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Autore: Andy Grim    26/05/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11: La scommessa dimenticata

Capitolo 11: La scommessa dimenticata

 

S

e ne stavano seduti in silenzio ormai da un quarto d’ora, da quando la cameriera aveva portato le ordinazioni. Il grazioso locale era quasi deserto. Alan ce l’aveva dovuta trascinare quasi di forza, dopo averle detto che non potevano rimanere in casa per non essere sorpresi da suo padre (magari dentro il letto!), di ritorno dalla Centrale. Rina aveva allora insistito per passare da casa sua e cambiarsi (non le andava di farsi vedere in giro con la sua “tenuta operativa”) ma il giovane detective non aveva voluto sentire ragioni.

“Ringraziami se ti concedo di fare la doccia, mentre io preparo la colazione per mio padre” le aveva detto “gli lascerò un biglietto scrivendogli che sono uscito a fare una passeggiata. Quando sarai pronta, usciremo immediatamente: non voglio che ci trovi in casa, ok?”

La ragazza non aveva potuto che abbozzare… ed ora eccoli lì, davanti a due tazze di cappuccino ormai freddine. Rina continuava ad agitare il cucchiaino nella sua, guardando di sottecchi il suo compagno, assorto nei propri pensieri e apparentemente intento ad osservare lo stato del cielo, piuttosto plumbeo, di quella mattina.

“Alan…” lo chiamò finalmente la biondina, visto che lui non si decideva a scuotersi.

“Sì, che c’è…?” rispose lui dopo qualche secondo, senza distogliere lo sguardo dalla finestra.

“Ti senti un po’ meglio, stamattina?”

Il ragazzo la guardò, cercando di assimilare quella frase. Forse si era aspettato una domanda del tipo Perché non dici niente? oppure E adesso, cos’hai intenzione di fare?

Fu  portato, per abitudine professionale, a pensare che Rina stesse seguendo una qualche tattica per aggirare le sue difese, ma il sorriso affettuoso che le scorse sul viso sembrava sincero. Glielo ricambiò e fece un rapidissimo ragionamento (la sezione di Watson aveva ormai recuperato abbastanza calorie per lavorare nuovamente a pieno regime): *Bene, cara… se usi la linea morbida, allora la uso anch’io!*

“Molto meglio, grazie!” rispose afferrando la tazza e bevendo un po’ di contenuto. Dopodiché mise le braccia conserte e assunse l’atteggiamento più conciliante che poteva “Senti, Rina… posso farti una domanda?”

Lei lo guardò a sua volta, leggermente perplessa: “Certo!”

“Da quand’è che ti piaccio?”

Gli venne la pelle d’oca a formulare quella frase. Ma, grazie agli sforzi di Phil Marlowe, l’espressione facciale si mantenne tranquilla e anche gli assistenti di Dick Tracy[1] riuscirono a limitare il più possibile l’afflusso sanguigno ai capillari delle guance.

Alla Cardiaca della Takamya furono invece assai meno tempestive, tanto che le sue guance diventarono abbastanza purpuree. Ciononostante alla sua Neurologica erano già all’erta e non ebbero problemi a farla rispondere.

“Praticamente da quando mi trasferii in questa città…!”

“E… perché ti piaccio?” ribatté il detective, senza distogliere lo sguardo da lei.

“Ma Alan, cos…” la bionda spalancò del tutto i suoi occhioni scuri e Rip Kirby[2] dovette dare un comando secco per volgere il capo di Alan da una parte… così, se non altro, l’arrossamento che la Cardiaca stavolta non poteva evitare si sarebbe visto molto di meno!

“Non è un interrogatorio, Rina. È solo che…” il ragazzo appoggiò la fronte sulle mani intrecciate “…vedi, per capire bene cosa devo fare, ho bisogno di chiarire alcuni dubbi… e, fra questi…”

“…scoprire cosa provo esattamente per te, in modo da poter scegliere fra lei e me… è così…?”   

Rina maledisse la fretta che l’aveva spinta a dire una cosa del genere. Nonostante gli sforzi di contenimento della sua Neuro, la Cardiaca dovette accelerare i battiti in modo notevole e, se Alan non si fosse sbrigato a risponderle, la ragazza avrebbe rischiato il cardiopalma!

“Anche…!”

Un semplice, banale avverbio. Ma che, nelle sue orecchie di ragazza innamorata, avrebbe risuonato per molto tempo come la parola più dolce che avesse mai sentito. Allora le sue non erano solo vane speranze. C’era, dunque, una possibilità!

*O lo acchiappi adesso, Rina, o non lo acchiappi più! Sta’ molto attenta, d’ora in poi, a quello che gli dici…!* questo fu il messaggio che le arrivò dalla sua Cerebrale.

“Alan, ma allora… allora, anche tu…”

“Stop” perentorio, il ragazzo alzò la mano “rispondi alla mia domanda!”

Lei rifletté un istante: “Puoi avermi impressionata con la tua forza di volontà nel perseguire uno scopo. Puoi avermi affascinata con la tua precoce intelligenza… conquistata col tuo senso della giustizia… attratta con la tua bellezza fisica” Chandler registrò una scarica di adrenalina “ma c’è dell’altro!”

“Cosa c’è, Rina…?”

Stavolta la ragazza aspettò un po’, prima di continuare: dovette raccogliere tutto il suo coraggio per mettersi così allo scoperto, ma evidentemente quelli erano i giorni delle grandi rivelazioni.

“Forse” sospirò “la cosa che veramente mi ha fatto innamorare di te… perché non nego che, all’inizio, era solo una cotta… è stato vedere che continuavi a inseguire Seya, pur rimanendo continuamente sconfitto da lei. Ed era ovvio che te n’eri innamorato. Lei continuava a umiliarti, a rovinarti la reputazione… e tu continuavi a inseguirla, senza smettere di amarla!”

“Rina, un momento…” cerco di intervenire lui.

“No, Alan: fammi finire, ti prego. Se non lo dico adesso, non lo dico più! E, se non ci riesco, me ne pentirò per tutta la vita. Ti sono veramente grata per avermi concesso questo colloquio!”

Alan sentiva il suo buon senso ammonirlo a non farla continuare. Intuiva che, se avesse ascoltato tutto ciò che Rina aveva da dirgli, si sarebbe poi trovato di fronte a un bivio tale, al cui confronto la scelta fra amore e dovere nella faccenda di Lisa/Seya sarebbe sembrata una fesseria! Purtroppo, quel maledetto senso della giustizia che non lo mollava mai, gli diceva che anche Rina - come Lisa -  aveva diritto alla sua chance.

“D’accordo” respirò “continua…!”

“Ecco… io credo che… se un ragazzo ama così tanto una ragazza, anche quando lei lo fa soffrire… volutamente o meno…” calcò sulle ultime parole “…credo che questo ragazzo sia in grado di amare in maniera meravigliosa. E io non posso fare a meno di innamorarmi di lui!”

Per la seconda volta in dodici ore, Alan Asuka sentiva inumidirsi gli occhi. Era la prima volta che una ragazza gli diceva cose del genere… o, più esattamente, era la prima volta che lui se le lasciava dire!

Senza neanche rendersene conto si era alzato dal suo posto, imitato da Rina. Abbracciatogli i fianchi, lei aveva concluso il suo discorso: “Io ti amo, Alan. Qualunque decisione prenderai - come uomo e come detective - io non smetterò di farlo… perché, comunque mi andrà, ne sarà valsa la pena!”

*Lo sapevo: non dovevo farla parlare… adesso sono rovinato!*

Ora capiva tante cose. Capiva soprattutto perché, fino a quel momento, avesse sempre litigato con Lisa: proprio per frenarla a dirgli cose come questa. Cose che lo avrebbero spiazzato, messo a nudo, catturato da una donna!

*Che male ci sarà, poi, a farsi catturare da una donna?* pensò Alan mentre, prima ancora di decidere di farlo, stava già posando le sue labbra sopra quelle della sua “assistente forzata”…

 

***

Nello stesso momento, il personale dalla sezione Neurologica stava osservando due display sulla console del controllo emotivo. Nel primo era comparso il messaggio RELATION TYPE A IN PROGRESS - SUBJECT: RINA TAKAMYA nel secondo comparivano invece i nominativi delle conoscenze femminili dell’organismo, ciascuno accompagnato dal suo Coefficiente Relazionale. Il livello del soggetto nominato dal primo display stava salendo dai 986 punti acquisiti con le coccole della sera precedente, verso i 1186 che avrebbe fatalmente raggiunto coi 200 guadagnatosi con quel bacio… che, fra parentesi, era il primo per entrambi gli interessati!

Non appena il punteggio di Rina ebbe superato la soglia dei 1000 punti, la colonna riservata alla qualità della relazione interpersonale, cambiò istantaneamente il suo status da quello di AFFECTION a quello di LOVE…!

“Ecco fatto” esclamò Phil Marlowe, con una smorfia “non c’è che dire: quel bel tipo è un vero specialista, a mettersi nei casini da solo!”

Harper, che era lì presente, chiese titubante: “Come mai non abbiamo ancora un riscontro sul nuovo C.R. unificato di Lisa/Seya?”

“Dietro mio suggerimento, Watson è riuscito a mettere parzialmente in standby le celle mnemoniche riservate al soggetto… in questo modo abbiamo rallentato l’elaborazione del nuovo C.R. e ottenuto il tempo necessario ad Alan per il confronto con la sua ex-avversaria, che dovrebbe fornirci elementi migliori per far risalire il suo livello… almeno lo spero!”

“Questo significa che il C.R. unificato stava scendendo?”

“Eh, sì… parecchio!” rispose Marlowe, sospirando.

“Dannazione…! Lei come la vede, Phil?”

“Mah… credo che le mie colleghe di Haneoka - o meglio di Saint Tail - dovranno darsi parecchio da fare… e mi auguro anche che adottino una strategia simile a quelle della Takamya. Altrimenti…”

“Dica quel che pensa, Phil: senza paura!”

“L’ho già detto, signore: per come la vedo io, se non avviene un miracolo, il sindaco di Seika avrà un nuovo nipote acquisito!”

A1 scosse la testa: “L’idea non mi piace. Non che la signorina Takamya non sia in grado di rendere felice questo organismo… tuttavia, sono convinto che Alan preferirebbe di gran lunga diventare il genero di un prestigiatore!”[3]

“Anche lei ha preso gusto alla perifrasi, a quel che sento!”

“Vorrei solo che quel ragazzo dividesse la sua vita con la donna che veramente desidera!”

“Anch’io, signore. D’altra parte, qua dentro possiamo solo gestire la situazione e aiutarlo a decidersi, ma la scelta finale dovrà farla lui… perché sorride?”

“Mi è venuta in mente una cosa buffa!”

“E sarebbe…?”

“Non è forse la donna a scegliere l’uomo che poi la sceglierà?”

Detto ciò, il Coordinatore dell’organismo abbandonò la centrale del controllo emotivo, lasciando il povero Marlowe a lambiccarsi inutilmente il cervello.

 ***

Camminavano lentamente, abbastanza vicini. Abbastanza da obbligare Rina a combattere ferocemente la tentazione di prenderlo a braccetto! La sua proverbiale acutezza l’esortava però ad avere pazienza e a non tirare troppo la corda, dal momento che già glien’era arrivata abbastanza. Certo più di quanto lei avesse sperato!

La sensazione di quel bacio, ancora presente sulle sue labbra, la riempiva ovviamente di gioia… ma anche di paura, perché adesso sapeva che se Alan avesse scelto, nonostante tutto, di mettersi con Haneoka, per lei sarebbe stato terribilmente doloroso!

D’altro canto i pensieri del detective non erano molto più sereni… durante tutto il tempo in cui aveva goduto - suo malgrado - della compagnia di quella ragazza, non aveva potuto fare a meno di apprezzare le sue qualità. Stavolta, aveva poi compiuto una mossa che lo metteva veramente alle strette, costringendolo a prendere contemporaneamente due decisioni fondamentali che gli avrebbero, in un modo o nell’altro, segnato irrimediabilmente la vita.

La prima decisione riguardava chiaramente la sua coscienza professionale: decidere se arrestare o meno  Lisa Haneoka - in arte Seya - colpevole di aver violato la legge, pur se spinta da nobili ragioni. La cosa non riguardava soltanto il Codice Penale, ma anche la sua personale responsabilità di aspirante detective: il sindaco Morinaka lo aveva onorato della sua fiducia, incaricandolo di arrestare quella strana “ladra-giustiziera” e lui quella missione l’aveva accettata, conseguenze e implicazioni comprese! Se adesso, per amore di Lisa, non l’avesse portata a termine pur essendo - ora - in grado di farlo (era questo il fardello terribile!) avrebbe disonorato suo padre, coperto di ridicolo il sindaco e creato problemi anche alla famiglia di quella graziosa ragazza al suo fianco, della quale doveva pur ammettere di essersi infine innamorato!

Questo era ormai un dato di fatto che implicava la seconda necessaria decisione: ricambiare o meno i sentimenti di Rina Takamya. Anche se dubitava che avrebbe mai smesso di amare Lisa (nonostante il bollore si fosse alquanto raffreddato dopo la scoperta della verità) non avrebbe potuto non tener conto di quel che provava ora per la “rivale” di lei! Aveva sempre ritenuto di essere solo un capriccio per quella graziosa biondina. Pensava che per lei conquistare il suo cuore rappresentasse solamente un’ambizione fra le altre (essere la più brava della scuola, la più invidiata dalle ragazze, diventare una poliziotta); ma le cose che aveva sentito in quel bar lo avevano lasciato piuttosto scosso! Il fatto poi che Rina non lo stesse spingendo a ripudiare Lisa rinfacciandole l’inganno perpetratogli nei panni di Saint Tail, non poteva che accentuare il nuovo sentimento di Asuka Jr, nei suoi confronti… questo temporeggiare della ragazza poteva anche essere tattico, ma sicuramente stava funzionando in maniera ottimale!

In quel momento Alan Daiki Asuka non si trovava spaccato in due, ma spaccato in quattro!

L’aspirante tutore della legge aveva davanti a sé due opzioni: la più facile era raggiungere il successo assolvendo il suo incarico, calpestando però il generoso movente di Seya, che il suo stesso senso di giustizia costringeva a rispettare. La più  difficile era invece spingere la società a riconoscere i reali intenti della “ladra”, trasformandola da fuorilegge in eroina!

Ma anche l’adolescente innamorato si trovava davanti a due opzioni: la più facile era cogliere la felicità, così a portata di mano, che Rina gli offriva, col rischio di vederla intaccata però dal rimorso di non avere avuto fiducia nel suo “doppio primo amore”! La più difficile era tentare invece una travagliata sintesi fra il sentimento provato fin dall’inizio per la sua “nemica notturna” (era indimenticabile la sensazione della sua stretta mentre lo librava nel cielo della città, la notte in cui avevano recuperato il Cigno di Cristallo) e quello più recente per la sua “ordinaria” compagna di classe (ugualmente indelebile era il formicolio avvertito per tutto il corpo - ettolitri di adrenalina rovesciati da Phil Marlowe sul groppone del povero Dick Tracy - nel corso di tutte quelle ripetizioni di matematica che le aveva impartito).[4]

Rina continuava a osservarlo di sottecchi. I suoi occhi femminei ben registravano il turbamento che il ragazzo mostrava sul volto, denunciando quanto fosse internamente combattuto. Tuttavia, siccome non mancava ormai molto alla residenza dei Takamya (Alan la stava infatti riaccompagnando a casa) la ragazza si decise a rompere il silenzio.

“A cosa pensi, Alan…?”

“A quel che diranno i tuoi genitori, vedendoti rientrare a quest’ora!” rispose lui, dopo aver elucubrato per un attimo.

“Bugiardo…!”

“Non del tutto!”

“Tranquillizzati, sciocco! Ieri sera, quando ho deciso di pizzicarti a casa tua, li ho chiamati al cellulare e ho detto loro che avrei dormito da un’amica!”

Alan si chiese quanti zilioni di volte quella scusa, vecchia come il cucco, fosse stata adoperata dalle ragazze per coprire la loro prima notte brava!

“Sicura che ti abbiano creduto?” chiese poi.

“La cosa ti preoccupa?” ribatté lei, con voce decisamente maliziosa.

“Direi proprio di sì!”

Lei sospirò e rispose: “Non preoccuparti, Alan: non provocherò uno scandalo per costringerti a sposarmi…!”

“Non dire sciocchezze” il ragazzo avvertì un brivido lungo la schiena “so bene che fra i nostri compagni di scuola non hai certo una reputazione da disinteressata” a lei si intristì lo sguardo e lo abbassò “ma, se ci tieni a saperlo, fra quelli che la pensano così, io non ci sono… e non da oggi!”

“Davvero…?” gli chiese Rina, con gli occhi che le tornavano a brillare.

“Che tu mi creda o no” Alan tornò a guardare davanti a sé “prima non ti ho baciata per semplice desiderio fisico… non solo, almeno!” ritenne opportuno precisare.

Stavolta la ragazza non poté più trattenersi e, visto che lui continuava a tenere le mani nelle tasche, lo prese finalmente a braccetto. Per un momento lui sembrò opporre una debole resistenza, ma poi accettò quel contatto come una cosa abbastanza naturale.

*Meno male che gli Haneoka abitano lontano dai Takamya* pensò *spero solo che quel disgraziato di Mantano non ci becchi… se no, sai che casino!*

Alan vedeva già i titoloni sul Saint Paulia Times[5]: LA FUTURA POLIZIOTTA DERUBA LA LADRA DEL SUO CACCIATORE o peggio FIDANZAMENTO IMMINENTE FRA LA NIPOTE DEL SINDACO E IL FUTURO CAPO DELLA POLIZIA DI SEIKA

Si lasciò scappare un brivido…

“Ma allora di che ti preoccupi? Stai tremando! Guarda che i miei non sono poi così all’antica!”

“È più tuo zio a preoccuparmi, se vuoi saperlo!”

Altra frase, pronunciata ancor prima di pensarla, che dette modo a Rina di affrontare finalmente l’argomento tabù: “Ti preoccupa per la nostra notte brava o per quel distintivo che ti pesa nella tasca…?”

Colpito e affondato, Alan si arrestò. Fra l’altro, erano nel frattempo arrivati davanti al cancello della sua villa. Istintivamente, il ragazzo trasse di tasca l’oggetto[6] e lo contemplò a lungo…

“Quel giorno è stato uno dei più belli della mia vita” disse, quasi a sé stesso “ma oggi mi viene quasi da maledirlo!”

“Io temo, invece” replicò Rina, malinconicamente “che tu maledica più il giorno in cui ho deciso di venire a vivere a Seika!”

Il detective rialzò il viso e la fissò severamente: “Ti sbagli. Ora, comunque, non è così!”

“Come vorrei crederti, Alan…!”

“Allora fallo” replicò deciso lui, mentre Gus Chandler si domandava come facessero, dentro la Takamya, a farle luccicare gli occhi a comando “e rifletti su questo, se ti può aiutare: di cosa potrei rimproverarti? Forse di volermi bene? Non sono il bastardo che credete tutti, Rina!”

“Io non l’ho mai creduto…! Vorrei solo sapere che farai, adesso!”

“Quello che mi detta la mia coscienza. Che altro?”

“La tua coscienza di detective o la tua coscienza di innamorato?”

Alan sospirò, prendendosi il tempo per scacciare l’irritazione che le punzecchiature di Rina - più o meno intenzionali - gli stavano provocando. Non voleva mettersi a litigare con lei. Non voleva più litigare con nessuno.

*Con nessuno...!* si disse, calcando mentalmente su quella parola.[7]

“Non è detto che le due coscienze non trovino un punto di incontro. Dopotutto, la legge deve anche educare i trasgressori, non solo punirli!”

“Credi che questo sia il tuo compito personale?”

“Forse no, ma vorrei assumermelo” replicò il giovane, decidendo di andare direttamente al sodo “in fondo, le devo…” si corresse “…le dobbiamo qualcosa! Se le sue imprese - illegali, va bene - non avessero portato allo scoperto tutti quei truffatori, essi l’avrebbero fatta franca! Non puoi negare che, più o meno indirettamente, la giustizia l’ha servita anche lei. Cerca di capire, Rina: io non me la sento di sbatterla in galera…!”

Rina lo scrutò in volto: “E l’incarico che ti aveva affidato mio zio?”

“Tuo zio mi aveva incaricato di arrestarla… il che può anche voler dire fermare solamente la sua attività, che la legge - su questo siamo d’accordo - non può consentire: tocca alle forze dell’ordine far rispettare le regole, non ai privati cittadini!”

“Dove vuoi arrivare, Alan…?”

“A questo, Rina: cosa ne diresti se le parlassi e la convincessi a non continuare?”

“Credi che ti ascolterebbe?” chiese la nipote del sindaco, con un tono di scetticismo nella voce.

“Se non ci provo, non lo saprò mai!” rispose lui, ruotando in su i palmi delle mani.

La ragazza, che si era appoggiata al muro di cinta della proprietà mentre lo stava ascoltando, chiuse gli occhi, come per raccogliersi. Anche gli occhi di Alan potevano constatare la sua sofferenza. Quando li riaprì, gli disse, con voce tremante: “Allora provaci…!”

Il sorriso di Alan risplendette più del sole, mostratosi finalmente attraverso gli squarci delle nuvole. Il ragazzo si avvicinò e le afferrò le mani: “Grazie, Rina! Lo sapevo che sei una persona onesta! E sono felice che ti sia innamorata di me… ne sono anche lusingato, se vuoi saperlo!”

A quelle parole, la ragazza lo abbracciò con grande trasporto. Lui ricambiò l’abbraccio ma, dopo un attimo, si accorse che le sue spalle si scuotevano… stava piangendo.

“Rina… cos’hai…?”

“Alan… ti prego: non illudermi!”

“Ma che dici?”

“Io… io non odio Lisa, te lo giuro! Anch’io capisco un po’ quello che ha fatto… anche se non digerisco il modo che ha usato per conquistarti! Comunque, se sceglierai lei, ti capirò… sarà terribile, ma me ne farò una ragione…”

“Rina…” disse lui, carezzandole istintivamente la testolina bionda.

A quel contatto, lei si stacco da lui e lo fissò con lo sguardo più penetrante che poteva. Alla Sensitiva cominciarono ad accendersi alcune spie di sovraccarico: “…ma, se è così, dimmelo subito: non farmi sperare inutilmente…!”

Il ragazzo annuì. Ormai non poteva più considerarla una ragazza petulante e appiccicosa. Le mise le mani sulle spalle e le disse: “È anche per questo che voglio parlarle, prima di agire! Devo capire cosa provo esattamente per lei e - soprattutto - capire cosa lei prova esattamente per me! Come Seya non ha mai nascosto i suoi sentimenti… come Lisa sì! E devo capire se questo faceva parte dell’inganno o se c’era dell’altro. Quando avrò le idee più chiare, potrò finalmente prendere la mia decisione da uomo. Non voglio avere né dubbi, né ripensamenti su chi desidero veramente al mio fianco per tutta la vita! Ora come ora… lo confesso… vi amo tutte e due!”

Rina gli sorrise dolcemente, carezzandogli la guancia: “La sincerità… ecco cos’avevo dimenticato!”

“Come…?”

“Al bar, quando mi hai chiesto perché mi piacevi… è questo un altro dei motivi: la tua sincerità!”

Alan non resistette alla tentazione di darle un leggero bacio sulla fronte. Quando si ritrasse, notò con stupore che il volto di lei si era fatto leggermente corrucciato.

“Sei proprio sicuro di non avere già scelto…?” gli chiese ancora una volta.

Con espressione altrettanto seria, il detective annuì senza alcuna esitazione: “Lo sono, Rina!”

“E allora sappi” concluse, piantandogli di nuovo due occhi che fecero saltare diversi circuiti di protezione sui pannelli di Marlowe “che prima di rassegnarmi lotterò con tutte le mie forze! Posso lealmente ammettere che anche Seya ti meriti” calcò bene sul nome che aveva usato “ma non ti lascerò a lei così facilmente: me lo riprenderò io, il cuore che ti ha rubato!”  

Senza dargli il tempo di rispondere, gli stampò infine sulla bocca un bacio mozzafiato! Se non ci mise la lingua, fu solo perché temeva che poi non sarebbe più riuscita a controllarsi… era meglio giocare pulito, ancora per un po’!

Mentre Alan cercava di riprendere a respirare, Rina suonò il campanello e, quando le aprirono, gettò sul tavolo l’ultima carta…

“Dopotutto… mi riprenderei soltanto quello che ho vinto!”

“Che cosa vuoi dire…?” domandò lui, con un certo qual vago presentimento.

“Che la scommessa l’ho vinta io, non ti ricordi? Adesso devi metterti con me!”

“Ma…”

“Ciao, tesoro… telefonami!”

Richiuso il cancello, la ragazza attraversò il giardino con una velocità tale da far invidia a Saint Tail… prima ancora che Alan potesse riprendersi dallo shock, aveva già varcato il portone di casa.

Il povero detective se ne rimase sul marciapiede, come un baccalà, poi sentì montargli un discreto nervosismo: “Ladre, suore, poliziotte” gridò il maschilista convinto che era in lui “dove diavolo sono finite le ragazze che vogliono fare soltanto le mogli e le madri??”

Ciò detto, tirò un calcio liberatorio a un provvidenziale ciottolo e se ne andò.

 

***

Contemporaneamente, nella centrale del controllo emotivo, Phil Marlowe doveva riscontrare con sgomento che il solo pensiero poc’anzi espresso dal giovane detective a proposito di mogli e madri, aveva fatto guadagnare almeno 10 punti al Coefficiente Relazionale di Sayaka Shinomya! Gli aggiornamenti sul display delle relazioni interpersonali segnalavano ora 331 punti per la dolcissima fan di Asuka Jr. e 1386 punti per la nipote del sindaco (ne aveva guadagnati altri 200 con il secondo rapporto A)[8]. In terza e quarta posizione stavano le righe relative a SEYA (A.K.A. SAINT TAIL) e LISA HANEOKA, entrambe col livello del C.R. azzerato e la nota CANCELLED. In fondo alla lista, in posizione chiaramente provvisoria, compariva infine la nuova riga intestata a LISA HANEOKA/SEYA (A.K.A. SAINT TAIL) che mostrava ancora, nella colonna del livello, un inquietante NA[9] e, in quella delle note, un ancor più inquietante ELABORATION IN PROGRESS

Il capo della Neurologica di Alan Asuka non poté fare a meno di accasciarsi sul suo tavolo da lavoro, tuffando il viso nelle braccia e sospirando ancora: “Aaah… sì: decisamente una brutta settimana…!”

 



[1] Marlowe è il capo della sezione Neurologica e Tracy della Cardiaca.

[2] Capo della Motoria.

[3] I lettori di questa fanfic devrebbero prendere atto che i membri del Consiglio Organico di Alan  - con l’eccezione di James Watson - sono decisamente Haneokiani piuttosto che Takamyani… anche se il Codice Biologico imporrebbe loro di essere super-partes! Da ciò, forse i fans di Lisa/Seya si sentiranno rassicurati sul finale.

[4] C’è da chiedersi se non derivasse proprio da questo la passione di Alan per tale materia!

[5] Il giornale della scuola, redatto appunto da Sergio Mantano, l’aspirante giornalista-fotoreporter.

[6] Si tratta chiaramente del distintivo consegnatogli dal sindaco assieme all’incarico di arrestare Saint Tail.

[7] Secondo voi a chi si sta riferendo?

[8] E meno male che non aveva usato la lingua, altrimenti sarebbero stati 300…!

[9] Not Available (Non Disponibile).

  
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