Capitolo 11:
La scommessa dimenticata
S |
e
ne stavano seduti in silenzio ormai da un quarto d’ora, da quando la cameriera
aveva portato le ordinazioni. Il grazioso locale era quasi deserto. Alan ce
l’aveva dovuta trascinare quasi di forza, dopo averle detto che non potevano
rimanere in casa per non essere sorpresi da suo padre (magari dentro il letto!),
di ritorno dalla Centrale. Rina aveva allora insistito per passare da casa sua
e cambiarsi (non le andava di farsi vedere in giro con la sua “tenuta
operativa”) ma il giovane detective non aveva voluto sentire ragioni.
“Ringraziami
se ti concedo di fare la doccia, mentre io preparo la colazione per mio padre”
le aveva detto “gli lascerò un biglietto scrivendogli che sono uscito a fare
una passeggiata. Quando sarai pronta, usciremo immediatamente: non voglio che
ci trovi in casa, ok?”
La
ragazza non aveva potuto che abbozzare… ed ora eccoli lì, davanti a due tazze
di cappuccino ormai freddine. Rina continuava ad agitare il cucchiaino nella
sua, guardando di sottecchi il suo compagno, assorto nei propri pensieri e
apparentemente intento ad osservare lo stato del cielo, piuttosto plumbeo, di
quella mattina.
“Alan…”
lo chiamò finalmente la biondina, visto che lui non si decideva a scuotersi.
“Sì,
che c’è…?” rispose lui dopo qualche secondo, senza distogliere lo sguardo dalla
finestra.
“Ti
senti un po’ meglio, stamattina?”
Il
ragazzo la guardò, cercando di assimilare quella frase. Forse si era aspettato
una domanda del tipo Perché non dici
niente? oppure E adesso, cos’hai
intenzione di fare?
Fu portato, per abitudine professionale, a
pensare che Rina stesse seguendo una qualche tattica per aggirare le sue difese,
ma il sorriso affettuoso che le scorse sul viso sembrava sincero. Glielo
ricambiò e fece un rapidissimo ragionamento (la sezione di Watson aveva ormai
recuperato abbastanza calorie per lavorare nuovamente a pieno regime): *Bene,
cara… se usi la linea morbida, allora la uso anch’io!*
“Molto
meglio, grazie!” rispose afferrando la tazza e bevendo un po’ di contenuto.
Dopodiché mise le braccia conserte e assunse l’atteggiamento più conciliante
che poteva “Senti, Rina… posso farti una domanda?”
Lei
lo guardò a sua volta, leggermente perplessa: “Certo!”
“Da
quand’è che ti piaccio?”
Gli
venne la pelle d’oca a formulare quella frase. Ma, grazie agli sforzi di Phil
Marlowe, l’espressione facciale si mantenne tranquilla e anche gli assistenti
di Dick Tracy[1] riuscirono a limitare il
più possibile l’afflusso sanguigno ai capillari delle guance.
Alla
Cardiaca della Takamya furono invece assai meno tempestive, tanto che le sue guance
diventarono abbastanza purpuree. Ciononostante alla sua Neurologica erano già
all’erta e non ebbero problemi a farla rispondere.
“Praticamente
da quando mi trasferii in questa città…!”
“E…
perché ti piaccio?” ribatté il detective, senza distogliere lo sguardo da lei.
“Ma
Alan, cos…” la bionda spalancò del tutto i suoi occhioni scuri e Rip Kirby[2]
dovette dare un comando secco per volgere il capo di Alan da una parte… così, se
non altro, l’arrossamento che
“Non
è un interrogatorio, Rina. È solo che…” il ragazzo appoggiò la fronte sulle
mani intrecciate “…vedi, per capire bene cosa devo fare, ho bisogno di chiarire
alcuni dubbi… e, fra questi…”
“…scoprire
cosa provo esattamente per te, in modo da poter scegliere fra lei e me… è così…?”
Rina
maledisse la fretta che l’aveva spinta a dire una cosa del genere. Nonostante
gli sforzi di contenimento della sua Neuro,
“Anche…!”
Un
semplice, banale avverbio. Ma che, nelle sue orecchie di ragazza innamorata, avrebbe
risuonato per molto tempo come la parola più dolce che avesse mai sentito. Allora
le sue non erano solo vane speranze. C’era, dunque, una possibilità!
*O
lo acchiappi adesso, Rina, o non lo acchiappi più! Sta’ molto attenta, d’ora in
poi, a quello che gli dici…!* questo fu il messaggio che le arrivò dalla sua
Cerebrale.
“Alan,
ma allora… allora, anche tu…”
“Stop”
perentorio, il ragazzo alzò la mano “rispondi alla mia domanda!”
Lei
rifletté un istante: “Puoi avermi impressionata con la tua forza di volontà nel
perseguire uno scopo. Puoi avermi affascinata con la tua precoce intelligenza… conquistata
col tuo senso della giustizia… attratta con la tua bellezza fisica” Chandler
registrò una scarica di adrenalina “ma c’è dell’altro!”
“Cosa
c’è, Rina…?”
Stavolta
la ragazza aspettò un po’, prima di continuare: dovette raccogliere tutto il
suo coraggio per mettersi così allo scoperto, ma evidentemente quelli erano i
giorni delle grandi rivelazioni.
“Forse”
sospirò “la cosa che veramente mi ha fatto innamorare di te… perché non nego
che, all’inizio, era solo una cotta… è stato vedere che continuavi a inseguire
Seya, pur rimanendo continuamente sconfitto da lei. Ed era ovvio che te n’eri innamorato.
Lei continuava a umiliarti, a rovinarti la reputazione… e tu continuavi a
inseguirla, senza smettere di amarla!”
“Rina,
un momento…” cerco di intervenire lui.
“No,
Alan: fammi finire, ti prego. Se non lo dico adesso, non lo dico più! E, se non
ci riesco, me ne pentirò per tutta la vita. Ti sono veramente grata per avermi
concesso questo colloquio!”
Alan
sentiva il suo buon senso ammonirlo a non farla continuare. Intuiva che, se
avesse ascoltato tutto ciò che Rina aveva da dirgli, si sarebbe poi trovato di
fronte a un bivio tale, al cui confronto la scelta fra amore e dovere nella
faccenda di Lisa/Seya sarebbe sembrata una fesseria! Purtroppo, quel maledetto
senso della giustizia che non lo mollava mai, gli diceva che anche Rina - come
Lisa - aveva diritto alla sua chance.
“D’accordo”
respirò “continua…!”
“Ecco…
io credo che… se un ragazzo ama così tanto una ragazza, anche quando lei lo fa
soffrire… volutamente o meno…” calcò sulle ultime parole “…credo che questo
ragazzo sia in grado di amare in maniera meravigliosa. E io non posso fare a
meno di innamorarmi di lui!”
Per
la seconda volta in dodici ore, Alan Asuka sentiva inumidirsi gli occhi. Era la
prima volta che una ragazza gli diceva cose del genere… o, più esattamente, era
la prima volta che lui se le lasciava
dire!
Senza
neanche rendersene conto si era alzato dal suo posto, imitato da Rina.
Abbracciatogli i fianchi, lei aveva concluso il suo discorso: “Io ti amo, Alan.
Qualunque decisione prenderai - come uomo e come detective - io non smetterò di
farlo… perché, comunque mi andrà, ne sarà valsa la pena!”
*Lo
sapevo: non dovevo farla parlare… adesso sono rovinato!*
Ora
capiva tante cose. Capiva soprattutto perché, fino a quel momento, avesse
sempre litigato con Lisa: proprio per frenarla a dirgli cose come questa. Cose che
lo avrebbero spiazzato, messo a nudo, catturato da una donna!
*Che
male ci sarà, poi, a farsi catturare da una donna?* pensò Alan mentre, prima ancora
di decidere di farlo, stava già posando le sue labbra sopra quelle della sua
“assistente forzata”…
***
Nello
stesso momento, il personale dalla sezione Neurologica stava osservando due
display sulla console del controllo emotivo. Nel primo era comparso il messaggio
RELATION TYPE
A IN PROGRESS - SUBJECT: RINA TAKAMYA nel
secondo comparivano invece i nominativi delle conoscenze femminili dell’organismo,
ciascuno accompagnato dal suo Coefficiente Relazionale. Il livello del soggetto
nominato dal primo display stava salendo dai 986 punti acquisiti con le coccole
della sera precedente, verso i 1186 che avrebbe fatalmente raggiunto coi 200
guadagnatosi con quel bacio… che, fra parentesi, era il primo per entrambi gli
interessati!
Non
appena il punteggio di Rina ebbe superato la soglia dei 1000 punti, la colonna
riservata alla qualità della relazione interpersonale, cambiò istantaneamente il
suo status da quello di AFFECTION a quello di LOVE…!
“Ecco
fatto” esclamò Phil Marlowe, con una smorfia “non c’è che dire: quel bel tipo è
un vero specialista, a mettersi nei casini da solo!”
Harper,
che era lì presente, chiese titubante: “Come mai non abbiamo ancora un
riscontro sul nuovo C.R. unificato di Lisa/Seya?”
“Dietro
mio suggerimento, Watson è riuscito a mettere parzialmente in standby le celle
mnemoniche riservate al soggetto… in questo modo abbiamo rallentato
l’elaborazione del nuovo C.R. e ottenuto il tempo necessario ad Alan per il confronto
con la sua ex-avversaria, che dovrebbe fornirci elementi migliori per far risalire
il suo livello… almeno lo spero!”
“Questo
significa che il C.R. unificato stava scendendo?”
“Eh,
sì… parecchio!” rispose Marlowe, sospirando.
“Dannazione…!
Lei come la vede, Phil?”
“Mah…
credo che le mie colleghe di Haneoka - o meglio di Saint Tail - dovranno darsi
parecchio da fare… e mi auguro anche che adottino una strategia simile a quelle
della Takamya. Altrimenti…”
“Dica
quel che pensa, Phil: senza paura!”
“L’ho
già detto, signore: per come la vedo io, se non avviene un miracolo, il sindaco
di Seika avrà un nuovo nipote acquisito!”
A1
scosse la testa: “L’idea non mi piace. Non che la signorina Takamya non sia in
grado di rendere felice questo organismo… tuttavia, sono convinto che Alan preferirebbe
di gran lunga diventare il genero di un prestigiatore!”[3]
“Anche
lei ha preso gusto alla perifrasi, a quel che sento!”
“Vorrei
solo che quel ragazzo dividesse la sua vita con la donna che veramente desidera!”
“Anch’io,
signore. D’altra parte, qua dentro possiamo solo gestire la situazione e
aiutarlo a decidersi, ma la scelta finale dovrà farla lui… perché sorride?”
“Mi
è venuta in mente una cosa buffa!”
“E
sarebbe…?”
“Non
è forse la donna a scegliere l’uomo che poi la sceglierà?”
Detto
ciò, il Coordinatore dell’organismo abbandonò la centrale del controllo
emotivo, lasciando il povero Marlowe a lambiccarsi inutilmente il cervello.
***
Camminavano
lentamente, abbastanza vicini. Abbastanza da obbligare Rina a combattere
ferocemente la tentazione di prenderlo a braccetto! La sua proverbiale acutezza
l’esortava però ad avere pazienza e a non tirare troppo la corda, dal momento
che già glien’era arrivata abbastanza. Certo più di quanto lei avesse sperato!
La
sensazione di quel bacio, ancora presente sulle sue labbra, la riempiva
ovviamente di gioia… ma anche di paura, perché adesso sapeva che se Alan avesse
scelto, nonostante tutto, di mettersi con Haneoka, per lei sarebbe stato
terribilmente doloroso!
D’altro
canto i pensieri del detective non erano molto più sereni… durante tutto il
tempo in cui aveva goduto - suo malgrado - della compagnia di quella ragazza,
non aveva potuto fare a meno di apprezzare le sue qualità. Stavolta, aveva poi
compiuto una mossa che lo metteva veramente alle strette, costringendolo a prendere
contemporaneamente due decisioni fondamentali che gli avrebbero, in un modo o
nell’altro, segnato irrimediabilmente la vita.
La
prima decisione riguardava chiaramente la sua coscienza professionale: decidere
se arrestare o meno Lisa Haneoka - in
arte Seya - colpevole di aver violato la legge, pur se spinta da nobili ragioni.
La cosa non riguardava soltanto il Codice Penale, ma anche la sua personale
responsabilità di aspirante detective: il sindaco Morinaka lo aveva onorato
della sua fiducia, incaricandolo di arrestare quella strana “ladra-giustiziera”
e lui quella missione l’aveva accettata, conseguenze e implicazioni comprese! Se
adesso, per amore di Lisa, non l’avesse portata a termine pur essendo - ora -
in grado di farlo (era questo il fardello terribile!) avrebbe disonorato suo
padre, coperto di ridicolo il sindaco e creato problemi anche alla famiglia di
quella graziosa ragazza al suo fianco, della quale doveva pur ammettere di
essersi infine innamorato!
Questo
era ormai un dato di fatto che implicava la seconda necessaria decisione:
ricambiare o meno i sentimenti di Rina Takamya. Anche se dubitava che avrebbe mai
smesso di amare Lisa (nonostante il bollore si fosse alquanto raffreddato dopo
la scoperta della verità) non avrebbe potuto non tener conto di quel che
provava ora per la “rivale” di lei! Aveva sempre ritenuto di essere solo un
capriccio per quella graziosa biondina. Pensava che per lei conquistare il suo
cuore rappresentasse solamente un’ambizione fra le altre (essere la più brava della
scuola, la più invidiata dalle ragazze, diventare una poliziotta); ma le cose
che aveva sentito in quel bar lo avevano lasciato piuttosto scosso! Il fatto
poi che Rina non lo stesse spingendo a ripudiare Lisa rinfacciandole l’inganno
perpetratogli nei panni di Saint Tail, non poteva che accentuare il nuovo
sentimento di Asuka Jr, nei suoi confronti… questo temporeggiare della ragazza
poteva anche essere tattico, ma sicuramente stava funzionando in maniera
ottimale!
In
quel momento Alan Daiki Asuka non si trovava spaccato in due, ma spaccato in
quattro!
L’aspirante
tutore della legge aveva davanti a sé due opzioni: la più facile era
raggiungere il successo assolvendo il suo incarico, calpestando però il
generoso movente di Seya, che il suo stesso senso di giustizia costringeva a
rispettare. La più difficile era invece spingere
la società a riconoscere i reali intenti della “ladra”, trasformandola da
fuorilegge in eroina!
Ma
anche l’adolescente innamorato si trovava davanti a due opzioni: la più facile
era cogliere la felicità, così a portata di mano, che Rina gli offriva, col
rischio di vederla intaccata però dal rimorso di non avere avuto fiducia nel
suo “doppio primo amore”! La più difficile era tentare invece una travagliata
sintesi fra il sentimento provato fin dall’inizio per la sua “nemica notturna”
(era indimenticabile la sensazione della sua stretta mentre lo librava nel
cielo della città, la notte in cui avevano recuperato il Cigno di Cristallo) e
quello più recente per la sua “ordinaria” compagna di classe (ugualmente
indelebile era il formicolio avvertito per tutto il corpo - ettolitri di
adrenalina rovesciati da Phil Marlowe sul groppone del povero Dick Tracy - nel
corso di tutte quelle ripetizioni di matematica che le aveva impartito).[4]
Rina
continuava a osservarlo di sottecchi. I suoi occhi femminei ben registravano il
turbamento che il ragazzo mostrava sul volto, denunciando quanto fosse
internamente combattuto. Tuttavia, siccome non mancava ormai molto alla
residenza dei Takamya (Alan la stava infatti riaccompagnando a casa) la ragazza
si decise a rompere il silenzio.
“A
cosa pensi, Alan…?”
“A
quel che diranno i tuoi genitori, vedendoti rientrare a quest’ora!” rispose
lui, dopo aver elucubrato per un attimo.
“Bugiardo…!”
“Non
del tutto!”
“Tranquillizzati,
sciocco! Ieri sera, quando ho deciso di pizzicarti a casa tua, li ho chiamati
al cellulare e ho detto loro che avrei dormito da un’amica!”
Alan
si chiese quanti zilioni di volte quella scusa, vecchia come il cucco, fosse
stata adoperata dalle ragazze per coprire la loro prima notte brava!
“Sicura
che ti abbiano creduto?” chiese poi.
“La
cosa ti preoccupa?” ribatté lei, con voce decisamente maliziosa.
“Direi
proprio di sì!”
Lei
sospirò e rispose: “Non preoccuparti, Alan: non provocherò uno scandalo per
costringerti a sposarmi…!”
“Non
dire sciocchezze” il ragazzo avvertì un brivido lungo la schiena “so bene che
fra i nostri compagni di scuola non hai certo una reputazione da disinteressata”
a lei si intristì lo sguardo e lo abbassò “ma, se ci tieni a saperlo, fra
quelli che la pensano così, io non ci sono… e non da oggi!”
“Davvero…?”
gli chiese Rina, con gli occhi che le tornavano a brillare.
“Che
tu mi creda o no” Alan tornò a guardare davanti a sé “prima non ti ho baciata
per semplice desiderio fisico… non solo, almeno!” ritenne opportuno precisare.
Stavolta
la ragazza non poté più trattenersi e, visto che lui continuava a tenere le
mani nelle tasche, lo prese finalmente a braccetto. Per un momento lui sembrò opporre
una debole resistenza, ma poi accettò quel contatto come una cosa abbastanza
naturale.
*Meno
male che gli Haneoka abitano lontano dai Takamya* pensò *spero solo che quel
disgraziato di Mantano non ci becchi… se no, sai che casino!*
Alan
vedeva già i titoloni sul Saint Paulia
Times[5]:
Si
lasciò scappare un brivido…
“Ma
allora di che ti preoccupi? Stai tremando! Guarda che i miei non sono poi così
all’antica!”
“È
più tuo zio a preoccuparmi, se vuoi saperlo!”
Altra
frase, pronunciata ancor prima di pensarla, che dette modo a Rina di affrontare
finalmente l’argomento tabù: “Ti preoccupa per la nostra notte brava o per quel
distintivo che ti pesa nella tasca…?”
Colpito
e affondato, Alan si arrestò. Fra l’altro, erano nel frattempo arrivati davanti
al cancello della sua villa. Istintivamente, il ragazzo trasse di tasca
l’oggetto[6] e lo
contemplò a lungo…
“Quel
giorno è stato uno dei più belli della mia vita” disse, quasi a sé stesso “ma oggi
mi viene quasi da maledirlo!”
“Io
temo, invece” replicò Rina, malinconicamente “che tu maledica più il giorno in
cui ho deciso di venire a vivere a Seika!”
Il
detective rialzò il viso e la fissò severamente: “Ti sbagli. Ora, comunque, non
è così!”
“Come
vorrei crederti, Alan…!”
“Allora
fallo” replicò deciso lui, mentre Gus Chandler si domandava come facessero,
dentro
“Io
non l’ho mai creduto…! Vorrei solo sapere che farai, adesso!”
“Quello
che mi detta la mia coscienza. Che altro?”
“La
tua coscienza di detective o la tua coscienza di innamorato?”
Alan
sospirò, prendendosi il tempo per scacciare l’irritazione che le punzecchiature
di Rina - più o meno intenzionali - gli stavano provocando. Non voleva mettersi
a litigare con lei. Non voleva più litigare con nessuno.
*Con
nessuno...!* si disse, calcando
mentalmente su quella parola.[7]
“Non
è detto che le due coscienze non trovino un punto di incontro. Dopotutto, la
legge deve anche educare i trasgressori, non solo punirli!”
“Credi
che questo sia il tuo compito personale?”
“Forse
no, ma vorrei assumermelo” replicò il giovane, decidendo di andare direttamente
al sodo “in fondo, le devo…” si corresse “…le dobbiamo qualcosa! Se le sue imprese - illegali, va bene - non
avessero portato allo scoperto tutti quei truffatori, essi l’avrebbero fatta
franca! Non puoi negare che, più o meno indirettamente, la giustizia l’ha
servita anche lei. Cerca di capire, Rina: io non me la sento di sbatterla in
galera…!”
Rina
lo scrutò in volto: “E l’incarico che ti aveva affidato mio zio?”
“Tuo
zio mi aveva incaricato di arrestarla…
il che può anche voler dire fermare solamente la sua attività, che la legge -
su questo siamo d’accordo - non può consentire: tocca alle forze dell’ordine far
rispettare le regole, non ai privati cittadini!”
“Dove
vuoi arrivare, Alan…?”
“A
questo, Rina: cosa ne diresti se le parlassi e la convincessi a non
continuare?”
“Credi
che ti ascolterebbe?” chiese la nipote del sindaco, con un tono di scetticismo
nella voce.
“Se
non ci provo, non lo saprò mai!” rispose lui, ruotando in su i palmi delle
mani.
La
ragazza, che si era appoggiata al muro di cinta della proprietà mentre lo stava
ascoltando, chiuse gli occhi, come per raccogliersi. Anche gli occhi di Alan
potevano constatare la sua sofferenza. Quando li riaprì, gli disse, con voce
tremante: “Allora provaci…!”
Il
sorriso di Alan risplendette più del sole, mostratosi finalmente attraverso gli
squarci delle nuvole. Il ragazzo si avvicinò e le afferrò le mani: “Grazie,
Rina! Lo sapevo che sei una persona onesta! E sono felice che ti sia innamorata
di me… ne sono anche lusingato, se vuoi saperlo!”
A
quelle parole, la ragazza lo abbracciò con grande trasporto. Lui ricambiò
l’abbraccio ma, dopo un attimo, si accorse che le sue spalle si scuotevano… stava
piangendo.
“Rina…
cos’hai…?”
“Alan…
ti prego: non illudermi!”
“Ma
che dici?”
“Io…
io non odio Lisa, te lo giuro! Anch’io capisco un po’ quello che ha fatto…
anche se non digerisco il modo che ha usato per conquistarti! Comunque, se
sceglierai lei, ti capirò… sarà terribile, ma me ne farò una ragione…”
“Rina…”
disse lui, carezzandole istintivamente la testolina bionda.
A
quel contatto, lei si stacco da lui e lo fissò con lo sguardo più penetrante
che poteva. Alla Sensitiva cominciarono ad accendersi alcune spie di
sovraccarico: “…ma, se è così, dimmelo subito: non farmi sperare inutilmente…!”
Il
ragazzo annuì. Ormai non poteva più considerarla una ragazza petulante e
appiccicosa. Le mise le mani sulle spalle e le disse: “È anche per questo che
voglio parlarle, prima di agire! Devo capire cosa provo esattamente per lei e -
soprattutto - capire cosa lei prova esattamente per me! Come Seya non ha mai
nascosto i suoi sentimenti… come Lisa sì! E devo capire se questo faceva parte
dell’inganno o se c’era dell’altro. Quando avrò le idee più chiare, potrò finalmente
prendere la mia decisione da uomo. Non voglio avere né dubbi, né ripensamenti
su chi desidero veramente al mio fianco per tutta la vita! Ora come ora… lo
confesso… vi amo tutte e due!”
Rina
gli sorrise dolcemente, carezzandogli la guancia: “La sincerità… ecco cos’avevo
dimenticato!”
“Come…?”
“Al
bar, quando mi hai chiesto perché mi piacevi… è questo un altro dei motivi: la
tua sincerità!”
Alan
non resistette alla tentazione di darle un leggero bacio sulla fronte. Quando
si ritrasse, notò con stupore che il volto di lei si era fatto leggermente
corrucciato.
“Sei
proprio sicuro di non avere già scelto…?” gli chiese ancora una volta.
Con
espressione altrettanto seria, il detective annuì senza alcuna esitazione: “Lo
sono, Rina!”
“E
allora sappi” concluse, piantandogli di nuovo due occhi che fecero saltare diversi
circuiti di protezione sui pannelli di Marlowe “che prima di rassegnarmi lotterò
con tutte le mie forze! Posso lealmente ammettere che anche Seya ti meriti”
calcò bene sul nome che aveva usato “ma non ti lascerò a lei così facilmente:
me lo riprenderò io, il cuore che ti ha rubato!”
Senza
dargli il tempo di rispondere, gli stampò infine sulla bocca un bacio
mozzafiato! Se non ci mise la lingua, fu solo perché temeva che poi non sarebbe
più riuscita a controllarsi… era meglio giocare pulito, ancora per un po’!
Mentre
Alan cercava di riprendere a respirare, Rina suonò il campanello e, quando le
aprirono, gettò sul tavolo l’ultima carta…
“Dopotutto…
mi riprenderei soltanto quello che ho vinto!”
“Che
cosa vuoi dire…?” domandò lui, con un certo qual vago presentimento.
“Che
la scommessa l’ho vinta io, non ti ricordi? Adesso devi metterti con me!”
“Ma…”
“Ciao,
tesoro… telefonami!”
Richiuso
il cancello, la ragazza attraversò il giardino con una velocità tale da far
invidia a Saint Tail… prima ancora che Alan potesse riprendersi dallo shock,
aveva già varcato il portone di casa.
Il
povero detective se ne rimase sul marciapiede, come un baccalà, poi sentì
montargli un discreto nervosismo: “Ladre, suore, poliziotte” gridò il maschilista
convinto che era in lui “dove diavolo sono finite le ragazze che vogliono fare
soltanto le mogli e le madri??”
Ciò
detto, tirò un calcio liberatorio a un provvidenziale ciottolo e se ne andò.
***
Contemporaneamente,
nella centrale del controllo emotivo, Phil Marlowe doveva riscontrare con
sgomento che il solo pensiero poc’anzi espresso dal giovane detective a
proposito di mogli e madri, aveva fatto guadagnare almeno 10 punti al Coefficiente
Relazionale di Sayaka Shinomya! Gli aggiornamenti sul display delle relazioni
interpersonali segnalavano ora 331 punti per la dolcissima fan di Asuka Jr. e
1386 punti per la nipote del sindaco (ne aveva guadagnati altri 200 con il
secondo rapporto A)[8]. In terza e quarta
posizione stavano le righe relative a SEYA (A.K.A. SAINT TAIL) e LISA HANEOKA, entrambe
col livello del C.R. azzerato e la nota CANCELLED. In
fondo alla lista, in posizione chiaramente provvisoria, compariva infine la
nuova riga intestata a LISA
HANEOKA/SEYA (A.K.A. SAINT TAIL) che mostrava
ancora, nella colonna del livello, un inquietante NA[9] e, in quella delle note, un ancor più inquietante ELABORATION IN PROGRESS…
Il
capo della Neurologica di Alan Asuka non poté fare a meno di accasciarsi sul
suo tavolo da lavoro, tuffando il viso nelle braccia e sospirando ancora: “Aaah…
sì: decisamente una brutta settimana…!”
[1] Marlowe è il capo della sezione Neurologica e Tracy della Cardiaca.
[2] Capo della Motoria.
[3] I lettori di questa fanfic devrebbero prendere atto che i membri del Consiglio Organico di Alan - con l’eccezione di James Watson - sono decisamente Haneokiani piuttosto che Takamyani… anche se il Codice Biologico imporrebbe loro di essere super-partes! Da ciò, forse i fans di Lisa/Seya si sentiranno rassicurati sul finale.
[4] C’è da chiedersi se non derivasse proprio da questo la passione di Alan per tale materia!
[5] Il giornale della scuola, redatto appunto da Sergio Mantano, l’aspirante giornalista-fotoreporter.
[6] Si tratta chiaramente del distintivo consegnatogli dal sindaco assieme all’incarico di arrestare Saint Tail.
[7] Secondo voi a chi si sta riferendo?
[8] E meno male che non aveva usato la lingua, altrimenti sarebbero stati 300…!
[9] Not Available (Non Disponibile).