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Autore: cristal_no    05/01/2014    3 recensioni
Il suo tono era diventato sarcastico, sapeva ormai cosa c’era tra me e Gideon e che di sicuro quando eravamo lì non mi dedicavo molto ai compiti. Guardai verso il finestrino accennando un sorriso, però aveva parlato al singolare, rivolsi lo sguardo di nuovo verso Mr. George e gli domandai :”ma allora il mio dia…”: mi corressi un poco imbarazzata :”Gideon dove sarà?”
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per fortuna riuscii a uscire di casa con la scusa che dovevo incontrarmi con Leslie per delle cose urgenti di scuola e la mamma capendo ciò che avevo intensione di casa per mia fortuna mi coprì.
In pochissimi minuti arrivai davanti a casa di Gideon, avevo la chiave e cosi entrai subito.
La casa era ancora come l’avevamo lasciata la sera prima, dal corridoio arrivò la sua voce:’Gwendolyn, sei tu?’, ero rimasta vicino alla porta a pensare a cosa dovergli dire sul fatto che non mi andava molto a genio che evidentemente si era incontrato con Charlotte senza di me, poteva anche essere gelosia e sembrare stupido ma avevo intensione di parlare con lui per chiarire la situazione.
  Ma non feci in tempo a rispondere che lui usci dal corridoio affianco alla cucina e venne a baciarmi, i suoi baci si potevano definire la fine del mondo. Lo allontani lentamente da me, non avevo prima il modo in cui era vestito, beh non proprio vestito, probabilmente era appena uscito dalla doccia perché i suoi capelli erano umidi e indosso aveva solo un pantalone, era tremendamente sexy.
Cercai a malincuore di distogliere lo sguardo dal suo petto nudo, il mio tono era un po’ imbarazzato ma sicuro :’ non me lo sarei mai aspettato da te, ti rendi conto di quello che hai fatto, potevi intuire che…oh per favore mettiti una maglietta!’ con la bocca aveva appena accennato un sorriso ma ubbidì e si infilò una camicia che era appoggiata su una sedia, ancora sorridendo. ‘non capisco cosa ci trovi tanto da ridere !?’lo aggredì, ma lui con molta calma cominciò a parlare:’ ma cosa..?’ non riuscii a farlo finire di parlare che quasi gli saltai addosso per quanto ero incavolata, camminando con tono deciso verso di lui lo feci quasi arrivare al muro :’ mi spieghi come ti sei permesso?’ con una velocità incredibile mi prese le mani e me le abbassò e mi tenne bloccate le braccia lungo il busto:’ ehi, stai calma piccolo corvo’ cosa? :’ non mi chiamare in quel modo!’ ma riprese :’ siediti e parliamo’ rimasi in silenzio e andai verso il tavolo, ci sedemmo uno difronte l’altro e per un po’ nessuno parlò. Dopo un po’ di esitazione decisi di parlare io, la mia adrenalina ormai era al massimo, ma ripresi con più calma dicendo solo una parola:’ Charlotte’ , i suoi occhi si illuminarono e sembrò un po’ spaventato, prese un respiro profondo e disse allarmato:’ che ti ha detto?’ ero scioccata dalla sua risposta:’ CHE MI HA DETTO?!, che stava per dire a tutta la famiglia !’ero più decisa che mai nel mio tono di voce :’ lo sai che guaio se la mia famiglia lo venisse a sapere in quel modo? E mia nonna poi!! Ne farebbe una tragedia’ alzai lo sguardo verso di lui, non sembrava più spaventato ma era molto calmo, qualcosa non stava quadrando, per fortuna prese a parlare:’ senti io non ho detto niente a Charlotte del tuo trasferimento qui da me, non abbiamo proprio parlato di questo’, mi raddrizzai sulla sedia, il cuore mi batteva a mille e mi tremavano le gambe, anche se non mi vedevo ero sicura che la mia faccia era tra delusione e sconforto:’ non ci credo, non posso crederci, tu…tu’ non ero più arrabbiata, sentivo che le lacrime mi salivano agli occhi, si era alzato e si stava avvicinando a me, ma mi alzai di colpo pure io e indietreggiai quasi inciampando nel tappeto :’ oh non ci credo, vi siete incontrati per parlare, hai ritenuto importante dirglielo subito, sai che mi da fastidio ’ le lacrime mi bagnavano le guance cadendo rapide, troppa delusione.
Mi voltai senza dire niente e me ne andai, lo senti chiamare ma non mi voltai, ho continuato fino a casa piangendo a dirotto e arrivata corsi in camera mia perché non volevo troppe domande.
Chissà quanto sarà stato bello il loro pomeriggio a mia insaputa, magari si erano addirittura incontrati prima che mi chiedesse quella cosa che mi aveva illuminato la giornata. Ma non potevo continuare a stare male cosi, soprattutto a farmi vedere in queste condizioni da Charlotte che di sicuro ne avrebbe goduto, cosi mi asciugai le lacrime e chiamai Leslie per raccontarle tutto 
  
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