Anime & Manga > Shugo Chara!
Segui la storia  |       
Autore: amu hinamori    05/01/2014    4 recensioni
Dal capitolo 1:
Ikuto pensò subito che la ragazza non poteva conoscere il giapponese, così iniziò a parlare in inglese: -My name is Ikuto and I’m 17 years old, on your right you can fin..- poi venne interrotto dalla voce della ragazza.
-Non c’è bisogno che tu mi parli in inglese, conosco il giapponese come lo conosci tu- affermò lei con modo retorico.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi svegliai avvolta dal mio bel piumone azzurro, guardai la sveglia sul comodino, vidi che erano le 9.00 di domenica. A mia controvoglia mi alzai dal letto e mi cambiai gli abiti, scesi giù in sala da pranzo, feci una colazione leggera, si vede proprio che mangio poco e niente e poi me ne andai in sala davanti al caminetto, anzi a un mega camino, accesso e mi misi a sedere su una poltrona e aprii il mio amatissimo libro che stavo leggendo. Rimasi li a leggere per chissà per quanto tempo, sicuramente avevo saltato il pranzo, chissà Ikuto cosa avrebbe detto…
Dalle pagine del libro cadde qualcosa che si appoggiò sulle mie gambe, la presi in mano e vidi che era una lettera. Non c’era ne il mittente ne il destinatario, un po’ titubante iniziai ad aprirla e lessi quello che c’era scritto:
Cara Amu,
ti scrivo questa lettera per diversi motivi, ma il principale è il mio desiderio di dirti quello che provo, sono sempre stato nell’ombra e ti ho ferita in tutti i modi possibili immaginabili e me ne pento. Ti scrivo per chiederti scusa di tutto quello che ho fatto e di quello che ti ho detto per farti sentire male, non era mia intenzione, ho sempre odiato vederti triste questo perché io stravedo per te quando sorridi. Ti scrivo per dirti che la tua voce è splendida e tu sei una delle ragazze più belle e dolci che io abbia mai conosciuto.
Ti scrivo questa lettera perché ti amo. Sì ti amo, ti amo più di ogni altra cosa. Ti chiedo solo di perdonarmi.
Per sempre tuo, Diego
Londra, 12 marzo 2011.

È uno scherzo, vero?

Stringevo la lettera fra le mani, tremavo. Una ventata di aria fredda mi portò addosso una paura per tutto quello che ho passato e per quello che mi sta succedendo, era come se si dicesse che il bianco è il simbolo della notte e il nero il simbolo del giorno. Avevo una confusione in testa che metà bastava. Squillò il cellulare, risposi alla chiamata.
-Pronto, chi parla?- dissi io.
-Come “chi parla?”, ti ho salvato il mio numero a posta- mi disse il  ragazzo dall’altra parte, ovvero… Ikuto.
-Ah, ciao, scusami è che ero sovrappensiero- dissi io con voce bassa e triste.
-Ehy, che hai?- mi chiese.
-Chi? Io?-
-No, tuo fratello. Certo, tu,!-
-Non ho niente io-
-Invece sì, tu hai qualcosa, hai la stessa voce che hai quando parli del tuo ex- disse.

Come diamine fa a sapere a chi sto pensando?

-Ma no, Ikuto sarà solo la tua immaginazione-
-Non ci credo. Comunque io e Utau e i nostri genitori andiamo a prendere il vestito per il ballo d’inverno, e ci stavamo chiedendo se volevi venire anche tu, allora, ti va?- mi chiese.
-Ma certo, non sapevo neanche che c’era un ballo, dai così lo compro anche io l’abito- dissi cambiando il tono di voce.
-Siamo da te fra cinque minuti, se Utau si sbriga- disse lui.
-D’accordo, ciao- dissi io mettendo giù la chiamata.
Salii in camera mia, presi il portafogli e lo misi dentro una borsa abbastanza grande, scesi a mettermi su le scarpe e mi misi ad aspettare.
Passarono trenta minuti dai famosi cinque che mi aveva detto Ikuto, così mi misi il cappotto ed uscii. Le neve cadeva ancora e il marciapiede era già diventato candido. Arrivai a casa di Ikuto e suonai il campanello.
-Ciao Amu- mi disse il padre di Ikuto salutandomi.
-Salve- dissi io.
-Entra pure, i ragazzi sono di sopra a discutere-disse facendomi accomodare in salotto.
-A discutere?- chiesi io sedendomi.
-Utau vuole che Ikuto prenda un nuovo smoking perché crede che il suo sia troppo “usato”, invece Ikuto non vuole- disse la madre di Ikuto entrando in salotto.
-Ah, strano- dissi io.
-E tu e i tuoi fratelli per cosa litigate?- mi chiese Aruto.
-Per chi può suonare lo Stradivari di famiglia al compleanno del nonno, la meta delle nostre vacanze e per i miei pretendenti- dissi io.
-Come per i tuoi pretendenti?- mi chiese Souko.
-Loro non vogliono che io stia con un ragazzo che non mi faccia soffrire, e fanno così da quando ho iniziato le medie, poi ho avuto solo un ragazzo fino ad adesso, ma loro anche prima che io ne avessi uno, fecero passare le pene del inferno ai ragazzi che avevo come amici, una situazione lievemente imbarazzante- raccontai io.
-Beh almeno ti vogliono bene, non come quei due di sopra che ogni volta che litigano sono sul punto di far scoppiare la terza guerra mondiale- disse Souko ridendo.
-E la questione dello Stradivari?- mi chiese Aruto curioso.
-Avviene ogni anno, nella mia famiglia c’è un certo attaccamento alla musica e al mondo dello spettacolo, mio nonno quando era giovane ha comprato diversi strumenti musicali di grande valore, fra cui uno Stradivari; io, Pierre e Heiji ci teniamo tantissimo a suonarlo visto che tutti sappiamo suonare il violino, così ogni anno litighiamo per il previlegio di suonarlo davanti a tutta la famiglia e soprattutto, davanti al nonno- affermai io.
-Sei molto legata a tuo nonno- disse Aruto.
-Il mio nonno è una persona meravigliosa, mi ha insegnato tutto sulla musica, da piccola stavo sempre con lui, mi suonava il piano e io ero sempre felice, infatti lui dice sempre “Potete togliere tutto ad Amu, ma non la musica, toglietele la musica e non la vedrete più sorridere”- continuai io.
-Allora se è così non vediamo l’ora della sfida del 22, Utau e soprattutto Ikuto, ci hanno detto che hai una splendida voce, non vediamo l’ora di sentirla- disse Souko.
-Con chi l’aveva paragonata Ikuto?- domandò Aruto alla moglie.
-Se non mi sbaglio ha detto che sei un mix di Taylor Swift e Celine Dion- rispose.
-Io non l’ho paragonata a nessuno- disse Ikuto scendendo dalle scale.
-Ah, hai finito di litigare con tua sorella- disse la madre.
-Secondo me è una partita persa con quella ragazza- disse Ikuto, -ah ma sei già qui?- mi chiese Ikuto.
-Beh, a dirla tutta non arrivavate più e quindi sono venuta io- dissi.
-Cosa? Ma da quanto ci aspetti?- chiese Utau scendendo.
-Forse 40 minuti- dissi io.
-Davvero, scusaci- disse Utau mortificata.
-Di niente- risposi.
-Ikuto, è tutta colpa tua-  disse poi Utau.
-Ma senti chi parla? Se mai è tua la colpa- rispose lui.
-No, è tua la colpa-
-Mia cara è tua la colpa-
-Oh no adesso ricominciano- disse Aruto.
-Sentite- dissi io, loro si voltarono verso di me, -potreste calmarvi un pochino, così possiamo uscire per gli abiti-
-Hai ragione- disse Utau, -forza andiamo a comprare l’abito!!!
Dopo due maledettissime ore…
-Utau sarà il ventesimo abito che provi- disse Ikuto svogliato.
Sono circa due ore che Utau ci sta sfilando davanti ai nostri occhi con su una marea di abiti diversi, certo tutti bellissimi, ma neanche uno che le piaccia.
-Ikuto sottovaluti l’importanza dell’abito- disse Utau specchiandosi.
-E che importanza potrebbe avere?- chiese il padre.
-Tantissima, vero mamma?- disse Utau.
-Certo soprattutto per i nostri portafogli- rispose la madre.
-Mamma… Amu è vero che è importante l’abito?- mi chiese. Io che mi stavo addormentando davanti agli abiti che stavo guardando.
-Io penso che l’abito non faccia la ragazza bella, lo vedo solo come una grossa spesa, però che ne vale la pena, a proposito con chi ci vai?- chiesi io, lei divenne tutta rossa.
-P-p-perché me lo chiedi?- mi chiese.
-Semplice, se non hai un cavaliere come puoi sperare di comprare un abito, se puoi lui non ti inviterà mai?- dissi io.
-Beh… ci vorrei andare con Kaito, comunque cambiamo discorso tu non te ne sei ancora provata uno- disse lei.
-E quindi?- chiesi io.
-Vuol dire che ora tocca a te provare qualche abito- sbraitò lei.
-Se proprio ci tieni a vedermi in un abito da sera sceglimelo te, però ricorda: niente spalline sottili, niente abiti retrò, evita pizzo e merletti, niente colori come giallo, arancione, rosa, verde e bianco, e che mi arrivi fino ai piedi coprendoli. Buona fortuna- dissi io sedendomi.
-Credo che proverò un altro abito- disse lei, -è che tutti questi abiti sono belli ma gli manca sempre qualche cosa, aspetta…- disse lei.
-Che c’è?- disse lei.
-Possiamo andare da te Amu- disse lei.
-Giusto. Dopotutto la tua famiglia possiede una casa di moda- disse Souko.
-Non vedo perché no, forza andiamo- dissi io alzandomi.
Arrivammo all’atelier dopo circa dieci minuti, era un po’ deserto, dopo tutto era domenica ma così avevamo la calma per cercare l’abito giusto.
-Buongiorno signorina Amu- mi disse la commessa.
-Buongiorno Clara- risposi.
-Cosa posso fare per voi?- ci chiese.
-Due abiti: uno per Ikuto e uno per Utau, per Ikuto una cosa semplice, invece per Utau sfodera tutte le tue idee, avrà provato circa una ventina di abiti ma non abbiamo trovato niente- affermai io.
-Aspetta Amu, anche tu hai bisogno dell’ abito- contestò Ikuto.
-Di quello non c’è problema, avete voi la precedenza- risposi io. Così Clara portò Ikuto e Utau a scegliere un abito per il ballo.
-Pensi che troveranno l’abito giusto?- mi chiese Souko.
-Se non lo trovano, tento il suicidio- le risposi.
-E io la seguo a ruota- aggiunse il marito.
-Perché?- ci chiese.
-Dai Souko, non si è mai vista prova dell’abito così lunga- affermò il marito.
-Allora- annunciò Clara, -Ikuto ha trovato il suo abito quasi subito, invece Utau desidera avere un consiglio- così Utau e Ikuto uscirono. Ikuto aveva su un semplice smoking nero che gli stava davvero bene, invece Utau aveva un abito rosa chiaro, stretto in vita con tanti lustrini.
-State benissimo- esclamò la madre.
-Ho deciso! Metterò questo!- esclamò Utau felice come una bambina.
-Per me va bene- disse Ikuto con tono incolore.
-Quanto costano?- chiese Utau a Clara.
-Sono un regalo- dissi io.
-Amu…- disse Ikuto.
-Sono un regalo, a me basta che vi piacciano e che vi stiano bene- affermai io.
-Grazie Amu- disse Utau venendomi ad abbracciare.
-A me non sta bene- disse Ikuto.

E adesso che c’è??

-Ci hai accompagnati per una marea di negozi, ci hai visti indossare una miriade di abiti! Qualcosa te lo dobbiamo e quindi…- affermò Ikuto.
-E quindi?- dicemmo tutti in coro.
-Ti aiuteremo a trovare l’abito- concluse lui.
-Che cosa?- chiesi io.
-Ragazzi non vi conviene- disse Souko.
-Perché mamma?- chiese Utau.
-Amu ci è cresciuta in questo mondo, li ha disegnati lei i vestiti da ballo della collezione che avete a dosso lei sa perfettamente quello che vuole, in più Midori mi ha detto che lei sceglie sempre da sola i suoi abiti, giusto Amu?- affermò la madre dei ragazzi.
-Credo che abbia ragione vostra madre- disse Aruto.
-Signorina Amu vuole dirmi che abito desidera?- mi chiese Clara.
-L’abito blu che ha disegnato mia madre un anno fa- risposi io.
-Cosa? Vuole un abito della vecchia collezione?- mi chiese.
-Esatto- risposi io. Entrai a provarmi l’abito, era un semplice abito blu con sopra disegnati i fiocchi di neve con gli strass. La gonna arrivava fino al ginocchio, una cintura bianca stringeva la vita e il bustino era pieno di strass. Quando uscii dal camerino avevano tutti gli occhi che brillavano.
-Ti sta benissimo- disse Utau.
-Per una volta sono d’accordo con mia sorella, è perfetto- disse Ikuto meravigliato dello splendore che aveva davanti.
-Ti va a pennello- disse Souko.
-Bene, io prendo questo- dissi contenta.
-D’accordo ve li faccio recapitare a casa domani- disse Clara.
-Grazie Clara alla prossima- dissi io uscendo dal negozio.
Erano tutti entusiasti degli abiti, ed io ero felice per loro. Ritornammo a casa per sei di sera stanchi morti, raccontai alla mia famiglia quello che avevo passato per trovare quegli abiti tanto semplici quanto perfetti.
Alle dieci me ne andai a letto quando il cellulare squillò. Lo presi in mano e vidi due messaggi. Uno anonimo l’altro di Diego. Quello di Diego diceva: "Siamo in aeroporto per prendere l’aereo. Non vedo l’ora di vederti"

Io non vedo l’ora di farti mangiare la polvere, brutto stronzo che non sei altro.

Aprii quello anonimo, il quale mi fece rabbrividire: "Pronta a perdere? Ricordati che un incidente può sempre capitare"

Oh mio Dio. Cosa vuol dire questa roba???
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shugo Chara! / Vai alla pagina dell'autore: amu hinamori