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Autore: ladyvampiretta    05/01/2014    6 recensioni
Layla è destinata a morire tragicamente, così hanno deciso gli angeli. Castiel, però, ignaro di tutto, le salva la vita. I loro destini si incroceranno in un turbinio di amore e morte che li porterà ad attraversare l'Inferno e il Paradiso per sfuggire alla sorte avversa.
[Dalla storia]
"« Devo tenerti d'occhio... » continuò « ... corri un grave pericolo »
Rimasi colpita « Eh? Quale pericolo? » sbottai.
Castiel rimase impassibile « Ti vogliono morta »
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'ACCORDO CON CROWLEY


Castiel tornò a casa con il volto contratto in una smorfia, infastidito.

« Niente, è assurdo! Ero certo che su qualche libro ci fosse scritto come rintracciare Menea o chi ne fosse a conoscenza » sbuffò, facendo volteggiare il trench.

Io gli sorrisi « Per tua fortuna io ho trovato qualcosa » dissi, mentre tiravo fuori dalla mia borsa un enorme libro. Il tomo aveva la copertina di pelle rossa, dove i caratteri del titolo sembravano scavati con le unghie.

L'angelo mi si avvicinò, curioso, studiando la copertina.

« Occultismo » risposi alla sua domanda inespressa con una smorfia « Non ti dico come mi ha guardata la bibliotecaria... » aggiunsi, sopprimendo un brivido.

Avevo fatto una piega alla pagina che ci interessava, così lo aprii velocemente e mostrai il titolo a Castiel.

Non sembrava abbastanza sorpreso.

« Crowley? » domandò e io annuii.

« Sì, Crowley, il demone degli incroci »

Cass scosse la testa « Non è più il demone degli incroci da anni... adesso è il Re dell'Inferno ».

Sgranai gli occhi. Non c'era alcun disegno, ma dal tono di voce preoccupato di Castiel, intuii che forse non era una poi così buona idea.

« Quindi è Lucifero? Ok, lasciamo perdere » mormorai. La gola mi si era seccata all'istante. Una cosa era trasformare un angelo in umano, un'altra era trovarmi al cospetto del Diavolo stesso.

"No, no, no, non devi neanche pensare di provarci!" mi autoammonii. Venni percorsa da brividi di paura.

L'angelo scosse la testa « No, non è Lucifero... lui è rinchiuso in una gabbia... Crowley però è temibile quanto lui ». Le sue parole mi feceri venire la pelle d'oca.

L'idea di evocare qualcuno che mi dava la caccia non era poi delle migliori.

Castiel, però, sembrava fiducioso. Io avevo i miei dubbi.

"No, no, no"

« Ti proteggo io... » cercò di rassicurarmi ma senza risultato.

Scossi la testa e mi allacciai le braccia al petto « No, non ci penso proprio »

« Pensi non sia in grado di proteggerti? »

« Non mi fiderei neanche della Lega della Giustizia » asserii, guardando con disgusto il tomo sul tavolo.

Castiel rimase confuso.

« Lega della Giustizia? » domandò, inclinando la testa di lato.

Sospirai. Non potevo pretendere che l'angelo sapesse di cosa parlavo. Gli feci un segno con la mano per dirgli di lasciar perdere.

« Ho già affrontato Crowley in passato... abbiamo anche lavorato insieme... anche se poi ha cercato di uccidermi » continuò, con tranquillità.

"Solo a me sembra che il piano faccia acqua da tutte le parti?"

« Castiel, pensi davvero di evocare il Re dell'Ade solo per farci dire come trovare Menea? Non ti sembra un po' troppo? Già vuole uccidermi, perché rendergli le cose più semplici? » sbraitai con gli occhi fuori dalle orbite. Ad incrementare il mio nervosismo, poi, era la calma irreale di Castiel.

« Comunque... che vuol dire che hai lavorato con lui? » domandai, confusa, riacquistando un briciolo di autocontrollo.

Castiel rimase impassibile « Prima o poi te lo racconterò »

La sua risposta non mi soddisfò, ma non mi opposi ulteriormente.

« Sei sicuro che evocare Crowley ci aiuterà? »

« Ne sono certo »

Ancora incerta, annuii lentamente. Non potevo fidarmi di questo fantomatico Crowley, ma avevo fiducia in Castiel. A malincuore riaprii il libro e lessi il necessario per l'evocazione.

« Allora, per l'incantesimo ci servono un po' di cosucce » dissi, atona. L'angelo mi si fece vicino per leggere anche lui. Scrutò attentamente la pagina, dopodiché si voltò e mi sorrise, soddisfatto.

« Bene, torno tra un'oretta con tutto l'occorrente » e in un batter d'occhio sparì.

Rimasi per un attimo a fissare il punto dove fino a qualche secondo prima c'era lui, per poi tornare in me.

Avevo dei brividi di freddo, sapevo che stavamo facendo uno sbaglio, anche se non sapevo quanto grave. Evocare Crowley era una cosa malsana, sbagliata... dovevo trovare qualcosa che mi tenesse impegnata per non pensarci troppo, così presi dei gessetti e cercai sul libro il pentacolo adatto per l'evocazione.

Era abbastanza complicato da disegnare, ma andava bene: avrei potuto staccare per un po' con la mia razionalità.

Impiegai quasi un'ora per farlo in modo perfetto. Non doveva esserci il minimo sbaglio.

Castiel tornò poco dopo con un paio di sacchetti in mano.

Senza dire una parola, andò in cucina e prese una ciotola scura.

« E quella da dove salta fuori? » domandai, curiosa, indicando l'oggetto.

Alzò le spalle « Era già qui ».

Sospirai.

"Ok, ci siamo"

Presi in mano il libro e indicai all'angelo la sequenza degli ingredienti. Cercai di non badare alle parole che leggevo, altrimenti non sarei più riuscita a vivere con i complessi che mi sarei fatta. Castiel, invece, sembrava impassibile.

Chiusi il libro e l'angelo tirò fuori una scatola di fiammiferi. Ne accese uno e lo lanciò nella ciotola insieme agli ingredienti.

Ci fu un piccolo scoppio bluastro e un forte odore di zolfo.

« Salve ragazzi! » ci accolse una voce alle nostre spalle. Era bassa e profonda, quasi sensuale.

Mi voltai di scatto e il mio cuore perse un battito per la paura. Castiel, invece, non si sorprese minimamente, anzi, si girò con calma.

« Crowley » lo salutò con una tranquillità che tradiva un pizzico di odio.

« Ma guarda chi c'è! L'angelo che volevo uccidere! » ridacchiò, avanzando di un passo.

Era di poco più basso di Castiel e indossava un completo classico scuro. Aveva la barda di qualche giorno, occhi scuri e vispi. I capelli erano scuri, lasciando la fronte alza e spaziosa scoperta.

Spostò lo sguardo su di me « Tu devi essere Layla » e fece una mezza riverenza «Incantato, dolcezza ».

« Piacere » sibillai, con una paura crescente che si faceva strada in me.

Crowley si guardò intorno, come se il fatto di averlo evocato non lo avesse infastidito minimamente. Lanciò un sguardo alla poltrona vicino al tavolo e ci si sedette comodamente, iniziando a tamburellare le dita sui braccioli. I suoi occhi saettavano da me all'angelo.

La sua calma irreale mi innervosiva.

« Prima di discutere, mi offrite qualcosa di forte? All'inferno non vendono alcolici » mormorò, contrariato.

Feci per andare al frigo a prendere una birra come richiesto, ma Crowley mi fermò.

« No, vai tu a prendermi una birra » disse, con un sorriso maligno in volto, indicando Castiel.

Rabbrividii. Il demone voleva restare da solo... con me?

« Neanche per sogno! » ringhiò l'angelo, spalancando improvvisamente le stupefacenti ali fino a coprirmi del tutto dalla vista del Re dell'Inferno.

Davanti ai miei occhi si parò uno spettacolo di piume dai colori brillanti. Eppure ero certa che se avessi provato anche solo a sfiorarne una, mi sarei tagliata. Erano bellissime e minacciose al contempo. Fendevano l'aria con movimenti microscopici ma violenti, come a confermare il fatto che l'angelo avesse perso la pazienza. Arretrai fino a toccare con le spalle la parete della stanza.

« Dai Castiel, un po' di fiducia. Non credi che se l'avessi davvero voluta morta, lei ora non sarebbe qui? » chiese Crowley, annoiato.

« NO! » ringhiò ancora il mio angelo. Le ali sbatterono una volta, violente.

Degluttii. Era una situazione statica e non ne saremmo usciti, ne ero certa.

« Vai... sto io con lui » dissi, titubante, ritrovando la voce.

Le ali fendettero ancora l'aria. Castiel si voltò di scatto verso di me, con gli occhi sgranati.

« Che hai detto? Sei impazzita? » sibillò, incredulo.

Lo squadrai, degluttendo.

« Vai » sussurrai, indicandogli la cucina. Castiel ritrasse le ali all'istante e mi lanciò un'occhiataccia.

« Io non ti lascio sola con lui! ». Con il solo sguardo avrebbe potuto incenerirmi.

Il suo comportamento mi innervosì, facendomi quasi tremare dalla paura.

"Per fortuna so che lo fa per il mio bene"

« Allora fai veloce » risposi con veemenza, stringendo i pugni lungo i fianchi. Restammo a guardarci in cagnesco per qualche secondo, ma fui io la prima ad abbassare lo sguardo. I suoi occhi mi colpivano sempre nel profondo.

« Ti prego » lo supplicai. L'angelo strinse i denti.

« Sta attento a te, Crowley » sputò tra i denti, lanciando uno sguardo omicida al re dell'Ade.

Lui alzò le spalle con fare innocente.

« Ghiacciata, grazie » rispose, con un mezzo sorriso mentre l'angelo spariva dal salone.

Crowley si sistemò meglio sulla poltrona.

« Perché non ti siedi? Mi metti in difficoltà se rimani lì » disse ironico, indicandomi una sedia. Io alzai lo sguardo e un attimo dopo, qualcosa mi colpì il retro delle ginocchia, costringendomi a piegarle. Sobbalzai, immaginando di cadere, ma ciò non accadde. La sedia sembrava essere avanzata come per magia, costringendomi a sedere.

« Ok, ora possiamo parlare » disse, con un sorriso maligno « Non è un po' azzardato evocare chi vuole avere la tua vita? » domandò.

Sbiancai. I miei dubbi divennero realtà.

Crowley però sembrò interessarsi subito a qualcos'altro.

« Vedo che tra te e l'angioletto c'è un bel feeling »

Non risposi e lui interpretò il mio come un tacito assenso.

« Non lo avevo mai visto così protettivo nei confronti di qualcuno, neanche dei Winchester »

« Perché i tuoi demoni vogliono uccidermi? » domandai, tagliente. Il fatto che quel mostro cercasse di fare conversazione mi infastidiva.

Crowley ridacchiò « Sono un sadico ». Probabilmente notò il mio pallore « Ho le mie motivazione, ma non voglio ucciderti, per il momento » disse, indugiando sull'ultima parola.

Degluttii. Era un sadico... si divertiva nel vedermi soffrire. Ma perché?

Si sfregò le mani « Appena Castiel ritorna, sono pronto per il nostro accordo ». Ci fu un fruscio d'ali e Castiel era di nuovo con noi. Si avvicinò a me, stringendo con tanta forza lo schienale di legno della sedia da lasciare dei piccoli solchi. Lanciò la bottiglia di birra a Crowley e questi la afferrò al volo. La scrutò con attenzione.

« Non è la mia marca preferita, ma meglio di niente » disse, facendo il broncio.

Mi morsi la lingua per evitare qualche velenosa provocazione. Avevo in mente qualche "dolce" insulto, ma non potevo dar sfogo alla mia impulsività.

Con una schicchera fece saltare il tappo e ne mandò giù una bella sorsata.

« Tutto bene, ragazzi? Vi vedo tesi » disse curioso.

Io rivolsi lo sguardo verso Castiel, ma i suoi occhi erano fissi su Crowley.

« Tu sai dove si trova Menea? » domandò l'angelo a bruciapelo. Il tono era freddo, la sua posizione austera. Aveva assunto il comportamento da soldato di Dio.

Il demone sobbalzò, poi mi guardò con un sorriso ricco di sottintesi.

« Credo di aver capito il motivo della chiamata » asserì, sistemandosi meglio sulla poltrona « Intendi Menea, il custode dei segreti della magia angelica? Certo » affermò con decisione « Ma come ben sai, non posso dirti dove si trova, a meno che... » e lasciò la frase in sospeso, facendo un gesto eloquente con la mano.

« A meno che non ti diamo qualcosa in cambio » finii io per lui.

« Bingo! » esultò, alzandosi in piedi.

Castiel gli si avvicinò « Cosa vuoi in cambio, Crowley? » domandò freddò. Nella sua voce, avvertii un briciolo di paura.

Per un attimo, ebbi come l'impressione che lo sguardo del demone mi avesse sfiorata.

Degluttii, reprimendo un brivido.

« Beh, cosa mi può offrire un angelo come te? Niente che mi possa interessare » e così dicendo, scrollò le braccia. Vidi le spalle di Castiel farsi improvvisamente rigide.

Mi alzai in piedi e li raggiunsi.

« Fai la tua proposta e noi vedremo se accettarla o meno » dissi risoluta, affiancandomi al mio angelo.

"Avremo fatto uno sbaglio ad evocarlo?" pensai, mentre l'attesa mi procurava la pelle d'oca.

Lo sguardo di Crowley si posò su di me con un'intensità tale da farmi sentire piccolissima in confronto a lui.

« Beh, lei mi sembra più ragionevole e disposta ad un accordo » disse il demone, sorridendo all'angelo.

Sgranai gli occhi mentre cominciavo a pentirmi di avergli parlato.

Crowley mi accarezzò con lo sguardo e mi si fece più vicino.

« Per prima cosa, dimmi, perché lo volete incontrare? » mi chiese, abbassandosi e guardandomi negli occhi. La sua voce era così vellutata e sensuale da far saltare un battito al mio cuore.

Le ali di Castiel si spalancarono un'altra volta, coprendomi le spalle. Sentii delle piume sfiorarmi il braccio sinistro.

« Non sono affari che ti riguardano » affermò, con una punta d'acidità.

Il demone si tirò su e lo guardò con fare strafottente.

« Hai la sindrome premestruale, dolcezza? Sto parlando con lei, non con te » disse, socchiudendo gli occhi « Menea è, in un certo senso, sotto la mia protezione, devo sapere se qualcuno è intenzionato ad ucciderlo » asserì.

L'angelo si morse il labbro, in difficoltà.

Gli lanciai un'occhiataccia e lui ritirò immediatamente le ali. Avevamo il coltello dalla parte della lama, non avevamo alcun potere contrattuale con il re dell'Ade. Dovevamo evitare il più possibile di irritarlo... per il nostro bene.

« Castiel, ti prego, siediti » dissi duramente.

L'angelo si voltò e mi guardò, stupito e incredulo al contempo.

Crowley sghignazzò « Sì, Castiel, fa come dice la signora » e la sedia a cui mi aveva costretto di sedere, si materializzò dietro Castiel. Ci rivolse uno sguardo duro, ma fece quanto gli avevo chiesto.

Mi parai di fronte al demone.

« Abbiamo le nostre motivazioni, dobbiamo solo chiedergli un favore, non vogliamo fargli del male, lo giuro » dissi, mettendomi la mano destra sul cuore.

Crowley rise del mio gesto infantile, ma sembrò fidarsi. Si sporse per guardare alle mie spalle, verso l'angelo.

« Visto? Era tanto difficile? C'era bisogno di arrabbiarsi tanto? » domandò retorico.

Mi allacciai le braccia al petto. Non poteva essere così facile.

Il demone riportò l'attenzione su di me.

« Sarò felice di dirvi dove si trova Menea, ma ad una condizione » affermò, guardandomi negli occhi.

Castiel si alzò in piedi e mi si fece vicino. Lo scrutammo entrambi con attenzione.

« E sarebbe? » domandò l'angelo e il demone sorrise, maligno.

Alzò un braccio e mi puntò l'indice contro.

« Tu dovrai venire con me all'Inferno per... » sembrò pensarci su « ... sì, diciamo che 48 ore saranno sufficienti » disse, sorridendo.

Mi si gelò il sangue nelle vene. La testa cominciò a girarmi e mi sentii improvvisamente debole.

Le gambe cominciarono a tremarmi.

Il demone voleva che lo seguissi negl'Inferi in cambio dell'informazione.

48 ore all'Inferno.

Sentii un ringhio basso e feroce partire dal petto di Castiel. L'angelo spalancò immediatamente le ali e mi schiacciò nuovamente contro la parete. Le piume erano diventate nuovamente affilate e taglienti. Alcune si conficcarono nel muro, lasciando profondi solchi. Sembravano più lucenti che mai. Le piume, delineata dal profilo d'orato sembravano tante piccole spade assassine sovrapposte.

L'impatto mi mozzo per un istante il respiro, quel tanto che bastava per farmi riprendere dallo shock.

Castiel ripiegò le piume in avanti, puntando quelle più alte verso Crowley.

« Scordatelo! » disse in un modo che mi spaventò da morire. Non lo avevo mai sentito usare quel tono. Ero certa che se lo avessi visto in faccia, non sarei mai più riuscita ad addormentarmi, tanta sarebbe stata la paura.

Il demone non sembrò sorpreso dalla reazione dell'angelo. Rimase a guardare lo spettacolo facendo un fischio.

« Belle ali, Castiel, ma stiamo contrattando » disse con non curanza. Si alzò sulle punte per scorgermi oltre le piume dell'angelo.

Le ali sembrarono gonfiarsi, occupando gran parte della stanza.

Le gambe presero nuovamente a tremarmi.

Sfiorai le ali dell'angelo, nel tentativo di fargliele ritirare.

« Scordatelo » mormorò con ira, rivolto a me « Non ti lascerò contrattare con lui »

Le sue ali mi oscuravano completamente la visuale. Erano magnifiche come al solito, ma sembravano aver perso tutto il loro consueto calore.

Strinsi i denti per mantenere la calma.

« Castiel, fammi passare! » gli ordinai, ma lui non si mosse.

« No! »

« Fammi passare, ho detto! » insistetti.

Crowley, rimasto in silenzio per tutto il tempo, si schiarì la voce.

« Ragazzi, scusate se vi interrompò... » mormorò, ironico « Ma ho l'Inferno da governare e non posso aspettare che la Bella e la Bestia risolvano le loro controversie, perciò... »

Stavamo perdendo tempo prezioso e Castiel si stava comportando in modo infantile.

Non raccolsi la procovazione del demone ed ero certa che la sua decisione di prendermi e portarmi nell'Ade non fosse negoziabile.

Quanto in basso ero pronta a scendere per avere la mia vita con Castiel? Ero pronta a sacrificarmi per il mio angelo?

"Sì" pensai con decisione, anche se il mio corpo non era dello stesso avviso.

« Fammi passare » sibillai nuovamente, ma questa volta non aspettai un suo rifiuto.

Diedi una spallata alle sue ali. Ero certa che non le avrei minimamente spostate. L'impatto fu lo stesso che spingere una montagna, inutile.

Ma Castiel reagì come mi aspettavo e strinse a se' l'ala più vicina e mi lasciò passare.

Sentii uno strano pizzicolio che si estendeva dalla spalla fino al polso destro. Spostai lo sguardo e vidi il braccio segnato da tanti tagli di varie dimensioni. Il sangue cominciò a fluire dalle ferite, sgocciolando fino alle dita per poi picchiettare sul pavimento.

Quello che inizialmente era un piccolo fastidio divenne un dolore sempre più acuto. Le piume di Castiel erano più taglienti di quanto mi aspettassi.

« Colpo di scena! » ridacchiò Crowley, vedendo il mio braccio martoriato. Dovetti guardare altrove per non svenire. Il sangue, rosso vermiglio, cominciò a darmi il voltastomaco.

Sentii le mani calde dell'angelo accarezzarmi le spalle. Mi voltai nella sua direzione e sorrisi a denti stretti. Il suo volto era una maschera di puro terrore.

« Mi dispiace, io non ... » era pallido e gli occhi erano così profondi da spaventarmi ancora di più. Castiel mi sfiorò il braccio e venni immediatamente invasa da una strana sensazione di calore.

Mi stava curando.

Il dolore cominciò a svanire a poco a poco, mentre le ferite si rimarginavano. Vedevo le mani dell'angelo tremare mentre mi guariva.

Gli occhi gli erano diventati lucidi.

Gli sfiorai il viso con la mano sana « Non è niente » sussurrai, baciandolo sulla guancia.

Castiel, però, sembrava terrorizzato dal fatto di avermi ferito.

« Sentite, se volete me ne vado » mormorò contrariato Crowley, indicando un punto imprecisato alle sue spalle.

Mi voltai verso di lui con lo sguardo duro.

« Penso che la tua richiesta non sia negoziabile, vero? » domandai con il cuore a mille.

Sentivo l'adrenalina in circolo e la rabbia prendere il sopravvento su di me.

« No, dolcezza » rispose, sorridendomi.

Feci un profondo respiro.

« Cosa mi accadrebbe se decidessi di accettare? »

Crowley si passò l'indice sul mento, pensieroso.

« Beh, avrai un assaggio dell'Inferno » poi fece una mezza risata « Ma non posso rivelarti i dettagli, altrimenti che divertimento c'è? »

Rabbrividii al solo pensiero di come un demone potesse divertirsi.

"Ecco cosa voleva dire prima... era sadico perché si sarebbe divertito nel vedermi soffrire"

« Angioletto, questo è per te » sussurrò Crowley. Impallidii e guardai Castiel.

In quel momento mi era tutto più chiaro: i trascorsi dell'angelo e del demone avevano fatto in modo che quest'ultimo sfruttasse la nostra richiesta in qualcosa a suo vantaggio. Torturava me per torturare Castiel.

Il re dell'Inferno abbassò lo sguardo sul suo polso, fingendo di guardare l'ora.

« Bene, vi ho dedicato più tempo del previsto, ora vi lascio nelle mani di Caius, ne discuterete con lui » e così dicendo schioccò le dita.

Accanto a lui comparve un uomo calvo, alto e corpulento. Aveva il naso a patata e gli occhi erano neri e lattiginosi. Il demone indossava una maglietta lacera e dei jeans strappati. C'erano anche delle preoccupanti macchie scure sui suoi vestiti.

Ebbi un fremito di paura. Quell'essere avrebbe potuto schiacciarmi come una formica con la sola forza del pensiero.

Castiel mi si parò nuovamente davanti, per difendermi, ma questa volta senza ali.

Crowley mi sorrise « Sarei felice però di vederti ai piani bassi » e con uno schiocco di dita, sparì.

Caius ci lanciò uno sguardo inespressivo. Si appoggiò alla parete e rimase fermo, in attesa.

Una volta resosi conto che il demone non ci avrebbe attaccati, Castiel si voltò verso di me e mi afferrò per le spalle, scuotendomi.

« Non ci starai pensando davvero, spero? Voi umani fate cose stupide, ma queste le supera tutte! » esclamò, allarmato.

Io rimasi in silenzio, a guardarlo.

« Castiel, non c'è altra solu... » cominciani a dire, ma lui mi interruppe.

« C'è sempre un'altra soluzione! » esclamò, riprendendo a squotermi, come per farmi tornare il senno.

« No, Castiel, non c'è altra soluzione! » esclamai, inespressiva « Se vuoi davvero diventare umano, Menea è l'unica soluzione! L'hai detto tu stesso » gli ricordai.

L'angelo mollò la presa su di me e abbassò lo sguardo.

« Non sai com'è l'Inferno, non puoi neanche lontanamente immaginarlo » bofonchiò.

Sorrisi dolcemente. Si preoccupava per me più di quanto non facessi io.

Gli sollevai il mento con le dita.

« Non morirò, sta tranquillo » sorrisi, cercando di convincere entrambi. Gli sfiorai le labbra con le mie. Lui mi prese per i fianchi, avvicinandomi di più a se'. Mi passò la mano destra tra i capelli e afferrò una ciocca, tenendo la mia testa bloccata. Le sue labbra aggredirono le mie, bisognose e selvaggie. Lo abbracciai e risposi al bacio, cercando di memorizzare il tocco delle sue labbra e il suo sapore. Dentro di me sapevo che ne avrei avuto bisogno... all'Inferno.

Sentii gli occhi inumidirmisi. Io e Castiel ci allontanammo per riprendere fiato. In un attimo, tutte le mie certezze vennero meno. Stavo realizzando solo in quel momento che sarei dovuta scendere all'Inferno... per davvero. Iniziai a tremare.

« Non è un bacio d'addio, vero? » chiesi, mentre una lacrima mi rigava il viso. Ebbi il terrore di non rivederlo più... di perderlo per sempre.

« No » promise Castiel, ascigandomi con un bacio la lacrima.

Mi prese la testa tra le mani e appoggiò la sua fronte alla mia.

Ci guardammo negli occhi « Se non torni, verrò a cercarti » promise.

Poi si voltò con uno scatto verso Caius.

« Trattala bene » ringhiò tra i denti.

Il demone sbuffò « Dopo 48 ore sarà libera, tutte queste smancerie sono inutili » e finse di mettersi due dita in gola.

Io non gli prestai attenzione. Accarezzai il profilo del viso dell'angelo, il mio angelo, nella speranza di poterlo rivedere di lì a due giorni.

Castiel mi strinse le mani.

« Sei ancora in tempo per cambiare idea, non devi andare per forza » anche i suoi occhi cominciarono a luccicare.

Presi un bel respiro e gli stampai un ultimo fugace bacio a stampo sulle labbra.

« Tornerò presto » promisi.

Mi allontanai da Castiel per avvicinarmi al demone.

« Sono pronta ».

Il tavolo alle nostre spalle prese improvvisamente fuoco mentre compariva una strana scritta. Fui tentata di sporgermi per leggere. Evidentemente, era stato Crowley a scrivere l'incantesimo per evocare Menea con le fiamme.

Uno schiocco di dita.

Il buio mi avvolse e la stanza sparì davanti ai miei occhi.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Hola! Anche Crowley ha fatto la sua comparsa nella storia, cosa ne pensate?

Mi dispiace di essere sparita senza dir niente. Mi sono dimenticata di scrivere nelle note dell'ultimo capitolo che sarei tornata a pubblicare a gennaio.

Come sempre, ringrazio tutti quelli che mi dedicano del tempo e lasciano una recensione. Grazie di cuore!

Un abbraccio,

Ladyvampiretta

  
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