Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: kerryjackson95    05/01/2014    2 recensioni
La piccola Susie era una dolce, intelligente e bella come tutti i bambini; sua madre era drogata e suo padre chiuso in un manicomio; Anna, sua sorella maggiore, era l'unica che l'amasse e si prendesse cura di lei, ma un brutto giorno morì investita da un camion mentre stava andando al mercato. Susie fu mandata dal nonno che si ubriacava e la violentò per due anni. Nei momenti di sconforto Susie saliva nella sua stanza per ascoltare il suo carrilon. Un giorno il nonno uscì di casa lasciandola in balia di se stessa, al suo ritorno trovò Susie morta in una pozza di sangue, in fondo alle scale: non si seppe mai chi la uccise, le sue ceneri furono buttate nel fiume perchè al nonno non interessavano. Perchè Susie fece questa fine atroce? Perchè nessuno arrivò in tempo a salvarla. Ma se qualcuno l'avesse salvata? Chi meglio di Michael? Susie è solo una de tanti bambini che hanno sofferto ingiustamente, ecco perchè penso sia importante regalarle almeno con la fantasia un finale più dolce e una storia un po' meno dura: perchè Susie ha visto cose che nessun bambino dovrebbe mai vedere.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Michael Jackson, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Susie era chiusa in camera sua; il suo carrillon di sottofondo ai suoi pensieri, la coperta sulle spalle. Due lacrime cadevano dai suoi occhi, non poteva più sopportare quel dolore. Sua madre e suo padre non l’avevano mai amata e infatti lei non sapeva nemmeno che aspetto avessero… sua mamma le somigliava? Da chi aveva preso i suoi ricci castano rossicci? E gli occhi grigio-verdi da chi li aveva presi? Dal papà? Dalla mamma? Sua sorella Anna era così diversa da lei, capelli lisci, neri, occhi scuri. A Susie era spesso capitato di uscire per le strade e di vedere un sacco di bambine o bambini che sereni e felici giocavano con i loro genitori, andavano a mangiare il gelato, giocavano con un aquilone. Vicino a lei abitava una famiglia e spesso Susie guardava i bambini che abitavano nella casa di fronte; mangiavano a tavola con la famiglia, la domenica uscivano a pranzo, andavano sempre da qualche parte, quando non potevano stavano a casa; avevano sempre qualcosa da fare, la mamma e il papà facevano sempre le coccole ai bambini e dicevano loro frasi molto belle: “Vi vogliamo bene.”; “Siete un dono di Dio.”; “Faremmo di tutto per voi.”; “Siete dei bravi bambini.”; “Siamo fieri di voi.”; Susie non aveva mai sentito nessuno dirle quelle frasi, solo Anna; solo lei l’aveva amata. Ma la cosa che faceva soffrire di più Susie era vedere come quei bambini ricevessero la buonanotte dai genitori; infatti, il momento della giornata a cui Susie mancavano di più le coccole era la sera prima di andare a dormire.  Susie era spesso sola e quindi aveva molto tempo per riflettere e farsi molte domande: Come mai la mamma e il papà non le volevano bene? Che cosa aveva fatto lei di male? Per quale motivo Anna era morta? Qual era il motivo per cui lei le voleva bene e i suoi genitori no? Per quale ragione il nonno si ubriacava e poi la picchiava e le faceva tutte quelle cose brutte?  Tutte queste domande affollavano la testa di Susie, ma la più grossa e ricorrente era: “Perché?”. Perché tutti gli altri bambini avevano i genitori che li amavano, avevano diritto alle coccole, alle parole dolci, all’amore e all’affetto, allo svago e alle giornate felici e lei no? Cosa aveva fatto di così brutto per non meritarselo? Perché gli altri si e lei no? Non riusciva a trovare la risposta a quelle domande, ma era certa ce aveva una grande colpa, doveva aver fatto qualcosa di orribile, ecco perché i suoi genitori non la volevano, perché lei non si meritava di essere felice.
“Susie!”
Era il nonno doveva nascondersi! Susie sentì i passi sulla scala. Si nascose sotto il letto, poi si mise a pregare in silenzio con le lacrime agli occhi: “Ti prego fa che non mi trovi ti prego!”
  
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