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Autore: Maumivu    27/05/2008    3 recensioni
Lei:Eleonora. Una ragazza come tante che cerca di scappare dalle delusioni del proprio passato. Lui: Andrea. Cambia spesso città, ha paura di affezionarsi, di dover dire di nuovo addio. Cosa succede quando due ragazzi così presi dal proprio passato si trovano a vivere il presente? insieme?! E poi ci sono loro Guido, Lena e Daniela, amici fidati da una vita, ma un equilibrio del genere può davvero durare per sempre? Vittorio, il classico bello e stronzo, per il quale, tutte, almeno una volta perdono la testa. E c'è lei: Ludovica, senza freni, senza paura, disposta a mettere tutto in gioco quando si tratta di vincere. Storia a due voci, la conclusione di una giornata con la febbre a 38 xD potrete perdonare il mio delirio?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ele Ecco un altro capitolo! Grazie a tutti per le recensioni e per le letture ^^
Più vado avanti e più amo Guido hihih
Manca comunque davvero poco alla fiene.
Pronti?:P

Eleonora


Tornando a casa di Andrea mi vennero in mente i ricordi di quel giorno passato da lui, quando ancora non ne sapevo niente, quando non contava così tanto.
I suoi genitori non c'erano, o comunque la casa era troppo grande che non si sarebbero mai resi conto della nostra presenza.
Seguii Andrea al piano di sopra, cercando comunque di non fare rumore.
-Allora..- disse lui davanti la sua stanza - Volevo farti vedere una cosa, per dimostrarti che quello che dici mi rimane qui - disse portandosi una mano sulla testa - e qui- disse poi posandola sul cuore, facendomi sorridere ed arrossire.
Aprì lentamente la porta, facendomi capire finalmente di cosa stava parlando.
Rimasi per un momento incerta, la stanza di Andrea era completamente diversa.
Le pareti erano coperte di foto e ritagli di giornale, certo non era ancora all'altezza della mia, ma era a buon punto.
Camminai rapida verso la parte dove avevo visto il disegno fatto con il suo amichetto d'infanzia, notai che aveva spostato il letto, in modo tale che si vedesse.
Sora al letto c'era un grande poster, unn'alba d'estate, con sotto una scritta fatta con il pennarello nero "Non c'è notte tanto oscura da impedire al sole di risorgere il giorno dopo ".
-E' un regalo di Asia.. della mia ex ragazza - spiegò Andrea vedendo che osservavo la parete - Me lo regalò poco prima di partire, non avevo ancora svuotato gli scatoloni.. -
-Hai fatto un lavoro perfetto - dissi sfiorando con le mani una foto lucida attaccata accanto al letto, dove Andrea appena adolescente sorrideva timido.
-Ho preferito lasciare più spazio ai ritagli di giornale però, non amo molto le foto.. - disse
Io mi voltai, guardandolo negli occhi, avevo come l'impressione di riuscire a stendo a trattenermi dalla voglia di starci al collo, eta tremendamente tenero, tenero e bellissimo.
-Allora, mentre tu ti diverti ad osservare le pareti della mia stanza, vado a prepararmi- disse poi - Tieni chiama l'ospedale cos' sappiamo con certezza a che ora andare- concluse lanciandomi il telefono.
-Grazie- dissi semplicemente
Mentre Andrea era sotto sotto la doccia chiamai l'ospedale, anche se nessuno mi speppe dare notizie di Leda, poi mi dedicai alla sua camera.
Osservai ogni dattaglio, ogni foto, ogni ritaglio di giornale.
Gli piaceva molto Vasco Rossi, da quello che potevo notare, aveva anche scritto un pezzo di "senza parole" su una delle ante dell'armadio.
Sulla scrivania trovai una foto che doveva essere molto recente, era fatta nella stessa stanza: Andrea era con una delle ragazze più eleganti che avessi mai visto, non tanto negli abiti, quanto nel portamento.
Una strana gelosia mi invase, quella ragazza doveva essere Asia, la sua ex ... lei aveva avuto Andrea, lei l'aveva fatto innamorare.
Cercai di pensare ad altro, di evitare di concentrarmi sul suo passato, ma la cosa si rivelò complicata, quando il pensiero di Andrea svaniva, immediatamente arrivava quello di Leda e degli avvenimenti degli ultimi giorni.
Bastava poco e i miei occhi erano di nuovo colmi di lacrime.

-Ho quasi fatto- disse Andrea spuntando dalla porta -Mi puoi passare una maglietta?- domandò poi nascondendosi
-Certo, da dove la prendo?- chiesi leggermente imbarazzata
-Da quel cassetto, si esatto quello - disse lui dandomi indicazioni con i gesti
Cercai di non metterci troppo tempo, scelsi una polo rossa, stava benissimo con la giacca che eta appesa alla sedia.
-Grazie- disse lui afferando la maglietta al volo e infilandosela velocemente.
Aveva ancora i capelli leggermente bagnati e profumava intensamente.
-Allora, andiamo?- chiese sfacendomi un mezzo occhiolino
-Andiamo- dissi io accennando un sorriso, mentre il pallido ricordo di Asia scompariva.

Arrivammo in ospedale poco prima dell'orario di vista, non appena rimettemmo piede in quel luogo tornò la tristezza.
I genitori di Leda erano già lì, con alcuni parenti.
-Ciao Eleonora- disse il fratello della mia amica venendomi in contro
-Ehi - dissi dandogli un leggero bacio sulla guancia - Come sta?-
-Meglio , i medici dicono che domani mattina potrà uscire- rispose lui -Senti,Ele, so che non dovrei chiedertelo, ma...lei si è rifiutata di dirci come sono andate le cose, mamma e papà parlano già di mandarla dalla zia in Francia questo natale..-
-Lo sai che non posso driti niente, se non l'ha fatto lei ci sarà un motivo, ma devi fidarti Leda è davvero una persona speciale e non andrà da nessuna parte - risposi io, era vero, l'avrei tenuta con me costi quel che costi.
-Lo spero- rispose lui con uno sguardo malinconico - Adesso se vuoi puoi entrare ..- aggiunse poi facendomi un cenno verso la stanza in cui era ricoverata la mia amica.
Mi voltai in cerca di Andrea e lo trovai poco dietro di me che sorridendo mi fece un leggero sì con la testa.
La stanza era troppo piccola, troppo fredda e troppo bianca per i miei gusti.
Vedere Leda stesa in quel letto mi fece rabbrividire, lei, lei che aveva sempre avuto una risata per ogni situazione, lei che nemmeno se legata smetteva di correre e ballare, lei, la mia migliore amica.
-Ele..- disse lei alzando la testa e sorridendomi tristemente
-Leda!- dissi correndo verso il suo letto e gettendole le braccia al collo
Cercai di trattenere le lacrime, dovevo farlo per lei.
-Allora, come ti senti?- domandai rimproverando la stupidità della mia domanda.
-Meglio fisicamente... è strano ma... mi mancherà- disse posandosi una mano sul ventre.
La strinsi forte a me, sentendo gli occhi bruciarmi ed una lacrima codarda rigarmi il volto.
-Forse però è meglio così, non era il momento e decisamente nemmeno il padre
giusto - disse lei sorridendo.
-I medici hanno detto che presto uscirai!- le dissi con entusiasmo cercando di cambiare argomento
-Già non ne posso più, odio questo posto - disse lei osservando le pareti vuote.
-Cosa si dice là fuori?- mi chiese incuriosita.
-Bè.. un pò di novità ci sono.. - risposi io diventando leggermente rossa
-Eleonora, Eleonora, ti lascio per due giorni e hai già novità?- chiese lei divertita
Mi sentivo già meglio, la mia mano era incrociata a quella di Leda, sopra la sua pancia.
Le raccontai tutto quello che era successo e mi sembrò quasi di essere nel nostro banco a scuola, lontane da tanto dolore, da tanto freddo.
Non son di preciso quanto tempo passammo a ridere e parlare, ma sapevo di certo di stare meglio.
Ad interromperci fuuna leggera bussata alla porta, che ci fece voltare entrambe.

-Posso?- domandò timidamente Daniela aprendo la porta.
Osservai l'espressione di Leda cambiare, divenne sorpresa, poi leggermente confusa e con mio grande sollievo si aprì in un sorriso.
-Certo..- disse lei
Osservai Daniela entrare nella stanza, non la vedevo da poche ore eppure mi sembravano secoli.
Indossava una felpa nera larga ed un pantalone strappato al ginocchio di jeans, aveva l'aria di essere davvero distrutta.
-Qui Eleonora mi raccontava i suoi progressi con Andrea- disse Leda divertita
-L'ho appena visto qui fuori, è stato un tesoro a venire.. - disse Daniela prendendo posto accanto a me sul letto.
-Insomma sei cotta?-domandò Leda osservando quella che doveva essere un'espressione abbastanza sciocca che mi si era dipinta in volto.
-Temo di si... - risposi coprendomi la faccia con le mani
-Era ora!- esultarono insieme le mie amiche - Se adesso non ti butti ti ammazziamo- disse Daniela
-Certo! Lui è semplicemente perso per te- concordò Leda.
-Bè se le cose stanno cos', è meglio che vada da lui...- dissi alzandomi dal letto, osservai le mie amiche, eravamo sopravvissute a tanto insieme.
Avevamo superato le crisi in famiglia , le difficoltà a scuola e le delusioni in amore, ma mai, prima di quel momento, avevamo dovuto superare noi stesse, mai, avevamo vinto una battaglia tanto grande. Avevamo Vinto. Insieme.

Fuori la stanza di Leda trovai alcuni compagni di classe e amici, salutai velocemente i volti conosciuti.
Andrea era seduto sulla panchina della sera prima e parlava con Guido, mi avvicinai a piccoli passi, cercando di non disturbarli.
-Oi!- dissi Guido appena mi vide, alzandosi per salutarmi - Come sta?-
-Bene, adesso è con Daniela.. - dissi
- E come vanno le cose? - chiese lui quasi spaventato
-Bene, bene- dissi facendo un largo sorriso
Lui sembrò rilassarsi,si voltò in direzione della famiglia di Leda e abbassò lo sguardo.
-Sarà meglio che vada a casa, non sono molto gradito qui.. - disse poi malinconico - Ele, se la rivedi, dille che sono passato, per favore- aggiunse poi allontanandosi.
L'euforia che mi aveva invaso poco prima svanì improvvisamente.
Sentii nuovamente gli occhi farsi lucidi, vedere Guido in quel modo mi faceva stare male, avrei voluto fare qualcosa, aiutarlo..
-Passerà- disse improvvisamente Andrea al mio fianco, come se mi potesse leggere nel pensiero.
Mi voltai di scatto e senza nemmeno pensarci mi fiodai tra le sue braccia, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio.
Gioia, sollievo, dolore, paura...
-Te lo prometto.. passerà- ripetè lui a contatto con i miei capelli, baciandoli leggermente.
Gioia, sollievo, dolore, paura...Amore.



Andrea


Volevo arrivare a casa velocemente per mostrare ad Eleonora come la mia stanza fosse cambiata.
Volevo farle vedere che ero pronto a mettere "radici", pronto a smettere di avere paura.
La condussi nella mia stanza, facendo attenzione a non fare troppo rumore, nonostante sapessi che i miei genitori erano troppo assenti in una cosa tanto grande, per rendersi conto che ero tornato.
-Allora..- dissi quando fummo davanti alla porta- Volevo farti vedere una cosa, per dimostrarti che quello che dici mi rimane qui - dissi portando una mano sulla testa - e qui- Posandola poi sul cuore, mentre le sue guancie si facevano leggermente più rosse.
Aprii lentamente la porta, scrutando il suo volto.
I suoi grandi occhi color nocciola si spalancarono per la meraviglia, le sue labbra si aprirono in un sorriso, mentre esplorava con lo sguardo ogni dettagli.
Corse a controllare se avevo scoperto il disegno fatto da bambino, volevo che vedesse che l'avevo fatto, che avevo preso il mio passato e l'avevo tirato fuori.
Come avevo immaginato la sua attenzione venne catturata dal poster che mi aveva regalato Asia, proprio sopra al letto.
-E' un regalo di Asi.. della mia ex ragazza - spiegai - Me lo regalò poco prima di partire, non avevo ancora svuotato gli scatoloni.. -
-Hai fatto un lavoro perfetto - disse lei osservando una mia foto di qulache anno prima
-Ho preferito lasciare più spazio ai ritagli di giornale però, non amo molto le foto.. -le feci notare
I suoi occhi si posarono nei miei e mi persi, di nuovo.
-Allora, mentre tu ti diverti ad osservare le pareti della mia stanza, vado a prepararmi- dissi poi - Tieni chiama l'ospedale cos' sappiamo con certezza a che ora andare- conclusi dandole il telefono
-Grazie- rispose lei

Sotto la doccia mi liberai finalmente della sabbia che mi portavo dietro da ore, rilassandomi .Volevo metterci meno tempo possibile, tornare da lei, ritrovarla nella mia stanza, così dannatamente perfetta , come se quello fosse il suo posto da sempre.
Mi chiesi cosa stava pensando della mia foto con Asia, se, almeno un pò, era gelosa o curiosa, se sentiva quella fitta al cuore e allo stomaco al pensiero che potessi stare con un'altra. Perchè era esattamente quello che provavo io ogni volta che mi trovavo Vittorio davanti.
Uscii dal bagno maledicendomi per non aver portato la maglietta, aprii la porta, in modo tale che mi coprisse almeno in parte.
Tutto questo pudore era quasi ridicolo, non avevo affatto vergogna a farmi vedere a petto nudo, nonostante non avessi un super fisico, ma volevo osservarla diventare rossa, quando mi passava la maglietta e quando i suoi occhi si posavano rapidamente sulla mia pelle.
Quando fui pronto uscimmo da casa, cos' come eravamo arrivati, come due fantasmi.
Mi chiesi se i miei fossero preoccupati, non li sentivo dalla sera prima. Una parte di me aveva asperato di trovarli in piedi accanto al telefono pronti ad aspettare una mia notizia, ma niente...

Tornare in ospedale riportò a galla i brutti ricordi, lo leggevo sul volto di Eleonora che mi precedeva per le stanze con il passo di chi ha fretta e scappa dalla paura.
Non appena arrivammo davanti alla stanza di Leda lei si isolò a parlare con il fratello di quest'ultima.
Rimasi in silezio, senza sentire cosa si stavano dicendo, fin quando non capii che era arrivato il momento di entrare da Leda.
Eleonota si voltò dalla mia parte e le sorrisi cercando di farle capire che c'ero, che ci sarei stato.

Mi misi a sedere nuovamente sulla panchina della sera precedente, pronto ad aspettarla , pronto ad esserci anche dopo.
-Andrea- disse una voce conosciuta distraendomi da quei pensieri, anzai il volto e rimasi sorpreso.
-Vittorio?- chiesi
-senti come sta?- domandò lui con ansia
-Non lo so, a quanto ho capito meglio... - risposi alzando le spalle, non potevo credere che lui fossi lì.
-Cosa ci fai qui?- domandò poi ritrovando lo sguardo sicuro di sempre
-Potrei farti la stessa domanda.. - gli feci notare e con mia grande soddisfazione la sua sicurezza parve vacillare per un attimo
-Quando ero piccolo Leda era una mia amica, insomma è una compagna di scuola no!?- disse con noncuranza.
-Certo- risposi
-Questo spiega perchè sei qui...- disse rispondendosi da solo
-Veramente sono venuto per accompagnare Eleonora - dissi, felice di dargli un duro colpo.
I suoi occhi scuri si posarono nei miei, pieni di superiorità, quasi di cattiveria.
-Capisco- disse semplicemente
-Io me ne vado - aggiunse poi alzandosi e senza darmi il tempo di dire niente, lasciò la stanza.

Rimasi per un attimo a fissare la parete spoglia, fino a quando non sentii altre voci farsi sempre più vicine.
Erano arrivati i compagni di scuola, alcuni volti che conoscevo, altri che avevo solo visto ogni tanto e qualcuno che non sapevo proprio chi fosse.
-Gudio!- dissi
-Ehi, ciao Andrea- rispose lui venendosi a sedere accanto a me
-Hai portato gente eh?- dissi scherzando
-Si, quando hanno saputo dell'accaduto sono corsi, praticamente- disse lui abbozzando un sorriso
-Come va?- chiesi
-Male, Daniela adesso sta andando da Leda e prego perchè vada tutto bene, mi sento triste per il bambino ma ancora più triste perchè non posso fare a meno di pensare che sia stata anche una fortuna.. -
-E' normale, hai affrontato la cosa da uomo, molte persone più adulte di te non l'avrebbero fatto e questo ti fa onore, non sei scappato davanti alle difficoltà, eri pronto a fare la scelta migliore per tutti, lasciando da parte te. Sei una delle persone più oneste che conosca- dissi con sincerità,anche se non lo conoscevo bene di persona, avevo esattamente capito che tipo era Guido.
-Grazie Andrea - disse lui accennando un sorriso - Spero solo che le cose possano tornare come prima con il tempo-
-Con Daniela come va?- domandai
-Bene, mi ha perdonato ma dice che non si fida e la capisco, per ora abbiamo lasciato in sospeso noi due.. ci siamo concentrati su Leda, deve pensare al loro rapporto prima - spiegò lui
-Ecco, parlavo di questo prima - dissi posandogli una mano sulla spalla.
-Senti Andrea, lo so che è fuori luogo ma.. tengo ad Eleonora come ad una sorella e.. -
-Non la farò stare male, promesso, voglio solo che lei sia felice- dissi sinceramente, interrompendolo .
-Lo voglio anche io - rispose sorridendo.
Proprio in quel momento dalla stanza uscì Eleonora, sembrava più rilassata, le cose dovevano essere andate bene.
Salutò distrattamente qualche amico, continuando a camminare verso di noi.
-Oi!,Come sta?- chiese Guido non appena la vide
-Bene, adesso è con Daniela.. - disse lei
- E come vanno le cose? - chiese lui quasi spaventato
-Bene, bene- rispose lei
Lui sembrò rilassarsi per un attimo poi però si voltò in direzione della famiglia di Leda e abbassò lo sguardo.
-Sarà meglio che vada a casa, non sono molto gradito qui.. - disse poi malinconico - Ele, se la rivedi, dille che sono passato, per favore- aggiunse poi allontanandosi.Improvvisamente l'espressione rilassata di Eleonora lsciò lo spazio nuovamente al dolore.
Vederla in quel modo mi faceva stare male, avrei voluto dimostrale che c'ero, ma non sapevo come fare.
-Passerà- dissi, rimproverando tanta banalità
Lei si voltò nella mi direzione e senza preavviso mi abbracciò. Ancora una volta la strinsi a me, baciandole i capelli.
-Te lo prometto.. passerà- ripetei, scacciando con forza il pensiero di Vittorio che era passato, forse avrei dovuto dirglielo, forse. Ma in quel momento avrei fatto di tutto per tenerla ancora con me.




  
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