Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |      
Autore: Ritina    27/05/2008    4 recensioni
Avete mai sentito parlare della teoria delle maschere di Pirandello?Forse nemmeno Bill Kaulitz,ma arriverà lo stesso a rendersi conto di come gli abbiano cucito addosso una parte.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Life’s like a Comedy.





La vita è come una commedia.
Come uno sceneggiato di cattivo gusto in cui ogni personaggio deve recitare una parte,in cui basta abbottonarsi gli abiti di scena ed entrare sul palco,a fingere di essere chi non si è.
Bill Kaulitz se ne rese conto alla veneranda età di diciotto anni,vissuti portandosi appresso delle deliziose e spesse fette di pancetta coppata sugli occhi.
Li aveva passati a recitare un copione,a mettersi la maschera da perfetta diva,atteggiandosi davanti alle mille luci dei flash impazziti.
Li aveva passati a guardare suo fratello cucirsi addosso la figura da navigato playboy,portandosi in camera una ragazza diversa ogni sera.
Che fosse bruna.
Bionda.
Rossa.
Riccia o liscia.
Naturale o tinta.
Per suo fratello,nel corso del tempo,non aveva avuto più importanza,gli bastava soddisfare la curiosità dei media,gli bastava che parlassero.
-Bene o male,l’importante è che se ne parli…-gli aveva detto qualche settimana prima.
Entrambi se ne stavano stravaccati sui divani di casa loro,in pantaloni della tuta e a torso nudo,a godersi le ultime ore di vacanza,prima di riprendere la loro vita da super star. Bill aveva avuto la geniale idea di connettersi in rete,e,girovagando fra i forum,ne avevano trovato uno in particolare che aveva attirato la sua attenzione.
Del resto la sua era sempre stata una mente attiva e curiosa.
Vi era spesso citata quella parola di cui tanto sentiva parlare nelle interviste.

TWINCEST


Aveva ciccato sulla freccetta che compariva e si era trovato davanti delle immagini che lo avevano scandalizzato non poco….manipolazioni di corpi in atteggiamenti sessuali ambigui,a cui erano state messe le teste sue e del gemello. Aveva storto il naso inorridito,attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno al dito –come faceva sempre quando era teso per qualcosa- e l’aveva fatta vedere a Tom,che in un primo momento aveva rischiato il soffocamento,facendosi uscire la red bull dal naso,e poi era scoppiato a ridere,calcandosi di più la visiera del cappellino sugli occhi e scrollando le spalle.
-Che vuoi che ti dica,ognuno ha le proprie fantasie…e se questo include il vedere me e te che scopiamo…tu lasciaglielo pensare!-
Sorrise amabilmente,facendo spazio al gemello che gli si stava sedendo accanto con aria perplessa.
-Tomi ma sei scemo?no dico hai idea di cosa si potrebbe dire in giro?ci rovinerebbero la reputazione…e fomenterebbero le voci su di me…oltre ad essere una checca morta di anoressia,ora mi faccio sbattere anche da mio fratello....ma scherziamo?-
Lui era scoppiato in una fragorosa risata,con annesse lacrime che gli facevano bagnare le guance rosee e paffute,poi se le era asciugate con il dorso della mano,e gli si era avvicinato,schioccandogli un bacio sullo zigomo appuntito.
-Bene o male,basta che se ne parli…è pubblicità,sai fratellino?dovresti farti più furbo,non ci sarò sempre io a dirti che fare e cosa no…-
E infatti non c’era nemmeno in quel momento.
Il moro si era letteralmente immobilizzato davanti allo specchio della suite in stile Luigi IV ,la matita sospesa a mezz’aria,un occhio perfettamente truccato e l’altro da ritoccare.
Non avevano fatto altro che apparire per quello che non erano,non avevano fatto altro che fingere,che recitare:chi aveva avuto la parte del Don Giovanni,pur essendo ben lungi dall’esserlo;chi la parte del timido e quieto batterista,quando in realtà Gustav faceva casino per dodici giocatori di rugby messi insieme;chi dello sfigato con le ragazze,come Georg,che nelle interviste si lasciava strapazzare dal gemello,mentre lui era l’unico ad avere una relazione stabile con una ragazza bellissima e dolcissima.
E,dulcis in fundo,c’era lui.
Bill Kaulitz.
Conosciuto dal mondo come uno stinco di santo,come dolce,sensibile,come la creatura più romantica e perfetta esistente sul globo.
Praticamente gli avevano cucito addosso l’immagine della donna perfetta.
Lui che non era come il gemello,non voleva una ragazza diversa nel proprio letto ogni notte.
Lui che era alla costante ricerca del sentimento vero,puro,autentico.
Lui che era diventato un’utopia,irraggiungibile da chiunque non raggiungesse il suo stesso grado di perfezione.
Lui che non era affatto così.
Era solo un normalissimo ragazzo di diciotto anni,cresciuto troppo in fretta per il successo a cui erano stati sottoposti,catapultato nel mondo degli adulti,ma pur sempre un ragazzo. Con gli ormoni che,ogni tanto,se ne andavano a passeggio per la tangente.
Sempre più spesso si svegliava durante la notte con il bisogno impellente di “svuotarsi”,a causa di sogni erotici ricorrenti.
-Devi scopare,Bill,scopare!!!hai il vago ricordo di com’è fatta una figa?-
Suo fratello lo bombardava,ma in effetti aveva ragione,o sarebbe rimasto un verginello in eterno.
Per lo meno davanti agli occhi delle telecamere.
Perché un santo,di certo,non era.
Non del tutto.
Erano in molte le ragazze entrate nella camera di Tom e poi finite nel letto di Bill…e a tutte loro era stato intimato di tenere per se i particolari,per non minare la sua figura angelica;si sa,alle parole melliflue sussurrate dal moro nessuna può resistere.
Solo per quelle ore.
Solo per quelle ore in cui si concedeva di essere un ragazzo normale,che va a letto con chi vuole,quando vuole,tornava a vivere.
Posò la matita nera dopo essersi sistemato perfettamente il trucco,diede un colpo di piastra ai capelli e prese la borsa bianca di Gucci,mettendosela a tracolla. Controllò di non aver dimenticato nulla nella stanza,e,come sempre tese l’orecchio.
Rumore di una porta che si apriva,lentamente,rumore di tacchi a spillo sulla moquette costosissima di quei corridoi,rumore di mani che si univano e schiocchi di labbra che si sfioravano.
Suo fratello che diceva sommessamente alla fortunata di turno che l’avrebbe chiamata presto.
Rumore delle sue labbra che si stendevano in un sorriso.
Rumore di passi che,finalmente,si allontanavano…sicuramente avrebbe raccontato alle sue amiche che Tom Kaulitz le aveva giurato amore eterno,che l’avrebbe chiamata per invitarla a uscire e che,fino alla fine,l’avrebbe sposata.
Anche se sapeva che non sarebbe mai andata a finire in quel modo.
Solo nelle fiabe si inizia con “C’era una volta…” e si termina con “…e vissero tutti felici e contenti.”;ma era giusto così,almeno alla gente resta l’illusione che tutto possa concludersi per il meglio.
Chiuse a chiave la spessa porta di ciliegio e sorrise al gemello,che gli si avvicinò,dandogli una pacca sulla spalla.
-Divertito stanotte?-
-Uh guarda,da morire…una tanto frigida non l’ho mai avuta…o forse sono io che mi sono stufato di scopare…chi lo sa…ci vediamo giù,fratellino…-
Gli diede velocemente le spalle,stringendosi in vita il lenzuolo di cotone bianco,passandosi una mano fra i lunghi rasta biondi.
Il moro si incamminò lungo il corridoio,stringendo il manico della borsa fra le mani.
Dentro di se sorrise.
La vita era davvero una strana commedia.





FINE.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Ritina