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Autore: CarolPenny    06/01/2014    1 recensioni
[Capitolo 7- Mycroft.]: “Ma se c’era una persona che si potesse dire l’avesse seguito sempre, quello ero io, senza dubbio. Ero rimasto nell’ombra, il più delle volte, a osservare la sua figura crescere e gli effetti devastanti che il suo contatto con il mondo esterno avevano sempre provocato. Il suo innalzamento, e infine anche la sua caduta. Quella sindrome a cui non si era immuni, quando lo si conosceva.
La sindrome di Sherlock Holmes.
Genere: Angst, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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JOHN 
 
 
Forse ero riuscito a dormire per un’ora o due. Quando mi destai avevo ancora la mano stretta a quella di Harry ed era tutta sudata. Me l’asciugai sul pantalone, mi stropicciai gli occhi con l’altra e cercai di capire che ora fosse, visto che il cellulare era scarico. Il mio sguardo vagò in cerca di un orologio, ma nello stesso istante la porta si aprì e Gregory Lestrade entrò nella stanza. Ci squadrammo a vicenda per diversi secondi, poi mi salutò. Io ricambiai con un cenno del capo. 
Raggiunse il letto, prese una sedia e si sedette proprio di fronte a me. 
“I dottori mi hanno detto tutto.” fece “Vedrai che si riprenderà e che si sveglierà a breve.” 
“Lo spero.” sussurrai, atono. 
Lo guardai di sfuggita e poi invece mi fermai, ancora una volta, ad osservare Harry. Aveva i segni visibili delle ustioni, punti di sutura e medicazioni su viso e braccia. La gamba sinistra ingessata fin sopra al ginocchio. 
Sospirai. 
Rimanemmo in silenzio ancora per un po’. Lestrade guardò a sua volta mia sorella, dispiaciuto. 
“Che ore sono?” chiesi. 
Greg spostò la manica della camicia per guardare l’orologio. 
“Le quindici e trenta.” 
Mi stropicciai di nuovo gli occhi. Non pensavo fosse addirittura pomeriggio. 
“Le analisi all’interno dell’appartamento di Harry sono ancora in corso ma… sembra proprio che l’esplosione sia partita dalla camera da letto, essendo la stanza più danneggiata.” 
Annuii e calò di nuovo silenzio. 
C’era una parte di me che avrebbe iniziato a fare domande a raffica su quello che era successo già dalla notte precedente. L’altra invece era così tremendamente scossa e confusa da vivere in uno spazio surreale tutto suo e mi rendeva fastidiosamente apatico. No, dovevo assolutamente sapere la verità. Mi avrebbe fatto sentire meglio. O almeno, ci speravo. 
“John.” riprese Lestrade “So che potrebbe essere il momento meno adatto, quindi… quando avrai bisogno di sapere, io sono a tua dis…” 
Lo interruppi senza neanche accorgermene. 
“Voglio saperlo. ” 
Ecco. Mi ero fatto finalmente coraggio. 
“D’accordo.” prese un bel respiro, guardandosi intorno prima di iniziare. “Innanzitutto, Sebastian Moran è stato portato qui per la ferita alla gamba, poi è stato trasferito a Pentonville, giusto tre ore fa. Naturalmente ci sarà un processo. Le accuse contro di lui sono pesanti: svariati crimini di guerra e omicidi…” 
“Diserzione” intervenni. Lui si interruppe, ma poi annuì e continuò. 
“Sì, anche quello e il tentato omicidio contro tua sorella…” 
Guardai Harry di sfuggita, poi riportai la mia attenzione su Greg. 
“So che probabilmente preferiresti che fosse lei a raccontarlo, ma potrebbe essere troppo scossa e confusa, una volta sveglia.” 
Scossi la testa. 
“Voglio solo saperlo.” ripetei semplicemente. 
Basta. Volevo solo la verità! 
Lestrade annuì di nuovo e riprese il suo discorso. 
“Durante gli anni di latitanza, il colonnello Moran è entrato in contatto con molti membri della criminalità organizzata, tra cui Jim Moriarty.” 
Chiusi gli occhi per un attimo e subito pensai al Jim’s. 
“Così, tornato a Londra dopo un altro periodo di latitanza, ha trasferito il suo quartier generale al numero 5 di Dereham Place, dove c’è…” 
“Il Jim’s. Sì, lo so.” lo anticipai, interrompendolo nuovamente “E so che mia sorella lo frequentava.” feci una pausa. “Mycroft Holmes mi ha detto che Harry spiava il locale per lui, anche se inconsapevolmente.” 
Iniziò di nuovo a salirmi della rabbia a causa di quella conversazione avvenuta due notti prima. 
Lestrade sembrò confuso. 
“Mycroft Holmes ti ha detto cosa?” si passò le mani tra i capelli “Farò una chiacchierata anche con lui… ma posso assicurarti che, per quel che sappiamo, Harry frequentava quel locale perché era minacciata da Moran.” 
“Minacciata?” 
Greg si sistemò la giacca e accompagnò la spiegazione con diversi movimenti delle braccia. 
“Quando Moran è tornato a Londra, è tornato per un motivo preciso. Tua sorella è stata una testimone involontaria di un suo omicidio, avvenuto all’interno del Jim’s.” 
Sgranai gli occhi. 
“Così come anche Roger Hughes, il clochard trovato morto settimane fa.” 
Improvvisamente iniziai a ricordare qualcosa su quell’uomo. Quasi mi venne un colpo, e maledii la mia mente per averlo rimosso. 
Io e Sherlock, nei pressi di Dereham Place. Un barbone ci aveva chiesto se potevamo dargli qualche spicciolo e aveva allungato una mano, su cui avevo notato un’evidentissima cicatrice. 
Sherlock gli aveva lasciato diverse banconote e aveva detto: 
“Solo se vai a bere qualcosa al Jim’s. Servono una birra artigianale squisita.” 
Gli aveva chiesto di controllare quel locale per lui. Aveva chiesto per l’ennesima volta a uno dei senzatetto di aiutarlo… 
Se solo ci fossi arrivato prima! Se solo mi fossi ricordato e avessi ricollegato prima quell’uomo al Jim’s, forse avrei spronato ancora di più mia sorella a dire la verità e non saremmo mai arrivati a quel punto. 
“E voi sapevate tutto. Tu e Mycroft Holmes…” 
Lestrade mi interruppe. 
“Sappi che non ho mai odiato tanto la famiglia Holmes come nelle ultime settimane, John.” esclamò. “Posso assicurarti che sono venuto a sapere tutto solo questa notte. Credimi.” 
Ci guardammo attentamente. 
Sì, gli credevo. Conoscendo la famiglia Holmes, gli credevo eccome! 
Qualcosa di doloroso si fece spazio nel mio stomaco. 
Holmes. 
“Non è tutto, naturalmente…” 
“Naturalmente.” gli feci eco, ironicamente. 
I primi segni di nervosismo. 
“L’omicidio di Sebastian Moran è stato compiuto ai danni del signor Morstan, il padre di Mary.” 
Per un attimo quasi mi sentii male per le troppe scoperte e informazioni, arrivate tutte insieme. 
“Era un ricercatore e un collezionista.” continuò Greg  “Soprattutto di oggetti antichi o rari. Durante il suo ultimo viaggio si è fidato della persona sbagliata.” 
Abbassai lo sguardo. Mary mi aveva confidato di sperare che suo padre fosse ancora vivo, e che una volta trovata l’eredità, nascosta chissà dove, avrebbero trovato anche lui. 
“Notizie della famosa eredità? Mary deve essere distrutta.” dissi. 
Greg scosse la testa. 
“Non sappiamo da dove cominciare. È come una caccia al tesoro e non riusciamo a decifrare i messaggi lasciati nel testamento.” fece una brevissima pausa “Ma per quanto riguarda Mary, posso assicurarti che sembra essere molto più forte di quanto tu creda.” 
Probabilmente feci una smorfia. 
“A dire il vero, ci credo.” feci una breve pausa “Ma ho paura di non potermi più prendere cura di lei… non in questo momento.” 
Guardai di nuovo Harry. 
“Perché non lasci che sia lei a deciderlo?” esclamò Lestrade, di tutta risposta. 
Quando mi girai di nuovo verso di lui, stava indicando la porta. Guardai verso quella direzione e inizialmente non capii, poi il mio sguardo andò oltre le vetrate trasparenti e intravidi il viso di Mary, che sembrava impegnata in una conversazione telefonica. 
“Cosa ci fa qui?” domandai, sorpreso. 
“Ha più di un motivo per essere qui: prima di tutto, è stato trovato l’assassino di suo padre che guarda caso ha anche tentato di uccidere la sorella del suo fidanzato!” 
Una strana sensazione mi colpì, e sentii il viso in fiamme. Stavo per chiedere a Lestrade come avessero fatto a scoprire che era stato proprio Moran ad uccidere il signor Morstan, se era stato trovato il corpo, quale era stata la precisa reazione di Mary, quando qualcosa si mosse proprio accanto a noi e, girandomi, mi accorsi che Harry si stava svegliando. 
Tossì più volte prima di aprire gli occhi, così Greg si alzò e mi disse che avrebbe chiamato i medici. 
Io annuì di sfuggita e poi accarezzai mia sorella sul capo. Il risveglio non sembrava essere stato molto traumatico e questo mi fece tranquillizzare. 
“John.” disse flebilmente. 
Sorrisi e continuai ad accarezzarla. 
“John.” 
Aprì gli occhi definitivamente  e cominciò a guardarsi intorno. 
Le spiegai velocemente cosa fosse accaduto e l’aggiornai riguardo le sue condizioni mediche. Poi, cominciò a piangere, scusandosi con me. 
Cercai di tranquillizzarla il più possibile, ma pronunciò il nome di Clara e allora mi fermai ad ascoltare. 
“Sapevo che non sarei più riuscita a fermarmi, che avrei continuato a bere. E lei… lei non lo meritava. Non meritava di stare con me, perché avevo deciso di non volermi più occupare di quella vita. Ma ti giuro…” singhiozzò più forte “Prima del nostro divorzio non avrei voluto spingerla giù da quella scala.” 
Davvero non avevo idea di ciò di cui stesse parlando, così assimilai semplicemente quell’informazione dentro di me – così come avevo fatto con tante altre cose nell’ultima giornata – e non commentai, lasciandola alle cure dei medici e degli infermieri appena arrivati. 
Uscii dalla stanza demoralizzato e iniziai a guardarmi intorno, in cerca di Mary, ma vidi qualche metro più in là Lestrade che stava parlando con Molly Hooper senza toglierle gli occhi di dosso neanche per un secondo stringendole una spalla. 
“Se sta cercando la signorina Morstan” disse qualcuno e sobbalzai leggermente al suono di quella voce “Temo che sia andata a casa.” 
Mi girai immediatamente, pronto ad affrontare Mycroft Holmes. 
“Possibile che tu sia sempre ovunque?” chiesi, ma in tono non era aggressivo. Inizialmente ne avevo avuto intenzione, ma non ce la facevo proprio, ero stanco. 
“Non hai un incarico importante nel governo inglese? Eppure sei sempre ovunque e sai tutto in anticipo…” 
Non mi fece terminare. 
“Sai, è una qualità di noi Holmes, quella di capire le cose prima di chiunque altro.” 
Risi nervosamente. 
“Non vi sopporto.” 
“Non è vero.” ribatté prontamente sorridendo. “E comunque, ho accidentalmente ascoltato ciò che la tua fidanzata stava dicendo al cellulare.” 
“Certo, come no! E ora mi dirai che eri in ospedale per una visita medica o magari per delle analisi del sangue.” 
Fece un’espressione compiaciuta. 
“Analisi del sangue, in effetti. Una volta al mese, ahimé. Brillante deduzione, John, sono davvero sorpreso. ” 
Non seppi come reagire. 
“Ho incontrato l’ispettore Lestrade nell’atrio e lui mi ha aggiornato circa le condizioni di salute di Harry. Spero che si riprenda presto.” 
Fece per allontanarsi. 
“Fai sul serio?” mi uscì spontaneamente. 
“Certo.” Rispose lui tranquillo, salutandomi con un cenno. 
La porta della stanza di Harry si aprì e medico e infermieri uscirono. Il dottor Hollow si avvicinò subito a me. 
“Le condizioni di sua sorella sono stabili, ma è necessario che non si muova per nessun motivo e per almeno due o tre settimane. Siamo costretti a tenerla sotto sedativo per dodici ore al giorno, temo.” 
Annuii. 
“Sì, credo sia necessario.” concordai con lui e rientrai nella stanza. 
Harry aveva gli occhi aperti, quindi era  ancora sveglia, ma il sedativo avrebbe fatto effetto da un minuto all’altro. Questa volta, pensai, sarebbe finalmente riuscita a dormire, non si trattava di sonniferi e non si trattava di farle passare una sbornia. 
Mi osservò mentre la raggiungevo, senza staccare lo sguardo. 
Le feci un mezzo sorriso. 
“Riuscirai a perdonarmi, John? Per tutte le bugie che ti ho detto?” disse subito, sussurrando. 
Io mi inumidii le labbra. 
“Sì.” risposi senza esitazione e ripensando al racconto di Lestrade. 
Lei mi guardò alzando gli occhi al cielo. 
“Se fossi in te, non mi perdonerei.” 
Sbuffò. 
“Per quanto tempo dovrò stare qui? Già mi annoio.” 
Non riuscii a trattenermi e risi, perché se Harry era capace di fare quel tipo di battute, allora voleva dire che stava bene. 
Le accarezzai la testa. 
“Un mese come minimo, ma non preoccuparti, troveremo qualcosa da fare.” 
“Non sei bravo a mentire. Cosa diavolo vuoi che faccia senza potermi muovere?” 
“Ti porterò dei libri e il computer.” 
Cacciò la lingua e poi tossì leggermente. 
Rimanemmo in silenzio per parecchi minuti e sperando che non stesse già dormendo parlai di nuovo. 
“Ti perdono perché non mi hai mentito del tutto.” 
Notai il suo sguardo confuso. 
“Io credo che lui sia vivo.” 
“Lui?” 
Lo dissi con la voce spezzata, ma lo dissi. 
“Sherlock. Sherlock è vivo.” 

 
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Con enorme, ma davvero ENORME ritardo (di quasi sei mesi), ecco l'ultimo capitolo. Inutile dire che non ci sono scuse. Sono stata ferma nonostante avessi scritto praticamente quasi tutto quest'ultimo capitolo e solo dopo aver visto la 3x01 uscita pochi giorni fa, mi sono decisa a scrivere, a terminare ciò che avevo iniziato, perché mi sembra giusto. Domani pubblicherò anche l'epilogo (che ho scritto mentre terminavo questo). Spero che la storia vi sia piaciuta e che il finale vi abbia soddisfatto, che abbia risposto alle domande che vi eravate posti.
Per gli ultimi ringraziamenti, vi rimando all'epilogo.
P.s. ancora non ho visto la 3x02, quindi, evitate spoiler nei commenti, nel caso :D grazie!!!

 
   
 
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