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Autore: coco95    06/01/2014    1 recensioni
Dopo la morte di Ren, una mattina di ottobre, Yasu decide di recarsi nell'appartamento dell'amico vicino al porto del paese. Legge così i suoi diari e scopre cose che non avrebbe mai pensato su Ren, scopre molti lati che non conosceva dell'amico e si sente in colpa più di una volta. Ren manca da morire a Yasu, dopo la sua morte è rimasto un grande vuoto nel cuore di tutte le persone che lo amavano.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai/Misato, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo, Yasushi Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 – Fuga
 
“Oggi la famiglia di Yasu e Yasu sono venuti a farmi visita. Non avevo voglia di vederli, ma sono stati gentili.
Mi hanno fatto parlare di me e io gli ho detto il mio nome e la mia età, poi Yasu è venuto da me e mi ha chiesto come stavo.
Era completamente diverso, aveva vestiti puliti e profumati, il suo viso era riposato e sembrava felice. Infame.”
 
Leggere quella parola fu un colpo al cuore per Yasu “infame”, così lo aveva visto il piccolo Ren per del tempo, ma alla fine la colpa era solo sua… Avrebbe dovuto dirgli che era stato adottato e che se ne sarebbe andato.
 
“Hanno proposto di adottarmi e la madre superiora ha detto che sarebbe stata una bella cosa per me, ma io non ne ho voluto sapere. Non mi sarei fatto mantenere nemmeno un giorno da quella gente così spocchiosa.
Ho un piano per questa sera, ma non sono sicuro di riuscirci. Spero di si.”
 
Da li le pagine si interrompevano, vi erano dei disegni di una spiaggia e vi erano dei granelli di sabbia fra le pagine.
Yasu odorò profondamente la carta, aveva un buonissimo profumo di mare.
Dopo un po’le pagine scritte riprendevano.
 
“Diario, scusa se non ho scritto per un po’ma sono successe tantissime cose che nemmeno saprei raccontarti.
Sai dove sono ora? In una casa vicina a un porto.
Una settimana e mezza fa sono riuscito a scappare dall’orfanotrofio, mi sono portato con me alcuni biscotti che da mesi avevo messo da parte… Esattamente da quando Yasu se n’è andato. Non potevo stare la senza di lui.
Comunque per due giorni ho mangiato quelli e ho dormito dietro i cassonetti. Nessuno mi avrebbe cercato li.
Ma poi è successo un disastro.
Tre sere fa si è alzato un fortissimo vento con della neve, faceva un sacco di freddo e io mi ero perso per la città. Non so bene cosa sia successo ma ricordo di essermi addormentato vicino al cassonetto e di essermi svegliato in una casa bella grande …”
 
Yasu alzò gli occhi, la casa grande di cui Ren parlava è quella dove si trovava in quel momento Yasu. Gli si strappò un sorriso “una casa bella grande” aveva detto Ren. Eppure quella casa era un buco con tre finestre… Evidentemente agli occhi del piccolo orfano quella casa, in confronto all’orfanotrofio, doveva essere una reggia che odorava di libertà.
 
“…e vicino a me c’era un uomo di quarant’anni credo.
Mi ha chiesto il mio nome e mi ha anche detto “ma sei il ragazzino scappato dall’orfanotrofio qui vicino?” “non mi porti dalla polizia” è stata la prima cosa che gli ho detto.
“va bene, va bene, ma io cosa dovrò fare con te?” così abbiamo iniziato un dialogo e lui ha deciso di adottarmi in cambio che io, una volta fatti 16 anni, lo avessi aiutato con il suo lavoro: scaricare cassette della frutta dal porto.”
 
Yasu ricordò bene il periodo in cui non trovavano Ren, quella settimana quando nessuno sapeva più nulla: era vivo? Era morto?
In primis la polizia si era recata a casa Fukuda e aveva chiesto di parlare con lui, che all’epoca era piccino e aveva paura e che quindi chiese l’aiuto di Akane.
Ma ne lui, ne i Fukuda, ne tantomeno Akane con il figlio, avevano più visto Ren.
Yasu pensò che Ren avesse iniziato disperatamente a cercarlo e che chissà dove si fosse perso. Povero Ren.
Poi un giorno la polizia era venuta a casa ad avvertire che Ren era stato adottato e che stava bene.
 
Yasu saltò qualche pagina, non c’era nulla di particolare se non descrizioni della vita del nuovo padre adottivo: Kawanari, 46 anni, vedovo e senza figli se non un figlio che aveva avuto quando aveva 16 anni ma di cui non sapeva più nulla in quanto non aveva più visto la ragazza che lo portava in grembo.
 
“Da tre giorni frequento la scuola elementare con i miei coetanei. Non sono bravo come i miei compagni, anzi, sono piuttosto indietro, ma ho una maestra particolare solo per me che si chiama Ryoko.
Kawanari mi ha detto che è un “insegnante di sostegno” e che serve ai bambini che, come me, per un motivo o per l’altro si trovano indietro con il programma.
La divisa della mia scuola è gialla e azzurra e nel taschino a sinistra è disegnato un piccolo uccello.
La mia scuola è stata costruita a cavallo fra il periodo Edo e Meiji, la preside mi ha spiegato la storia, è molto interessante.
La mia sede è la più moderna in quanto restaurata dieci anni fa, quella storica invece è più in centro del paese e, tratto caratteristico della scuola, all’ingresso è presente un grande torii dipinto di rosso.”
 
Leggendo la descrizione della scuola a Yasu venne una grandissima agitazione: lui e Ren erano nella stessa scuola ma non si erano mai incontrati.
Anche se Yasu era nella sede centrale, quella con il torii era strano che non si fossero mai visti in quanto i bambini della sede staccata si recavano sempre in quella centrale per le esposizioni, i tornei sportivi, le gite scolastiche durante le festività (il primo dell’anno a esempio la scuola organizzava delle uscite collettive facoltative per andare al tempio ma anche se non erano obbligati i ragazzini ci andavano volentieri, Yasu compreso).
Non si erano mai incontrati per tutte le elementari ed erano stati così vicini.
Che strano il destino, che strani scherzi che gioca.
 
Yasu guardò l’orologio: le 19.40.
Era meglio concludere quella giornata di lettura e andare a mangiare qualcosa, avrebbe ripreso la lettura l’indomani con  mente più lucida: a cercare di decifrare la faticosa grafia di Ren gli si erano appesantiti gli occhi.
Uscì quindi dalla casa e vide che il tempo non era migliorato, anzi era drasticamente peggiorato: stava diluviando e lui aveva un ombrello piccolo.
Ma si rese conto che non gli importava di bagnarsi e iniziò a percorrere la strada per la sede staccata di quella scuola elementare. Pensò a quante volte Ren la doveva aver percorsa, chissà se percorrendola lo pensava, e chissà se lo pensava con disprezzo o con mancanza.
Arrivò alla scuola e vide le luci accese: dovevano esserci dentro i bambini che frequentavano il dopo scuola fino alle 20. Di certo Ren non era mai stato uno di quei ragazzini così diligenti che si fermavano a studiare fino a tardi.
Ma nemmeno lui stesso lo aveva mai fatto, preferiva stare in laboratorio con Sybilla e Akane che gli spiegavano le cose concrete.
Lo studio assieme a quelle due donne era molto più divertente e utile, alle superiori infatti Yasu aveva il massimo dei voti in chimica e biologia e per questo doveva solo ringraziare loro.
Si avviò quindi verso l’albergo e passò davanti alla sede centrale, la scuola che lui stesso aveva frequentato.
Quanti ricordi.
 
Giunto in camera ordinò una zuppa di miso e si fece una doccia calda, doveva scacciare via il freddo, la stanchezza ma soprattutto la tristezza.
 
Così, con la testa piena di pensieri si coricò a letto e fece dei sogni poco tranquilli.




Spazio dell'autrice, free talk:
allora, non c'è moltissimo da raccontare se non che la Befana mi ha portato... *rullo di tamburi*
20 dollari Canadesi O.o, cosa dovrei farmene ancora non lo so. Nel senso, non so se aspettare che la borsa cambi e sia più vantaggioso o cambiare subito u___ù non sono molto ferrata con questo tipo di cose.
Per il resto mi sto riappassionando a Sailor Moon quindi penso che, una volta finita questa long, ne scriverò una su quel manga. Ho già scritto quattro capitoli e non sono niente male, mi ritengo veramente soddisfatta, spero che mi seguirete anche in quella storia *^*.
Mi rendo conto che ultimamente sono sempre qui che scrivo a fine capitolo e a raccontarvi dei fatti miei, dovrebbero mettere una chat di EFP cosicché io possa scrivervi personalmente u__u, intanto spero che facciano un app apposita in quanto ho una storia che sto scrivendo sui promemoria del telefono ma non ho voglia di passarla al computer >____< non so quando pubblicherò quella, anche perché è di genere radicalemte opposto al tipo di cose che scrivo qui: è una storia sulla violenza sui minorenni.
Bah,  per chi avesse voglia di farsi quattro chiacchiere mi aggiunga pure su FB (anche perché ultimamente viaggiando in treno mi rompo un sacco le scatole...).
Ok, mi sono dilungata eccessivamente, buona settimana e, per chi come me domani mattina tornerà a scuola: buona disgrazia.
 
  
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