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Autore: monipotty    27/05/2008    5 recensioni
Ciao a tutti voi! Questa è la prima fic che scrivo e spero che vi piaccia!! Il personaggio principale è la migliore amica di Elizabeth, Josephine: cosa succederebbe se Jo fosse innamorata del serio ma affascinante James Norrington (il mio personaggio preferito in assoluto e, naturalmente, secondo protagonista della fic)? Riuscirà a conquistarne il cuore già legato alla bella Elizabeth? Se volete scoprirlo, vi basta leggere!!! Recensite numerosi e... siate clementi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, James Norrington, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 Ciao a tutti!!!!!! Portate pazienza ma questa settimana è l'ultima piena di verifiche... finalmente la scuola sta finendo, anche se chi ha gli esami non la penserà esattamente allo stesso modo (in bocca al lupo a chi li ha!) Spero che questa storia vi stia piacendo. Un grazie a tutti coloro che leggono anche senza recensire ma soprattutto a QueenLilly che ha recensito il capitolo prima. Spero che la storia continui a piacervi!!!
Un bacio!!! by Monipotty


Corse, corse più che poteva attraverso le vie fangose di Port Royal, passando per la parte abitata dalla popolazione che la guardava stupita. Perché suo padre la trattava così male? Perché si vergognava di lei? Non aveva mai fatto nulla di male, nessuno scandalo aveva investito la famiglia per causa sua, non aveva nessuna colpa. E allora perché la rimproverava sempre, qualunque cosa facesse? Il cielo, che fino a poco tempo prima era sereno, ora si era coperto di nuvole nere che portavano sicuramente un temporale, ma a lei non importava, voleva solo scappare più che poteva e non tornare a casa.

“Ehi!” esclamò qualcuno. Senza nemmeno accorgersene, si era scontrata con un uomo, uno piuttosto giovane con dei baffi e un pizzetto leggermente accennati: era Will il fabbro, l’uomo amato da Elizabeth, che rientrava nell’officina dove lavorava, e la guardava interrogativo.

“Miss Allen! Cosa ci fate voi qui?” le domandò. Ma lei scappò via.

“Lasciatemi in pace, Will!” gli urlò fra le lacrime.

“Josephine!” sentì urlarsi dietro. Avrebbe potuto, Will l’avrebbe inseguita, ma doveva continuare a fabbricare le spade che gli erano state ordinate: decise, quindi, di avvertire appena poteva il commodoro.

La ragazza si rintanò all’interno di un cunicolo la cui esistenza era saputa dalle sole Elizabeth e Josephine: si rifugiavano sempre lì quando volevano parlare di cose segrete perché le loro abitazioni non erano luoghi al riparo da orecchie indiscrete. Aveva attraversato tutto il paese correndo ed era stanca e sudata; così, tra le lacrime, si addormentò.

Delle voci provenienti dall’esterno del cunicolo la svegliarono: ormai era sera e avrebbe dovuto tornare a casa. Pensò ai suoi genitori, che preoccupati l’attendevano a casa. Poi si ricordò del litigio con suo padre e ci ripensò: lui non era certamente preoccupato, non gli interessava minimamente di lei.

“Da questa parte!” sentì qualcuno dire. Le sembrava di conoscerla, quella voce, ma forse stava sognando.

-Non può essere James – pensò – è solo la mia immaginazione. –

“Miss Allen!” esclamò di nuovo quella voce. Lei aprì gli occhi e vide il volto di colui che amava. “Santo cielo, miss Allen! Vi abbiamo cercata dappertutto! La vostra famiglia era talmente in pena! E…mio Dio, voi scottate!” esclamò toccandole con la mano la fronte. Lei gliela prese.

“Non voglio tornare a casa…vi prego commodoro, non riportatemi a casa.” Gli sussurrò febbricitante. Ma lui scosse la testa.

“Non state bene, Miss Allen. Vi devo riportare a casa vostra. Coraggio, alzatevi, vi do una mano.” La prese per mano e l’aiutò a rialzarsi, ma lei era talmente debole che non riuscì a reggersi in piedi. Il commodoro, per paura che cadesse, la prese in braccio e la portò alla carrozza che l’aspettava. Lei appoggiò la testa sulla sua spalla respirando il suo profumo.

“Gillette!” chiamò Norrington. La sua voce sembrava così lontana per Jo. “Apritemi la porta. Io resto con lei e poi di corsa alla villa.” Ordinò.

“Si, commodoro.” Rispose Gillette.

Norrington salì sulla carrozza lentamente per paura di cadere: la ragazza era leggera ma l’apertura era stretta. Riuscirono ad entrare entrambi, poi lui l’adagiò sul sedile davanti a sé e la coprì con la sua giacca. La carrozza partì velocemente e dopo un po’ arrivarono alla villa degli Allen. Josephine vide aprire la porta e guardò gli occhi verdi del commodoro: le stava dicendo qualcosa che lei non capì. Poi svenne.

  
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