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Autore: Berry Depp    06/01/2014    3 recensioni
Nove anni dopo la chiusura di iCarly, Carlotta Shay torna a Seattle per il funerale del padre. Qui ritrova i suoi amici Samantha e Fredward, che finita la scuola hanno perso i contatti tra di loro e si sono costruiti una vita, anche se non è esattamente il massimo. Riuscirà Carly a ritrovare la fiducia dei suoi vecchi migliori amici che non la considerano più tale a causa della sua partenza e del fatto che non si è più fatta sentire?
L'idea mi è venuta guardando l'ultimissima puntata di questa serie che amo. Ho pensato che non poteva finire tutto così e allora eccomi qua :) Buona lettura a tutti, spero vivamente che vi piaccia!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlotta 'Carly' Shay, Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket, Spencer Shay, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Due infermieri entrarono di corsa in casa con una barella sul quale caricarono il corpo di Freddie per portarlo sull’ambulanza.
Carly prese la mano di Sam, che la tirò a sé per abbracciarla e cominciando a piangere a squarciagola.
Un medico entrò in fretta e chiese loro se volevano salire sull’ambulanza con Freddie. Loro dissero di si e così fecero. Mentre Spencer e Jack li seguivano fino all’ospedale, nell’ambulanza dei medici cercavano di bloccare l’emorragia dalla spalla destra di Freddie, mentre un altro gli mandava ossigeno attraverso un tubo collegato alla sua bocca.
  -Come sta?- riuscì a chiedere Carly, tenendo forte la mano di Sam che a sua volta teneva quella di Freddie.
  -Affatto bene. Oltre all’emorragia causata dal proiettile ne ha diverse interne, per di più ha due costole fratturate e c’è mancato poco che lo zigomo destro non venisse distrutto. Inoltre ha ricevuto parecchi pugni alle tempie e per questo potrebbe non riprendere i sensi per un po’.
Quelle parole fecero venire la nausea a Carly, che strinse di più la mano di Sam e la guardò cercando di assumere un’espressione rassicurante, evidentemente con pochi risultati  visto che Sam ricominciò a piangere. Quando arrivarono all’ospedale Carly, Spencer e Jack vennero portati in sala d’attesa, Freddie fu mandato in sala operatoria con codice rosso e Sam fu spedita a farsi curare il grosso bubbone violaceo che le era spuntato vicino all’occhi a causa del pugno di Joe.
Quando i tre si ritrovarono da soli in sala d’aspetto, Carly si decise a chiederglielo.
  -Perché l’hai fatto?- domandò esasperata a Jack.
  -Dovevo- si difese lui.
  -Non ce n’era bisogno! Joe aveva perso comunque i sensi, non c’era alcun motivo di sparare!
  -Carlotta, non capisci! Sono un poliziotto, ti sembra che non mi senta male per aver sparato a un civile innocente? Se l’ho fatto ci sarà pure una spiegazione!
  -E allora dimmela! Avanti, Jack, dimmi quel è questa spiegazione, visto che c’è.
Jack rimase a guardarla in silenzio con la fronte aggrottata, poi distolse lo sguardo sbuffando. Anche Carly lasciò perdere e si andò a sedere accanto a Spencer, che la prese e l’abbracciò, facendola piangere tra le sue braccia.
 
Pov Freddie
 
Cosa? Eh? Ma che...? Dove mi trovo? Uh, è tutto nero. Che schifo. Non mi è mai piaciuto il nero come colore. Non si può definire nemmeno un colore, è brutto. No, il nero non è un colore. Il giallo è un bel colore. Si, giallo come il sole, le patatine, il formaggio e come i capelli di Sam. Si, i suoi capelli sono davvero bellissimi. Tutta lei è bellissima. Ma ora torniamo a noi. Perché cacchio è tutto nero, qui? Ah, già, ora ricordo. Quel bastardo di Joe mia ha colpito fortissimo un po’ ovunque. Chissà se i miei gioielli di famiglia sono apposto, spero di si! Cavolo, non so cosa farei se me li avesse rotti con uno di quei suoi calci!  Aspetta un attimo. Sam? Che fine ha fatto? Spero stia bene! Non potrei vivere sapendo che non sta bene! Preferirei aver perso i gioielli di famiglia. E Carly? Non l’ho più vista da... da quando? Da quando l’ho fatta sentire uno schifo. Poveretta, ripensandoci sto male. Lei ha solo cambiato vita. Certo, poteva farlo in maniera diversa, ma chi sono io per giudicarla? Ehi, aspetta, cos’è quello? Ma... ma quello sono io! E lì ci sono Carly e Sam! Che stiamo facendo? Oh, guarda, è quando ci preparavamo per dare vita ad iCarly! Che piccoli che eravamo! Quanto sarà stato, ventitre anni fa? Si, all’incirca. Come siamo carini. Ehi, dove... dove vanno? Perché svaniscono? Ma quella è Jessica! E quello uno dei suoi scopamici di turno! Quanto la detesto! Ma perché l’ho sposata? Forse volevo solo farmi una vita con una donna accanto. Forse perché da ragazzo avevo avuto altre delusioni in amore, oltre a quelle con Carly e Sam e ormai non ci speravo più. Va via anche lei? Meno male, cominciava a infastidirmi. E ora chi arriva? Ah, è Joe. E sta picchiando Sam! No, amico, smettila! Non vorrei ridurti come ho fatto poco fa, va bene? Lasciala in pace, bastardo! Ecco, bravo, così. Sparito anche lui. Ma quella è Carly. È con due ragazze, devono essere sue amiche italiane. Sembrano contente, insieme. Ehi, chi è quello? Un ragazzo? che flirta con Carly? Guarda come si muove, sembra un mollusco. Ehi, levale le mani di dosso, lei è mia amica, non ti permetto di fare il cascamorto con lei. Ecco bravo. Ehi, il nero sta sparendo...
 
Quando Freddie riaprì gli occhi la luce della stanza gli diede così fastidio agli occhi da doverli richiudere e riaprire molto più lentamente.  Si guardò intorno. Era sdraiato su un lettino d’ospedale, la schiena tirata su da una montagna di cuscini. Le pareti erano grigie e su quella accanto al letto c’era una grande finestra. Inutile, visto che dava su un edificio che non lasciava vedere nulla a parte il suo muro.
  -Benson- sussurrò una voce piacevolmente familiare accanto a lui. Quando si girò Sam era seduta su una sedia scricchiolante e aveva gli occhi lucidi.
Freddie la guardò e sorrise. Poi provò a dire qualcosa: -P...- tossì violentemente –Puckett...- la sua voce era roca e non riusciva a parlare con un volume più alto, ma quello bastò per far sorridere Sam.
  -Oh, Freddie!- esclamò, buttandogli le braccia al collo per abbracciarlo –Ti sei svegliato, finalmente! Avevo paura che non l’avresti fatto più!
  -Va... bene, va bene, Sam... Ora però levati! Soffoco!- tossì ancora Freddie.
  -Ops, scusa- disse Sam.
  -Quanto ho dormito? Ci sono novità?
Sam lo guardò a lungo, poi parlò: -Tre giorni. Hai dormito per ben tre giorni.
  -Cavolo...
  -Già. E si, ci sono novità, spetta a te decidere se sono buone o cattive. Tua moglie è stata qui mentre dormivi.
Freddie si interessò all’argomento. Non ci avrebbe mai sperato. Che sua moglie lo venisse a trovare. Per questo quando Sam continuò a parlare tutto si fece più chiaro: -E ha portato le pratiche per il divorzio. Ha già fatto tutto lei e se ne è andata a vivere a Las Vegas. A te non rimane altro che firmare le pratiche. Ha detto che non avresti esitato.
Se quelle parole avessero dovuto ferire Freddie, beh, non lo fecero. Un enorme sorriso si dipinse sulle sue labbra e allungò il braccio per abbracciare Sam. Forse il primo passo per il divorzio l’avrebbe dovuto fare lui, visto che era Jessica quella che l’aveva sposato per i suoi soldi, con i quali comprava vestiti nuovi come se fossero pane quotidiano e si portava a letto uno diverso ogni giorno, ma quello non era più un problema di Freddie. Finalmente si era liberato di quella scocciatura.
  -Chi altri c’è di là?- chiese Freddie.
  -In sala d’attesa, dici?- fece Sam, alzandosi –Carlotta, Spencer, T-Bo e... si, beh... il poliziotto che ti ha sparato, l’amico di Carlotta.
  -Potresti dirgli di venire qui?- chiese Freddie, cercando di tirarsi su per assumere un aspetto un po’ più presentabile. Ma quel movimento gli fece fare una smorfia di dolore per le costole.
  -Ma chi, il poliziotto? Ne sei certo?
  -Si, fallo e basta- affermò lui.
Mentre Sam si dirigeva fuori per chiamare Jack, Freddie la chiamò di nuovo: -Sam?
  -Si?- fece lei, voltandosi. Ora indossava un vestitino verde corto fino alle ginocchia. Lasciava vedere i tanti lividi, ma sembrava non le importasse più.
  -Chi ha vinto alla fine?- chiese lui. Sam sembrava non capire –Sono riuscito a mettere sotto Joe? Alla fine?
Sam sorrise esasperata: -Tu, Benson. Hai vinto tu. Joe è caduto a terra nel momento stesso in cui sei caduto tu a causa della pallottola. Se non fosse stato per quello, tu saresti rimasto in piedi. Sei stato fantastico.
Freddie fece un sorriso spavaldo e aspettò che Jack entrasse. Quando successe, questi rimase in piedi sulla porta, come per aspettare un invito a sedersi.
  -Bella mira!- si congratulò Freddie con un sorriso sarcastico sulle labbra mentre si passava una mano sulla fasciatura che lo costringeva a tenere il braccio sinistro fermo e attaccato al torace.
Jack rise insieme a lui, poi si fece avanti e si sedette sulla sedia scricchiolante che sembrava dovesse rompersi da un momento all’altro.
  -Mi dispiace tanto per averlo fatto, non sai quante ne ho passate col capo!- esclamò Jack.
  -E sinceramente non lo voglio sapere. Cosa è successo a Joe?- continuò Freddie tornando serio.
  -Deve essere processato domenica. Ma perderà sicuramente, basterà la testimonianza di Sam e i suoi lividi. Tu, invece, sei apposto. Hanno considerato il tuo attacco come legittima difesa anche se Joe non era munito di armi.
I due continuarono a guardarsi in silenzio.
  -Io... sarà meglio che vada...- disse ad un certo punto Jack, imbarazzato. Si voltò e uscì.
Freddie pensava che per quel giorno le visite sarebbero finite.
Invece davanti si ritrovò Carly.

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Cabina del Capitano:

E rieccomi qua! Vi è piaciuto lo scherzetto che vi ho fatto? No? Lo immaginavo... Comunque come potete vedere Freddie sta bene (si fa per dire) e sembra che quei farmaci che hanno utilizzato per tenerlo calmo gli abbiano fatto fare sogni strani... Bene, in realtà non ho nulla da dire su questo capitolo, per una meravigliosa sorpresa dovrete aspettare il prossimo, già pronto ma chiuso sotto chiave nel mio computer, così, per farvi soffrire di più :P
Vi saluto!
BD
  
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