La parte in grassetto è di un diario vero
Capitolo 17
Capitolo 17
Ma ho imparato che non mi devo fidare delle persone, non più. Anche se tardi. Le persone prima ti sono amiche e poi ti trattano come pezzi di carta che trovi gettati per terra.
Le parole dette da Harry quel giorno mi colpirono. Non solo perchè ha detto cose molto brutte, ma perchè è stato l'unico a dirmi quelle cose. Sincero, e lo apprezzo questo.
Quel ragazzo farà strada.
Il giorno dopo era peggio del primo. Ormai sono passati 17 giorni, e io non ho reagito ad nulla. Ne una loro minaccia ne a una loro provocazione. Perchè? Perchè non voglio mettermi nei guai. Loro questo vogliono. Niall è pure arrivato a mettermi le mani addosso. Con poca forza ma l'ha fatto. E sono delusa dopo tutto quello che ha fatto.
Intanto il giudice, venendo a saper che ero sola, mi ha affidato temporeanalmente in una famiglia. La definirei allegra, coinvolgente e gentile. In poche parole mi fanno stare bene. Hanno anche un figlio. Il suo nome è Dylan, è un bellissimo ragazzo. E mi ha promesso di impararmi ad usare lo skate, lui è uno skater davvero bravo. E' gay.
Questa mattina mi è successo una cosa piuttosto strana:
I ragazzi si sono avvicinati da me come loro solito fare. Hanno cominciato con gli insulti, come sempre, più pesanti. Niall mi ha preso preso il polso cominciandolo a stringere sempre di più. Faceva tanto male, ma il mio sguardo era rivolto verso lui. Poi ha fatto una cosa che non ha fatto mai. Ha alzato gli occhi, facendoli incrociare con i miei. Non era mai successo prima d'ora. Non mi aveva mai guardato. Sono rimasta colpita dal su gesto. Poi il nostro sguardo è stato interrotto da Zayn che diceva di lasciarmi perchè stava venendo il preside.
Sono parecchio triste, tra poco la scuola viene chiusa perchè devono fare quel loro 'lavoro'.
Domani sono 30 giorni -un mese- dalla morte di mamma. Ho deciso di andare al cimitero a portagli delle rose bianche. Le sue preferite.
Sto ricominciando con quel periodo. Si, di nuovo quei segni sulla mia pelle. Quei tagli che mi ritrovo. Ormai sta diventando una routine. Farlo mi fa stare bene.
"Nessuno può capire un autolesionista.
Una di quelle persone che si sentono in colpa per qualunque cosa. Quelle che soffrono sempre. Quelle esperti che sanno come, pur lesionandosi, a non morire. Quelle che si nascondono dietro altri problemi.
Sole e impaurite. Nessuno capisce che odiano il fatto di sentirsi in soggezione, al centro dell'attenzione ma anche terribilmente sole.
Nessuno capisce che sono sole al mondo e che gli sta bene così. Perchè una vera autolesionista sa perchè lo fa, sa perchè viene allontanato.
Sono fiera dell'autolesionista che é dentro di me, capitelo. Nessuno mi farà cambiare idea.
Ho una vita davvero orribile. I miei veri genitori mi hanno abbandonata, miliardi di persone che mi odiano e cose davvero brutte.
Mi ammiro. Perchè esserlo mi porta avanti ogni giorno.
Chiamatemi anche psicopatica e malata di mente. Ma ricordate che voi non sapete come si sente ad essere autolesioniste. Mi fa stare bene"
Questi sono i miei pensieri.
Ore 18:58
Sono distesa sul letto da ore. A pensare a Niall, anche se non se lo merita. Ma io lo amo ancora e non posso farci nulla. La nuova casa è bella e anche la mia nuova famiglia. Sono stati davvero generosi a darmi una casa e da mangiare .
Sento bussare la porta. Un "avanti" debole fuoriesce dalla mia bocca. La porta si apre facendomi mostrare la bella figura di Dylan. E' un bellissimo ragazzo, devo ammetterlo. Ci avrei fatto anche un pensiero se non fosse stato gay.
"Ciao, posso?" entra nella stanza appena. "Certo vieni" lo invito.
Si siede sul mio letto. "Di cosa hai bisogno?" gli chiedo sorridendogli. "...Mi piace un ragazzo..." dice facendo tingere le sue guance di rosso. E' tenerissimo. "E' una bellissima cosa!" commento. "Si, ma c'è un problema" dice abbassando lo sguardo. "Quale?" chiedo. "Lui non è gay, ma etero" mi guarda. "Oddio" mi faccio sfuggire. Vedo delle piccole lacrime scendere da i suoi occhi. Spontaneamente, lo abbraccio. "Ehy... Non piangere su" gli accarezzo i capelli .
"E' pronto..." sentiamo dire. "Andiamo su" dico alzandomi. Gli asciugo le lacrime sotto gli occhi con i pollici e gli do un bacio sulla fronte. "Sei una sorella perfetta" dice. Questa frase mi commuove, nessuno mai me l'ha detto. "E tu sei un fratello, un amico, e un ragazzo perfetto" ci abbracciamo.
Scendiamo giù. "Cosa si mangia?" chiede Dylan. "Ho fatto la pasta al forno" annuncia Margaret, la mamma di Dylan. "Mhh... la mia preferita" dice una voce dietro di me. George, i marito di Margaret. George non è il padre di Dylan, lui è morto.
Ci sediamo tutti a tavola e facciamo un breve ringraziamento a Gesù.
Cominciamo a mangiare . La cucina di Margaret è di alta qualità. "Tutto molto buono" dico.
"Esmea, dobbiamo dirti una cosa" George interrompe il religioso silenzio. "Abbiamo deciso che tra tre giorni andrà a frequentare la stessa scuola di Dylan. Ti va bene?" continua Margaret. "E' la cosa più bella che mi potevate dire" mi alzo è li vado ad abbracciare. Finalmente non rivedrò più Niall. Finalmente potrò vivere senza la paura.
Dylan
Scusate il ritardo, ho avuto problemi con EFP.
Sono passata per dirvi che la parte diario in grassetto è vera. L'abbiama presa dal diario di Esmea.
Spero che sia di vostro gradimento.
Continua a 13 recensioni. Se poi mi fate arrivare a 15 ne sarei felice. NON SIETE COSTRETTE A FARMI ARRIVARE A 15 O 13 RECENSIONI. NON E' UNA MINACCIA.
Alla prossima <3
Sono passata per dirvi che la parte diario in grassetto è vera. L'abbiama presa dal diario di Esmea.
Spero che sia di vostro gradimento.
Continua a 13 recensioni. Se poi mi fate arrivare a 15 ne sarei felice. NON SIETE COSTRETTE A FARMI ARRIVARE A 15 O 13 RECENSIONI. NON E' UNA MINACCIA.
Alla prossima <3