Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Dicembre    27/05/2008    4 recensioni
Inghilterra, 1347.
Di ritorno dalla battaglia di Crécy, un gruppo di sette mercenari è costretto a chiedere ospitalità ed aiuto a Lord Thurlow, noto per le sue abilità mediche. Qui si conoscono il Nero, capo dei mercenari, e Lord Aaron. Gravati da un passato che vorrebbero diverso, i due uomini s'avvicinano l'uno all'altro senza esserne consapevoli. Ne nasce un amore disperato che però non può sbocciare, nonostante Maria sia dalla loro parte. Un tradimento e una conseguente maledizione li poterà lontani, ma loro si ricorreranno nel tempo, fino ad approdare ai giorni nostri, dove però la maledizione non è ancora stata sconfitta. E' Lucifero infatti, a garantirne la validità, bramoso di avere nel suo regno l'anima di Aaron, un prescelto di Dio. Ma nulla avrebbe avuto inizio se non fosse esistita la gelosia di un mortale. E nulla avrebbe fine se la Madonna e Lucifero fossero davvero così diversi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

Potrei dormire 8 giorni di fila. Sìsì, se davvero non mettessi più la sveglia, come minimo, dormirei fino a domani pomeriggio (tenuto conto che ora sono le 9 di sera...). Oddio, sto invecchiando, ormai ho sempre sonno. sigh. ;_; Non vedo l'ora che sia il weekend... Ma prima di lanciarmi nel letto (e addormentarmi in volo O_O), vi lascio un nuovo capitolo di LdM. Come sempre, lo sapete, ci tengo tantissimo a sapere che ne pensate ^_^

 

 

Capitolo Quattro

 - L'alito di Dio -


 





Chiusa la porta alle spalle, Nero vi si appoggiò e trasse un profondo respiro. Si massaggiò gli occhi con le dita e cercò di rimettere ordine fra i suoi pensieri. Cleto era ancora appollaiato nella stessa posizione nella quale Nero l’aveva lasciato, aveva solo girato lo sguardo verso il suo padrone.



“Hai ragione, sono stanco, ma dubito comunque di riuscire a dormire profondamente. Sono molto in ansia per Forgia…” Prese una bacinella d’acqua e l’appoggiò vicino al fuoco per farla scaldare, poi d’improvviso aggiunse: “Lord Aaron ha una piccola macchia, sulla nuca, a forma d’anello…di sicuro tu ne sai qualcosa”

Il falco sbatté le ali.

“Come immaginavo, l’hai percepito quando sei venuto qui… Una macchia a forma d’anello può voler dire tutto e niente, ma da come me l’ha mostrata, può solo significare che Lord Aaron ha respirato l’alito di Dio” Disse con tono pensieroso e poi aggiunse fra sé e sé “E io che pensavo fosse solo una leggenda…”

Nero scrollò le spalle e appoggiò la bacinella con l’acqua tiepida all’interno, sul tavolo “Evidentemente, mi sbagliavo. Ad ulteriore conferma di questo c’è il fatto che Lord Aaron abbia taciuto la sua macchia di fronte agli altri…Se fosse una cosa da poco, credo, l’avrebbe detta anche a loro. Invece non ne ha fatto menzione.” Nero immerse le mani nell’acqua “Il respiro di Dio…” disse a se stesso incredulo e si sciacquò il volto. Rimase poi fermo, a guardare la superficie dell’acqua che rifletteva il suo viso pallidamente.

Cleto sbatté di nuovo le ali.

“Non so esattamente quanto di vero ci sia in quello che si dice a riguardo, è una leggenda che c’è fra gli uomini. Si dice che esistano delle persone che per diversi motivi, per la loro devozione, per la loro empatia col prossimo, o per il loro acume, siano stati accolti fra i favoriti di Dio. Si dice che sia lui in persona, oppure uno dei suoi angeli più vicini, a prendersi poi cura di questi prescelti e che questi possano addirittura comunicare con loro, così come possono comunicare con gli animali e la natura …

In realtà, delle storie che si raccontano, penso che ben poco sia vero. Alcuni eroi del passato sono stati elencati fra prescelti, ma…” scrollò le spalle “…ha davvero senso parlare di favoriti da Dio? Non siamo forse tutti uguali ai suoi occhi?

Si dice inoltre, che chiunque respiri l’alito divino, mostri sulla propria pelle una piccola macchiolina ad anello, come segno di riconoscimento…Non ne avevo mai vista una, a dire il vero.”

Nero guardò Cleto “Però tu puoi rispondermi: davvero sei venuto qui perché hai capito che era un eletto, oppure per quale altro motivo?”

Cleto volò vicino al camino, dove il fuoco si stava abbassando.

“Ma guarda che falco viziato che mi ritrovo! Va bene, ravviverò il fuoco, tu però rispondi alla mia domanda”

Nero si chinò e appoggiò dei nuovi tronchetti di legno nel focolare, stando attento a non abbassare troppo la fiamma e sorrise “Lo immaginavo” disse a Cleto. “Io non posso percepirla chiaramente come mi dici di aver fatto tu, ma non mi stupisce sapere che quell’uomo ha un’aura particolare che lo circonda. Semplicemente il fatto che tu ti sia fidato completamente di lui, m’ha dato da pensare: non ti avevo mai visto farlo con nessuno.”.

Cleto, felice dell’alzarsi della temperatura nella stanza, ritornò sulla tastiera del letto.

“Lo so, anch’io parlo con te, non avrei dovuto stupirmi, quindi, che anche qualcun altro sia in grado di farlo. Però è come se ci fosse qualcosa di diverso…Come se…” Nero scosse la testa e si passò le mani sugli occhi affaticati.

“Sì, sono molto confuso, Cleto, non posso nascondertelo. E non è solo il fatto che Lord Aaron abbia quella macchia ad anello sulla nuca, ma anche gli avvenimenti della scorsa notte mi sono poco chiari…” E di nuovo sospirò cercando di trovare le parole.
Scrollando le spalle in segno di resa, iniziò a sbottonarsi i vestiti, per mettersi quelli da notte che gli erano stati piegati ed appoggiati sul letto.

“Vedi cosa intendo?” disse indicandoli “Ha accolto sette stranieri nella sua casa e se ne occupa come i più importanti fra gli ospiti… E’ premuroso.”. Nero sorrise “No, non credo che questo sia un male, amico mio. Ma c’è qualcosa di insolito in lui, sembra quasi che capisca prima del tempo le situazioni e le parole. Per esempio, durante la medicazione, Forgia era vigile e ha chiesto al Lord se avrebbe perso l’uso del braccio. E’ una domanda legittima, dirai tu, ma in quelle condizioni, fatta ad uno sconosciuto, non lo è. Mi sarei aspettato che Lord Aaron fraintendesse, interpretasse le parole di Forgia come ingratitudine nei suoi riguardi… Lui che è persino zoppo, come avrebbe potuto capire una persona che per tutta la vita non ha fatto altro che impugnare spade? Ed invece la sua risposta e il suo volto erano così pieni di comprensione ed umanità che ne sono rimasto sbalordito. Lo stesso Forgia, e sono certo di questo, non si aspettava una risposta così sincera, quasi… calorosa.

E’ buffo, non trovi?” Nero si passò la mano fra i capelli “No, c’è molto di più, troppo…” e sospirando si sedette sul letto appoggiando la schiena ai cuscini “Troppo di più…Sono confuso da questi avvenimenti che non riesco a capire”

Poi s’infilò sotto le coperte “E non capisco se è questo mio stato d’animo a trarre in errore il mio giudizio, ma ho come la sensazione che tutto questo abbia un effetto benefico su Forgia. Non so se sto impazzendo, a dire il vero, ma se davvero Lord Aaron ha respirato l’alito di Dio, può darsi che siamo davvero nell’unico posto d’Inghilterra dove Forgia ha speranze di sopravvivere.”
Chiuse infine gli occhi “Buona notte anche a te”.

 



All’alba della mattina seguente, Nero si svegliò di soprassalto, senza riuscire a ricordarsi perché.

“Ancora incubi...” Si vestì in tutta fretta e corse fuori dalla sua stanza, scendendo le scale verso la stanza dov’era Forgia. Aveva un presentimento, un’intensa sensazione che qualcosa non andasse.

Bussò alla porta impaziente, non sapendo chi fosse all’interno.

Una donna, che riconobbe essere quella che aveva portato il vino e la frutta l’altra sera, gli venne ad aprire “Buongiorno, Josephine” Nero salutò cortesemente la donna, mascherando completamente l’ansia nella voce e si diresse poi verso il letto di Forgia. Questo non gli permise di vedere le gote della ragazza infiammarsi. “Buongiorno a voi, signore…siete sveglio molto presto”

Nero stava osservando Forgia che non sembrava essere in uno stato diverso rispetto a quello in cui l’aveva lasciato la sera prima. Il respiro era leggermente accelerato, probabilmente la febbre era ancora alta, la ferita medicata era tumefatta e gonfia, ma Forgia dormiva tranquillo.

Nero notò che le bende erano tutte nuove.

“Avete badato voi a Forgia questa notte?”

“Oh no signore, io non mi occupo dei malati. Natalie è rimasta con lui finchè il padrone non è venuto”
”Lord Aaron è già stato qui?” chiese Nero stupito

“Oh sì, signore, prima dell’alba.” Annuì Josephine che faceva fatica a parlare.

“Ma se tu non ti occupi dei malati, come mai sei qui? “ Nero le sorrise, l’aver visto Forgia tranquillo e ancora vivo, l’aveva rassicurato.

“Oh” disse Josephine a fil di voce “Il vecchio Lord s’è sentito molto male e lui è dovuto correre nelle sue stanze” Nero aveva sentito Lord Aaron e la stessa Josephine parlare del vecchio Lord la sera prima e chiese “Cos’ha?”

“E’ molto vecchio in realtà. E non si lascia a curare a dovere, non mangia, beve molto vino, fa tanto preoccupare suo figlio che non sa più cosa fare per convincerlo a prendersi un po’ cura di se stesso. Ma lui non lo fa, è testardo e…” Josephine si fermò di colpo e si coprì la bocca con una mano, consapevole del fiume di parole che aveva appena detto “Perdonatemi…”

Nero scosse la testa “E’ testardo? Eppure suo figlio non lo sembra…”

“O no signore, Lord Aaron non assomiglia per nulla al padre, è gentile con tutti, sempre buono anche con la servitù. Lord Thrulow, non parla mai con nessuno, dà ordini e non si occupa di altro. L’ala Est del Castello ha avuto grossi problemi causati da queste piogge, e nei piani più bassi ci sono le stanze degli stallieri, John e Michael hanno la loro età, con l’umidità hanno male alle ossa, e Lord Thurlow non s’è preoccupato, mentre il padrone li ha invitati nella parte più calda del castello, nell’ala Ovest, nelle stanze sotto le vostre e…” di nuovo s’interruppe, guardando in basso e diventando così rossa che il nero fece fatica a trattenere il sorriso “Scusate, parlo troppo signore, è che quando mi prende… e poi se mi viene chiesto del padrone io…” incapace di concludere una frase e resasi conto che più andava avanti più aggravava la sua situazione di imbarazzo, Josephine decise che fosse meglio andarsene “Io vado, Signore, se avete bisogno chiamatemi, presto penso che ritornerà il padrone” e con un inchino frettoloso, uscì dalla stanza. Poco ci mancò che non si mise a correre.

Rimasto solo, Nero guardò di nuovo Forgia, gli toccò la fronte, per sentirne la temperatura. Era ancora alta.

Ripensò alla sera prima, a quella netta sensazione di sicurezza che aveva provato. Forse il suo giudizio lo stava davvero tradendo perché, purtroppo, la situazione di Forgia era così grave che gli sembrò sciocco farsi prendere da un inutile ottimismo. Eppure anche quella mattina, il presentimento che, forse, c’era speranza non lo abbandonava.

Qualcuno bussò alla porta e poco dopo comparve una donna anziana. Ricurva su se stessa, si sistemò lo scialle prima di presentarsi “Buongiorno signore” disse accennando un inchino impercettibile ma che costò evidentemente un grande sforzo alla sua schiena. Senza aggiungere altro, si diresse verso il camino, molto più velocemente di quanto Nero si sarebbe aspettato, dopo il faticoso inchino. La vecchia si sedette sulla sedia vicino al fuoco e tirò fuori dalle maniche un lavoro a maglia.

Sorpreso dalle donne del castello incontrate quella mattina, Nero rimase a fissare la vecchia senza dire nulla, finché la donna se ne accorse “Oh cielo, perdonatemi! Le buone maniere!” Disse alzandosi “Il mio nome è Margaret, e sono la moglie del capomastro che si sta occupando del tetto nell’ala Est. Lord Aaron Thurlow m’ha chiesto se potevo rimanere qui a fare a maglia, e a vegliare sul malato” spiegò la vecchia.

“Buongiorno, io sono…”

“Certo che so chi siete! Dei forestieri al castello con un comandante così bello! E’ una notizia che ha già fatto il giro di tutto il paese. E forse se ne parla già anche nei villaggi circostanti!” Nero la guardò incredulo e la vecchia continuò “Andate ora” continuò lei “andate a fare quello che dovete fare, se succede qualcosa qui ci penso io a chiamare Lord Aaron”.

Nero la salutò cortesemente e uscì dalla stanza, scuotendo la testa al pensiero di Josephine e Margaret. Di certo le donne del castello sembravano avere una verve tutta loro.

“Buongiorno” il cavaliere si girò verso la voce nota. Lord Aaron stava scendendo dalle scale “Buongiorno a voi, ho saputo di vostro padre e mi auguro che stia meglio…”
”Più invecchia e più diventa testardo” nonostante il sorriso, dalla voce di Lord Aaron trapelava un velo di preoccupazione “ Ora l’ho finalmente convinto a riposarsi. In cambio m’ha fatto promettere della birra” scosse la testa “Siamo alla fase che io chiamo ‘del baratto improprio’. Lui dorme e vuole della birra per questo. Come se dormendo, facesse un favore a me!”

“Il baratto improprio eh? “

I due risero e Lord Aaron scrollò le spalle.

“Buongiorno Lord Aaron”, comparsi dalla porta opposta alle scale, Cencio e Luppolo s’affrettarono a chiedere notizie del compagno.

“La febbre è ancora molto alta” spiegò Lord Aaron “tuttavia la ferita mi pare sia migliorata. Forse è troppo presto per qualunque affermazione ottimistica, ma mi sento più sereno”.

“Non so come ringraziarvi” disse Cencio quasi emozionato alla notizia. Due notti prima s’era sciolto in lacrime per la paura di perdere un compagno, in quel momento non trovava parole per ringraziare chi gli stava dando speranza in qualcosa di diverso.

“Volete unirvi a me per la colazione?” sorrise loro il padrone del castello.

“Volentieri”
”Avrai una fame incredibile…”

“C’è poco da ironizzare Luppo, sto morendo di fame!”

“Mi chiedo” lo canzonò il compagno “come potessi resistere a pane e acqua quando vivevi …”

“Non una parola di più” alzò il dito Cencio con aria petulante “quel signorotto sadico e volgare, tale Guido – e non uso titoli onorifici perché non se ne merita neanche uno – “ commentò “è parte del passato che non ho intenzione di ricordare. E poi dimentichi, caro il mio Luppo, che dalle mie parti esistono alberi da frutto che producono una tale quantità di delizie…”
”Ancora con questa storia” sbuffò Luppolo

“Non è colpa mia se in Italia c’è il sole” Cencio finse un tono offeso.

“Italia o Inghilterra, sole o non sole Cencio, quello che facevi tu è ovunque conosciuto come rubare!”

“E’ il destino che m’ha obbligato!”
”Ecco che interpreta il suo ruolo melodrammatico…” sospirò Luppolo fingendosi esasperato. La piccola diatriba fu interrotta dalle risate di Lord Aaron. All’udirle, negli occhi di Cencio comparve per un attimo del panico. S’era lasciato andare allo scherzo come faceva sempre con Luppolo, ma aveva appena ammesso di fronte ad un Lord Inglese d’essere un ladro.

Ma non c’era niente di accusatorio nella risata dell’ospite che lo rassicurò “Non ti preoccupare, non ho intenzione né di accusarti né tanto meno di inorridirmi, se è quello che pensi. Non è mia abitudine giudicare le persone per quello che sento dire o per un passato di cui non conosco le cause. Se poi è il destino che t’ha obbligato” canzonò il ragazzo enfatizzando più del dovuto la sua stessa frase “chi sono io per criticare?” concluse ridendo di nuovo. Le sue parole rasserenarono così tanto Cencio che anche lui scoppiò a ridere “Vedi, Luppo, lo dice anche Lord Aaron”.

Luppolo, anche lui stupito dell’atteggiamento dell’ospite, non poté che concludere come sempre “Tu hai l’aria in testa, ragazzo”.

Anche il Nero sorrise, dissipato il ricordo dell’incubo mattutino, rassicurato sulla situazione di Forgia, si sentiva sereno e persino allegro, in quella gelida mattina di Novembre.
 

***

 

BiGi: Felicissima ti piaccia Cencio *_* Il ragazzino ha il suo bel da dire e, non ti preoccupare, avrà anche la sua importanza ^_^

Stateira: Ciao, che bello risentirti ^_^ Il fatto che manchino i punti è... ehm... un recesso mostruoso si una mia scrittura a getto. Con il proseguire della storia, per fortuna, i punti compariranno. Spesso tornavo indietro e mettevo i punti che mancavano, ma probabilmente per inesperienza, i primi capitoli mancano di un sacco di punti (devono avermi fatto qualcosa di male in una vita precedente °_°). Non ero abituata a metterli (se noti, sono solo quando c'è un punto e a capo.). A volte, anche ora, rileggo il capitolo e ne aggiungo alcuni. Probabilmente, piano piano, aggiungerò tutti quelli dovuti.
Sono proprio contenta che le descrizioni non dettagliate ti piacciano e aiutino a fomentare l'aura di mistero. Del resto, quello era il fine. Dei personaggi si scoprirà a poco a poco, e di conseguenza anche della loro fisicità ^_^ E non ti preoccupare, anche gli altri avranno il loro ruolo. Cencio, poi, non potrebbe fare solo da comparsa (con quel carattere esuberante che ha, non lo accetterebbe mai XD). Un bacione
 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Dicembre