2) Vegeta…all’interrogazione!
Vegeta non si sarebbe mai abbassato a supplicare, di questo
tutti erano consapevoli. Era un ragazzo aggressivo e dal forte carattere; sempre
pronto a fare a botte con i suoi coetanei, soprattutto quando si scommetteva sul
vincitore della rissa.
Odiava studiare.
Odiava i secchioni e i cosiddetti
‘cocchi dei prof.’
Ma, soprattutto, odiava che qualcuno gli dicesse cosa
fare.
E in quel momento Vegeta stava impartendo un
ordine…
“…Dammeli immediatamente!!”
“Ti ho detto di no!”
“Perché
no!?”
“E perché sì?”
“Fai poco la spiritosa, Brief! Dammi ‘sti compiti
prima che passi per i banchi e veda che ho il quaderno in bianco!”
“Mi chiamo
Bulma! Potevi pensarci prima…”
“Se non mi passi i compiti…”
“…Sì??”
“Se
non mi passi i compiti te la farò pagare molto cara!”
“Aiuto…che paura...mi
aspetti fuori scuola?”
Il loro battibecco era poco più che un bisbiglio, dato che ormai la professoressa aveva fatto il suo ingresso nell’aula. Si era seduta compostamente alla cattedra e si accingeva a compilare il suo registro con i nomi degli assenti.
Se la professoressa non fosse stata presente il ragazzo sarebbe
passato già alle maniere forti e, della ragazza dai capelli turchini, sarebbe
rimasto solo un mucchietto di ossa rotte. Ma non poteva permettersi di farsi
espellere anche da quella scuola: come avrebbe reagito la sua povera madre? E
dove avrebbe trovato i soldi per una nuova iscrizione e un’altra montagna di
libri da acquistare?
Per quanto desiderasse dare una lezione a Bulma Brief,
decise di tenere le mani a posto.
Intanto il compagno di banco della ragazza, preoccupato per la
sua incolumità, tentava di farle cambiare idea. “Io non prenderei così
sottogamba le minacce di Vegeta! Quello è uno che non scherza. Lo conosci,
no?”
A questo consiglio Bulma rispose facendo spallucce e sussurrando
all’amico ciò che pensava: “Yamcha, sinceramente devo dirti che non mi fa
affatto paura. E poi ha bisogno di una lezione!...In tutti i sensi”
Mentre Vegeta si affannava a rimediare i compiti di algebra e
geometria da un’altra fonte, l’anziana professoressa cominciò la sua passeggiata
fra i banchi per controllare che i quaderni fossero corredati degli esercizi da
lei assegnati.
-Sono fottuto!- pensò il ragazzo dagli occhi più neri
della notte vedendo arrivare l’insegnante presso il proprio banco, affacciarsi
sul quaderno e scoprire che…
“…Niente compiti, eh?”
Non avrebbe mentito. Non avrebbe inventato delle patetiche
scuse, come usavano fare molti suoi compagni di classe. Sarebbe caduto da
uomo.
Avrebbe detto solo la verità.
-La pura verità…-
“No, professoressa. Sinceramente avevo di meglio da fare ieri
pomeriggio” disse, pacato, quasi fosse la risposta più ovvia e naturale del
mondo.
Fu allora che tutti i ventisei studenti si voltarono nella sua
direzione ansiosi di conoscere la reazione della Kimitaro, la professoressa più
schizofrenica dell’istituto.
Ed ebbero presto una risposta: il colorito del
suo viso era passato da un rosa pallidissimo ad un rosso accesso nel giro di
pochi secondi.
-Ora sputerà fiamme!-
-Adesso lo uccide-
-Non vorrei essere al posto di Vegeta…-
-Che maleducato!!-
-…Per lui è finita!-
-La prof
esploderà…-
Vegeta aveva un sorriso strafottente sulle labbra.
Tutti
erano senza parole…la Kimitaro ne aveva eccome.
“Se sei così bravo da non
aver bisogno di fare i compiti, prego…vieni alla lavagna! Ti interrogo un po’
sui problemi per casa che hai ritenuto inutile svolgere…”
Il ragazzo non faceva una piega. Non si muoveva di un
millimetro.
Poi un urlo squarciò il silenzio.
“Hai sentito!?
Forza!...All’interrogazione!”
Non aveva molta scelta e lo sapeva. Quindi, dopo aver sbuffato
rumorosamente, si alzò di scatto e camminò fino alla lavagna, dove la
professoressa lo stava già attendendo.
Passò accanto al banco di Bulma, la
ragazza che lo aveva condannato, e, nel momento in cui le fu più vicino imprecò
contro di lei a bassa voce ma in modo che potesse sentirlo. “Stronza…”
Quella gli rispose con una linguaccia e uno sguardo torvo, prima
di tornare con lo sguardo sul libro di geometria.
Vegeta era davanti alla
lavagna e, impugnato un gessetto, si mise in posizione.
“Bene. Dimostra che un quadrilatero con le diagonali congruenti che si bisecano è un parallelogramma” comandò la professoressa mentre si sedeva ancora una volta alla cattedra.
Vegeta ebbe un attimo di smarrimento, ma durò pochissimo poiché, un ragazzo intelligente come lui, capiva al volo ciò che gli veniva detto. Giusto il tempo di analizzare le parole usate nel testo del problema: ricordarsi cosa fosse un quadrilatero, cosa fosse una diagonale, cosa significassero le parole ‘congruente’ e ‘bisecare’, e infine la definizione del parallelogramma. Questione di un paio di secondi.
Cominciò a tracciare sul nero piano della lavagna una figura
molto simile ad un parallelogramma, che osservò poi soddisfatto.
-Ditemi
voi se non sono un artista…- vaneggiava fra sé e sé.
“Innanzitutto definiscimi un parallelogramma!”
“…Un
parallelogramma è un quadrilatero con i lati opposti paralleli” rispose il
ragazzo con la faccia di chi la sa lunga sull’argomento.
La Kimitaro gli fece segno di procedere con la dimostrazione
scrivendo l’ipotesi e la tesi del problema.
Un giochetto da
ragazzi…
-Vediamo…Hp: OD congruente a BO e CO congruente a OA…questa è l’ipotesi. Poi…Th: DA parallelo a CB, e anche la tesi è a posto! Ma adesso…come cacchio si fa a dimostrare che è un parallelogramma?!-
Il gessetto rimase sospeso a mezz’aria per una manciata di
secondi mentre Vegeta rifletteva sulla soluzione del problema. Era in
difficoltà.
-…E tutto per colpa di quella tirchia di
Brief!-
L’interrogato comprese che, se si fosse perso in un turbinio di
pensieri omicidi, avrebbe fallito di certo e la sua promozione sarebbe andata a
farsi benedire. Occorreva sangue freddo. Solo così ce l’avrebbe fatta.
Così
smise, faticosamente, di pensare a quella ragazza, e si concentrò soltanto sui
dati a sua disposizione.
-Innanzitutto devo dimostrare che i triangoli DOC e AOB sono congruenti e quindi…apro la graffa…DO è congruente a OB per ipotesi, CO congruente a OA sempre per ipotesi…e infine gli angoli DOC e AOB sono congruenti perché opposti al vertice. Perciò i due triangoli sono uguali per il primo criterio di congruenza…E ora??-
La professoressa osservava ammirata la dimostrazione eseguita
fino a quel momento dallo studente. Doveva ammettere a sé stessa che non si
aspettava un tale successo da Vegeta, ma mancava comunque un’ultima fase.
-Però se la sta cavando egregiamente…Forse l’ho sottovalutato…No, non
può essere. Diamo un’occhiata ai suoi voti. Mi pare di ricordare una sfilza di
quattro…-
Ecco. Era il momento.
La Kimitaro era distratta, stava
leggendo qualcosa sul suo registro personale.
L’occasione perfetta per
raccogliere suggerimenti…ammesso che qualcuno gliene desse.
Non aveva molti
amici e non ne soffriva affatto. Solo una piccola banda di teppisti al di fuori
della scuola, della quale lui era il leader.
Qualcuno lo avrebbe
aiutato?
Si voltò verso la classe, ma sembrava che ognuno avesse
improvvisamente qualcosa da fare: chi disegnava, chi scriveva, chi leggeva, chi
chiacchierava, chi giocava a filetto, chi guardava fuori dalla
finestra…
Vegeta cercò di attirare più silenziosamente che potè l’attenzione
dei compagni, senza però ottenere alcun risultato.
Raccogli quello che hai seminato.
Gli diceva una
vocina dentro di sé che non riusciva a zittire.
Ma poi…
Incrociò lo sguardo di due meravigliosi occhi blu,
quelli della ragazza che aveva tanto maledetto, quelli di Bulma Brief.
Bulma
gli indicò due angoli nella figura e sussurrò, scandendo bene le parole:
“congruenti perché alterni interni delle rette DA e CB
tagliate da AC!”
Vegeta trascrisse subito, nonostante il suo presentimento che il
suggerimento fosse tutt’altro che giusto. Non poteva credere che quella ragazza
lo avesse aiutato, piuttosto che gli stesse facendo un dispetto per farlo
sbagliare.
Ma ragionò su ciò che Bulma aveva detto e…
-…È vero! Come
ho fatto a non pensarci?! Adesso sì che posso arrivare alla
conclusione!-
Nel frattempo la professoressa aveva appurato che i voti di Vegeta fossero realmente molto bassi e che, quindi, stesse dimostrando un grande miglioramento. Un miglioramento che sarebbe stato premiato.
“Ho finito” decretò con falso tono annoiato il ragazzo dagli occhi pece, come se il problema fosse stato troppo facile per lui.
“Perfetto. Molto meglio di quanto mi aspettassi! Puoi andare a posto, basta così…Ragazzi, mi devo assentare qualche minuto perché c’è un genitore che vorrebbe parlarmi. Voi restate qui senza fiatare e senza muovervi!”
La Kimitaro uscì dall’aula e, naturalmente, la classe di ragazzi
composti ed educati si trasformò in un branco di animali in gabbia.
Vegeta se
ne stava ritornando seduto al proprio banco quando si parò davanti a lui una
figura femminile. E si perse in uno sguardo blu come l’oceano.
“Allora?”
“Allora che?”
“Come si dice quando qualcuno ti
dà una mano?”
“…Era ora! Ecco cosa si dice”
“Si dice grazie, razza di
ingrato!!”
“…”
“Un riconoscimento mi ci vuole, non trovi? Se la Kimitaro
mi avesse beccata mentre ti suggerivo non avrebbe esitato a darmi una bella
punizione!”
“…”
“Arriva questo ringraziamento?!”
“Non contarci,
Brief…”
“QUANTE VOLTE TI DOVRO’ RIPETERE CHE MI DEVI CHIAMRE
BULMA!?!”
Che cariiiiini…In fondo Vegeta e Bulma sono pur
sempre Vegeta e Bulma XD. Allora?? Che ne dite di questo capitolo?^^
Meno
male che non sarei riuscita a postare spesso, eh! Dovete sapere che non è facile
sbarazzarsi di me! MWHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!
Ok, tralasciando gli scherzi…Ho
avuto semplicemente un pomeriggio di tregua fra una tortura e l’altra. Mi è
stato proposto di scrivere un capitolo anche per i “cattivi”…e devo dire che
come idea non è male! Diamo tempo al tempo però: lasciatemi dare la precedenza
ai personaggi che amiamo di più^^
Ora vorrei ringraziare di cuore coloro che
hanno avuto la bontà di recensire il primo capitolo ovvero Umpa_lumpa, Sexxxychichi, Angelo Azzurro,
Vegeta4ever, LadyVale94,
Swwtcicia, jojoND, Cicochan e
angela3!!
Grazie infinite, ragazze!
Alla prossima,
amici…sperando che non tardi troppo ad arrivare.
Un abbraccio a
tutti!
°Satsuriko°
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