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Autore: hell is just a sauna    06/01/2014    2 recensioni
“Sai cosa vorrei?”-disse.
Scossi la testa.
“A volte vorrei semplicemente che qualcuno mi prendesse la mano e mi dicesse che ne vale la pena. Vale la pena di esser felice di nuovo.”
Questa storia è venuta fuori ascoltando Troublemaker dei Green Day per 4 giorni di seguito e guardando 24 ore al pronto soccorso.
Si, lo so, sono una persona molto triste e ora scusatemi ma mi vado a nascondere.
(storia in revisione)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A kiss and I will surrender
The sharpest lives are the deadliest to lead!




Sentii il rumore delle macchine che passavano sulla strada.
Aprii gli occhi,sentivo la testa scoppiare.
Mi ricordai cos’era successo.
La faccia di Billie,quella di William e quella stramaledetta bustina di plastica.
Mi sollevai e appoggiai la schiena allo schienale del letto.
Mi guardai attorno.
L’armadio davanti a me, il comodino con le foto sopra,il blu delle pareti della mia camera.
Girai la testa e vidi Elena che era seduta sulla sedia della mia camera a mi guardava.
Abbassai la testa guardandomi le mani con le unghie tutte mangiucchiate per il nervoso.
 “Ho buttato tutto quello che c’era di là”-disse.
Elena,mi dispiace. Sono una cogliona.
Le parole non mi uscivano. Mi sentivo in colpa.
Chiusi gli occhi.
“Che ore sono?”-chiesi senza alzare la testa.
“Sono le cinque del pomeriggio”.
Aprii gli occhi.
Mi alzai dal letto e andai verso l’armadio per vestirmi.
Presi una felpa,un paio di pantaloni a caso e mi vestii con molta calma.
Mi rimisi nel letto, Elena venne a sedersi vicino a me.
“Ho saltato il lavoro,probabilmente mi licenzieranno..”-dissi.         
“Non preoccuparti di questo..”
Iniziarono ad uscire delle lacrime dai miei occhi, Elena mi abbracciò.
Sentivo la gola bruciare.
“Mi dispiace Elena, mi dispiace!”-dissi singhiozzando.
Lei mi strinse più forte e si mise a piangere con me.
“Non sono riuscita ad aiutarti Charlie..”-disse lei.
“Non è colpa tua,El”-dissi-“Non è colpa tua”
 

 
Passarono circa due mesi.           
Ero tornata più o meno quella di sempre.
Non avevo più visto ne sentito Billie e dovevo ammettere che mi mancava terribilmente.
Sapevo che aveva lasciato Jessica,ed ero felice per lui,così avrebbe evitato di soffrire ancora.
A lavoro fortunatamente il capo aveva capito,anche se mi aveva comunque fatto un cazziatone di tre ore circa.
Comunque,per quello che poteva, Elena cercava di aiutarmi:tra lavoro,Gloria,Trè,l’organizzazione del matrimonio…
Oh,già. Mi aveva chiesto di farle da testimone!
Ero scoppiata a piangere per la felicità quando me lo aveva chiesto.
Nonostante tutto,spesso avevo ancora voglia di di farmi qualche striscia di coca,così per sostituire quella voglia mangiavo una carota;era una cosa stupidissima ma mi aiutava moltissimo.
Solo che ultimamente non tolleravo molto le carote,mi facevano venire la nausea e mi facevano vomitare in continuazione.
“Sei sicura che sia le carote a farti male?”-chiese Elena mentre prendeva una tazza di the.
“Penso di si,dopo qualche settimana che ho iniziato a mangiarle ho iniziato ad avere la nausea”-dissi mentre mettevo lo zucchero nel the.
“Scusami eh,ma prima non le mangiavi?”-chiese lei prendendo dei biscotti.
“Si si,le mangiavo”-dissi appoggiando una mano sotto il mento.
Bevve un sorso di the e poi mi guardò.
“Quindi non penso che le carote siano il problema!”
Iniziai a mangiare un biscotto fissando il tavolo pensierosa.
Ci fu un lungo minuto di silenzio.
“Charlie”-mi chiamò Elena.
“Mh”-risposi.
“Ti sono già arrivate ?”-mi chiese.
Alzai la testa e la guardai corrugando la fronte. “Cosa?”
“Le pecorelle,Charlie,le pecorelle.Chi, secondo te?Le mestruazioni!”
 Continua a guardarla con un sopracciglio alzato. “Ma che domande sono,El?”
“Rispondimi!”-disse lei seria.
Ci pensai…effettivamente non mi erano ancora arrivate e non avevo mai avuto un ritardo.
“Mh,no,non mi sono arrivate”-risposi annoiata.
“E lo scorso mese?”-chiese guardandomi.
“No, nemmeno lo scorso mese”-dissi.
Spalancò gli occhi facendo cadere un pezzo di biscotto dentro la tazza.
“Oh cazzo”
“Che succede?”-chiesi allarmata.
Quando Elena diceva parolacce c’era da preoccuparsi.
Lei mi guardò come se avesse davanti uno dei suoi pazienti.
 “Questo vuol dire solo una cosa. Sei incinta,Lottie.”
La guardai negli occhi.
“Ma non dire cazzate,Elena!”-dissi facendo una risata.
In realtà ero spaventata a morte. E se fossi stata davvero incinta?
“Devi fare il test,Charlie”-disse seria.
“Non scherzare,El”-dissi contrariata.
“Guada che non sto scherzando”-disse e si alzò andando vero l’ingresso.
“Non lo farò mai!Non sono incinta!”-dissi urlando.




“Dai Charlie,entra dentro.”-disse sbuffando.
Eravamo davanti alla farmacia.
“No, non ci voglio andare”-dissi guardandola terrorizzata.
“Eddai non fare la bambina..”-disse.
“Entra dentro con me, ti prego!”-dissi supplicandola.
“E va bene, ma ora muoviamoci”-disse spingendomi verso l’entrata.
Quando entrammo dentro notai che c’erano alcune persone messe in fila.
L’attesa era straziante.        
Negli scaffali c’erano varie medicine e poi dei biberon,dei ciucci e altre cose per bambini.
Mi immaginai per mano con un bambino che aveva 2 bellissimi occhi verde smeraldo e i capelli castani.
Scossi la testa e mi sentii chiamare da El. “Guarda che tocca a noi”-disse sottovoce.
Annuì e andai alla cassa dove c’era una signora di circa 50 anni che mi sorrideva.
“Buongiorno..”-dissi guardandola in faccia.
“Buongiorno,cosa posso fare per te?”-disse.
“Emh…vorrei un test di grabewirc..”-dissi a bassa voce.
“Scusami cara non ho capito, puoi ripetere?”-disse.
“Vorrei un test di grfbgdj..”-ripetei.
“Un contenitore per l’analisi delle urine?Giusto?”-disse guardandomi con quel sorrisetto.
Mi irritava con quel suo sorriso. Sentii la rabbia crescere.
“No, vorrei un cazzo di test di gravidanza. Lo ha o posso andarmene?!”-dissi facendo sentire a tutti i presenti la mia richiesta.
“Oh, si scusami. Non ti arrabbiare”-disse-“vado a prenderlo”.
Elena mi guardò ridendo.
La farmacista tornò e lo appoggiò sul bancone.“Eccolo qui”.
Pagai e me ne andai senza nemmeno salutare.
Arrivate a casa mi tolsi la giacca e corsi in bagno.
Fatto il test lo lasciai sul davanzale ed uscii.
Vidi Elena entrare nel bagno.
Presi una sigaretta dal tavolo della cucina e andai sul balcone,notai che aveva iniziato a piovere.
Strano.
Accesi la sigaretta, ma quel senso di rilassamento che provavo di solito non arrivava.
Sentii qualcuno dietro di me e vidi Elena mettersi vicino a me.
“E’ positivo,Charlie. Diventerò zia!”-disse.
La guardai,lei sorrideva e io tremavo come una foglia.
“Cosa faccio ora?”-le chiesi.
Avevo un piccolo esserino che mi cresceva nella pancia.               
“Intanto dovresti smettere di fumare”-mi disse lei.
Guardai il cielo.
“Devo dirglielo”-dissi abbassando lo sguardo-“Devo dire a Billie che avrà un figlio,e se non vuole riconoscere il bambino o la bambina?”
“Non credo che crescerai questo bambino o bambina da sola Charlie,non credo che Billie ti lascerà sola..comunque puoi sempre chiamarlo.”-disse Elena.
Buttai la sigaretta dal balcone e sospirai.
“No,devo dirglielo di persona.”

 
 



SU LE MANI,SU LE MANI,OP!
Sono tornataaaaaa,yeeeee.
No,sul serio,non mi odiate e non venitemi ad aspettare sotto casa:(
Buon 2013s e buona befana!
Vi amo,

Martina.
   
 
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