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Autore: Elsa dei Ghiacci    06/01/2014    2 recensioni
Dove Merlino e Artù sono prossimi alle nozze, Freya cerca di porre fine alla sua singletudine e Morgana è una stronza ma non è la sorella di Artù, grazie a Dio.
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"Gwen!" strillai "Gwen cazzo vieni!" la voce doveva essermisi alzata di almeno due ottave ma, ehi, continuavo ad avere il ciclo ed avevo passato il pomeriggio a studiare Anatomia per l'imminente esame; senza contare che erano le otto, non avevo cenato, avevo i capelli fradici per la doccia ed entro un'ora ci saremmo ritrovati tutti appassionatamente al pub "La Dama del Lago" in pieno centro.
La mia coinquilina arrivò trafelata "Che succede?!" ansimò.
"Come cazzo mi vesto stasera?!"
"Fanculo, mi hai fatto venire una paura tremenda!"
"Tu non capisci, Ginevra! Ci sarà Lui!"probabilmente i delfini dell'Atlantico stavano giungendo in massa a Londra dopo aver avvertito i miei ultrasuoni; in ogni caso, prima che quella babbea mi rispondesse, "Run boy Run" dei Woodkid risuonò con la potenza di un colpo di cannone dal mio cellulare. Potevo solo immaginare quanto fossero felici i vicini, in quel momento.
"Si?"
"Pronta per la prima mossa, Frey?"
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Freya, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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"Arrivederci!" salutai, sforzandomi di sembrare cordiale, i due camionisti che avevo appena finito di servire, quando sentii bussare sui vetri del mio povero bar. Merlino mi guardava da dietro la vetrata con una sigaretta già accesa e un sorriso smagliante che gli invidiai istantaneamente, visto che erano le cinque e mezza di mattina, avevo il fottuto ciclo e mi sentivo come se mi fossero passati sopra con un camion o, tanto per restare in ambito medico, con una decina di ambulanze guidate da dei lottatori di Sumo. Quando lo raggiunsi grugnì qualcosa, prendendo una delle ultime sigarette rimaste dal pacchetto che mi porgeva e mi affrettai ad aspirare con la stessa foga di una persona che riprendeva a respirare dopo venti minuti di apnea.
Espirai poco o niente,e mi affrettai a fare altri tiri, ignorando bellamente i giramenti di testa.
"Allora, com'è andata la nottata?" fui la prima a parlare, visto che lui rimaneva zitto a fumare tranquillamente, osservando il cielo farsi chiaro oltre gli edifici.
Mentre si portava l'ennesima sigaretta alla bocca notai che gli tremavano leggermente le mani.
"È stato elettrizzante! Mio Dio Frey, ho così tanta di quella caffeina in corpo che potrei attraversare la Manica a nuoto e ritorno senza accorgermene." mi costrinsi a non alzare gli occhi al cielo: anni di amicizia mi avevano insegnato a temere il Merlino imbottito di caffè. "Voglio dire, in ospedale è stata una noia mortale, non è arrivato nessuno anche se forse tra un paio di giorni eseguiremo un trapianto cardiovascolare su un soggetto con cinque bypass... Sono eletrizzato!" oddeo, stava squittendo per davvero.
"E isterico" aggiunsi io, accendendomi un'altra benedettissima sigaretta.
"Simpatica. Mi stavo annoiando e così ho chiamato Artù che era in giro coi ragazzi e quando è arrivato ci siamo messi a farlo nel ripostiglio degli inservienti. Sesso sul posto di lavoro, semplicemente epico!" scossi la testa ridacchiando, dal momento che l'ultima frase era stata praticamente urlata. Schiacciai il mozzicone con la suola del mocassino per andare a servire qualche camionista e dei dottori ancora in camice, mentre una campana scoccava lontana le sei. 
Merlino era il mio migliore amico dal liceo: mi aveva preso sotto la sua ala quando ero soltanto la nuova arrivata con origini italiane di un paesino sperduto nel Galles e, sebbene fosse di tre anni più grande di me, non ci eravamo mai persi, anche quando aveva iniziato l'Università. Lui adesso era chirurgo, mentre a me mancava un solo anno per diventare oncologa e, sebbene fosse stato "la mia prima volta" in numerose fasi della mia vita, prima sigaretta, primo bacio, primo sesso, prima sbronza, da tempo aveva abbracciato quella che prima dei venti era stata un'omosessualità latente ed era dichiaratamente gay; nonchè prossimo alle nozze col suo fidanzato storico, Artù, che adoravo follemente. 
Da parte mia invece si assisteva alla singletudine più stagnante mai affrontata nei quattro lustri della mia esistenza. 
Preparai l'ennesimo espresso bestemmiando mentalmente contro le mie origini italiane, i costi esorbitanti dell'università e quel cazzo di lavoro che mi toccava fare perché non potevo sopportare che i miei mi passassero qualcosa.
"Stasera che fai?" domandò Merlino, sedendosi su uno sgabello e masticando rumorosamente una brioche alla nutella.
"Di norma dovrei studiare per l'esame di Anatomia oggi pomeriggio, quindi direi che sono libera" risposi ad alta voce per sovrastare il fischio della macchina da schiuma. Dannato bar italiano.
"Perfetto!" esclamò lui contento, con quel suo sorriso che illuminava le giornate. "Allora stasera vieni al pub" decise.
"Ci sarà anche quella stronza di Morgana?" 
Merlino annuì mugulando mentre masticava con gusto la brioche. "Ci sarà anche Leon..." insinuò, con un sorrisetto furbo. 
Sbuffai sonoramente "Ah, Leon... Come faccia a stare con quella battona manipolatrice acida e lunatica è un mistero"
"Magari è uno di quelli che guardano solo l'aspetto esteriore" sputacchiò cappuccino da tutte le parti, ma sotto sotto aveva ancora un sorrisetto malizioso, che paura.
"Non è mica come te, sai?" protestò con dei mugolii soffocati dalla seconda brioche, ai quali io reagì alzando un sopracciglio. "taci tu! Ti sei preso un figo della Madonna!" 
"Ma è il mio amore!" 
"Va beh, l'hai voluto conoscere solo perché è bellissimo! E comunque Leon è uno scrittore, non possono essere superficiali gli scrittori."
"Sono i lettori quelli non superficiali, gli scrittori possono essere quello che vogliono!"
"Ma non è vero! E di sicuro lui non è così" incrociai le braccia al petto, fulminandolo con lo sguardo. E quando Freya ti guarda così non puoi far altro che tacere e annuire, perché il discorso è definitivamente chiuso.
Mi raggiunse dietro il bancone per allacciarmi le braccia intorno alla vita e imprimermi un enorme e bavoso bacio sulla guancia. "Ammettilo che ti piace, cappuccina mia!" rise, cullandoci e posando il mento sulla mia spalla. Niente da fare, era l'uomo della mia vita.
"Ma come faccio a strapparlo a quella stronza?" piagnucolai.
Conoscendolo, in quel momento Merlino dovette essere il ritratto stesso della soddisfazione.
"Lascia che io e Artù ti aiutiamo, chi meglio di noi può farlo? Ti trasformeremo nel partito perfetto per lui in sole venti mosse. Prendila come una sfida, vedrai che non guarderà nemmeno più Morgana.
"Ma tu e lei non siete amici?"
"Si, ma io preferisco te!" 
Sorrisi. "D'accordo, proviamo."

"Gwen!" strillai "Gwen cazzo vieni!" la voce doveva essermisi alzata di almeno due ottave ma, ehi, continuavo ad avere il ciclo ed avevo passato il pomeriggio a studiare Anatomia per l'imminente esame; senza contare che erano le otto, non avevo cenato, avevo i capelli fradici per la doccia ed entro un'ora ci saremmo ritrovati tutti appassionatamente al pub "La Dama del Lago" in pieno centro.
La mia coinquilina arrivò trafelata "Che succede?!" ansimò.
"Come cazzo mi vesto stasera?!"
"Fanculo, mi hai fatto venire una paura tremenda!"
"Tu non capisci, Ginevra! Ci sarà Lui!" probabilmente i delfini dell'Atlantico stavano giungendo in massa a Londra dopo aver avvertito i miei ultrasuoni; in ogni caso, prima che quella babbea mi rispondesse, "Run boy Run" dei Woodkid risuonò con la potenza di un colpo di cannone dal mio cellulare. Potevo solo immaginare quanto fossero felici i vicini, in quel momento.
"Pronto" ringhiai alla cornetta dopo aver cercato quel catorcio di cellulare che fu uno smartophone una vita fa, lo smartphone di Artù, per la precisione, che aveva sostituito con l'allora fiammante iPhone4 e mi aveva caritatevolmente passato, dato che non potevo permettermene uno nuovo.
"Pronta per la prima mossa, Frey?" Merlino.
"Vai" 
"Sai no che Artie è il suo migliore amico? Bene, mi ha suggerito di dirti di arrivare in anticipo di almeno un quarto d'ora ogni volta che sai che lui è presente. Sempre." scandì. Boccheggiai. "Cazzo sono in ritardo!" riattaccai senza aspettare la sua risposta.
"Gwen, amica mia, siamo in guerra" la guardai con gravità.
"Quanto manca?"
"Meno di tre quarti d'ora"
"Cazzo."



Ieri notte, mentre sorvolavo l'Italia sulla mia scopa andando a distribuire calze piene di dolciumi a tutti i bambini, sono stata fulminata dall'ispirazione ed è nata questa ff.
Io sono tutto sommato contenta, perchè l'idea mi piace e spero che piaccia anche a voi.
In realtà, io odio Freya. Cioè non la odio, ma quando compare nelle ff storco sempre un po' il naso, non so perchè. Forse perchè poveretta, nelle AU fa sempre ruoli un po' del cavolo.. cioè se ne sta sullo sfondo e basta. All'inizio avevo pensato a creare un personaggio nuovo, ma non volevo addossarmi la fatica di inserirlo nel contesto e rendere pesante la storia dunque ho scelto lei, e adesso ne sono convintissima. QUESTA E' LA FAN FICTION DEL RISCATTO, BABY! 
Ultimo appunto, Morgana non è la sorella/sorellastra/parente bastarda di Artù (anche se io in realtà la amo, altro che Freya) perchè, insomma, qui si tratta di rubarle il ragazzo e, saranno pure OOC, ma Artie non è uno stronzo insomma.
Ho cercato di essere il più precisa possibile in tutto (es. i turni di Freya al bar rispecchiano quelli di mio padre barista) ma se qualche conoscitore di Londra (geograficamente mi sono tenuta vaghissima, non avendola mai visitata) o qualche studente di Medicina volesse darmi delle dritte, ben vengano!

Per ascoltarvi "Run Boy Run": qui.

Buon rientro!

Ale

 

  
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