Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: psychoE    06/01/2014    4 recensioni
Cercava la soluzione per essere felice, ma le sue speranze per lei erano quasi nulle.
Tutto ciò la rendeva triste, una ragazza triste e sola.
Lei era Ellie.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kevin e Michelle se ne andarono, così mi allontanai da Brian.
Lo sentii sospirare, per poi andare fuori dal garage. Lo seguii, mi sembrava veramente giù di morale e anche se lo conoscevo da neanche una giornata, mi faceva tenerezza.
Mi guardai intorno, per poi trovarlo seduto sotto un albero nel cortile della casa. Aveva le gambe piegate e la testa tra esse, mi sedetti vicino a lui.
“Hey”
Non rispose.
“Ascolta, so che non ci conosciamo da molto ma se c'è qualcosa che posso fare per te basta che chiedi”
Lui alzò la testa e notai i suoi occhi arrossati e lucidi.
Stava evidentemente per scoppiare, così feci l'unica cosa che mi venne in mente di fare: abbracciarlo.
Inaspettatamente, si strinse a me. Gli accarezzai un poco la schiena, ma dopo poco si staccò.
“Ti sto mostrando una parte di me che nessuno conosce, giuro che se salta fuori puoi considerarti morta”
“Puoi fidarti” gli sorrisi.
“E scusa se ti ho baciata, avevi detto che non volevi e-”
“E' okay, non ti preoccupare”
“Grazie” fece accennando un sorriso anche lui.
“Allora, mi porti a fare questo famoso giro o no?”
“Matt e Johnny sono con le loro ragazze, Zacky e Jimmy devono andare al negozio di musica di Los Angeles perché devono sistemarsi l'attrezzatura”
“Non vedo dove sta il problema” dissi allungandogli la mano.
Lui fece un gesto d'approvazione e si alzò in piedi, facendomi strada verso la sua auto.
“Hey, non pensarci almeno per oggi, so come ci si sente e non è bello, ma pensa positivo e vedrai che andrà tutto bene”
Lo vidi stringere il volante, per poi sospirare.
“Hai ragione, pensiamo a divertirci” fece poi, ingranando la marcia e partendo.
Parlammo di com'è la vita a Coopersburg, mi ribadì più volte che lì sarebbe stato tutto molto meglio e che col tempo avrei sentito sempre di meno la mancanza di quel posto. Ci sperai veramente.
Dopo dieci minuti la macchina si fermò e quando vidi fuori dal finestrino notai una spiaggia vuota.
“Siamo arrivati”
Non dissi nulla, scesi e mi limitai ad ammirare il mare che avevo davanti.
“Ma è bellissimo” sussurrai.
“Lo so, per questo ti ho portata qui”
Ci avvicinammo alla riva, lo vidi togliersi la maglia e le scarpe per poi lanciarle sulla sabbia.
“Avanti, andiamo!”
Indietreggiai inarcando un sopracciglio.
“Sei pazzo? Non ho il costume da bagno!”
“Spogliati e rimani in intimo, tanto è la stessa cosa!”
“Non se ne parla neanche”
Il sorriso che si formò sul suo volto non mi piacque per niente, così iniziai a camminare velocemente verso la sabbia asciutta per poi correre quando notai che cominciò ad inseguirmi.
Sembravamo due bambini che giocavano a chiapparella, soltanto che lui era decisamente più veloce di me, infatti riuscì a prendermi dopo pochi minuti.
Purtroppo perdemmo l'equilibrio e cademmo sulla sabbia bagnata, finendo l'uno sull'altro.
Ci guardammo negli occhi e iniziammo a ridere, vedendoci ricoperti di sabbia dalla testa ai piedi.
“Sei un cretino!” gli dissi tra una risata e l'altra.
“Adesso andiamo a sciacquarci!” continuò prendendomi tra le sue braccia.
Cominciai a dimenarmi ma senza risultati.
Arrivammo in acqua, ancora però non la toccavo dato che ero sollevata da Brian.
“Non lo fare” lo pregai.
“In cambio però mi devi dare un bacio!”
Inarcai un sopracciglio, guardandolo male.
A quell'occhiataccia, mi sentii bagnare i piedi, così mi avvinghiai ancora di più a lui.
“No, no, no!”
“Allora dammi un bacio”
“Scordatelo!”
E naturalmente mi lasciò andare, facendomi sprofondare nell'acqua.
Tornai in superficie e mi spostai i capelli ormai zuppi dalla faccia, guardandolo più male che mai.
“Sei morto!” dissi, prima di iniziare a rincorrerlo.
Ridevamo come degli idioti, quando riuscii ad acchiapparlo gli saltai letteralmente addosso.
Cercai di buttarlo in acqua, ma lui mi prese con sé e si immerse.
“Idiota!” feci tossendo dopo aver inghiottito dell'acqua.
Lo guardai attentamente mentre cercava di riprendere fiato, era veramente carino. I capelli neri e bagnati, insieme a quegli occhi nocciola illuminati dal sole mi facevano uno strano effetto. Per non parlare del suo fisico atletico ricoperto di tatuaggi.
Mi ero talmente persa nei miei pensieri che non mi accorsi che si era avvicinato a me a tal punto da avercelo a pochi centimetri dal viso.
“A cosa pensi?”
Non capivo come, né perché arrossii violentemente, non riuscendo a staccare il mio sguardo dal suo.
“Ti manca casa tua?”
“N-Sì”
“Giuro che tra qualche giorno la risposta sarà “No”! Sento che io e te diventeremo buoni...amici!”
“Mi ha già frienzonata?” pensai, mentre lui mi abbracciava.
“E tutta questa confidenza?” feci ironicamente staccandomi.
“Non mi hai detto nulla quando ti ho baciata e ti lamenti per un abbraccio?”
Forse perché preferirei un bacio ad un abbraccio”
La mia mente stava evidentemente delirando.
“A proposito, riguardo alla proposta che ti avevo fatto...ti va?”
“Certo, non c'è problema” risposi sorridendo, vedendolo felice.
Una folata di vento mi fece iniziare a tremare, nonostante fossimo in piena estate.
Senza neanche pensarci due volte, Brian si avvicinò a me sentendo finalmente un grande calore.
“Grazie” mormorai, appoggiando la testa sul suo petto.
“Non c'è di che, piccola
Piccola?” chiesi.
“Sei piccola. Hai un fisico esile, mi arrivi sotto il mento, le tue mani sono la metà delle mie. L'unica cosa per cui non potrei chiamarti così sono le tette!”
“Porco!” sbottai dandogli un leggero schiaffo sul braccio che sembrò non avere neanche sentito.
“Piccola.” continuò sorridendomi.
Ci dirigemmo verso la riva, lui si rivestì mentre io feci un nodo alla maglia in vita subito sotto il seno e mi raccolsi i capelli in una coda.
Mi portò nel centro di Huntington Beach, in una strada piena di negozi punk.
Vidi un negozio di piercing e tatuaggi, così mi ci soffermai davanti.
“Vuoi entrare?” mi chiese Brian, dopo aver notato la mia faccia incuriosita.
“Ho sempre desiderato un labret ma i miei hanno sempre odiato i piercing e non ho mai avuto il coraggio di farlo”
“Sbaglio o i tuoi sono a Tijuana?”
“Sì, ma resta il fatto che ho paura”
“Il piercier, Chris, è un mio caro amico, puoi fidarti! Dai, andiamo”
Non feci in tempo a rispondere che lui mi prese per mano e mi portò all'interno del negozio.
Vidi il suddetto piercier e Brian salutarsi, per poi iniziare a guardarmi.
“Piacere, sono Chris!” fece il tipo avvicinandosi a me e stringendomi la mano.
“Ellie”
“Come hai conosciuto Brian?”
“E'...è il mio ragazzo” dissi dopo aver visto la faccia preoccupata di quest'ultimo.
“E bravo lui, finalmente ti sei dimenticato di Mich!”
Syn abbassò lo sguardo subito dopo aver annuito, sembrava tenere veramente tanto a quella ragaza.
“Allora, Ellie, Gates mi ha detto che vuoi un piercing!”
“S-Sì” risposi poco convinta, massacrandomi le unghie dalla paura.
“Dove?”
“Qua” feci indicando il labbro inferiore, sulla sinistra.
“Perfetto, pronta?”
“Adesso? Ma io pensavo di prendere appuntamento...”
“E' questione di un minuto, sono libero adesso, vieni”
Da lì non volevo muovermi, ma ci pensò nuovamente Brian a trascinarmi dentro un'altra stanza.
“Per favore, ho paura!” lo pregai, mentre Chris già iniziava a sterilizzare gli strumenti.
Si sedette su una poltroncina, trascinandomi sopra le sue gambe.
“Ma che fai?”
“Sei la mia ragazza, no?” contestò sorridendo e cingendomi la vita con le sue grandi braccia.
Il ragazzo si avvicinò con un ago e delle pinze.
“Pronta?”
Annuii incerta e drizzai la schiena, mentre lui iniziò a sterilizzarmi il labbro inferiore.
“Ho paura”
“Non parlare finché non finisco, ok?” mi raccomandò Chris.
Inaspettatamente, Brian mi prese la mano, la strinsi veramente forte e chiusi gli occhi.
Sentii la pinza prendermi il labbro e subito dopo inserire l'ago, fece veramente male ma riuscii a sopportare.
Dopo pochi secondi venne inserito il gioiello ed era tutto finalmente finito. Mi alzai per guardarmi allo specchio, era un sogno che si realizzava.
“Ti piace?” mi chiesero entrambi.
“Sì, cazzo, sì! Grazie, quanto di devo?”
“Consideralo come un regalo di benvenuto” continuò Chris ammiccando.
Lo ringraziai e uscii dal negozio con Syn.
“Ti piace tenermi per mano, vedo”
Solo allora notai che le mie dita erano incrociate alle sue, così le sfilai arrossendo.
Passammo il resto della giornata in giro per il posto e non era veramente male, dovetti dargli ragione.
Verso le otto decise di riportarmi a casa e dovevo ammettere che un po' mi dispiaceva.
“Questo è il mio numero, mandami un messaggio almeno mi salvo il tuo” mi disse porgendomi un piccolo foglietto appena arrivati davanti a casa di mia nonna.
“Va bene, grazie per la bella giornata”
“Non c'è di che, piccola” fece avvicinandosi e schioccandomi un bacio sulla guancia.
“Ci si sente” continuai sorridendogli e scendendo dall'auto.
Dopo aver raccontato della giornata – non nei minimi dettagli – a mia nonna e aver cenato, me ne andai in camera.
Proprio mentre finivo di sistemare i miei vestiti, la voce della mia parente chiamò il mio nome, così mi affacciai dalle scale vedendo Zacky e Jimmy che mi sorridevano.
“E voi che ci fate qui?” chiesi sorpresa dalla loro presenza.
“E' la tua prima serata ad Huntington Beach, devi passarla assolutamente fuori! Ti diamo dieci minuti per prepararti”
“Ma-”
“Oh suvvia tesoro, fai come dicono!” mi incitò mia nonna, provocando una risata da parte di tutti.
Corsi in camera a mettermi qualcosa di decente, optai per degli shorts di jeans, una canotta nera e delle converse dello stesso colore. Mi feci un trucco deciso, riga di eyeliner nero marcata e matita dello stesso colore per finire il contorno dell'occhio.
Dopo aver sciolto i capelli e lasciati da una parte, scesi velocemente le scale.
Zacky mi fissava, mentre Jimmy ridacchiava per la reazione dell'amico.
“Andiamo” disse quest'ultimo, portandomi nella sua auto.
Arrivammo in un locale, sentivo odore d'alcol e non mi dispiaceva un granché. Notai Michelle, seduta da sola in un tavolo con un'aria triste.
“Stasera ci divertiamo!” mi annunciò ammiccando Vee.
Seduti in un tavolo, iniziarono ad arrivare fiumi di birra e vodka a volontà.
Iniziammo a bere a più non posso, poco dopo si aggiunse anche Matt. Ovviamente dopo poco mi ritrovai brilla.
Capivo ben poco, ma riuscii a realizzare che le mani di Zachary non erano proprio dove dovevano stare. Iniziò ad accarezzarmi le cosce e a strusciarsi a me.
Dato il mio stato, non obbiettai e continuai a bere, ritrovandomi a scherzare in braccio a lui e con la vista che mano a mano si offuscava sempre di più.
“Posso chiederti un bacio?” chiese ridendo.
Gli puntai un dito davanti alle labbra.
“No! Io voglio un bacio di Gates!”
“Eddai, solo uno”
“Ho detto di no, non ti voglio”
Mi sdraiò in un divanetto e mi si posizionò sopra, ma proprio quando si stava per avvicinare alla mie labbra, per fortuna qualcuno lo tolse da quella posizione.
“Oh avanti, non ti approfittare di lei solo perché è ubriaca”
Zacky fece spallucce e tornò dagli altri a bere, mentre Brian mi mise a sedere.
“Piccola, sei ubriaca” mi disse, anche lui con una faccia non del tutto sobria.
“Voglio un bacio”
“Stiamo insieme, giusto?”
Annuii, per poi lasciarmi baciare da quelle labbra fantastiche che riuscivano a farmi sentire un'altra persona. Diedi tutta la colpa di quelle sensazioni all'alcol, ovviamente.
Quell'innocente bacio divenne presto uno dato con passione e voglia. Le nostre lingue si incontrarono e sentivo le sue mani intrufolarsi nella mia canotta.
La situazione si stava scaldando sempre di più, ma il tutto fu interrotto da lui che si staccò improvvisamente.
“Stiamo degenerando, domani te ne pentiresti”
Cacciai fuori un labbro, ma lui mi prese per mano portandomi fuori. Riuscii solamente a capire che ci stavamo dirigendo da qualche parte a piedi.
Dopo pochi minuti ci ritrovammo davanti al garage di casa sua, lo riconobbi dopo poco.
Prese in mano la chitarra e iniziò a suonare qualche nota a caso. Iniziai a sentirmi meglio, con quello strumento riusciva veramente a fare di tutto.
Ad un certo punto, però, si bloccò, proprio nel bel mezzo di un assolo fantastico.
“Fanculo! Mi manca Michelle” disse dopo aver sorseggiato della birra.
Quella frase mi fece stranamente male, non ne capivo il motivo, sarebbe sicuramente stata colpa dell'alcol, ancora.
“Perché non le parli?”
“Non lo so”
Il suo sguardo era veramente demoralizzato, perciò mi avvicinai a lui. Nonostante sentivo una strana sensazione di gelosia addosso, mi sembrava più importante aiutarlo.
“Adesso tu vai da lei e le dici tutto”
“E se non è il momento giusto?”
“L'ho vista alla festa, era sola. Cogli l'attimo o muori rimpiangendo il tempo che hai perso!
“Hai ragione, grazie Ellie”
Non mi aveva chiamata “piccola” e mi dispiacque un po', ma sarebbe stata sicuramente una cosa temporanea, l'avevo appena conosciuto.
Lo vidi uscire dal garage, lasciandomi sola, così mi sdraiai su un divano e presto la notte mi inghiottì.








//ringrazio infinitamente MaryShadyA7X e Seizetheday per aver recensito il capitolo precedente!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: psychoE