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Autore: Moonlight_Pleasure    07/01/2014    3 recensioni
Dal capitolo 1
E fu proprio durante quei mesi in cui non aveva niente di meglio da fare che osservare nel profondo le persone che aveva sempre avuto accanto a sé che notò una luce diversa in una persona in particolare.
Hermione.
Una ricerca, una missione e un nuovo personaggio. Una mia idea di cosa sarebbe successo dopo la morte di Voldemort, tra passione e scandali!
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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Capitolo 2: Seven days in sunny June
There's a magic I can't hold 
Your smile of honey gold 
And that you never seem to be in short supply of ..

Seven days in sunny June 
But long enough to bloom 
The flowers on the sunlight dress you wore in spring 
The way we laughed as one 
And then you dropped the bomb 
But I know you too long for us to have a thing ..


Don't you walk away from me, girl 
I read the stories in your eyes 
If you've been telling me we've been friends for too long 


Jamiroquai


Un anno prima..
Era giugno, ed era davvero uno strazio stare disteso in un manto di lenzuola bianche ad osservare i raggi di luce caldi attraversare le tende di lino della stanza senza approfittarne. Veramente uno strazio!
Le recenti ferite dovute a quel figlio di buona donna di un Mangiamorte si stavano rimarginando, ma con una certa difficoltà. I medici avevano detto, infatti, che una maledizione potente come quella aveva bisogno di tempo per assopirsi del tutto. Una lunga cicatrice attraversava in obliquo il suo petto, da lato all’altro. Questa era quella più vistosa. La seconda correva lungo il braccio destro, fino al gomito. Era il segno di battaglia lasciato sul suo scudo; infatti, istintivamente, quando si vide la maledizione arrivare usò proprio quel braccio per proteggersi. Lo accarezzò sospirando e pensando che forse preferirebbe ritornare in mezzo alla battaglia piuttosto che annoiarsi in quella stanza bianca. Infine aveva altre cicatrici sparse, piccole e non particolarmente degne di nota, tranne quella sulla coscia. Era strana e a forma di cuneo. Ringraziò Merlino e Morgana che quell’indegna persona non abbia colpito un po’ più su, al solo pensiero.. “ok, no, non pensiamoci! Avrebbe davvero avuto la vita difficile e sottolineo, l’intera vita, se avesse colpito proprio lì.”
A parte pensieri vuoti che gli riempivano la testa, in mattinata erano venuti a trovare, come ogni mattina, la famiglia Weasley.
Erano passate due settimane dal suo incidente ma ogni volta che Molly posava lo sguardo sul suo adorato figlio cominciava a tirare su con il naso e gli occhi le si riempivano di lacrime. Il ricordo del suo bambino con le ferite a malapena rimarginate era sempre presente.
“Freddie, tesoro! Come stai questa mattina? Ti vedo più pallido..ma ti danno da mangiare qui? Sei un po’ sciupato. Non avrai mica la febbre?”
E travolse Fred con le sue mille domande, le sue mille cure e una mano ghiacciata dritta in fronte. Era una donna premurosa, forse pure troppo. A questo pensiero rise e rispose alla madre, che nel mentre gli aveva sollevato la testa per ricompattare il cuscino, :- “Sto bene mamma, non sono mica ad Azkaban!”
A quella battuta, la signora Weasley rise, pensando che stesse fin troppo bene se gli uscivano ancora battute. Il signor Weasley si avvicinò al letto e gli posò una mano sulla spalla buona, e con l’altra mano giocherellò con una delle sue stramberie babbane; aveva sentito dire che si chiamava “cubo di kubik” ma ancora non ne aveva capito il suo utilizzo.
Ginny si sedette sul letto, ai piedi di Fred, sventolando una mano in segno di saluto.
George spuntò da sopra la spalla del signor Weasley esordendo: -“ Buongiorno, morto che parla!”
“Buongiorno a te, Foro Romano! Non la smetterai più con queste scarsissime battute che mi fanno seriamente dubitare che tu sia una mia copia, certo sempre meno bella, ma di intelligenza quasi simile?”
“No, almeno fin quando non mi scorderò che stavo per perdere la parte meno bella di me!”
Disse con l’occhiolino. George era come Fred, sempre restio a mostrare sentimenti sdolcinati. Quella era forse la frase con più sentimento che gli poteva uscire dalla bocca, che gli faceva capire quanto fosse stato male al pensiero di non avere più “la sua parte meno bella” e quanto quel pensiero lo perseguita ogni giorno. Fred ricambiò l’occhiolino per fargli intendere che non si sarebbe liberato facilmente di lui, dopodiché cercò con lo sguardo il piccolo Ron, che lo guardava sorridendo ma con un velo di tristezza negli occhi. Alzò un sopracciglio per la curiosità e disse: -“ Che cosa succede al piccolo Ronnie, ti hanno dimezzato la colazione?” suscitando le risate di George e Ginny.
“Non sono affari tuoi.” Rispose Ron, con l’aria un po’ infastidita, mentre le orecchie si tingevano di un rosa sempre più acceso.
“E’ per Hermione. Si sarà resa conto che Ronnie non è un gran baciatore e ha detto che vuole parlargli.” Si intromise Ginny, ridendo sempre più come la pazza sotto lo sguardo assassino di Ron, il cui viso si stava annebbiando per la confusione. “ Non guardarmi così, fratellino. Sai che quando una donna vuole parlare, è perché qualcosa non va!” aggiunse, assumendo una faccia più comprensiva, ma solo perché era suo fratello. Ma la verità era che lei non aveva mai visto di buon occhio Ron con Hermione. Certo voleva bene a Ron, ma per Hermione ci vorrebbe qualcuno di più, qualcuno che le facesse mettere in dubbio le sue certezze, un po’ di brio, ecco.
Fred si godette a pieno la scena. “Ha ragione la nostra sorellina, Ron. Fossi in te mi preparerei ad un piano per riconquistarla, o forse e troppo tardi!” disse, ridendo con Ginny e George. Lo sguardo degli altri passava da Ron ai tre, non sapendo se ridere o restare impassibili per non peggiorare l’umore di Ron.
Personalmente, Fred non capiva cosa c’era in Ron che ha fatto prendere una cotta ad una ragazza intelligente quanto bella come Hermione Granger. Sarà che c’era il gene assopito del super fascino dei Weasley, ma nonostante tutto questo non era espresso. Il piccolo Ron era sempre impacciato; certo, aveva del potenziale, ma doveva essere tirato fuori con una gru. Hermione invece era forte, audace, una vera donna. No, non riusciva proprio a capirlo. Ma alla fine era una questione tra loro due, che poteva c’entrare lui? Fosse stato in Ron l’avrebbe fatta sentire coccolata e amata, una persona che l’avrebbe protetta contro un’armata, un rifugio; le avrebbe preso quei ricci capelli per le mani, morbidi e setosi, avrebbe visto il suo riflesso in quegli occhi color del miele, si sarebbe avvicinato alle sue labbra candide e… un momento, Fred, COSA?!
Fred si scrollò di testa quel pensiero. Come aveva fatto a venirle in mente? Aveva parecchio tempo per far galoppare pensieri assurdi nella sua testa e questa era la dimostrazione. Perché aveva pensato ad Hermione in quel senso? Hermione la conosceva da una vita, come mai di punto in bianco aveva iniziato a vederla in un altro modo? La ricordava da quando, piccola e con i capelli sempre più aggrovigliati, vagava sull’Hogwarts Express a seguito di Neville alla ricerca di Crosta. Quando passava nottate intere in sala comune per studiare, trovandola alcune volte appisolata sui libri e la bocca semiaperta. Quando combatteva per ideali che solo lei seguiva e quando non vacillava nemmeno un po’ allo sguardo stranito di chi la prendeva per pazza. Quando aiutava chiunque e alcune volte chi non se lo meritava affatto. E comunque, fattore più importante, lei stava con Ron. No, non doveva più pensarci. Sarà un effetto collaterale delle pozioni.
Ritornò ad assumere un’espressione più rilassata e il più lontano possibile da quello strano monologo interiore, di cui, fortunatamente nessuno se ne accorse, tranne ovviamente George, che lo guardò stranito. Ginny stava ancora punzecchiando un Ron ormai al limite dell’imbarazzo e la signora Weasley stava intimando di buttare nella spazzatura il “cubo di kubik” che il signor Weasley stava fissando con tanta intensità.
La porta bussò per la seconda volta. Erano Fleur e Bill, seguiti da Charlie, Percy e Harry. Bill spiegò di aver ritardato a lavoro e, di conseguenza, di essere passato in ritardo al Ministero per prendere Percy ed Harry che li stavano aspettando. Harry corse subito da Ginny che le stampò un bacio dolce e appassionato, Percy spiegò che era riuscito a consegnare in tempo la relazione che lo stava tormentando da un mese e poi passò vicino al letto di Fred e gli strinse leggermente il braccio. Charlie, che si era preso un permesso per stare più vicino alla famiglia e al fratello, era stato ospitato da Bill e Fleur, per fare in modo che alla Tana stessero più larghi e anche per aiutare una molto incinta Fleur; infatti non appena salutò Fred, fece comparire prima una sedia per la cognata e poi una per tutti gli altri presenti.
“Shono orrible, Bill, una palla! Orrible” disse Fleur, tenendosi la pancia mentre si sedeva e guardando il viso pieno di cicatrici, ma pur sempre affascinante, del marito.
“Ma che dici, sei splendida!” rispose Bill, guardandola con uno sguardo ardende che Fleur, lo sapeva, riservava solo a lei.
Ginny, che teneva stretta la mano di Harry, guardò Ron e esclamò: -“ Ecco, Ronnie, vedi come si fa? Impara!”.
Harry, confuso, spostò lo sguardo da Ron a Ginny un paio di volte prima di dire: -“ Mi sono perso qualcosa?”, domanda che non fu soddisfatta da alcuna risposta poiché arrivò l’infermiera cacciò tutti dalla stanza, affermando che l’orario delle visite era finito. Con molte lamentele, soprattutto da Harry, Charlie, Bill e Fleur che erano appena arrivati, la famiglia salutò con calore Fred promettendo che sarebbero tornati il giorno dopo.
Il tempo sembrava non passare mai, sul serio. Era un peccato che la sua famiglia non potesse restare tutto il giorno, ma quei rari momenti in cui l’orologio sembrava accelerare il passo duravano massimo un’ora. Per il resto la noia. La noia portava alla follia e se ne stava rendendo conto. Pranzò con qualcosa che era lontano dal potersi definire pasto e che schiaffeggiava in faccia tutto ciò che Molly cucinava. Doveva dire a sua madre di portargli qualche torta la prossima volta, o uno stufato o un pasticcio, ma sapeva che, per quanto sua madre tenesse all’alimentazione dei suoi figli, avrebbe seguito alla lettera ciò che avrebbero dettato i medici. Niente che non fosse approvato o cucinato dalla cucina dell’ospedale.
Vagò immerso nei pensieri per ore, cercando di prendere sonno per far passare più in fretta il tempo. Un paio di volte passarono medici e infermieri per controllare le ferite e poi se ne andarono. La maglia del pigiama che aveva dovuto togliere per farsi controllare, rimase sulla sedia. Non aveva voglia di metterla, anche perché la temperatura della stanza stava diventando quasi soffocante.
La sua mente vagò ai pensieri del mattino, sulla ragazza di suo fratello. Chissà perché aveva fantasticato in quel modo nuovo su di lei, non era normale. Lo stavano forse drogando al San Mungo? Fred Weasley non fantastica sulle ragazze, sono le ragazze a fantasticare su di lui. No, non poteva permettersi di pensare alla ragazza, anche perché non aveva nessun senso! Era carina, certo, quando arricciava il nasino, gli occhi ardenti mentre prendeva il comando della situazione… E poi negli anni era migliorata molto. Se n’è accorto perfino Krum della sua bellezza. Ricordò quando scese quella scalinata, al ballo del Ceppo, diretta verso il cercatore con aria fiera e spalle dritte. Era bellissima con i capelli modellati, il vestito che le scendeva lungo i fianchi e che faceva delineare la pelle chiarissima del collo e sempre più giù dove… Fred, lo stai facendo di nuovo!
Toc, toc, toc!
Fred si riprese dai suoi pensieri e dopo essersi alzato in modo da sedersi sul letto, disse: -“Si, avanti!”
Con un colpo al cuore da quella porta entrò Hermione; il suo sguardo dapprima un po’ sconvolto, si riformò in un sorriso cordiale e al tempo stesso distaccato. Hermione aveva un vestito bianco con diversi iris viola dipinti sopra, con la gonna lunga fino al ginocchio e una scollatura non troppo ampia. I capelli erano tirati in dietro in una mezza coda e in mano portava dei fiori. Era bellissima. Sembrava uscita da un quadro sulla primavera.
“Hermione, che sorpresa! Che ci fai qui?” esclamò, con un tono di voce un po’ più acuto del solito. Weasley calmati. Trasse un respiro e ritornò a sorridere. Fai uscire la faccia tosta che c’è in te, si disse.
Hermione, che ogni tanto andava a trovare quel matto del fratello di Ron, decise in quella giornata di fargli visita, anche perché erano passati alcuni giorni dall’ultima volta che l’aveva fatto. Era presa in quei giorni a risistemare la sua casa babbana, dopo che era stata messa sotto sopra dai mangiamorte che cercavano i suoi genitori o lei. Lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi, una volta tornata a casa, era agghiacciante. Tende bruciate, tavoli rivoltati, porte scardinate, finestre rotte. Ringraziò in quel momento di aver spedito i suoi genitori il più lontano possibile da quell’inferno. Era stata talmente impegnata, da non aver avuto ancora occasione di parlare con Ron riguardo quel bacio.. ancora per poche ore, si corresse.
 Quel giorno, tuttavia, si trovava in zona e disse che una visita a Fred ogni tanto andava fatta; passò dal fioraio per prendere qualche fiore per rendere quella stanza un po’ più colorata. Dopo quello che era successo, questi piccoli atti quotidiani come comprare i fiori, anziché appellarli o trasfigurarli erano un toccasana. Salì fino alla camera di Fred e bussò; aprendo la porta arrossì. Il petto di Fred, delineato da un po’ di muscoli e liscio tranne che per quelle solcature dovute alle cicatrici, era davanti a lei e il suo sorriso abbagliante la lasciò per un attimo senza fiato. “Bel ragazzo, senza dubbio, ma un po’ sfacciato” pensò tra sé e sé. Dopo aver indugiato sul corpo per due secondi, assunse un’espressione accigliata e si avvicinò alla maglia del pigiama del ragazzo, poggiata sulla sedia, e gliela buttò sul petto.
“ A vedere se oltre alle cicatrici, ti avessero curato anche il cervello. Ma purtroppo le mie speranze si sono distrutte entrando nella stanza!”
Disse in tono ironico e sarcastico Hermione, con un sorriso fin troppo marcato per sembrare reale. Al che, si voltò verso il comodino, fece comparire un vaso ed esclamò “Aguamenti”, facendo riempire il contenitore di vetro per metà di acqua. Poi immerse i fiori al suo interno, li sistemò in modo che non si accavallassero e dopo averli annusati si allontanò, sorridendo per la semplicità di quel gesto.
Il rosso si sorprese a fissarla con più intensità del solito. Alla sua frecciatina sarcastica, rise di gusto. “Sa giocare, la ragazza” pensò dentro di sé, prendendo quella frase come l’inizio di una sfida tra i due.
“ Granger, mi dispiace che questa visita sia stata una delusione. Ma puoi sempre restare qui per lo spettacolo!” disse allontanando la maglia e mostrando il corpo scultoreo. “ Devo ammetterlo, non sono mai stato più bello di così. Queste cicatrici mi rendono ancora più affascinante e tenebroso, non credi?” affermò con un sorriso malizioso e un occhiolino rivolto a un’imbarazzata, nonché sconcertata, Hermione.
Con espressione stranita e guardando il gemello con rabbia sempre più crescente, sentendosi presa in giro, rispose con arguzia:-“ Non mi pare che qualche cicatrice possa fare un miracolo, potresti provare trasfigurandoti, magari risulteresti addirittura carino!”.
 Hermione aveva sempre visto i due gemelli come due combina guai, che minavano sulla sua salute mentale quando cercavano di metterle i bastoni tra le ruote per puro divertimento, ma di sicuro doveva ammettere che non erano niente male. Entrambi alti, con un sorriso splendente e contagioso, spalle larghe e occhi verdi intensi. Come Harry, aveva imparato a distinguere i due. Sapeva che Fred era leggermente più alto di George e che le sue battute erano più studiate e sarcastiche rispetto a quelle del fratello e spesse volte nascondevano un obiettivo più preciso. Poi, naturalmente, da un anno a quella parte era diventato molto più facile distinguerli, dopo che l’orecchio di George venne tranciato di netto dalla maledizione di Piton. Si rese solamente ora conto di non aver semplicemente osservato indifferentemente i due, ma di averli osservati al punto da differenziarli. Rimase un po’ interdetta su questo pensiero. Nonostante tutto rimanevano i fratelli del suo Ron. Il suo Ron? Poteva ancora definirlo in tal modo? Certo, per lui aveva sorriso, pianto sul cuscino tante notti, aveva combattuto e gli aveva donato il suo cuore. Il loro gioco era culminato un mese prima, con quel bacio pieno di adrenalina dato dopo aver distrutto l’Horcrux contenuto nella coppa di Priscilla Tassorosso. Ricordava come durante quei secondi che parvero ore non si era mai sentita così felice ed emozionata. Ma il sogno venne spezzato dopo che rientrarono alla Tana, sotto il clima di festeggiamento che la pace portò con sè. Vide come il Ron tenero e audace che le aveva dato il bacio più caldo della sua vita si distaccò, si reffreddò, ritornando a comportarsi come prima che tutto ciò accadesse, come un amico. Da allora non aveva più avuto l’occasione di rimanere da sola con lui, per chiarire che impatto avesse avuto su di lui quel bacio. Il tarlo che aveva in testa non la mollava, così decise di inviargli una lettera in cui scrisse che aveva bisogno di parlargli e che si sarebbero incontrati nella sua casa babbana alle 7 di quella stessa sera. Non voleva lasciare la questione un punto aperto, voleva chiarire, per la sua stabilità mentale.
“ Oh Granger, così mi colpisci dritto al cuore! Potrei quasi ritenermi offeso” Le parole di Fred, gioviali e sempre con quel tono ironico, la risvegliarono dai suoi pensieri. Pensieri che sembravano essere scritti nei suoi occhi poiché il rosso, facendo scomparire il suo sorriso e sostituendolo con degli occhi preoccupati, esordì:-“ Qualcosa non va, Granger?” facendole spazio sul letto e battendo con la mano il posto accanto al suo, sul piccolo materasso a una piazza.
Hermione guardò Fred perplessa. Da quando il malandrino Weasley era così perspicace e soprattutto gentile? Strabuzzò gli occhi sospettosa e rimase inchiodata sul suo posto. Quella giornata era strana. Lui era strano. Qualche Troll gli avrà dato una mazzata in testa, sicuramente.
“Tutto bene, Weasley, anzi più che bene!” mentì spudoratamente, non poteva rivelare quanto una persona a cui entrambi tenevano le stesse sgretolando il cuore pezzo per pezzo.
“Cosa ha fatto il piccolo Ronnie, questa volta? Corre dietro alle Veela?” disse, ricordando la discussione della mattinata tra i suoi fratelli più piccoli, e concludendo con una battuta per cercare di strapparle un sorriso. Questa ultima parte non funzionò un granché, poiché gli occhi di Hermione si ridussero a due fessure, mentre le narici cominciavano ad allargarsi, furenti.
“Cosa? E tu come fai a sapere che si tratta di Ron?”esclamò con un’ottava di voce in più. Non era possibile, era capace di leggergli nella testa? No, assolutamente improbabile, non poteva essere in grado di praticare Legilimanzia, non senza bacchetta almeno. E al momento le sue mani erano occupate a vagare distrattamente dalle lenzuola alle sue cicatrici.
“Io so tutto, piccola Saputella!” disse con sorriso malandrino, allungandosi dal letto per toccare con la punta del dito il naso di Hermione, poi ritornò a sistemarsi sul cuscino con qualche piccola fitta di dolore che riuscì abilmente a non mostrare e continuò:-“ Scherzi a parte, il piccolo Ronnie stamattina era piuttosto crucciato all’idea di fronteggiarti. Deve averti fatto qualcosa di grave se siamo arrivati a questo punto. Ora ti siedi qui..” disse, battendo nuovamente la mano sul materasso “.. e mi racconti cosa è successo. Di solito non mi sarei intromesso, ma qui non ho davvero niente di meglio da fare e smanio per fare qualcosa di diverso che stare a fissare il muro!”
Lanciando uno sguardo disperato al soffitto, come se qualcuno potesse aiutarla e tirarla fuori da quella situazione, Hermione si avvicinò a passo pesante e controvoglia fino al punto indicato dal malandrino e si sedette sul letto accanto a lui. Il suo pensiero fu attraversato dalla magnificenza del suo corpo, ora molto più evidente da vicino. “ Granger, sveglia, non sei una che sbava in questo modo, datti un po’ di contegno!” pensò, cercando di far passare quel fugace pensiero inosservato.
Ma gli occhi di Fred erano attenti e il lampo nei suoi occhi le faceva capire che aveva notato quel secondo di indugio sulle sue grazie. Fred si sentì compiaciuto e il sorriso diabolico e da malandrino si aprì come non mai; decise di trattenere la risata che era risalita in gola, non voleva scoraggiare ciò che Hermione stava per fare, la curiosità lo stava tenendo sul palmo della mano come un bambolotto di pezza voodoo. Tuttavia provocò un improvviso fuoco sulle guancie dalla ragazza, i quali occhi rimasero pur sempre fissi e imperturbabili. Ora si rendeva conto che una ragazza come lei era rara da trovare. Era unica e inimitabile nel suo genere. Una qualsiasi altra ragazza si sarebbe sciolta in un fiume di vergogna, distogliendo lo sguardo che l’aveva fatta arrossire. Ma Hermione no. Lei mantenne fermo il suo sguardo, orgogliosa come sempre. A questo pensiero sorrise nuovamente.
Hermione, presa dall’imbarazzo per essersi fatta scoprire, decise di raccontargli ciò che era successo per distrarlo dalla figura non poco onorevole che aveva appena fatto e, chissà, portarlo anche a dimenticarla. Ma figuriamoci, impresa impossibile!
Gli raccontò ciò che successe durante la sera della battaglia finale di Hogwarts, di come lei diede finalmente il tanto agognato bacio a suo fratello e di come, lo stesso fratello che l’aveva fatta salire quasi alle stelle, la riportò con violenza sul pavimento, ignorandola e facendola gelare in una coltre di indifferenza.
“Voglio bene al mio fratellino, ma certe volte quel ragazzo ha il cervello più piccolo di un Troll. Non capisco come dal gene Weasley sia uscito qualcosa così lontano dalla mia bellezza e intelligenza … “ aggiunse con un occhiolino, “ Comunque, scopri come mai si comporta in questo modo e, mi raccomando, dopo vieni a riferirmelo! Così avrò sicuramente un motivo per ideare un bello scherzetto per il piccolo Ron-Ron!” poi guadando l’orologio, che indicava le 6 del pomeriggio, le diede una spintarella fuori dal letto e disse:-“ Ora corri, vai! Non voglio ritrovarmi senza notizie domani, solo perché hai scoperto che il sottoscritto è mille volte meglio del suo fratellino!”. E detto ciò, sperò davvero che lei concordasse sull’ultima parte della frase. Freddie, aveva ragione mamma, hai la febbre. La clausura rende folli.
Con un cipiglio sconvolto, Hermione,  guardò Fred come se avesse preso una brutta, ma davvero bruttissima caduta. Quel nuovo Fred l’aveva lasciata a bocca aperta e con meno parole del solito. Non era da lei. E soprattutto non era da lui! Decise di ignorare questo particolare, magari era solo la noia del dover stare in un letto senza fare niente tutto il giorno che parlava. “Si, era sicuramente così!”, pensò scrollandosi di dosso quelle idee bizzarre. Si convinse che stesse solamente scherzando e che non c’era nulla di più di quello nei suoi occhi. Ritrovò dentro di sé quel che rimaneva della sua faccia tosta e rispose:
“Weasley, sei un pallone gonfiato. Attento o potresti bucarti ed esplodere! Comunque domani? “ aggiunse, spalancando gli occhi come se non avesse capito male ciò che il giovane gli stava dicendo.
“Si, domani Granger. Ti darò nuovamente l’opportunità di osservarmi e in cambio voglio solo sapere cosa succederà stasera tra di voi. Mi sembra un accordo più che giusto, anche se penso di essere io quello che ci perderà!”  e si sbellicò come mai in vita sua. La piccola Secchia era proprio un toccasana in quel momento, una mira perfetta per le sue battute, che venivano abilmente bloccate e deviate verso il proprietario.
Sempre più incredula, Hermione ribadì scherzando:-“ Weasley, quello che tu mi offri non è proprio nella mia lista dei desideri e non lo sarà mai. Mi dispiace!”.
Gli occhi di Fred si illuminarono come solo una sfida era in grado di farla e, in quei giorni, era raro trovarne uno. “..Non lo sarà mai, eh? …vedremo!”
“Mia cara Hermione, non sai che ti perdi! “ disse prendendole il viso tra le mani e parlandole a una distanza di sicurezza nulla o inesistente. Il respiro di lei accelerò in due secondi, prima di ritornare, sotto controllo, a un ritmo regolare. “ Ora vai, signorina So-Tutto, e mi raccomando torna da me domani!Non puoi lasciarmi qui da solo a lungo, vero?”. Sorrise e si crogiolò nel sospiro caldo e invitante proveniente dalle sue labbra. Bene, Freddie, avevi bisogno di una distrazione, era evidente. Cominciare a vedere la Granger in quel modo non era certo salutare. Certo poteva pensare di divertirsi un po’, così per passare il tempo, come aveva fatto con molte altre. Ma lei non era come le altre, caro, lei era la ragazza di tuo fratello! Scosse la testa per far uscire quel pensiero. Lasciò il viso di Hermione, confuso e dall’espressione vacua, che dopo cinque secondi si riprese, combattiva.
“Probabilmente no, ma è quello che senza dubbio farò!” disse con sguardo infuocato e avviandosi verso la porta. Il suo respiro corto si stava stabilizzando. Ma cosa aveva in mente quel pazzo di Fred? Stava bluffando, sicuramente. Voleva mettere alla prova con lei il suo tanto decantato fascino Weasley. Beh, mi dispiace per te, caro mio, ma non sai chi hai davanti. Pensò a quello scatto fulmineo e a quelle labbra che aspettavano solo di essere….
“ Granger, so che verrai. E se non lo facessi, immagina come se ti sentiresti se durante la notte avessi una ricaduta e non potresti più avere l’occasione di vedermi nella mia forma migliore?”
Disse Fred, ironico e sbellicandosi dalle risate, mentre Hermione con un “Ciao, Weasley!”  e una linguaccia sbatté la porta alle sue spalle e se ne andò. Sperava che la ragazza non avesse colto ciò che realmente stava in fondo a tutto quello che ha detto.

Hermione rimase con la mano sul pomello della porta, fuori dalla stanza di Fred per qualche minuto. Il mondo è diventato pazzo, o solo i Weasley? Era convinta che tutto quello che il giovane rosso aveva fatto o detto erano solo un grande e ben congegnato scherzo, o almeno, si stava convincendo sempre di più che fosse così. Cercando di tranquillizzarsi, ritornò nella sua casa, aspettando la seconda discussione strana della serata.
 
 
Il sole, di nuovo. Era forse l’unico cambiamento significativo che osservava nella stanza, il passaggio da buio a luce. Il tramonto e l’alba. Dopo Hermione, dovette vedere per due volte il sole comparire prima di rivedere il suo sguardo luminoso. No. Non era affatto luminoso. Era opaco e coperto da un velo di lacrime. I suoi occhi erano gonfi, lucidi e rossi, segno che non aveva passato due giorni particolarmente ristoratori. Non appena la vide, Fred allargò le braccia per intendere di andare da lui; come vorrebbe essere stato scattante come suo solito! A quest’ora avrebbe abbracciato la ragazza riccia prima ancora che lei fosse entrata nella stanza.
“Cosa è successo, Herm?” disse non appena si ritrovò il suo mento poggiato sulla sua chioma, e un corpo caldo tra le sue braccia.
Non riuscendo a trattenere le lacrime, disse:- “R-on!”.
C’era un motivo per cui era andata la ragazza aveva deciso di andare da Fred; era l’unico che non era nelle condizioni tali da commettere un omicidio, costretto a stare a letto tutto il giorno. E aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Non appena sentì queste parole, Fred la strinse ancora più a sé e cominciò ad accarezzarla i ricci, ormai lontani dall’ essere crespi, capelli.
“Cosa ha fatto quel zuccone?”
E da lì, sistemandosi sul petto di Fred, Hermione partì come un fiume in piena, raccontandogli ciò che successe due sere prima.

“Tornai a casa e mi cambiai, dopodiché arrivò Ron, che puzzava di idromele barricato e ciò che poteva essere Whiskey Incendiario. Era praticamente lercio fino al midollo. Non appena mi vide si avvicinò e mi strinse in uno di quegli abbracci soffocanti, che non erano per niente romantici. Anzi il contrario. Non capisco ancora come mai venne in quelle condizioni, non era da lui. “Ronald, ma puzzi di alcol! Cosa ti è successo?”gli dissi. E lui, in tutta risposta, un po’ impacciato disse che doveva rilassare i nervi, perché troppo nervoso.
Comunque iniziai a chiedergli come mai si stava comportando in quel modo ultimamente e mi disse che era perché non voleva che voi due, tu e George, lo prendesse in giro; che nessuno li indicasse come una nuova coppia. Voleva sentirsi libero e voleva stare solo per la prima volta che, dopo la battaglia lui non era semplicemente l’amico di Harry Potter, ma Ron Weasley!
Sarà stato per i fumi dell’alcol, ma penso che questo pensiero sia sempre stato nascosto da qualche parte dentro di lui ed ora il liquido della verità ne aveva tirata fuori un bel po’. Aggiunse, inoltre, che amava come ora lo osservavano per la strada; si sentiva ammirato e anche desiderato agli occhi delle ragazze. Voleva godersela, insomma.
Però, aggiunse, che se avessi voluto, sarebbe potuto stare con me, la sera in quella casa lontano da occhi e da orecchie indiscrete . Una cosa clandestina, per così dire. Non era assolutamente il Ron che conoscevo e che amavo. Era una persona totalmente diversa.
Tentò di baciarmi, con quel fetido alito di whiskey, al che io lo allontanai e gli dissi che non poteva prendermi e lasciarmi quando decideva lui. Ad un certo punto, mi strinse i polsi al punto da farmi male e disse che lui mi voleva, ora e subito. Cercai di allontanarlo in tutti i modi, ma con una mano mi immobilizzò entrambi i polsi e con l’altra cominciò ad accarezzarmi.. i fianchi e giù di lì; la sua lingua sul collo e io che cercavo di scalciare per togliermelo di dosso. Non lo volevo, non in quello stato, non più. Urlai, urlai ancora e ancora. Saranno state le urla, ma un velo di ragione entrò nella sua testa, che si allontanò subito da me, bianco in volto, proferendo mille scuse e scappando, lasciandomi lì con la spallina del vestito ancora penzolante.”

Disse Hermione a uno sconvolto e furente Fred. “Ti prego non dire niente, nessuno deve saperlo, dovrai portare questo segreto nella tomba con te, ok?”
Fred la ascoltò sempre più scovolto, sbiancava ad ogni parola che le raccontò e alla fine la guardo come se fosse pazza alla fine del racconto. Per una volta, era rimasto davvero senza parole.
“Promettimelo, Weasley.”
Tutta la sua furia e la sua paura esplosero. Suo fratello, da sempre imbranato, come aveva potuto fare una cosa del genere? Non riusciva a credere alle sue orecchie. No, non poteva passarla liscia. Meritava una lezione, una bella lezione. Il suo sguardo si raggelò, poteva vederlo negli occhi di una spaventata Hermione.
“Non puoi aspettarti che io non faccia niente, Granger!”
“E’ proprio questo il punto, Ron non era in sé. Sono sicura che non avrebbe mai avuto intenzione di fare una cosa del genere. Era ubriaco..” iniziò Hermione, prima di essere interrotta bruscamente da Fred.
“UBRIACO?! Neanche nelle mie peggiori condizioni, penserei di baciare una ragazza contro la sua volontà. Ron mi sentirà, eccome se mi sentirà!” prese un profondo respiro e cercò di calmarsi. “Non dirò niente, ma stai più che sicura che comparirà un arto in più a quel rintronato di mio fratello.”
La strinse ancora più forte, come per volerla proteggere dall’aria e la accarezzò. Hermione si sentiva al sicuro e protetta tra le sue braccia, come non si era mai sentita con nessuno. Rimasero in silenzio e in quello stato per un’ora buona, fin quando l’infermiera non distrusse la loro bolla per informarli che l’orario di visite fosse finito.
Durante il restante della settimana la famiglia venne a trovarlo di meno rispetto alla settimana precedente e, una volta, vide anche Ron, più triste del solito sul punto di frustarsi con delle catene per il male che aveva fatto alla donna che amava da sempre. Fred riservò uno dei maggiori sguardi di disgusto che potevano uscire da lui al fratello, seguito subito da uno sguardo cordiale. Era pur sempre suo fratello e gli altri non dovevano sapere cosa aveva fatto. Ron lo guardò confuso per il rapido scambio di espressioni e divenne pian piano verde in faccia, con la sensazione  che forse il fratello ne sapeva di più di quanto non mostrasse. George non si fece fuggire quei due secondi di scambi di sguardi, infatti osserva subito il fratello interrogativo, ma Fred scosse la testa per dirgli che non era niente.
Tuttavia il bello di quella settimana furono le tre giornate di visita di Hermione, di seguito e lontano dagli altri parenti. Si informava accuratamente, prima di partire da casa, che da Fred non ci fossero gli altri componenti della famiglia, specialmente Ron. Per fortuna di Fred, erano tutti molto impegnati e così Hermione si sistemava accanto a Fred e parlavano per ore ed ore. Ormai la regola dell’orario di visite era stata messa da parte. Quando arrivava l’infermiera, Hermione provvedeva ad infilarsi il mantello dell’Invisibilità, prestatole da Harry per ragioni che lui non conosceva e che, a dirla tutta, si rifiutava di conoscere.
Parlavano, parlavano e parlavano. Ridevano, si guardavano negli occhi e ridevano ancora più forte. Le ore con lei volavano, non se ne rendeva conto. Dopo quello che avevano trascorso la prima sera abbracciati, l’argomento “Ron” non venne più tirato fuori. Preferiva vederla felice, vedere la luce nei suoi occhi color del miele quando sorrideva e cercava in tutti i modi di riuscire nel suo intento. Discussero di diversi argomenti, dai più leggeri ai più profondi. Lei informò il rosso il suo intento di ritornare a frequentare l’ultimo anno ad Hogwarts, notizia che fu accolta da un “Come aspettarsi il contrario, dalla studentessa più brillante di Hogwarts?”. Gli raccontò della sua volontà di cercare i genitori dopo aver preso il M.A.G.O. e poi scesero su temi più leggeri.
“Qual è il tuo profumo preferito?” esordì Fred
“Ehm.. “ iniziò Hermione, spiazzata dalla stranezza della domanda “L’odore di erba fresca, in particolare quella di menta” continuò, arrossendo un po’.
“Non ti ho mica chiesto che taglia di reggiseno porti, Granger!” la stuzzicò Fred, che per quella battuta si beccò uno schiaffo sul braccio sano, seguito da un “Cretino!”
Come ho fatto a considerarla una delle tante? Non si poteva, Hermione era sagace, era brillante, spiritosa e, con piacere di Fred, non gli lasciava mai l’ultima parola.  Ogni volta che era con lei il suo cuore si alleggeriva e un sorriso gli compariva sempre sul viso. Stava iniziando ad affezionarsi a lei, in una maniera strana. Andava oltre la semplice amicizia ed era una cosa che non aveva mai provato prima, neanche con Angelina.
“Hermione..” disse la terza sera che stavano insieme, asciugandosi le lacrime per una battuta che aveva fatto lei, probabilmente sentita da George.
“Si, Weasley” rispose, guardandolo con quello sguardo che riusciva a minare l’autocontrollo di Fred. Non riusciva a resistere, le sue labbra erano pericolosamente vicine, calde, in attesa di essere coperte con qualcosa di più caldo dell’aria. I suoi occhi lo guardavano con quell’aria curiosa che l’aveva sempre contraddistinta. Mise una mano sulla sua guancia, mantenendo il contatto visivo. Gli occhi di lei iniziarono a realizzare cosa stava per succedere, ma fu troppo tardi. Fred la baciò con delicatezza e dolcezza, baciò quelle labbra da cui uscivano per lo più critiche nei suoi confronti. Strinse la mano destra sui suoi capelli e..
Hermione spinse via Fred, dopo aver davvero realizzato cosa stava succedendo. Stava baciando Fred, Fred Weasley! Si toccò le labbra bagnate, senza parole, soppesando sul fatto che sia un sogno. No, non lo era. Il suo respiro accelerò e lo guardò per un attimo. “E’ Fred, maledizione! Perché si era lasciata baciare proprio da lui? Non posso, non devo. Eppure avrei voluto che continuasse.. No, Herm. Tu hai ancora una cotta per Ron! Avevo accettato quel bacio per consolazione, forse? No, non era così. Inconsciamente lo avevo desiderato.” Quei tre giorni accanto a Fred, nel suo letto di ospedale, con il suo braccio attorno al collo l’avevano fatta sentire protetta e al sicuro, come mai prima d’ora. Ad onor del vero,  lei non era mai stata una damigella in pericolo che aspettava il soccorso del cavaliere dall’intrepido coraggio. Lei era stata sempre sia la damigella che il cavaliere, badava a sé stessa da anni e spesse volte anche ad Harry e a Ron. Era piacevole, per una volta, sentire qualcosa più grande di lei proteggerla. Ma non poteva farsi prendere da quel momento di confusione per fare un errore con Fred. Era Fred, sempre lui, mutato pochissimo negli anni. Lo conosceva da troppo tempo ormai per poter pensare che dietro a quella faccia tosta ci sia anche un cuore capace di dolcezza, almeno fino ad ora. Il suo punto di vista su di lui cambiò in quei giorni, lo vide sotto una luce diversa. Ma era pur sempre il fratello di Ron. Il Ron per il quale aveva sofferto e pianto e che gli mancava, nonostante quello che avesse fatto. Doveva chiudere la storia con Ron, prima di immettersi in non so quale avventura con qualcisasi altro ragazzo, specialmente se il ragazzo in questione era Fred.
“Fred, cosa..significa questo?” disse, a tono basso. Scattò in piedi e si allontanò dal letto; non doveva permettere che una cosa del genere accadesse di nuovo, non fin quando provava ancora qualcosa per Ron. “ Noi ci conosciamo da molto, da troppo perché ci sia qualcosa tra noi e.. non lo so. Forse è meglio che vada!”. Prese la sua borsa e si avviò verso la porta.
“Hermione, aspetta!”
Ma la ragazza uscì, lasciandolo solo a fissare la porta.
 
Nota dell’autore:
Il capitolo è dedicato a Amy che mi ha dato qualche suggerimento, essendo alle prime armi. Lei inoltre, mi ha ispirato questa Fremione, inconsciamente. Grazie, cara! :D Per il resto, non me ne vogliate, ho deciso di rendere Ron un po’ più cattivo, giusto un po’. La storia è stata ispirata e segue il testo di Seven Days in Sunny June, canzone che adoro.
Beh che altro dire, spero di aver creato qualcosa di nuovo e grazie a tutti coloro che leggeranno e recensiranno! Le critiche fanno sempre bene.
Bye :3
  
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