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Autore: RedMarauder    07/01/2014    28 recensioni
Il suo sorriso, quel sorriso che riusciva a farla arrossire ogni volta, lo stesso sorriso che le rivolgeva ora, era spietato, disarmante...bello.
Troppo bello. Ma lei era troppo orgogliosa per ammetterlo, per mostrarsi debole. Hermione Granger doveva avere sempre il controllo della situazione. Sempre!
- Attenta a giocare con il fuoco, Granger. E' pericoloso!-
- Perché?- rispose, alzando il mento - Potrei scottarmi?-
Di nuovo quel sorriso. - Sì, ma il problema è che..potrebbe piacerti!-
Tanti cari saluti al suo controllo e alla sua tempra morale. Come poteva resistere quando quegli occhi la guardavano in quel modo? Così profondi, così intensi..così perfetti! Valeva la pena lasciarsi andare. Valeva la pena affondare le mani in quel fuoco, nel fuoco dei suoi capelli. Valeva la pena scottarsi!
Infondo, ad essere sincera, non era poi così male perdere il controllo!
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, Luna/Neville
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 21
I Ricordi di Fred Weasley
 
 
 
 
 
 
 
Il treno era affollato come sempre, come ogni primo settembre. Fred schivò un ragazzino, sicuramente del primo anno, che era inciampato sul suo stesso baule. Lee afferrò al volo il bambino e Fred prese il baule appena in tempo, prima che si rovesciasse e schiacciasse il poveretto.
- Stai bene?- chiese Lee al bambino.
Il bambino arrossì e annuì. Era alto quasi la metà di Lee. Fred lo aiutò a rimettere a posto il baule e poi, assieme a George e Lee, riprese la sua strada verso il solito scompartimento.
- Ma ci pensate? Abbiamo aiutato Harry Potter a sistemare il suo baule!- esclamò George.
- Dai, voglio i dettagli! Com’è?- chiese Lee.
Fred scosse le spalle. – Sembra spaventato! Deve essere tutto nuovo per lui. Ma sembra un bravo ragazzo!-
- Dobbiamo rimediare una tavoletta del wc!- esclamò George.
Lee sollevò le sopracciglia. – Ok, stai delirando!-
Fred scoppiò a ridere. – Ci serve per Ginny! Dobbiamo tirarla su di morale. È triste perché starà fino a giugno in casa da sola con mamma e papà e non ci saremo noi a fare gli scherzi a Ron come d’estate. Quest’anno non avrà nemmeno Ron!-
Lee rise e annuì. – Povera piccola!-
- Infondo le manca solo un anno!- commentò George.
- Dopodiché entrerà anche lei a far parte dei Grifondoro!- aggiunse Fred.
- Forse!- ribatté Lee.
- Tutta la famiglia Weasley fa parte dei Grifondoro!- commentò George.
- Solo Ron non potrebbe farcela!- concluse Fred, ma stava scherzando. Sapeva che il fratellino era più furbo di quanto dimostrasse e non aveva dubbi sulla sua appartenenza a Grifondoro.
- Percy è un Prefetto, quindi?- chiese Lee.
Fred e George fecero finta di mettersi a vomitare e Lee scoppiò a ridere.
- Non ha ripetuto altro per tutta l’estate!- disse George.
- Ci ha fatto diventare scemi!- aggiunse Fred.
- Ma ora sappiamo chi prendere di mira quest’anno!-
- Rimpiangerà la sua spilla da Prefetto?- chiese Lee.
- Puoi contarci!- risposero i gemelli all’unisono.
All’improvviso, la porta scorrevole dello scompartimento si aprì. Entrò una ragazzina con la divisa già perfettamente indossata. La cravatta nera indicò a Fred che si trattava di una nuova arrivata. Aveva folti capelli bruni, ricci e cespugliosi, ed era così piccola e magra che avrebbe potuto dimostrare meno di undici anni. Gli occhi nocciola scrutarono lo scompartimento. Per quanto sembrasse gracile il suo aspetto, di sicuro non valeva lo stesso per gli occhi e per l’espressione di sbrigativa praticità.
- Avete visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso!- disse. La sua voce era squillante e autoritaria. Sollevò il mento in attesa di una risposta. A Fred ricordò terribilmente la professoressa McGranitt.
- No!- rispose lui con un mezzo sorriso. – Ma se lo troviamo veniamo a cercarti!-
La ragazza gli rivolse un sorriso tutt’altro che allegro e rispose con uno sbrigativo: - Grazie!-
Richiuse la porta dello scompartimento e svanì. I ragazzi guardarono la porta in silenzio.
Poi George disse: - Solo a me ha ricordato..-
-..la McGranitt?- concluse Fred.
- No, l’ho pensato anche io!- commentò Lee.
Fred scosse la testa e tornò a chiacchierare con suo fratello e il suo migliore amico, dimenticandosi della ragazza con i capelli cespugliosi che cercava il rospo di un certo Neville.
 
 
 
 
 
 
 
Al tavolo dei Grifondoro gli studenti aspettavano con impazienza che lo Smistamento cominciasse. Fred aveva una fame tremenda, e sapeva che la cerimonia sarebbe durata troppo per i suoi gusti. Le porte della Sala Grande si spalancarono.
Percy saltellò con impazienza sulla panca. – Ecco Ron!- esclamò.
I gemelli seguirono il suo sguardo e videro il fratello varcare l’ingresso accanto a Harry Potter. Se non altro, Ron aveva fatto amicizia con qualcuno. E non uno qualunque. I nuovi arrivati rimasero a bocca aperta quando videro la Sala Grande. Fred ricordava molto bene la sua prima volta. Il cielo stellato, i tavoli immensi, le torce, i camini. La Sala Grande era uno dei suoi posti preferiti a Hogwarts. Veniva solo dopo il campo da Quidditch. Fred ricordava anche l’emozione dello Smistamento. Negli occhi di suo fratello Ron vide più panico che emozione, ma si consolò quando vide che era un sentimento piuttosto diffuso fra il primo anno.
Il Cappello cantò la sua canzone e Fred lasciò vagare lo sguardo fra i nuovi arrivati, per vedere le facce dei nuovi compagni di scuola. Accanto a Ron e Harry c’era un ragazzino piuttosto in carne, con scuri capelli arruffati e denti un po’ sporgenti. Stringeva fra le mani un rospo. Doveva essere il famoso Neville!
Vide anche la ragazzina dai capelli cespugliosi. Anche lei aveva denti un po’ sporgenti ed era in preda al panico. Si tormentava l’orlo della gonna e chiudeva gli occhi continuamente, mormorando qualcosa fra sé. Fred scosse la testa sorridendo.
Lo Smistamento cominciò. Fred e George guardarono i primi studenti che salirono per essere smistati. Qualche Tassorosso, un Corvonero, una Serpeverde e la prima Grifondoro: Lavanda Brown! Di nuovo un Tassorosso e, stavolta, un ragazzo che venne assegnato a Grifondoro: Seamus Finnigan. Fred applaudì come per Lavanda e strinse la mano al nuovo arrivato.
Poi la McGranitt chiamò: - Hermione Granger!- e la ragazzina con i capelli cespugliosi salì di corsa e si sistemò il Cappello con gesto impaziente. Dopo qualche istante, lo squarcio nella stoffa si aprì e il Cappello gridò: - Grifondoro!-
Scoppiò l’ennesimo applauso. La ragazzina, conosciuta ora come Hermione Granger, sorrise radiosa e scese le scale, correndo verso il tavolo della sua nuova Casa. Sedette proprio accanto a Percy, di fronte ai gemelli.
Fred allungò la mano per presentarsi e Hermione la strinse con un piccolo sorriso.
- Benvenuta a Hogwarts!- le disse.
- Grazie!- rispose lei, arrossendo.
- Benvenuta nella nobile Casa di Godric Grifondoro!- aggiunse Percy, in tono pomposo.
- Cerca di non diventare una zuccona come lui!- commentò George, facendola ridere.
- Neville ha trovato il suo rospo, a quanto vedo!- intervenne Fred.
- E’ stato Hagrid a trovarlo!- rispose Hermione, per poi rivolgere l’attenzione allo smistamento.
Un imbarazzato Neville Paciock tornò indietro per restituire il Cappello con il quale stava correndo al tavolo dei Grifondoro. Tentando di passare inosservato, arrivò fino al tavolo, seguito da una serie di risate provenienti da tutti i tavoli. Fred vide Hermione sorridergli radiosa.
- Grandioso Neville, anche tu sei un Grifondoro!- esclamò contenta.
- Avrei giurato di finire in Tassorosso!- commentò il ragazzo, arrossendo.
Hermione gli batté la spalla con fare incoraggiante e lui seppellì lo sguardo nel piatto. Fred sorrise a quella scena. A quanto pareva, il piccolo Paciock si era preso una cotta per la sua nuova compagna di scuola!
Poi fu il turno di Harry Potter. Tutta la Sala Grande trattenne il fiato. Quando il Cappello gridò: - Grifondoro!-, un boato esplose al tavolo rosso-oro. I gemelli si lanciarono in un coro e strinsero la mano di Harry quando li raggiunse. Il ragazzo, imbarazzato e felice al tempo stesso, si sedette accanto a Fred.
Lo Smistamento arrivò alla fine. Ron fu assegnato a Grifondoro e questo rese Fred fiero di lui, anche se non l’avrebbe mai ammesso a voce alta. Il banchetto fu spettacolare come sempre. Fred ebbe tempo per conoscere i nuovi arrivati. Notò che Hermione Granger parlava solo con Percy e non faceva altro che lodarlo perché era un Prefetto. Percy si diede talmente tante arie, che Fred e George pensarono di provare a puntellarlo con una forchetta per vedere se potevano sgonfiarlo.
- Incredibile che tu sia una Nata Babbana! Come sai tutte queste cose?- chiese Percy.
Hermione arrossì. – Be’, volevo essere preparata. Così ho comprato dei libri a Diagon Alley!-
Percy sorrise ammirato. – Potresti essere Prefetto un giorno!-
Fred scoppiò a ridere, e lei si girò di scatto a guardarlo, con la fronte aggrottata. – Be’ in tal caso la nostra amicizia finisce qui!- esclamò.
Hermione sfoderò un’espressione scettica. – Perché?-
Percy si schiarì la voce. – Diciamo che Fred e George non sono proprio dei modelli di ispirazione per i nuovi studenti!-
- Ma siamo molto più divertenti!- disse George, rivolgendole un occhiolino.
Hermione arricciò le labbra, indecisa se commentare o meno, poi scosse la testa e riprese a parlare con Percy sulla storia di Hogwarts.
Fred guardò la ragazzina con gli occhi illuminati per la miriade di informazioni che presto avrebbe acquisito. Sorrise, pensando a quanto quel mondo dovesse sembrarle incredibile. La magia era sempre incredibile, anche per chi come Fred era cresciuto sapendo la verità sul suo mondo.
Chissà, forse riusciremo ad essere amici comunque!
 
 
 
 
 
 
 
- Insomma, so che ha pianto tutto il giorno!- disse Calì all’amica Lavanda.
- Ron Weasley è davvero un idiota!- commentò quest’ultima.
Fred le guardò mentre aprivano i libri davanti al camino. Parlavano da dieci minuti di Hermione. Fred notò che, in effetti, di lei non c’era nessuna traccia. A quanto pareva, Ron l’aveva presa in giro e questo aveva fatto fuggire la piccola brillante strega. Si girò verso George, che parlava tranquillo con Lee. Doveva andare a cercarla? Doveva cercare suo fratello e insegnargli che far piangere una ragazza era una pessima mossa?
Scosse la testa e tornò a immergersi nella conversazione di suo fratello e Lee. Infondo, non erano affari suoi.
 
 
 
 
 
 
Un Troll. Non vedeva l’ora di dirlo a Ginny!
E suo fratello lo aveva persino affrontato. Per salvare la vita a Hermione Granger.
Bella mossa, Ronnie!
Evidentemente, era un periodo di grandi eventi a Hogwarts: Harry Potter era il nuovo Cercatore della squadra, suo fratello Ron affrontava Troll di Montagna e lui aveva incredibilmente guadagnato dieci punti per Grifondoro, riuscendo per primo a trasfigurare un porcospino in un puntaspilli.
- I miei complimenti, signor Weasley!- disse la McGranitt. – Dieci meritati punti a Grifondoro. Veda di non perderli entro la fine della giornata!-
Fred scoppiò a ridere e poté giurare di vedere un sorrisetto tirato sulle strette labbra della professoressa.
 
 
 
 
 
 
 
Sul treno di ritorno, Fred e George pensarono a quanto fosse stato bizzarro quell’anno. Harry Potter aveva salvato la Pietra Filosofale da Voldemort. Incredibile. Il fatto che un professore portasse Voldemort a spasso per il castello era già un evento degno di nota. Il fatto che un ragazzino di undici anni, in compagnia dei suoi due fedeli amici, lo avesse sconfitto era molto più che degno di nota.
- Esco a cercare il carrello dei dolci!- disse Fred.
George annuì e continuò a giocare a scacchi con Lee, che stava nettamente perdendo. Lungo il corridoio del vagone, Fred incontro Hermione. Lo fece sorridere il pensiero che quella ragazzina dai capelli cespugliosi avesse fermato il tentativo di un Tranello del Diavolo di soffocare suo fratello.
- Ehilà, Granger!- la salutò.
Lei ricambiò con quel suo solito sorriso spiccio. – Fred?-
- No, George!-
- Scusa!-
- Scherzavo, sono Fred!-
Hermione sollevò le sopracciglia e lui le sorrise.
- Pronta per tornare a casa?- le chiese.
Hermione sollevò il mento. – Sì, anche se sarà dura non poter usare la magia fino a settembre! Infondo, però, le regole sono regole-
E tu un giorno sarai come la McGranitt!
- Come ci si sente ad aver contribuito a salvare la Pietra Filosofale?- le chiese Fred.
- Piuttosto bene. Sono una degna Grifondoro, no?-
- Il coraggio non ti manca! E hai la testa dura..è fondamentale!- la prese in giro.
Lei assottigliò lo sguardo, ma non rispose.
- Passa una buona estate!- le disse Fred, continuando per la sua strada.
- Anche tu!- esclamò lei, salutandolo con la mano.
Fred trovò il carrello dei dolci e comprò una confezione di Api Frizzole. Tornò nel suo vagone e vi trovò Harry, Ron e Hermione. Si divertirono a lanciare ogni tipo di incantesimo e a giocare a Sparaschiocco. Ogni momento in compagnia della magia era prezioso. Notò per la prima volta quel che si dicesse di Hermione Granger: eseguiva anche gli incantesimi più complicati come se non avesse fatto altro in quegli undici anni di vita. Era incredibile. Saccente. Secchiona. So-Tutto-Io. Simile a Percy. Rispettosa delle regole, nonostante ne avesse infrante parecchie. Spavalda. Testarda. Ma brillante.
Il treno rallentò. Fred scagliò il suo ultimo incantesimo. Un’altra estate. Altri mesi senza magia. Ma quando sarebbe diventato maggiorenne?
 
 
 
 
 
 
 
Il Ghirigoro era pieno quel giorno. Erano tutti in fila per farsi autografare i libri da Gilderoy Allock. La signora Weasley indicò il piano superiore della libreria, dove Hermione stava tentando di raggiungere un libro su uno scaffale troppo alto.
- Fred, vai ad aiutare Hermione o si rovescerà mezza libreria addosso!- ordinò sua madre, il tono carico di preoccupazione.
Sospirando, Fred salì in fretta le scale e raggiunse il piano superiore. Hermione stava per salire su una sedia traballante.
- Non lo farei, se fossi in te!- esclamò, spaventandola.
Hermione si girò di scatto.  – Devo prendere un libro e non posso usare ancora la magia!-
- Lascia stare, te lo prendo io!- disse, avvicinandosi.
Ma Hermione aveva la testa troppo dura per chiedere aiuto. – Faccio da sola!- ribatté.
Salì sulla sedia, e si sollevò sulle punte per prendere il libro dallo scaffale. All’improvviso, la sedia logora cedette. Hermione si aggrappò alla libreria, ma la sua mano mancò la presa. Si sarebbe schiantata a terra, se non fosse stato per Fred. La afferrò al volo, stringendola per la vita. Era talmente leggera che era come afferrare una Pluffa in volo. Hermione cadde in avanti, aggrappandosi al suo collo e perse l’equilibrio. Fu in quel momento che le loro labbra si incontrarono. Non l’aveva fatto apposta, ovviamente, ma Fred rimase pietrificato comunque. Involontariamente, chiuse gli occhi. Pochi secondi dopo, Hermione si allontanò e lui la riportò con i piedi per terra. Si guardarono per un istante, Hermione rossa come un pomodoro.
- Scusa!- mormorò, sempre più rossa.
Fred le sorrise. – Non fa niente!-
Si chinò a raccogliere il libro che, nella confusione della caduta, era scivolato a terra, e glielo porse.
- Grazie..- borbottò lei. Lo prese e corse via, senza alzare lo sguardo.
Fred sorrise e scosse la testa. Non che potesse essere definito tale, ma chi l’avrebbe mai detto che il suo primo bacio l’avrebbe dato a Hermione Granger, la strega più brillante e secchiona della sua età?
 
 
 
 
 
 
 
Fred Weasley correva per i corridoi. Aveva dimenticato di portare la sua scopa all’allentamento. Si poteva essere più idioti?
Svoltò l’angolo e per poco non travolse Hermione. La afferrò per le spalle, sostenendola e impedendole di cadere.
- Ma sei pazzo?- sbottò lei, infastidita.
- Scusa Granger! Ho dimenticato la scopa!- si giustificò, con un sorriso. Mollò le sue spalle e si preparò a correre via.
- Hai dimenticato la scopa per allenarti?- chiese Hermione, mentre Fred si allontanava.
- Sì!-
- Che razza di idiota!- borbottò lei.
- Guarda che ti ho sentita!- le gridò lui da metà corridoio.
Fred poté giurare di averla vista sorridere.
 
 
 
 
 
 
 
Hermione Granger era una delle vittime dell’Erede di Serpeverde. La notizia scosse i Grifondoro, Harry e Ron in particolare. Fred diede una pacca comprensiva sulla spalla di suo fratello. Aveva sempre avuto il sospetto che a Ron piacesse Hermione.
E lui come si sentiva?
Be’ Hermione era una sua amica. Non proprio in senso stretto, ma cominciava ad affezionarsi a quella piccola, arruffata ragazzina saccente. E ora lei giaceva pietrificata in infermeria. Provò una profonda rabbia. Chi poteva averle fatto questo? Chi poteva prendersela con lei?
Strinse i pugni, affondandosi le unghie nei palmi delle mani. Dovevano fare qualcosa. Dovevano catturare il responsabile. Non avrebbe sopportato la notizia che un’altra delle persone a cui teneva era diventata una vittima del mostro.
Non poteva sopportarlo.
 
 
 
 
 
 
 
Il Basilisco era stato ucciso. Ginny era guarita. Fred la abbracciò spesso durante quell’estate. Aveva bisogno dei suoi fratelli, aveva bisogno di sentirsi di nuovo a casa. La sua piccola sorellina aveva sofferto per colpa di Voldemort e del suo diario. Fortunatamente, Harry l’aveva salvata. Non l’avrebbe mai ringraziato abbastanza. Hermione e tutti gli altri erano tornati in forma e la vita aveva ricominciato a scorrere normalmente. Quell’estate, alla Tana, Fred si prese cura di Ginny. Lui e George furono una presenza costante nella vita della sorella. Quell’estate, strinsero un legame con lei molto più profondo di quanto lo fosse mai stato. Inventarono nuovi scherzi da fare a Ron e Percy, distrussero per sbaglio un vecchio calderone e ripulirono spesso il giardino dagli Gnomi, solo per poter passare dei pomeriggi divertenti insieme.
Scoprirono che Ginny stava crescendo. E scoprirono che, infondo, poteva essere diabolica tanto quanto loro!
 
 
 
 
 
 
 
Fred stava cercando un libro in Biblioteca. Era un evento degno di nota. Decisamente fuori dal comune. Passò tra gli scaffali e vide Hermione Granger praticamente arrampicata su una sedia. Perché non usava la magia per prender quei libri? Erano troppo in alto per lei! Mentre si avvicinava, Fred notò quanto fosse cambiata. Era più alta, il suo fisico stava prendendo le forme femminili di una ragazza più adulta. I suoi occhi erano sempre gli stessi, brillanti e attenti. Aveva i capelli raccolti in una crocchia un po’ scompigliata e stava sbuffando.
- Granger, lo sai che potresti usare la magia, vero?- le chiese.
Lei si voltò. – Ho dimenticato la bacchetta nel dormitorio!-
- Vuoi una mano?-
- No, grazie. Faccio da sola!- sbottò lei.
- Hai sempre la testa dura, eh?- ironizzò lui.
In quel momento, Hermione perse l’equilibrio e cadde. Fred la afferrò al volo. Dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere. Sembrava la stessa scena di un anno prima. Hermione si aggrappò alle sue spalle e lo guardò, immobile e spaventata. I loro nasi quasi si toccavano e Fred era così distratto dal suo sguardo da non accorgersi di averla ancora fra le braccia.
- Allora è un vizio, Granger! Spera che ci sia sempre io ad afferrarti!- scherzò lui.
Hermione sorrise impacciata. – Adesso puoi lasciarmi andare..- mormorò.
Fred sorrise e la lasciò scivolare lungo il suo corpo, fino a posarla a terra. Hermione si sistemò la gonna con un gesto distratto, poi si chinò a raccogliere il libro.
- Ehm, grazie..- mormorò, arrossendo.
Fred scosse le spalle. – Ci sarò ogni volta che cadrai!-
Lei sollevò le sopracciglia. – E’ una promessa o una minaccia?-
Fred la guardò a bocca aperta e lei sfoderò un’espressione offesa. – Che c’è, non mi è permesso fare battute?- sbottò.
Fred si riscosse. – Ti è permesso eccome. Non sapevo..be’ che non fossi noiosa come Percy!-
Hermione lo colpì con il libro e Fred scoppiò a ridere. Poco dopo anche Hermione si lasciò andare a una risata. Fred la osservò mentre rideva. Era cresciuta, ma non era cambiata poi molto. Però era bella. E la sua risata era così musicale. Capì perché Ron fosse tanto cotto di lei.
- Che ci fai in biblioteca, piuttosto?- chiese Hermione.
Fred si obbligò a tornare con i piedi per terra.
Smetti di contemplarla, idiota!
- So che sembra strano, ma ho bisogno di un libro per il tema di Pozioni!- rispose Fred.
- Sembra molto strano!- lo prese in giro lei.
- Ehi, a volte anche i gemelli Weasley mettono la testa a posto!- protestò lui.
- Eppure sei da solo, dov’è l’altro?- chiese curiosa lei.
Fred scosse la testa. – Non posso dirtelo. A proposito, sai chi sono?-
- Certo che lo so!- rispose lei, scrollando le spalle. – Solo chi è distratto non riesce a riconoscervi!-
- Incredibile, Granger! Sei davvero brillante come dicono!-
Vederla arrossire provocò una serie di sentimenti contrastanti nella sua mente. Che diavolo gli stava succedendo?
- Adesso vado!-esclamò Hermione, sollevando il libro e indietreggiando. – Ho molto da studiare. Ciao George!- lo salutò con un sorriso e svoltò l’angolo del blocco di scaffali.
Fred rimase a bocca aperta. George?
Dopo qualche secondo, la testa di Hermione sbucò dalla libreria. Sorrise, divertita dalla sua espressione, e disse: - Scherzavo Fred!-
Fred scoppiò a ridere e la guardò sparire nuovamente. Scosse la testa e uscì dalla Biblioteca, dopo aver recuperato il libro da una Madama Pince alquanto sospettosa. Raggiunse il suo gemello e passò il pomeriggio a guardare il fuoco nel camino della Sala Comune, invece di studiare. Fra le fiamme, rivide il sorriso di Hermione.
 
 
 
 
 
 
 
Sirius Black tenta di entrare nel dormitorio? Silente ci obbliga a dormire tutti in Sala Grande! Solo noi abbiamo un Preside così..
Fred si guardò intorno, avvicinandosi alla pila di sacchi a pelo e cuscini che Silente aveva fatto apparire al centro della Sala Grande. Si chinò a raccogliere un cuscino anche per George e in quel momento le sue dita sfiorarono quelle di un’altra persona. Si voltò e incontrò lo sguardo preoccupato di Hermione.
- Granger!-
- Weasley!-
- Nottataccia, eh!-
- A quanto pare..-
- Rilassati, Granger! Andrà tutto bene!- la tranquillizzò.
Lei sorrise e prese il cuscino che Fred le stava porgendo, poi si allontanò per raggiungere Harry e Ron. La seguì con lo sguardo e vide Ron sorriderle con fare incoraggiante. Qualcosa di spiacevole si mosse nel suo stomaco. Da quando Ron le sorrideva in quel modo? Notò anche il sorriso con cui lei ricambiò, e la cosa nel suo stomaco ritirò i tentacoli. Era un sorriso piuttosto innocente. O forse lui aveva le allucinazione. Ma il problema era un altro: perché se ne stava preoccupando?
Il silenzio calò sul mare di studenti avvolti nelle coperte. George avvicinò il sacco a pelo a quello di Fred.
- Secondo te come ha fatto?- chiese al gemello.
Fred si girò. – Non lo so. Pensi che dovremmo dire a qualcuno della Mappa?-
- No, Sirius Black non ha nulla a che fare con la Mappa!-
- Teniamola d’occhio, d’ora in poi!-
- Buona idea!-
- Allora?-
- Allora cosa?- chiese Fred.
- Come mai sorridevi come un idiota, prima?-
- Quando?-
- Quando parlavi con la Granger!- puntualizzò George.
- Non sorridevo come un idiota. Cercavo di tranquillizzarla. Anche se pare che sia il compito perfetto per Ron!-
Oh no, mi sono fregato da solo..
- Colgo un filo di invidia!- commentò George.
- Esci dai miei pensieri e dalla mia vita, Georgie!- sbottò Fred, girandosi su un fianco e dando le spalle al gemello.
- Come vuoi, Freddie! Ma vorrei farti notare che ha ricambiato il tuo di sorriso, non quello di Ron!-
- Evviva..- borbottò Fred, senza nessun entusiasmo.
- Notte, Fred..-
- Notte George..-
Prima di addormentarsi, Fred scrutò la Sala Grande con lo sguardo. Vide Hermione fare lo stesso a una ventina di metri da lui. Aspettò che il suo sguardo arrivasse a lui e, quando i loro occhi si incrociarono, le sorrise. Hermione ricambiò il suo sorriso e rimase per un po’ a guardarlo. Fred le fece cenno di dormire, spostando i palmi congiunti contro la guancia. Hermione scosse la testa, con una smorfia.
Non riusciva a dormire. Fred alzò un dito, facendole cenno di aspettare. Scese con la mano nel sacco a pelo e trovò la sua bacchetta. Quando riemerse, la puntò contro il sacco a pelo dove dormiva Malfoy, mormorando qualcosa. Il cuscino si spostò bruscamente e Malfoy colpì il pavimento di pietra con la fronte, svegliandosi di soprassalto. Hermione trattenne una risata dietro la mano e schiacciò la testa contro il cuscino. Piton si girò verso Malfoy e poi scrutò la Sala. Fred nascose la bacchetta nel sacco a pelo e finse di dormire. I suoi occhi trovarono quelli di Hermione che ricambiò il suo sguardo, trattenendo ancora le risate.
Fred vide le labbra della ragazza mimare un silenzioso “Grazie”. Le sorrise, mimando con le labbra un “Buonanotte”. Lei sorrise un’ultima volta e chiuse gli occhi. Fred rimase qualche istante a guardarla e poi cercò di addormentarsi.
Hermione aveva gli occhi chiusi e respirava lentamente. Però sorrideva ancora.
 
 
 
 
 
 
 
A King’s Cross, sua madre strinse lui e George in un abbraccio decisamente troppo soffocante. D’accordo, era preoccupata per loro e per tutta la storia di Sirius Black, ma non c’era bisogno di strangolarli! Dopo essere sfuggiti alla presa della madre, Fred e George andarono a salutare Harry e Hermione.
- Passate una buona estate!- disse Fred.
Harry sorrise. – Anche voi!-
- Verrete alla Coppa del Mondo?- chiese George.
Hermione annuì e Harry scosse le spalle. – Lo spero davvero!- rispose, ammiccando in direzione dei Dursley.
Harry salutò Hermione con un abbraccio e si girò per raggiungere i suoi zii. Hermione si girò verso i suoi genitori e fece per andarsene, ma poi cambiò idea e corse un’ultima volta ad abbracciare Ginny. Fred era accanto alla sorella. Quando Hermione si separò da Ginny, Fred le rivolse un sorriso vispo.
- Granger!-
- Weasley!-
- Ci vediamo ad agosto!- le disse.
Lei sorrise. – Ci vediamo ad agosto! Passa una bella estate!-
- Anche tu!- rispose lui.
Hermione si girò e corse dai suoi genitori. Fred la seguì con lo sguardo, ma poi lo distolse quando sentì la voce di sua madre richiamarli per partire.
Sarebbe stata l’ennesima, lunga estate!
O forse no. C’era la prospettiva della Coppa del Mondo. Il Quidditch. Uno dei suoi più grandi amori. Avrebbe visto la partita, se la fortuna avesse girato dalla sua parte, avrebbe visto giocare anche Viktor Krum. E avrebbe rivisto Hermione..
Ops..e questo pensiero da dove è uscito?
L’avrebbe rivista comunque, a settembre. Ma agosto veniva prima di settembre.
Complimenti, cervello di Troll..
Fred scosse la testa, scacciando i pensieri. Quella conversazione mentale con se stesso gli ricordava troppo le conversazioni che aveva con il suo gemello. In effetti, la sua mente parlava con la voce di George. E Fred lo sapeva fin troppo bene, George aveva sempre ragione. Ok, quasi sempre. Spesso, ma non ogni volta. Un po’ più di spesso.  Lo conosceva troppo bene. Il lato positivo era che Fred aveva sempre ragione su George. Quasi sempre.
- Fred, aiuta Ron con il baule!- ordinò sua madre.
Sospirando, Fred sollevò il baule che il fratello si era lasciato cadere su un piede. Aveva appena cambiato idea, di nuovo. Sarebbe stata l’ennesima, lunga, insopportabile estate!
 
 
 
 
 
 
 
L’urlo di sua madre li svegliò bruscamente. Fred aprì gli occhi e vide che era ancora buio. Che razza di ore erano?
- George, svegliati!- bofonchiò, sbadigliando.
- No, svegliati prima tu!- borbottò George contro il cuscino.
Impiegarono un’eternità ad alzarsi e la signora Weasley contribuì con i suoi strilli a peggiorare il mal di testa di Fred. Era così freddo che decise di indossare un’altra maglia. Uscì dalla sua stanza, mentre George arrancava già verso le scale. Fred pensò di raggiungerlo e aiutarlo, perché non sembrava in grado di scendere gli scalini senza ammazzarsi. Richiuse la porta della sua stanza e sbadigliò. In quel momento, Hermione e Ginny arrivarono nel corridoio. Hermione sollevò le sopracciglia con un sorriso.
- Buongiorno!- disse, prendendolo in giro.
- Perché le ragazze sembrano sempre perfette anche a quest’ora del mattino?- borbottò lui, indicando l’aspetto fresco di Ginny e Hermione.
- Perché sono ragazze!- rispose George, inciampando su un gradino e aggrappandosi alla ringhiera. Recuperò l’equilibrio e ricominciò a scendere.
- Sbrigati, tua madre è furiosa!- esclamò Hermione.
Fred alzò gli occhi al cielo. – Sai che novità!-
Hermione sorrise e si incamminò verso le scale con Ginny, che era più taciturna del solito. Evidentemente, solo Hermione era del tutto sveglia!
Come richiamata dai suoi pensieri, Hermione si girò e sorrise. – Ti stai mettendo la maglia al contrario, Weasley!-
Fred abbassò lo sguardo sul maglione e vide che aveva ragione. Lo sfilò e lo girò dalla parte giusta. - Grazie, Granger!- rispose.
Ma Hermione era già sparita.
 
 
 
 
 
 
 
La foresta era piena di gente spaventata che correva. Fred strinse la mano di Ginny. L’ultima cosa che voleva era perderla. Avevano già perso Ron, Harry e Hermione. Fred si chiese dove fossero. Si chiese se stessero bene. Hermione era una Mezzosangue. L’avrebbero presa? Cosa le avrebbero fatto? Un senso di panico minacciò di invaderlo, ma fu più la rabbia a riscuoterlo. Non era accanto a lei per proteggerla. Non che fosse compito suo. Aveva Harry e Ron. Ma sapere di non essere riuscito a proteggerla lo mandava fuori di testa. Strinse con forza la mano di Ginny e lei ricambiò la stretta. Attesero in silenzio dietro una macchia di cespugli, mentre le grida risuonavano nella foresta e il fuoco si ergeva dal campo delle tende. Dovevano solo aspettare. Poi avrebbero ritrovato gli altri. Sarebbe andato tutto bene.
Per favore, Granger, resta fuori dai guai!
 
 
 
 
 
 
 
Il Torneo Tremaghi si sarebbe svolto a Hogwarts. E lui non poteva partecipare. Odiava Silente, Crouch e tutto il resto della Commissione Magica. Sarebbe stato incredibile. Epico. Il suo momento di gloria. E quei Galeoni sarebbero serviti a lui e George per dare inizio alla loro attività. Ma no, delle stupide regole gli avrebbero tolto quella possibilità. Non era giusto.
Fred guardò Viktor Krum passare nel corridoio, seguito da un gruppo di ragazze che squittivano come topi. Scosse la testa e prese la direzione opposta a quella di Krum. Per poco non travolse Hermione.
- Scusa Granger!- esclamò, afferrando al volo il libro che le era caduto di mano.
L’espressione furente che Hermione gli rivolse lo paralizzò.
Che ho fatto stavolta?
- Non sono stato io!- disse Fred e Hermione abbandonò per un momento l’espressione furente, per sollevare le sopracciglia.
- Cosa?- chiese allibita.
Fred sorrise. – Pensavo fossi arrabbiata con me!-
- No, non ce l’ho con te..- mormorò lei, ancora leggermente confusa.
Fred scrollò le spalle. – Tanto meglio. Allora, chi tormenta la tua tranquillità?-
L’espressione omicida tornò sul volto di Hermione e Fred si sarebbe sicuramente spaventato, se non avesse saputo che non era rivolta a lui.
- Tuo fratello è un idiota!- sbottò Hermione.
- Chi, Ron?-
- Chi se no?- chiese lei ironica.
- Cos’ha combinato stavolta?- chiese Fred, con un sorriso comprensivo.
- E’ un idiota, ecco cos’ha combinato!-
- Granger, ti stai ripetendo!-
- Scusa..- borbottò lei, abbassando lo sguardo imbarazzata.
È adorabile!
- Qualunque cosa abbia fatto, lascialo perdere: è un idiota!- le disse.
Hermione sorrise e alzò lo sguardo. – Grazie!-
- Di niente! Ehi, vuoi vedere una cosa?-
Hermione seguì il punto che Fred le stava indicando. Erano vicini al cortile. Accanto a un albero, Malfoy, Tiger e Goyle stavano prendendo di mira dei ragazzini del primo anno di Tassorosso. Fred puntò la bacchetta su di loro e la agitò. Una corda legò le gambe di Malfoy e tirò, facendolo finire al tappeto. Hermione scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi. Fred ritirò in fretta la bacchetta e la nascose nella tasca. Rivolse a Hermione un occhiolino e si finse innocente, mentre Malfoy si liberava della corda e cominciava a gridare, in cerca del colpevole.
- Non avresti dovuto!- lo rimproverò Hermione, senza smettere di sorridere.
Fred aprì bocca per commentare, ma una voce glaciale fermò il suo tentativo.
- Concordo con la signorina Granger, signor Weasley!- sbottò Piton.
Fred impallidì leggermente, ma si voltò verso il professore che nessuno dei due aveva visto arrivare, raddrizzando la schiena. Hermione abbassò immediatamente lo sguardo sul pavimento, stringendosi il libro al petto con forza.
- Salve, professor Piton!- disse Fred, tranquillo.
Piton sollevò un sopracciglio e continuò a parlare con la sua voce lenta e profonda. – Ci divertiamo?- lo provocò.
Fred scosse le spalle. – Non particolarmente!-
- Immagino che l’abile Fred Weasley possa concedersi il lusso di ignorare una futile regola come quella di non compiere magie nei corridoi e soprattutto di non colpire altri studenti!- disse, con evidente sarcasmo.
Fred sorrise. – Tecnicamente siamo nei portici del cortile, non nel corridoio, e Malfoy è semplicemente inciampato!-
Hermione sollevò lo sguardo e Fred la vide impallidire e rivolgergli un’occhiata allibita e preoccupata al tempo stesso.
Le labbra di Piton si piegarono nella macabra imitazione di un ghigno. – A volte dimentico la perspicacia della famiglia Weasley. Spiacente di deluderla, signor Weasley, ma non è sufficiente a giustificare le sue azioni. Dieci punti in meno a Grifondoro!-
- Però ammetterà che è stato un colpo da maestro!- commentò Fred, sotto lo sguardo disperato di Hermione.
Piton sollevò un sopracciglio. – Lungi da me giudicare anche solo discreta una delle tue magie, Weasley. La prossima volta che tenti di fare colpo su una ragazza, ti consiglio di regalarle semplicemente dei fiori!- sbottò, per poi allontanarsi dopo un ultimo sguardo di viscido disgusto.
- Ma sei pazzo?- mormorò Hermione, la voce incrinata dal panico.
Fred sorrise tranquillo. – Io e Piton ormai siamo abituati a scambiarci opinioni del genere!-
Hermione scosse la testa, con una smorfia di panico.
- Granger è tutto a posto! Entro domani avrai guadagnato tu i punti che ho perso io!-
Hermione aprì gli occhi e lo guardò con le sopracciglia inarcate. – Dici davvero?-
Fred sorrise. – Certo! Sei o non sei la strega più brillante della scuola?-
Hermione arrossì ma non rispose. – Adesso vado..- borbottò.
Fred la salutò con la mano e la guardò allontanarsi. Poi prese una decisione. Corse verso il cortile e strappò uno stelo d’erba dal prato. Agitò la bacchetta e lo trasformò in una margherita. Voleva che fosse rossa, ma la magia non era riuscita del tutto, così si ritrovò fra le mani una margherita dai petali metà rossi e metà arancioni. La McGranitt sarebbe stata comunque fiera di lui. Corse verso il punto in cui era sparita Hermione e la vide camminare in lontananza.
- Granger!- la chiamò, a voce alta.
Lei si voltò di scatto e si fermò. Fred cominciò a correre e la raggiunse. Quando le fu davanti, allungò la margherita.
- Non sono molto bravo a trasfigurare i fili d’erba, ma la McGranitt dice che posso migliorare!- commentò.
Hermione prese fra le dita la margherita e sorrise. – Grazie!-
- E’ per farmi perdonare per il guaio con Piton.. e per farti sapere che in famiglia non siamo tutti idioti come Ron!- aggiunse serio.
Hermione scoppiò a ridere e Fred fu felice di vederla finalmente rilassata.
- Grazie Weasley!- disse lei.
- Figurati!- rispose lui.
Poi lei si voltò e riprese a camminare. Fred la seguì con lo sguardo, sorridendo.
 
 
 
 
 
 
 
Il Ballo del Ceppo.
Oh Santo Merlino. Il Ballo del Ceppo.
- Che guaio, eh?- chiese George.
Oh Santo Merlino. Il Ballo del Ceppo.
- Fred?-
Ballo. Del. Ceppo.
- Fratellino?-
Il Ballo del Ceppo.
- Copia mal riuscita del sottoscritto?-
Santo Merlino.
- Fred?-
Il Ballo del Ceppo..il Ballo del..
- Ho visto la Granger baciare Ron!-
Fred scattò a sedere così in fretta che rovesciò il calamaio. L’inchiostro imbrattò il pavimento e una parte della tenda del suo letto a baldacchino.
- Cosa?- chiese Fred, senza badare affatto alle macchie di inchiostro.
George sospirò di sollievo. – Sei ancora fra noi, che bella notizia!-
Fred afferrò un cuscino e lo lanciò a George. – Sparisci!-
- Ho un’idea, prima! Perché non le chiedi semplicemente di venire al ballo con te?-
- Perché glielo chiederà Ron!-
- Come lo sai?-
- Non lo so, intuito!- rispose lui, scacciando l’aria con la mano.
- Fantastico: allora chiediglielo prima che lo faccia Ron!-
- No...-
- Perché?- chiese George, spazientito, allargando le braccia.
- Perché mi dirà di no..-
- Non puoi saperlo!-
- Lo chiederò ad Angelina..-
- Gran bella mossa, Fred!- commentò George, sarcastico.
- A meno che non voglia chiederglielo tu!- ammiccò in direzione del gemello.
- Scherzi? Io ho già la compagna giusta!- ribatté lui, sorridendo. – Resta il fatto che sei un idiota!-
- Resta il fatto che non me ne importa!-
George si alzò sbuffando e ripulì la macchia di inchiostro. Da giorni, Fred non faceva altro che pensare a lei. A lei soltanto. Che cos’era successo? Dov’era finita la fraterna tenerezza per la ragazzina dai capelli cespugliosi?
Be’, Hermione non era più una ragazzina dai capelli cespugliosi. Cioè, era sempre una ragazza. E aveva i capelli cespugliosi. Ma era cresciuta. Ed era cresciuta dannatamente bene. Il suo sorriso era diverso. Più consapevole, più maturo e, allo stesso tempo, più spensierato. Era combattiva, come non lo era mai stata. Fred ripensò al Fronte di Liberazione e riuscì a trattenere a stento una risata. Hermione aveva preso un po’ troppo a cuore la situazione disperata degli Elfi.
Era cresciuta. Era bella. Era intelligente. E simpatica. E Fred non riusciva a smettere di pensare a lei. Non riusciva a fermare il suo cuore, ogni volta che la vedeva sorridere. Ma era sbagliato. Non poteva permettersi di pensare a lei. Hermione era di Ron. Suo fratello era cotto di lei. Ormai lo sapevano tutti. Tutti, tranne Hermione! Ma erano solo dettagli. Non poteva immergersi in una situazione così complicata. Troppi cuori spezzati. Troppo rancore. E poi per cosa? Perché gli batteva il cuore quando lei sorrideva? Tanto fumo per niente. Doveva scacciare quei pensieri.
Doveva togliersela dalla testa.
- Fred?-
- Che c’è?-
- Ti voglio bene!-
Fred si girò verso George e sorrise. – Anche io, Georgie!-
- Ma resti comunque un idiota!-
 
 
 
 
 
 
 
Il Ballo arrivò. E lei era splendida. Fred quasi non la riconobbe. Era con Viktor Krum. Fred si sentì un po’ in colpa per il sorriso di scherno che rivolse all’espressione ferita di Ron. Infondo, era suo fratello! Ma un po’ gli stava bene. Da quello che aveva sentito dire da Ginny, Hermione e Ron erano arrivati ai ferri corti, a causa di quel ballo. Lei si era sentita esclusa dall’unico ragazzo a cui avesse concesso un po’ di sé, dei suoi pensieri. Una parte di lei, secondo Ginny, aveva sperato in un invito. E si era dovuta ritrovare ad affrontare la cruda realtà.
Guardò Hermione ballare con Krum. Era bellissima. Lo era ogni giorno, ma quella sera brillava di luce propria. E questo minò alla sua decisione di togliersela dalla testa. Cercò di distrarsi e riprese a chiacchierare con Lee e Angelina.
- Va tutto bene?- chiese lei, posandogli una mano sulla spalla.
Fred annuì e le sorrise. – Balliamo?-
- Ok..- rispose lei perplessa.
Per tutta la sera, Fred cercò di evitare Hermione. E ci riuscì. Non proprio del tutto, ma sarebbe potuta andare peggio. La moltitudine di studenti contribuì. C’erano troppe persone con cui ballare, scherzare e chiacchierare. Lui e George erano troppo impegnati a lanciare occhiate furtive ai professori o a seguire ogni mossa di Hagrid e Madame Maxime. Il Ballo, causa scatenante dei suoi problemi, era anche la sua unica distrazione. Vide Hermione solo un paio di volte. Ignorò i suoi pensieri e i tentacoli che si erano stretti nel suo stomaco. Però si concesse il lusso di sperare che, nella Seconda Prova, Krum perdesse l’uso delle labbra. Giusto per essere sicuri che non avrebbe potuto più parlarle, sorriderle o, peggio ancora, baciarla!
Poi il Ballo finì e Fred pensò che la sua agonia si fosse appena conclusa. Stava salendo le scale con Angelina, per tornare al dormitorio. Guardò verso la Sala Grande, e vide Hermione rannicchiata in un angolo della scalinata. Le sue spalle si muovevano, come se stesse piangendo. La vide asciugarsi gli occhi con la mano.
- Aspetta, arrivo!- farfugliò ad Angelina, senza distogliere lo sguardo da Hermione.
Scese rapido le scale, mentre afferrava un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni. Arrivò davanti a Hermione e la guardò. Lei sollevò lo sguardo. Aveva gli occhi gonfi e vitrei. Le guance erano rosse e alcuni ciuffi sfuggiti all’acconciatura si erano posati sulla sua fronte e sulle sue tempie. Fred non poté evitare di pensare che fosse comunque bellissima.
Allungò il fazzoletto verso di lei. Dopo un secondo, Hermione allungò la mano e lo prese. Le loro dita si sfiorarono, ma fu un contatto molto breve. Hermione non abbassò lo sguardo, ma non disse una parola. Fred la guardò un’ultima volta e si voltò, ricominciando a salire le scale. Sentiva il peso dello sguardo di Hermione, ma riuscì a resistere alla tentazione di girarsi e correre di nuovo da lei. Infondo, Angelina lo stava aspettando.
- Perché piange?- chiese lei, sinceramente preoccupata.
- Non lo so, ma scommetto venti Galeoni che è colpa di Ron!- rispose Fred, allungando una mano e prendendo quella della ragazza.
- Poverina..- mormorò Angelina, mentre salivano le scale. – Insomma è una ragazza così..be’, non se lo merita!-
No, non se lo meritava. Hermione non poteva piangere per Ron. Né per nessun’altro. Meritava decisamente di meglio.
Si merita di meglio, e quel meglio non sono io...
 
 
 
La mattina del ventisei, tutti si svegliarono tardi. Quando Fred scese in Sala Comune vide Hermione e Ron chiacchierare. Erano amichevoli, ma piuttosto formali, come se fra loro ci fosse un tacito accordo: ignoriamo la lite di ieri sera. Fred si trattenne dal rivolgere a Hermione uno sguardo preoccupato, o incoraggiante. Evitò di guardarla, punto.
Raggiunse Angelina al campo da Quidditch. Le aveva promesso di fare qualche tiro libero con lei. Salire su una scopa l’avrebbe aiutato a distrarsi. Avrebbe cacciato via quello che la notte non era stata in grado di far scomparire: gli occhi vitrei e tristi di Hermione, mentre piangeva per suo fratello.
- Hermione e Ron hanno fatto pace, a quanto pare!- disse Angelina.
A Fred venne voglia di vomitare, ma si trattenne. – Già..chissà quanto tempo passerà prima della prossima litigata!-
Angelina sorrise. – Forse hanno solo paura di ammettere quello che provano. A volte si è un po’ stupidi, quando si parla di sentimenti!-
Fred sorrise. Stupidi era un complimento, in confronto a come si sentiva lui.
- Tu lanci e io paro?- propose Fred, lanciandole la Pluffa.
Angelina sorrise. – Non lo so Weasley. Riuscirai a starmi dietro?-
Ridendo, Fred si sollevò in aria. George aveva ragione. Era un idiota. Però non poteva essere diversamente. Aveva fatto una scelta e ne avrebbe accettato le conseguenze.
 
 
 
 
 
 
 
La Seconda Prova era finita. Harry era vivo. Hermione anche. Ron pure. Krum non aveva perso l’uso delle labbra.
Fred e George erano impalliditi alla vista di Hermione e del loro fratello che risalivano dall’acqua tetra del Lago Nero. Ma tutto era finito bene.
Fred se ne stava tranquillo sul davanzale di una finestra, a guardare il tramonto. Così Hermione era la cosa più preziosa di Krum? Fred e la nausea, ormai, erano diventati amici. I suoi propositi di non pensare a Hermione svanivano un po’ troppo spesso. Ogni suo piano andava in fumo, quando si parlava di lei.
Voleva ignorarla. Non ci riusciva.
Voleva evitarla. Non ci riusciva.
Voleva togliersela dalla testa. Non ci riusciva.
Voleva resistere alla tentazione di cercare il suo sguardo in Sala Comune. Non ci riusciva.
Hermione Granger aveva la capacità di distruggere ogni suo piano. Minava alla sua salute mentale. Fred si chiese quanto avrebbe resistito. Angelina era una distrazione. Anche il Quidditch, la scuola, George e i suoi amici servivano a qualcosa. Ma niente era mai abbastanza.
Sospirò guardando il tramonto. Poco dopo, sentì dei passi avvicinarsi. Era Angelina. Il momento di distrarsi era arrivato.
- Andiamo?- chiese la ragazza.
Fred annuì e la prese per mano. Cominciarono a parlare del Torneo e dello spettacolare punteggio di Harry. Fibra morale..quel ragazzo la scampava sempre!
Mentre camminavano, incrociarono Hermione e Krum. Stavano parlando. Solo parlando. Ma la piovra nello stomaco di Fred liberò i tentacoli.
- Sono carini, non trovi?- sussurrò Angelina al suo orecchio.
- Splendidi..- borbottò Fred.
Katie raggiunse Angelina ed esclamò qualcosa che Fred non sentì. Angelina si era persa il suo commento e Fred fu grato a Katie: non era per niente convinto di essere riuscito a trattenere il suo disgusto.
- Ti dispiace se te la rubo? È un’emergenza!- chiese Katie.
Fred sorrise. – Restituiscimela intera!-
Angelina alzò gli occhi al cielo, si avvicinò per baciarlo e poi corse via. Fred decise di sparire da quel corridoio e tornò verso il cortile. Era quasi riuscito ad attraversarlo tutto, quando una voce lo chiamò.
- Ehi Weasley!-
Sei spacciato, Fred!
Sfoderò un sorriso convincente e si voltò. Ma quando la vide correre verso di lui, si rilassò. Sorridere non fu più un’impresa. Infondo, era facile, soprattutto quando lei lo guardava in quel mondo.
- Granger!- la salutò.
Hermione lo raggiunse e sorrise. – Volevo solo dirti grazie per..-
Fred alzò la mano. – L’avresti fatto anche tu per me!-
Lei rimase un attimo colpita da quell’affermazione, ma annuì. – Certo, lo avrei fatto!- disse convinta.
Fred sorrise. Era praticamente la prima volta che affrontavano l’argomento del Ballo del Ceppo. Forse l’acqua scura del Lago l’aveva spinta a parlargli. Fred trattene un sorriso compiaciuto. Non doveva elaborare certi pensieri in sua presenza, ma era difficile trattenersi sapendo che lei era appena corsa via, lasciando Krum da solo, per correre da lui!
Hermione si chinò a terra e strappò un filo d’erba dal prato. Fred la guardò incuriosito.
- Dammi la mano!- ordinò lei.
Fred allungò la mano destra e Hermione la girò, con il palmo all’insù. Vi posò dentro il filo d’erba e poi estrasse la bacchetta dalla tasca interna del mantello. La agitò, mormorando qualcosa. Improvvisamente, lo stelo d’erba divenne una margherita..dai petali completamente rossi!
Fred rimase a bocca aperta. Hermione sorrise.
- Devi esercitarti, Weasley, o rischi di farti superare da me!-esclamò.
Sparì senza aggiungere altro. Fred si rigirò il fiore fra le mani. Poi tolse il libro di Trasfigurazione dalla borsa e lo aprì sul capitolo degli Incantesimi Evanescenti. Posò il fiore fra le pagine e lo richiuse.
Togliere Hermione Granger dai suoi pensieri era più difficile del previsto! Il suo ennesimo piano stava andando in fumo..
 
 
 
 
 
 
 
Cedric Diggory era morto. Voldemort era tornato.
Cedric era morto. L’amico con cui aveva condiviso alcune buffe partite di Quidditch. L’amico contro il quale aveva giocato a Quidditch. L’amico che lo aveva aiutato negli esami dei G.U.F.O. anche se lui li aveva già passati. L’amico che aveva sempre sostenuto le sue opinioni e le sue idee. Era morto. Voldemort l’aveva ucciso. Il male era tornato.
Fred si rese conto che stesse piangendo solo dopo un’ora buona. Era solo, sulla Torre di Astronomia. Il sole stava tramontando. George era rimasto nel dormitorio. Fred aveva bisogno di aria. Avevano pianto in silenzio, abbracciati, ma il dolore non era scomparso.
Cedric era morto..
- Fred?-
Si voltò di scatto, asciugandosi le lacrime. Come poteva essere? Stava sognando?
- Ciao Granger!- rispose, sfoderando un sorriso.
Hermione si avvicinò. Il vento forte le sollevò il mantello e i capelli. Arrivò fino al parapetto, senza staccare gli occhi dai suoi. Aveva gli occhi gonfi. Anche lei aveva pianto.
- Stai bene?- chiese.
Fred annuì. No, non stava bene, ma non poteva dirlo a voce alta. Non ne aveva la forza.
- Non posso credere che sia morto..- sussurrò Hermione.
Fred allungò una mano e le accarezzò il braccio. – Nemmeno io..-
- Posso fare qualcosa?-
Fred sorrise e scosse la testa. – Hai un fazzoletto?- scherzò.
Hermione sorrise. Il riferimento al Ballo del Ceppo distrasse entrambi dal dolore, per un po’. Poi, senza dire una parola, Hermione si avvicinò a lui e lo abbracciò. E Fred capì che quello era il suo fazzoletto. Aveva detto che avrebbe fatto lo stesso per lui. Stava tenendo fede alle sue parole. Al diavolo le sue promesse. Fred rilassò il corpo contro di lei. E la strinse. E pianse. Pianse tutte le lacrime di cui era in possesso. Pianse per Cedric. Pianse per il ritorno di Voldemort. Pianse per il dolore di Harry.
Pianse per aver mentito a se stesso. Una volta, Cedric gli aveva detto che non importava quanto potesse essere strano o incredibile, i sentimenti per una persona non potevano essere ignorati.
- Il cuore Fred. Segui sempre il tuo cuore..-
Cedric era stato chiaro con le sue parole. George gli aveva ripetuto la stessa cosa. Era arrivato il momento di chiudere la porta in faccia alla ragione. Prima doveva sistemare tutto il resto. Doveva sistemare le cose con Angelina. E con se stesso. Poi sarebbe arrivato il momento di riprendersi il suo cuore. Lo avrebbe promesso a Cedric.
- Grazie..- sussurrò Fred.
Hermione si sciolse dall’abbraccio e lo guardò. – Faresti lo stesso per me! Anzi, l’hai appena fatto..- rispose.
Fred catturò una lacrima che le stava scivolando sulla guancia. Lentamente, Hermione si avvicinò. Sfiorò la sua guancia con le labbra calde e poi si allontanò. Fred rimase sulla Torre, con il viso sferzato da un vento freddo che non poteva cancellare il calore lasciato dalle labbra di lei.
Era giunto il momento di ammettere a se stesso di essere pazzo di lei. Era giunto il momento di agire e aveva bisogno di due cose: stupidità e coraggio.
Anzi, di tre cose. Aveva bisogno anche di George.
George. La voce nella sua testa, la voce della ragione.
 
 
 
 
 
 
 
 
- A volte penso ancora a Cedric..- mormorò Angelina.
Erano seduti su una panchina fuori dalla gelateria di Fortebraccio. Lasciarla non era stato difficile. Entrambi avevano sfornato una buona dose di bugie e di false speranze, in quella relazione. Fred sapeva di essere un ripiego. Angelina ignorava questo dettaglio e Fred non si preoccupò di rivelarglielo. Non aveva senso farla soffrire più del dovuto.
- Sì, anche io ci penso!- rispose Fred.
- George come sta?-
- Meglio..-
- E tu?-
- Bene..- rispose Fred. – Mi dispiace!-
Angelina sorrise. – Per cosa? Sai che la penso come te!-
- Sì, ma magari ora saresti qui con qualcun altro, a goderti il sole estivo e a mangiarti questo gelato con la persona giusta!-
- E chi sarebbe?- chiese lei ridendo.
Fred ammiccò. – Io un nome ce l’avrei, ma rischiamo di trasformare una pacifica chiacchierata in una guerra spietata!-
- Non ho una cotta per George!- sbottò lei.
- Ecco, appunto!-
Angelina sorrise. – Pensa a te, invece di pensare a noi!-
- Già dici “noi”? Vacci piano Johnson, ci siamo appena lasciati!- sbottò, sfoderando un’espressione da cucciolo ferito.
Angelina gli puntò contro un dito. – Con quell’espressione non mi freghi più!-
- Dirò a George di impararla!-
- Fred!-
- D’accordo, scherzavo!- esclamò. Poi si alzò sorridendo. – Vado, o mia madre verrà a cercarmi e mi farà tornare a casa strisciando!-
Angelina scoppiò a ridere e si alzò. Si abbracciarono. Fred sentì più calore in quell’abbraccio che in quelli che lo avevano preceduto nei mesi in cui erano stati veramente felici insieme. Perché c’era stato un momento, anche se breve, in cui era stato davvero felice con Angelina. Quella felicità, però, non era stata sufficiente. Non erano serenità e affetto le cose di cui aveva bisogno.  
- Ci vediamo a scuola!- disse lei.
- Ultimo anno!- commentò Fred.
- Sarà memorabile!-
- Puoi giurarci!-
Fred le sorrise e si allontanò. Fuori dal Paiolo Magico, incontrò Tonks. Insieme raggiunsero Grimmauld Place, chiacchierando di tanto in tanto. Quando Fred scese in cucina, trovò Hermione ad aspettarlo. Probabilmente era un segno. E quel segno era appena finito fra le sue braccia. Fred provò a pensare a quante volte avesse abbracciato Hermione. Si contavano sulle dita di una mano. In quel momento, nella macabra cucina di Grimmauld Place, era stata lei a correre fra le sue braccia.
Era decisamente un segno!
- Granger!- esclamò Fred, ricambiando l’abbraccio.
- Ciao!- esclamò lei, sorridendo radiosa.
- Quando sei arrivata?- chiese Fred.
- Cinque minuti fa!- rispose lei, prima di separarsi da lui.
Ginny corse subito dall’amica e Fred immaginò che quello fosse il loro ennesimo abbraccio. Anche se erano passate poche settimane dalla fine della scuola, a Ginny era mancata molto Hermione.
Fred la osservò. Era cresciuta un altro paio di centimetri. I capelli si erano schiariti, ma continuavano a essere bruni e cespugliosi. Anche se meno di quando aveva undici anni! Era più slanciata e più bella del solito. O forse il sole caldo di Diagon Alley gli aveva fritto il cervello..
La signora Weasley si avvicinò al gruppetto, con un mestolo in mano.
- Ginny, fa vedere a Hermione dov’è la vostra stanza. Fred, vieni ad aiutarmi con la cena!- esclamò, con un sorriso tenero rivolto alla figlia e alla sua migliore amica, ancora abbracciate.
- Sì mamma!- rispose Fred.
Seguì Hermione con lo sguardo, finché non sparì oltre la porta della cucina, poi raggiunse sua madre al tavolo.
- Niente magia!- ordinò lei.
Fred sbuffò. – Mamma..-
- No, Fred! Niente magia!- ribatté Molly, colpendolo sulla spalla con il mestolo.
Sbuffando, Fred afferrò una patata e cominciò a sbucciarla. Pochi secondi dopo, George si materializzò accanto a lui. La sua improvvisa comparsa spaventò Molly, che perse il controllo di una pentola di carote. Il contenitore finì sul pavimento e le carote volarono in tutte le direzioni. La signora Weasley parve gonfiarsi come un tacchino. Fortunatamente, Sirius, appena entrato in cucina, ebbe il buon senso di sistemare tutto prima che lei cominciasse a urlare.
- Molly, vuoi una mano per la cena? Fred e George possono tornare di sopra! Me ne occupo io!- si offrì Sirius, la voce esageratamente dolce.
La signora Weasley annuì, prima di rivolgere uno sguardo tagliente ai suoi figli. George sorrise e fece per girare su se stesso, ma Fred lo afferrò per la maglietta e scosse la testa.
Molly sollevò il mento e puntò la bacchetta verso di lui. – Saggia decisione, Frederick Weasley!-
Fred sorrise. – Uno dei due doveva pur essere intelligente!- esclamò, beccandosi un’occhiataccia da parte del gemello.
Quando arrivarono sul pianerottolo, però, si smaterializzarono direttamente in camera. E non si erano nemmeno presi il disturbo di dirselo prima. Avevano pensato entrambi alla stessa cosa. Come sempre!
- Allora, come è andata con Angelina?- attaccò subito George.
Fred si lasciò cadere sul letto. – Hermione è arrivata!- rispose.
George annuì. – Vedo che quello intelligente rimango sempre io!-
- Divertente!-
- Ti ho fatto una domanda, non tergiversare!-
- Sei tu che hai cominciato a parlare di intelligenza!-
- Fred..-
- Benissimo –
- Nel senso che?-
- Nel senso che non verrò trasformato in un Avvincino..-
- Ti ha perdonato?-
- La pensava come me..-
- Fantastico. Ora che si fa?- chiese George, l’entusiasmo traboccante dagli occhi vispi.
- Lavoriamo!- sbottò Fred, lanciandogli una scatola piena di esperimenti falliti di Merendine Marinare.
George sbuffò. – Parlavo della Granger..- tentò di nuovo.
Fred sollevò lo sguardo. – Credo di avere un piano!-
- E’ qualcosa di estremamente furbo e imbarazzante?-
- Che domande fai?- chiese Fred ironico, sfoderando un sorriso malandrino.
- Allora mi piace!- esclamò George.
- Prima devo parlare con Ginny!-
- Vacci subito!-
- E’ con la Granger!-
- No, la Granger è sotto la doccia..-
- Tu come fai a saperlo?- chiese Fred, sollevando un sopracciglio.
- Ho appena incontrato Ginny. È andata in salotto a studiare, forse..-
Ma Fred non sentì la fine della frase di George. Era già in salotto. La sorella era seduta sulla poltrona, le gambe rannicchiate sotto di sé e un libro aperto sul bracciolo. Ginny sollevò lo sguardo, quando lo vide improvvisamente davanti a sé.
- Ciao..- lo salutò, le sopracciglia sollevate.
- Hermione dov’è?- chiese subito Fred.
- Sotto la doccia!- rispose sua sorella. – Perché?-
- Secondo te le piace Ron?- chiese, fingendosi indifferente.
Ginny sollevò ancora di più le sopracciglia. – No. Penso che me l’avrebbe detto!-
- Anche se sei sua sorella?- azzardò Fred.
- Giusto. Be’, non credo comunque che le piaccia. A Ron piace Hermione, ormai penso lo sappiano anche i tappeti di questa casa. Ma Hermione non ricambia. Perché ti interessa?-
- Semplice informazione..- mormorò Fred.
Ginny sorrise. – Fred, perché ti interessa?-
- Ti ho fatto solo una domanda sulla vita privata di nostro fratello!- rispose lui, con un sorriso tranquillo.
- No, mi hai fatto una domanda sulla vita privata di Hermione!- puntualizzò lei.
- E’ la stessa cosa!-
- Non è la stessa cosa!-
- Ciao Ginny!- esclamò Fred.
Due secondi dopo era di nuovo nella sua stanza. Apparve esattamente nello stesso punto in cui era scomparso. George era ancora seduto sul letto, con la scatola delle Merendine Marinare in mano e la bocca semichiusa.
-..potresti andare a parlarle!- concluse George, come se non fosse stato interrotto.
- Grazie del consiglio, Georgie!-
- E’ stata una conversazione breve..- borbottò George.
- No, è stata anche fin troppo lunga..- ribatté Fred, sedendosi sul suo letto, di fronte al gemello.
- Che cosa ha detto?- chiese George curioso.
Fred alzò una mano, aprendo bene le dita. Poi iniziò a chiuderle, contando alla rovescia. Quando il suo indice, unico dito rimasto, si abbassò, la porta della stanza dei gemelli si spalancò. Ginny entrò come un tornado dalle spire rosse e volò subito accanto a George. Si gettò con così tanta energia che George venne investito in pieno e cadde di lato.
- Perché ti interessa? Scusa George!- sbottò Ginny, senza degnarlo di uno sguardo.
Fred alzò gli occhi al cielo. – Sapevo che era una pessima idea..- borbottò.
- Cosa mi sono perso?- chiese George, sistemandosi di nuovo a sedere.
- Fred mi ha chiesto se Hermione ha una cotta per Ron!-
- Ah..-
- Quindi?- chiese Ginny, spostando lo sguardo da Fred a George.
- Quindi cosa?- chiese George, fingendo indifferenza.
Fred spese qualche minuto per ringraziarlo mentalmente. Se c’era una persona in grado di reggergli il gioco, quello era il suo gemello!
- Uno di voi due ha una cotta per Hermione?- chiese Ginny, già sorridendo.
George la fissò come se fosse pazza. – Scherzi?-
Fred sbuffò divertito. – Sarebbe come avere una cotta per te!-
- E’ come una sorella, per noi!-
- E il posto di Prefetto sarà quasi sicuramente il suo..-
- Il che la rende nostra nemica per natura..-
- Ma non era come una sorella?- sbottò Ginny, scocciata.
Fred e George scoppiarono a ridere.
- Amica, nemica, sorella..scegli tu!- commentò Fred.
Ginny assottigliò lo sguardo e scrutò i gemelli. Fred si sentì attraversare da quegli occhi furbi e vispi quanto i suoi. Ginny era molto sveglia. Per quanto tempo sarebbe riuscito a ingannarla?
- Voglio sapere la verità!- esclamò Ginny, incrociando le braccia.
Il suo cipiglio severo ricordò a Fred quello di Hermione e la cosa rischiò di compromettere la sua stabilità mentale.
- Ginny falla finita! Era questa la verità..- borbottò George.
- Quindi mi hai chiesto di Hermione e Ron, così, giusto per sapere?- ironizzò Ginny, rivolgendosi a Fred.
Lui sbuffò e annuì, con un sorriso arrendevole. – D’accordo. Hai vinto. Glielo dici tu?-
- No, penso che ti lascerò questo onore!- mormorò George.
Fred guardò con serietà la sorella, poi allargò le braccia. – Abbiamo scommesso!-
Ginny rimase immobile come una tigre pronta ad attaccare, indecisa se credere alle parole del fratello o se scoprire le zanne. – Scommesso?-
George annuì. – Due Galeoni. All’inizio erano cinque, ma Ron non vale così tanti nostri risparmi!-
Fred scoppiò a ridere e scosse la testa. – Mi hai fregato, Georgie!- esclamò, per poi estrarre due Galeoni dalla tasca e lanciarli al fratello.
- E con questa fanno tre scommesse vinte quest’anno!- commentò George, intascandosi le monete.
Ginny continuò a osservarli con l’espressione da predatrice braccata. – Avete scommesso sulla vita sentimentale di Ron?-
I gemelli annuirono, sorridendo beffardi. Ginny parve sciogliersi. Sorridendo, si alzò in piedi e scosse le spalle. – La prossima volta voglio scommettere anche io!-
- Ti terremo in considerazione!- esclamò George.
Quando Ginny scomparve dalla loro stanza, Fred rilassò le spalle e si prese la testa fra le mani.
- Tu sai che non ci è cascata, vero?- chiese George.
- Mi inventerò qualcosa. Come facevi a sapere che avevo due Galeoni in tasca?-
- Te li ho dati io, zucca vuota..-
- Bene, adesso ridammeli!- esclamò Fred.
Ridendo, George lanciò le monete al gemello. Per due giorni, Ginny tormentò Fred. I gemelli lo avevano previsto. Lo braccò fuori dalla cucina, dopo cena, prima di andare a dormire, a colazione, durante le pulizie e durante il pranzo. Fred rispondeva in modo meccanico o minacciava di trasformarla in un orologio da taschino, ma Ginny non cedeva mai. Prima che lei salisse in camera, dopo cena, Fred si intrufolò nella stanza della sorella. Con un incantesimo, fece comparire un enorme serpente nero e lo nascose fra le coperte. Era finto, ma molto realistico. Quando si smaterializzò in camera sua, sentì un grido lacerante provenire dal piano di sopra. George lo guardò sorridendo e alzò la mano. Fred gli batté il cinque. Da quel momento, Ginny non fece più domande.
 
 
 
 
 
 
 
Le pulizie a Grimmauld Place procedevano male. Non solo era un lavoro noioso, ma anche potenzialmente pericoloso. Fred salvò la vita a Ginny, quando una camicia tentò di strangolarla. E George salvò quella di Fred, quando una lancia decise di prendere di mira il suo stomaco. Sirius passava molto tempo con loro, e questo era forse l’aspetto migliore delle pulizie. Per tutti gli altri.
Per Fred, l’unico lato positivo di quella bonifica, era il tempo passato in compagnia di Hermione. Non erano mai soli, ma erano insieme. Per lui era sufficiente.
Quel giorno, stavano pulendo il salotto. O meglio, avrebbero dovuto pulire il salotto. Ginny aveva chiesto una dimostrazione pratica del talento di Fred e George con gli incantesimi. Ron era stato segregato in cucina dalla madre, a sbucciare le mele, insieme a Harry. Un altro punto a favore di quel pomeriggio di “pulizie”.
George stava facendo levitare un enorme secchio di fegati di rana che il signor Weasley aveva portato a Grimmauld Place per Malocchio.
- Visto? Questo è il bello di avere diciassette anni!- esclamò George.
Hermione sfoderò uno ghigno scettico. – Far volare secchi di fegati di rana?-
- Compiere magie fuori dalla scuola, Granger!- la corresse Fred.
- Un grande segno di maturità..- borbottò lei, incrociando le braccia.
Ginny scoppiò a ridere e riprese a strofinare un tavolino basso tutto impolverato con uno straccio ormai consunto.
- Il segreto è la concentrazione..- mormorò George, seguendo con lo sguardo il secchio.
In quel momento, Sirius aprì di scatto la porta, spaventando George. Il ragazzo perse il controllo della bacchetta e il secchio precipitò..addosso a Hermione. In un secondo, la ragazza si ritrovò completamente ricoperta di fegati di rana. Ginny sgranò gli occhi, per poi scoppiare a ridere e George, indeciso se dispiacersi o prenderla in giro, si avvicinò a Hermione.
- Oh santo Merlino, scusa Granger!- esclamò.
Sirius scoppiò in una risata simile a un latrato. – Magari ripasso più tardi!-
Fred scoppiò a ridere, beccandosi un’occhiataccia di Hermione.
- Fermo Georgie, o peggiorerai le cose. Ehi, sperimentiamo un po’ di incantesimi non verbali!- esclamò Fred.
Hermione alzò le mani. – No, grazie, faccio da sola!-
- Avanti, Granger! Non ti fidi di me?-
- Né di te né di lui!- esclamò lei, indicando George.
- Che esagerazione! Sono solo fegati di rana..-borbottò George.
Fred rivolse a Hermione un ghigno beffardo e, prima che lei potesse protestare agitò la bacchetta, pensando intensamente alla parola “evanesco”. I fegati scomparvero. E anche la sua maglia. Accadde tutto in così pochi secondi, che Fred pensò di essersi immaginato tutto. Rapidamente, agitò la bocchetta e, ridendo, pronunciò un incantesimo. La maglietta di Hermione ricomparve. I fegati no. Poi, prima ancora di realizzare l’espressione omicida di Hermione, Fred la vide chinarsi e afferrare il secchio. Non ebbe il tempo di abbassarsi. Il secchio si infranse dolorosamente contro la sua testa. Ginny e George rotolarono per terra, in preda a una risata inarrestabile. Hermione, rossa in viso, ansimava e lanciava lampi di rabbia con gli occhi.
Alzò l’indice e lo puntò contro Fred. – Sei un idiota!-
- Scusa, Granger! Ero sicuro di essere capace!-
- Evidentemente, ti sbagliavi!-
- Va bene, però la prossima volta colpiscimi con qualcosa di più leggero..- borbottò Fred, tastandosi la fronte. Un bernoccolo stava crescendo rapidamente.
- La prossima volta spero di poter usare una bacchetta..- borbottò Hermione, calciando un fegato di rana spiaccicato sul tappeto. – E voi due smettetela di ridere!- sbottò, sempre più rossa.
Fred osservò Hermione con un ghigno divertito. Era bella anche quando si arrabbiava. E le sue guance rosse erano una prigione di calore. Non era mai stato bravo con gli Incantesimi Evanescenti. George lo sapeva.
Ma Hermione no..
 
 
 
 
 
 
 
Hogwarts era sempre la stessa. Il dormitorio era sempre uguale. Il suo letto era sempre comodo. Ma non poteva addormentarsi. Perché Lee occupava il suo letto. Masticava rumorosamente dei Pallini Acidi e parlava. Di Katie. Di Quidditch. Della sua estate. Di Katie. Di Quidditch. Dei Tiri Vispi. Dei piani per depistare la Granger e Ron. Di Katie.
George, a un certo punto, afferrò una scatola di Cioccalderoni e la lanciò in direzione di Lee, centrando la sua testa.
Gemendo, Lee si massaggiò la fronte. – E questo perché?-
- Per farti smettere di parlare..- rispose Fred.
- Benissimo, tocca a voi. Che avete fatto quest’estate?- chiese Lee, inghiottendo un'altra caramella.
George sfoderò un ghigno. – Fred si è esercitato con gli Incantesimi Evanescenti..-
Fred rivolse a George un sorriso complice e Lee passò lo sguardo da uno all’altro, con espressione perplessa.
- Davvero?- chiese Lee.
Fred annuì. – Ma non sono migliorato. George ha ricevuto una grande notizia, invece!-
George aggrottò la fronte e aprì la bocca per ribattere, ma Lee lo anticipò. – Ah sì, questa la so!- esclamò sorridendo. – Angelina è tornata single!-
- Ehi, non esagerare con l’entusiasmo!- protestò Fred. – Nessuno si preoccupa di chiedermi come sto?- chiese, indicandosi.
Lee inarcò le sopracciglia. – Ma l’hai lasciata tu!-
- E allora?-
- E allora avrai avuto le tue buone ragioni..il punto è: George si farà avanti?- chiese, con tono teatrale.
Fred si voltò verso il gemello. – Giusto, Georgie: che farai?- chiese, con un ghigno.
- Oh non lo so, Freddie. Perché non ci parli prima dei tuoi piani?- lo provocò il gemello.
- Quali piani?- chiese Lee confuso.
- Lascia perdere, non capiresti!- mormorò Fred.
Poi la conversazione venne spostata sul Quidditch. Un terreno sicuro. Verso mezzanotte, Lee si addormentò. Fred e George lo sistemarono nel suo letto e poi andarono a dormire. Nel buio della stanza, George sgattaiolò verso il letto del gemello e scostò la tenda.
- Fred?-
- Cosa c’è?-
- Pensi che ne valga la pena?-
Fred si voltò verso il gemello e osservò i suoi occhi pervasi dal dubbio. – Riguardo a cosa?-
George scosse le spalle. – Mettersi in gioco. Rischiare. –
Fred sorrise comprensivo. Sapeva cosa stesse passando nella mente del gemello. I suoi pensieri erano molto simili.
- Sì, penso ne valga la pena – rispose Fred.
- Non hai paura di fallire?-
- Ho più paura di vincere!- ammise Fred.
Vide George sorridere. Il gemello aveva capito cosa intendesse Fred.
- Buonanotte..- mormorò George.
- Notte, George!-
Prima di addormentarsi, Fred ripensò a quella breve conversazione con il fratello. Sorrise, pensando al suo piano.
Ti sei cacciata in un bel guaio, Granger!
 
 
 
 
 
 
 
Era tornata indietro. Fred sorrise nell’ombra. Com’era possibile? Era tornata perché aveva capito? O era tornata per capire?
Fred vide Hermione chinarsi accanto al camino. Immaginò il vetro scintillante di Whisky nelle sue mani. Era tornata. Forse George aveva ragione. Il suo gemello sosteneva che Hermione gli sorridesse in modo strano. Continuava a ripetere a Fred che aveva occhi solo per lui. Ma era vero? Fred non poteva illudersi. Non poteva davvero pensare di avere una possibilità.
Eppure lei era lì, la luce calda del fuoco che si rifletteva sulla sua pelle e suoi capelli. Era lì. E lui era ancora nascosto nell’ombra! Con passo felpato, la raggiunse alle spalle. La abbracciò, tappandole subito la bocca. La sentì sobbalzare e irrigidirsi. Il bicchiere cadde a terra e si infranse con un rumore secco. Il crepitio del fuoco superò il rumore del suo respiro. Fred sentì Hermione rilassarsi contro il suo corpo. Aveva capito. Il cuore di Fred si fermò. Perché era lì? Perché era tornata indietro? Poteva semplicemente chiederglielo. Ma domandare portava ad una sola conseguenza: rispondere alla stessa domanda! E non poteva. Non era ancora pronto. Fred non sapeva dove lo stessero portando i sentimenti che provava per lei. Era ancora tutto troppo confuso. Poteva fare solo una cosa, l’unica che aveva desiderato per mesi: baciarla.
Lentamente, le strinse il fianco. Spostò la mano sulla sua guancia. Fred premette sul suo fianco, per invitarla a girarsi. Non esitò. Se lo avesse fatto, il suo coraggio lo avrebbe abbandonato del tutto. Doveva spegnere i pensieri e seguire l’istinto. Hermione sospirò, nello stesso istante in cui Fred sfiorò le sue labbra. E il mondo si fermò. Il solo contatto con quelle labbra cancellò ogni paura. Cancellò ogni freno. Fred non riuscì a capire chi fu il primo ad avvicinarsi. Capì solo di stringerla fra le braccia. Il lieve contatto divenne un bacio, un bacio vero. Fred sentì per la prima volta le vene bruciare. Il suo corpo venne invaso dalle fiamme. Non era come bere il Whisky Incendiario. No, Hermione era molto meglio. Era il suo sapore, così unico e invitante, a rendere tutto diverso. Le sue labbra erano morbide, decise, ardenti. Erano perfette contro le sue. Le loro lingue si prendevano e si lasciavano. Era una danza infuocata e inarrestabile. Non poteva lasciarla andare, non poteva permettere che quel bacio finisse. La strinse a sé. Hermione afferrò il suo maglione e si avvicinò al suo corpo. Lo accarezzò, percorrendo il suo corpo con le mani, fino ad allacciare le braccia attorno al suo corpo. Fred le accarezzò la schiena. Trovò un tratto di pelle scoperta e lo sfiorò con le dita. La sentì rabbrividire. Quel brivido, insieme alla consapevolezza della passione con cui le stesse rispondendo al bacio, trascinò Fred nell’oblio più completo.
Non aveva bisogno di ossigeno. Lei era la sua aria. Era tutto ciò di cui aveva bisogno. Non gli serviva altro. Stringere il suo corpo fra le braccia, sentire il calore della sua pelle, saggiare le sue labbra, erano le uniche cose che gli servivano per vivere. Hermione era lì. Era tornata per lui. Era lì, stretta contro il suo corpo. Tremava, lo baciava, cercava la sua lingua. A Fred sembrava di sognare. Galleggiava in quella dimensione perfetta, dove esistevano solo loro e la luce del camino. Ma non era un sogno. Quella era la realtà. Hermione era veramente lì. E quella realtà si abbatté con forza sul suo cuore, accelerando il suo battito. La strinse forse, morse il suo labbro e catturò la sua bocca in nuovo bacio, passionale e profondo. Aveva bisogno di lei, di farle capire che tutto quello stava succedendo per una ragione. Ma non poteva dirglielo. Poteva solo baciarla. Poteva solo sperare che quel bacio e la luce del camino aleggiassero dal sogno alla realtà. Poteva solo sperare che lei capisse.
Come poteva lasciarla andare? Come poteva continuare a vivere serenamente, ora che aveva scoperto che le sue labbra erano più importanti dell’aria stessa?
Poteva solo sperare che quel bacio non fosse l’ultimo. Lentamente, Fred rallentò. Le sue labbra divennero più delicate. Hermione si protese in avanti, cercandole di nuovo. Fred sorrise e tornò a baciarla, dolcemente. Sfiorò la sua bocca, il respiro caldo di Hermione si perse sulle sue labbra. Fred si convinse a respirare. Era più difficile del previsto. L’ossigeno non era un’esigenza. Lei sì. La desiderava, molto più di quanto l’avesse desiderata fino a quel momento.
Fred aprì gli occhi. Quelli di Hermione brillavano. Erano lucidi. Sconvolti. Riflettevano ogni emozione che Fred provava e questo rovesciò completamente la sua realtà. Aveva rischiato. Si era messo in gioco. Ed era stata la scelta migliore della sua vita!
- Buonanotte, Granger!- sussurrò Fred.
Sfiorò le sue labbra con un bacio e poi sparì. Quando arrivò davanti alla porta della sua stanza, Fred appoggiò la fronte contro il legno freddo. La sua testa girava. Il suo cuore pulsava frenetico. E lui aveva ancora voglia di lei.
Il primo passo era stato fatto. Ora non poteva più ritirarsi. Non poteva arrendersi. Sorrise, a occhi chiusi, beandosi del freddo della porta. L’aveva baciata. La sfida era cominciata. Una sfida contro se stesso, contro i suoi sentimenti. Cosa provava? Dove lo stavano portando? Non ne aveva idea. Ma c’era lei. Hermione era con lui. Era appena stata trascinata nel gioco. E Fred aveva ancora bisogno di lei, dei suoi baci, della sua pelle.
Lentamente, entrò nella stanza. Raggiunse il suo letto e ci si buttò completamente vestito. Chiuse gli occhi. Ripensare a quei momenti fu emozionante, ma non quanto viverli.
Mi chiedo dove mi porterà tutto questo..
Fred sorrise nel buio. Se la riposta era “Fra le sue braccia”, allora andava bene. E mentre si addormentava, la realtà divenne sogno e le immagini di un sogno si intromisero nella realtà. Allora divenne difficile capire cosa fosse vero e cosa fosse solo frutto della sua immaginazione. Però Fred sapeva che quel bacio era reale. E per un motivo a lui del tutto sconosciuto, sapeva anche che non sarebbe stato l’ultimo. Il buio calò sui suoi pensieri e la realtà scomparve.
Il sogno prese il sopravvento. Sognò quelle labbra. Sognò la sua voce. Sognò il suo sorriso.
Sognò di svegliarsi fra le sue braccia..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fred si svegliò di soprassalto. Quando si era addormentato? Strizzò gli occhi un paio di volte, cercando di mettere a fuoco la stanza. Il buio era calato nella Stanza delle Necessità. Lo stomaco di Fred si contorse. Quasi scoppiò a ridere, ricordandosi il motivo per cui avevano saltato la cena. Muovendosi piano, Fred allungò un braccio e accarezzò la guancia di Hermione. Era ancora addormentata.
Voltò lo sguardo di nuovo verso l’alto e cercò di catturare le immagini del sogno. Che cosa stava sognando?
Poi ricordò.
Fred sorrise, guardando il legno marcio del vecchio letto a baldacchino. Il fiume di ricordi nella sua mente rallentò la forza della sua corrente. I ricordi cominciarono a defluire dai suoi pensieri. Erano tutti così vividi e importanti, per lui, che non aveva paura di vederli volteggiare via. Sapeva che erano ben custoditi. Non sarebbero mai svaniti del tutto. Non era stato solo un sogno. Quelli erano i suoi ricordi. I ricordi più preziosi che aveva.
Dovette trattenere una risata, quando rivide nella sua mente la ragazzina piccola e impertinente che andava alla ricerca del rospo di Neville. E dovette trattenersi ancora di più al ricordo della stessa ragazza a cui aveva tolto “accidentalmente” la maglietta. Quanto tempo era passato? Eppure ogni momento era inciso nella sua mente, indelebile.
La voce di Hermione lo riportò alla realtà, una realtà, se possibile, ancora più bella dei suoi pensieri. Perché lei era lì.
- Perché sorridi?- chiese Hermione.
Si era svegliata, ma lui era immerso nei suoi ricordi e non se ne era accorto. Fred si voltò a guardarla. Aveva un braccio sotto il cuscino, la testa appoggiata, e una mano stava tormentando un ricciolo scivolato dalla sua spalla. Fred sorrise, pensando a quanto fosse bella. Lo era sempre stata.
- Pensavo..- rispose, lasciandosi sul vago.
Lei sfoderò un’espressione interrogativa. – A cosa?-
- Stavo viaggiando fra i ricordi..- rispose Fred, sorridendo.
Hermione ricambiò il suo sorriso. – Erano bei ricordi?-
- I migliori della mia vita!- ammise lui.
Hermione sorrise e allungò una mano. Con le dita accarezzò la spalla di Fred. Lui chiuse gli occhi per un momento, godendosi quel contatto. Era incredibile quanto potesse essere potente ciò che provava per lei. L’aveva sempre convinta di essere il solo a poter condurre il gioco, il solo ad avere il potere e di trascinarla, ma era tutta una farsa. Era lei. Era sempre stata lei. E Fred era solo un ragazzo normale, immobile e innocuo fra le sue braccia, completamente in balia di lei, delle sue mani, della sua voce, dei suoi occhi.
Fred aprì gli occhi e sorrise. Hermione ricambiò il sorriso.
Segui il tuo cuore..
Fred sentì improvvisamente la forza dei suoi pensieri e dei suoi ricordi. Esplosero tutti contemporaneamente. Un caleidoscopio di immagini e colori, pensieri e parole, vorticò nella sua mente. Confusi e chiari allo stesso tempo, poteva sentirli e vederli, quasi come se avesse potuto afferrarli con le mani. I suoi ricordi erano lì e gridavano tutti la stessa cosa. L’unica consapevolezza che non lo aveva mai abbandonato, fin da quando lo aveva capito. Perché c’era una risposta a tutto e i suoi ricordi erano lì per dirglielo. Stavano parlando con la sua voce. Dicevano tutti la stessa cosa e Fred capì perché avesse aspettato tanto per dirlo. Perché doveva essere sicuro. Doveva vedere la stessa consapevolezza negli occhi di Hermione. Ma soprattutto doveva vederla in loro. Perché ormai non si parlava più di Fred Weasley, né di Hermione Granger.
Si parlava di Fred Weasley e Hermione Granger. Non erano più soli. Erano uniti. Erano diventati parti nella somma del tutto. C’era tutta la differenza del mondo. Ora non aveva più paure a tormentarlo, né dubbi, né incertezze. Aveva lei. Era tutto ciò di cui aveva bisogno. Non doveva più aspettare, non doveva più giocare nessuno strano gioco. Trattenne un ghigno, pensando che era una mezza bugia. Avrebbe sempre giocato con lei. L’avrebbe sempre fatta impazzire. Adorava farlo. Ma sarebbe stato diverso.
Adesso erano insieme. Era quella la differenza. Erano insieme e potevano cominciare finalmente a vivere ciò che provavano. Finalmente, Fred poteva lasciare cadere la maschera. Era arrivato il momento di dire la verità, la stessa verità che lei stava vivendo. Sarebbe stato bello se Hermione avesse potuto vedere i suoi ricordi, perché avrebbe capito subito. Forse avrebbe impiegato molto meno tempo di lui. Era intelligente, e anche tanto! Ma c’era un altro modo, uno ancora più semplice.
- Hermione?- la chiamò.
- Sì?-
Le labbra di Fred si piegarono in un sorriso, il più sincero e profondo, quello che regalava a lei e lei soltanto.
- Ti amo –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dice l’autrice:
 
 
Volete il rullo di tamburi?!
Scherzi a parte, ci siamo! Siamo arrivate a questo famoso capitolo 21! L’ho decantato così tanto che ora temo il vostro giudizio! Non penso di aver fatto un lavoro eccellente, ma è il mio preferito, quello che sento più nella mia mente. È il capitolo attorno al quale ruota tutta la storia! Ed è il capitolo centrale da dove nasce la storia! I ricordi di Fred, descritti attraverso il tempo, fino al presente!
Sinceramente, voglio sapere il vostro parere! È sempre importante, ma su questo capitolo lo è ancora di più. Perché, ribadisco, penso sia il capitolo più significativo, per me. Perciò voglio sapere la vostra opinione! Attenderò con ansia!
Detto questo: il finale! Non so cosa aspettarmi da voi: mi odierete perché l’ho chiuso così, o perché finalmente Fred ha detto le due paroline magiche? Sono curiosa!
Note: ho scritto lo Smistamento con la Pietra Filosofale aperta sul capitolo 7 (Il Cappello Parlante) perciò sono stata totalmente fedele al libro! Rileggendo, tra l’altro, ho scoperto di aver fatto un grosso errore: Lisa Turpin è Corvonero, non Grifondoro! Perciò diciamo che nella mia versione resta una Grifondoro, ma nell’originale non è così! :D
Curiosità: lungo il capitolo troverete un sacco di dettagli che avete già visto! Ad esempio, la margherita rossa! Di questi dettagli che collegano il passato al presente, Fred a Hermione, ce ne sono esattamente otto, compresa la margherita! Chi sa trovarli tutti? Vediamo chi ci riesce :D ovviamente se avete voglia o se non avete niente di meglio da fare! Perdonatemi, ma la mia vita ultimamente è così stressante che posso sfogarmi solo così! Sono otto dettagli, come dire, sottili e ricercati. Escludete quindi il secchio con le rane, il fazzoletto al Ballo del Ceppo e il serpente nel letto di Ginny! Gli altri sono un po’ più nascosti!
Dedica e ringraziamenti: questo capitolo è dedicato con tutta l’anima e il cuore a delle persone davvero importanti, ossia voi! Chi leggi, chi segue, chi scrive recensioni, tutti! Anche a chi ha aperto la storia per poi cestinarla! Senza di voi non saremmo arrivati fino a qua. Senza di voi non continuerei a scrivere! Perciò grazie! Grazie infinite!
In particolare, il capitolo è dedicato a delle lettrici storiche con cui ho scoperto di avere molto in comune e con cui sto stringendo un bel rapporto di amicizia. E sono: Vany (ormai mia amica storica), Hoon21, Hermione00, Sia, Vale47, Omega_ex_bolla, ellex,  Dolcesognare! E ovviamente voglio ringraziare di cuore tutte, ma proprio tutte, le persone che recensiscono, che mi fanno sapere cosa pensano, e condividono con me le loro idee! Siete speciali tutte, dalla prima all’ultima!
Dichiaro ufficialmente concluse queste note..anche perché stanno diventando troppo lunghe! (come sempre!)
Grazie infinite ancora e attendo i vostri giudizi!
Baci :)
Amy
  
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