«Tranquilla...non ho nessuna intenzione di spararti...il mio sangue scorre nelle tue vene»
«Allora perché hai ucciso Misa?»
«Io non l'ho uccisa...lei si è suicidata perché non mi ha accettato come padre»
Intanto gli agenti perlustravano la zona.
L'agente Taru Takagi era il più determinato a trovare Pernod; non poteva accettare quanto sapeva e voleva regolare i conti una volta per tutte.
«Non ti accettava come padre?»
«Esatto...per quanto non ho potuto accettare queste sue parole non le avrei mai fatto del male...a sua madre l'amavo...»
«Sua madre è stata investita nel bosco...è stata uccisa da te» disse la ragazza alzandosi da terra.
«A sua madre non gliene fregava niente di me...Mi ha rinnegato sposandosi con un altro...ma alla figlia che è sangue mio non l'avrei toccata...non avrei fatto pentire la figlia di una scelta della madre...non ne aveva colpe»
«BASTARDO!!!» urlò Takagi
Pernod si girò di scatto.
«Oh agente Takagi» disse Pernod.
«Quindi la madre di Misa è stata investita a causa tua...Misa si è suicidata a causa tua ed hai fatto cadere la colpa su una giovane innocente»
«La vita gioca dei brutti scherzi caro investigatore»
«Che stai dicendo?» disse estraendo la pistola.
A quel punto l'uomo prese come scudo sua nipote, puntandole la pistola alla tempia.
«Sparami bastardo e avrai lei sulla coscienza»
«Lascia stare l'ostaggio!!»
«Zio che cazzo fai?»
«Maledetta bastarda stai zitta» disse Pernod colpendola duramente alla tempia con il calcio della pistola; la ragazza a quel punto perse i sensi, cadde a terra e Pernod, con estrema agilità, iniziò a correre.
«Non mi scappi!!» disse l'agente Taru inseguendolo.
«Ispettore mi dica» disse l'agente Sato rispondendo alla chiamata dell'ispettore Megure.
«Che novità ci sono nella tua zona?»
«Alcuna...»
«Takagi è con te?»
«No...»
Intanto l'inseguimento continuava in modo serrato; Taru Takagi non poteva permettersi di perdere di vista l'uomo e non si sentiva nemmeno di chiedere i rinforzi.
«Bastardo fermati!!»
Pernod continuava a correre e a non rispondergli.
I due uscirono dal parco e giunsero in un cantiere abbandonato.
«Adesso sei in trappola caro Pernod» disse l'agente entrando nel cantiere e puntando la pistola sempre davanti.
Pernod iniziò a ridere di gusto.
Nel prossimo capitolo:
«Prima tua sorella, poi tua nipote e infine tu…siete voi che non andate»
«Non è vero...Misa non era tua figlia»
«Si esatto...Sono Kita Ishida»
.Spero sia stato di vostro gradimento. Non perdete il prossimo appuntamento, giovedì 09 gennaio 2014 (Regolamento di conti - Prima parte)