Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Hutcher92    07/01/2014    0 recensioni
Una ragazza si sveglia in ospedale. E' sola e non ha nessuno lì con lei.
Non ricorda niente prima del suo risveglio.
Nemmeno il suo nome.
Come riuscirebbe a resistere in quell'ospedale bianco senza qualcuno che la venga a salvare?
-"Gli angeli non sono sempre bianchi"-
Spesso gli angeli indossano un camice d'ospedale come il tuo.
Spesso gli angeli ti chiamano paperella.
Spesso gli angeli hanno dei segreti
Spesso gli angeli si chiamano Niall.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti :)
Scusate se ci ho messo tanto a pubblicare il nuovo capitolo ma penso che parlando di compiti per le vacanze siamo tutti sulla stessa barca e potete capirmi.
Grazie per le recensioni che state dando a questa FF, spero che anche questo nuovo capitolo vi piaccia.


Quando mi sveglio, sento una strana sensazione di felicità ma svanisce quando mi rendo conto che sono ancora in ospedale.
Mi hanno finalmente tolto l’ago e non sento più dolore.
Visto che le mie gambe funzionano scendo dal letto e vado in bagno.
Dopo essermi lavata mi guardo allo specchio e ricordo la frase che mi ha detto ieri Niall:
-“-Sono contento che l’incidente non ti abbia rovinato il viso…sei molto carina”-
Sorrido al pensiero di vederlo di nuovo.
Con la mano mi tocco la cicatrice…posso parlare ora?.
Riesco a dire “ciao” e “May”…il si mi esce ancora un po’ stridulo.
Quando esco dal bagno, mi hanno lasciato la colazione sul comodino.
Latte in un bicchiere, un pacchetto di fette biscottate e due confezioni piccole di marmellata di fragole.
Non ho fame, né mi sento debole, perciò non mangio.
Ritorno in bagno, mi pettino e mi lavo i denti.
Esco fuori dalla mia stanza e percorro il lato del corridoio alla mia destra che ieri non ho visto, quello con le altre stanze.
Le stanze sono uguali alle mie ma tutti hanno un compagno, nessuno dei letti è vuoto.
Mi fermo alla porta dell’ultima stanza.
Dentro c’e una bambina. Deve avere circa nove anni.
Ha la testa fasciata.
Mi sorride e mi fa ciao con la mano.
Io ricambio.
E’ brutto vedere dei bambini in ospedale, dovrebbero essere fuori a giocare e non costretti a letto.
Accanto a lei c’e una donna, probabilmente la madre, che mi guarda con occhi stanchi.
Torno indietro con gli occhi pieni di lacrime.
Anche io voglio la mia mamma.
Vado a sbattere contro qualcuno.
Quando alzo la testa per scusarmi vedo che sta ridendo.
Niall.
-Ti ho trovata finalmente-
-Ciao- gli dico.
-Ah, la magia della medicina…sei migliorata tantissimo a parlare- mi dice.
Gli sorrido e lo prendo per una manica.
-Vieni-
Lo porto nella mia stanza, lui osserva il letto vuoto.
-Ti senti sola qui?-
Io annuisco.
-Dovresti avere il mio compagno di stanza…è un chiacchierone tremendo, quando vengono i miei parenti a trovarmi loro parlano più con lui che con me, tante sono le domande che gli fa-
Apro il cassetto del comodino e prendo il quaderno rosa.
Scrivo qualcosa sopra e glielo porgo.
Lui lo legge e mi guarda.
-Vuoi sapere come è mia mamma?-
Io annuisco e mi guardo le mani.
-Perché?-
Sento un groppo alla gola, e i miei occhi si appannano.
Inizio a piangere e singhiozzare.
-Non…ricordo…la mia mamma-
Niall si siede vicino a me e mi abbraccia e aspetta in silenzio finche i singhiozzi non sono finiti.
Quando le lacrime si fermano e i singhiozzi vengono sostituiti da un leggero tremolio del labbro lui mi guarda.
-Ritroverai tua madre piccola, te lo prometto…non resterai qui per sempre-
Mi dice qualcos’altro ma non lo ascolto…mi perdo in quegli occhi dal colore irreale.
Sembra che qualcuno abbia preso un pezzo di cielo e una goccia  di mare e li abbia messi insieme.
Sono così belli.
Io gli prendo una mano.
-Grazie-
Vorrei fermare il tempo e rimanere così per sempre. Mano a mano con lui, mentre il suo braccio mi circonda le spalle e i suoi occhi che mi guardano, ma poi lui si stacca.
Si arruffa i capelli e mi guarda.
-Com’è non ricordare May?-
Io sospiro.
-Brutto…senti un…vuoto dento…-
-Anche io vorrei non ricordare la mia vita passata- dice lui.
Il mio sguardo interrogativo lo induce a parlare.
-Non ho avuto una bella infanzia-
Sto per fargli un'altra domanda ma mi fermo. Non sarebbe educato. Lui lo comprende e inizia a raccontarmi una cosa.
-Sono sempre stato un bambino malato…sono nato prematuro e quindi ero leggermente deforme, ecco perché a tre mesi mi sono operato alla schiena. Probabilmente a mia madre non piacevo perciò mi ha dato in adozione-
Sospira e va avanti.
-La donna che mi ha preso mi ha cresciuto come una vera mamma, è stata sempre buona con me e mi ha pagato tutte le cure necessarie, io le voglio bene come se fosse la mia vera madre, mentre della mia vera mamma non so più niente…ecco perché tu sei fortunata ad aver dimenticato…potresti avere una storia come la mia e non saperlo, in quel caso è meglio che tu sia qui-
Smette di parlare.
Se solo potessi farlo io…gli vorrei dire così tanto.
Con la coda dell’occhio mi guarda mentre scrivo sul quaderno.
Glielo porgo.
 
“Non pensare alla donna che ti ha abbandonato, pensa alla donna che ti ha preso con te e riversa su di lei il triplo del tuo amore.
Nella vita si deve pensare solo alle cose belle…è troppo breve per pensare alla tristezza.
Quando sei triste prova a pensare a chi sta peggio di te.
Io faccio questo da quando mi sono svegliata.
Se per te è complicato, possiamo farlo insieme”
 
Lui mi sorride.
-Tu non sei una persona normale- mi dice.
Non so se prenderla come un offesa o come complimento.
-Secondo me sei una principessa o roba del genere che è stata mandata sulla Terra per portare la pace nel mondo…sei troppo buona-
Io rido pensando a quella strana fantasia. Lui è serio.
-Ti prego dimmi che lo pensi anche tu- dice.
Voglio compiacerlo…perciò dimentico la mia pronuncia sbagliata del si e faccio per dirlo.
Non avrei mai voluto farlo.
Dalla bocca mi esce una parola strana, non so nemmeno con cosa paragonarla.
Niall mi guarda serio per qualche secondo, poi scoppia a ridere.
Riderei anche io ma sono offesa.
-Sembrava il fischietto di una paperella di gomma-
Quello stupido continua a ridere, ma quando vede che io non rido si mette seduto di nuovo e smette di farlo.
-Non…prendermi…in giro-
-Hai ragione paperella, scusa-
Paperella?!
-Mi perdoni?- mi chiede.
Aspetta la risposta e io quasi ricasco nel tranello.
Voleva farmi dire di nuovo “si”.
Gli do uno schiaffo sulla spalla e gli dico:
-Okay-
Mi abbraccia e ride.
Passiamo il resto del tempo a parlottare fra noi.
Quello che parla di più e lui ovviamente.
Mi racconta di un libro che sta leggendo, narrandomi la trama, davvero avvincente.
E’ quasi alla fine del racconto quando arriva l’infermiera a portarmi il pranzo.
Caspita è già l’una!
Prima di andarsene, la donna mi dice:
-Vedi di mangiare stavolta!-
-Perché, di solito non mangia?-
-E’ da quando è arrivata che non mangia, mi chiedo come faccia a non avere fame-
Posa il vassoio ed esce.
Non lo guardo nemmeno.
Come sempre.
-May…non puoi farti morire di fame-
-Non…ho fame-
-Forse no, ma il tuo corpo ne soffre…se non mangi starai ancora più male-
Giro la testa dall’altra parte.
Non deve impormi di mangiare.
-Guarda che se non mangi ti imbocco io con la forza-
Mi giro e lo guardo.
Non scherza.
-Hai due opzioni…o ti imbocco io con la forza o prendo il mio cibo e vengo qui a mangiare con te-
Mi vergognerei a farmi imboccare da Niall, perciò alzo l’indice e il medio in modo da formare il numero due con la mano.
Lui capisce che preferisco la seconda opzione e si alza e sorride vittorioso.
Esce dalla stanza e io guardo il cibo.
Tre vaschette.
Una con della pasta con il sugo, un’altra con una fettina di carne, un’altra con dei piselli.
Un panino avvolto nella plastica.
Niente di più.
Oh come vorrei non mangiare.
Mi tocco la pancia e quando la mia mano si sposta riesco a sentire le costole.
Ritiro la mano schifata.
Forse Niall ha ragione.
Entra con un sorriso sulle labbra ed un vassoio uguale al mio e si siede sul letto di fronte.
-E’ più buono di quanto sembri-
Annuisco e apro la prima vaschetta con la pasta.
Faccio uno sforzo per metterne una forchettata in bocca e masticarla.
Il sapore non è male e in men che non si dica lo stomaco mi si riapre e comincio a mangiare.
All’improvviso entra una donna nella stanza.
Ha i capelli arruffati e le guance rosse come dopo una corsa.
Appena vedo questa signora sconosciuta mi viene un colpo… e se fosse la mia mamma? Non ho nemmeno il tempo di sorridere che la donna si rivolge a Niall.
-Perché non eri in camera?-
-Scusa mamma, mi annoiavo quindi sono venuto da May-
La signora mi guarda.
-Tua nonna vuole salutarti, forza andiamo in camera tua.-
Lui scende dal letto e si avvia verso la porta.
-Ci vediamo dopo May-
Io lo saluto con la mano e sia lui sia sua madre escono dalla stanza.
Mi sono spaventata quando ho visto la donna entrare nella stanza. Come avrei reagito se fosse stata la mia mamma?
Immagino la scena: lei che mi guarda con le lacrime agli occhi e io che sorrido, scendo dal letto e ci stringiamo in un abbraccio.
Mi prenderebbe e mi porterebbe via da qui.
Niall non torna perciò per ingannare il tempo prendo finisco di mangiare e poi prendo il quaderno rosa che mi ha dato lui e mi metto a scrivere.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Hutcher92