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Autore: Eylis    28/05/2008    2 recensioni
“Andrea?”
“Mh?” Apro gli occhi, schermandoli subito con una mano. Sta arrivando la sera, ma il sole ancora ferisce con la sua calda luce. Giro la testa verso di te, mi sfiorano i fili d’erba.
“Saremo assieme per sempre?” È preoccupazione la tua, piccola mia? Lo sai che non devi averne, soprattutto in una giornata così splendida. Ma forse non sei davvero inquieta, vuoi solo che io ti ripeta ciò che più ami sentire, vuoi solo che la mia voce accarezzi la tua anima. Ti sorrido.
“Certo cucciola mia, per sempre.”
[...]

Questa è una raccolta di brevi racconti che più che narrare una storia vogliono descrivere una situazione, un’impressione, un’emozione. Ogni capitolo, ogni storia ha quindi l’intento di precipitare chi legge in un mondo a parte trasmettendo le sensazioni e le emozioni vissute dai personaggi. Leggete ogni racconto lasciandovi trasportare dalle parole, dai suoni, dalle immagini. Il genere principale è quello romantico, ma ogni storia ha una diversa sfumatura.
1. Cantar di grilli ed erba cipollina, 2. La farfalla nera vola in sogno, 3. Sillogismi e deduzioni, 4. Filastrocca, 5. In missione, 6. Indicibile farsa, 7. Bisogni primari vs importanti novità, 8. Al centro dell'universo, 9. Aria, 10. Profumo di pesco, 11. Stoffa, 12. Luna riflessa, 13. Patto col diavolo, 14. Grigio di dea, 15. Cantar di grilli ed erba cipollina - II
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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14. Grigio di dea

Ultimo giorno d’apertura della mostra. È l’ultimo giro che faccio, fra poco più di un’ora avrò finito e potrò tornare nel mio studio a lavorare… Attorciglio nuovamente i capelli rosso-castani, ondulati, sulla matita e li fisso dietro la testa. Non che serva a molto, subito delle ciocche sfuggono alla morsa e tornano davanti al viso. Un sorriso e mi rivolgo alle persone che ho davanti, impazienti di ammirare le mie opere. Sono stata fortunata ad avere la possibilità di creare questa mostra, e mi lusinga vedere quanta gente mi conosca e mi apprezzi! Però ora sono così stanca… Da una settimana non faccio altro che illustrare a gruppi di persone sempre diverse i miei lavori, spiegando il loro significato, la loro nascita, le mie fonti d’ispirazione. Mi sposto nella seconda sala e mi sfugge un piccolo sorriso quando vedo che tutti mi seguono commentando a bassa voce quanto hanno appena visto. Non riesco ad abituarmi a questo… mi ritengo un’artista, ma non riesco ad afferrare davvero la mia fama, io lavoro per me stessa, non mi aspetto nulla dagli altri.

Contemplo per qualche secondo quel groviglio di fil di ferro che per me ha grande significato, lasciando a tutti il tempo di costruire mentalmente dentro di loro un’immagine personale. Poi mi volto, pronta a lanciarmi in una nuova spiegazione. E d’improvviso rimango bloccata. Dietro ad alcune persone c’è una ragazza. Anzi no, deve essere una ninfa, uno spirito, un essere immortale. Non ho mai visto tanta delicata bellezza in una persona! Ha un visino giovanile, eppure il suo sguardo attento e curioso lascia intendere il suo animo maturo. Capelli biondi, chiari, leggermente mossi che ricadono sulle spalle esili. Occhi grigi, a quanto posso vedere. Un nasino splendido, da mangiare! Mi riscuoto quando vedo che tutti sono in attesa delle mie parole, ed inizio a parlare, improvvisamente balbettante. Ma cosa mi succede? Sapevo perfettamente cosa volevo dire su quel lavoro, ma ora mi sento vuota, senza più parole… Il mio sguardo continua a sfuggire per posarsi su quell’angelo. La stanchezza non esiste più.
“Come vedete questo lavoro…” Deve essere leggerissima, è così minuta!
“E le sue proporzioni indicano…” Perché si sposta? Dove sta andando?!
“Ho usato questo materiale per poter esprimere…” Eccola, di nuovo. Si è avvicinata, forse non vedeva… D’improvviso mi rendo conto che non sta osservando la mia opera. Sta fissando me! Oh coccola, Anja, ti sta fissando! Beh, ma certo, stai parlando e quindi ti rivolge l’attenzione, è normale… Ma ti sta proprio fissando! Cosa devo fare?
“Ecco, è tutto… se ora… se ora volete seguirmi vi mostrerò…” Scatto di lato senza realmente concludere quella presentazione, corro quasi verso la prossima scultura, in argilla. Mi nascondo dietro di questa fingendo di dover mostrare importanti dettagli. Ma poco dopo sono costretta a cercarla nuovamente con lo sguardo. E nuovamente incrocio i suoi occhi, seri, splendidi. Panico. Mi sento una ragazzina alla sua prima cotta! E tutto questo per una persona che ho visto per la prima volta da pochi minuti! Abbasso lo sguardo, sentendo le guance avvampare, che imbarazzo…

Il tempo scorre velocemente, e dopo aver visto ogni lavoro presente nella sala passiamo all’ultima parte della mostra. Ormai deve essersi accorta di quel che sta provocando in me, ogni volta che anche solo di sfuggita il mio sguardo si posa su di lei ritrovo i suoi occhi fissi nei miei… Mentre percorro lo stretto corridoio bianco del museo qualcuno mi si avvicina.
“Signorina Anja?” Mi giro, è lei! Deglutisco nervosamente.
“Sì?”
“Io sono Dafne, sono molto felice di poterla conoscere! Ammiro i suoi lavori da tempo, si può dire in un certo senso… che ne sono innamorata…” Le sue parole mi colpiscono come una freccia, sembrano rivolte a me! Vorrei fossero rivolte a me!
“Ti ringrazio… cerco… cerco di metterci tutta me stessa, mentre creo…”
“L’avevo intuito, soprattutto vedendola ora personalmente. Quei lavori parlano di lei, mi sembra quasi di conoscerla da tempo!”
“Io… grazie.” Se avessi seguito l’istinto le avrei risposto che avrei voluto potesse conoscermi di più… Ma siamo arrivati di fronte alle ultime opere, devo riprendere le mie spiegazioni.

È con angoscia che concludo le mie parole e ringrazio tutti. Ora lei se ne andrà, ed io non la vedrò più perché non avrò il coraggio di fermala e parlarle… per dirle cosa, d’altronde? Che mi sono innamorata di lei dal momento in cui ho visto i suoi occhi grigi su di me? Mi prenderebbe sicuramente per matta. Per non più vederla mi volto e mi incammino, decisa ad andarmene. È stato un sogno lungo un’ora, ma è meglio dimenticare ogni cosa. E poi dei passi affettati dietro di me, una mano fine sulla mia spalla. Non ho bisogno di girarmi per sapere che è lei.
“Aspetta…” La guardo, mi rafforzo nella convinzione di trovarmi di fronte ad una dea.
“Cosa…” Non mi permette di terminare. Mi prende il viso, percepisco dal tremolio della sua voce che sta rischiando il tutto per tutto.
“Da quando ho visto le tue opere mi sono innamorata… di te!” Non so rispondere. La prendo per mano, la trascino correndo nel deposito del museo. Mi stringe a sé, mi scosta i capelli da viso. E poi le sue labbra sono improvvisamente così vicine alle mie che non so più resistere. Assaporo la sua pelle, la sua bocca. Eternità.
“Dafne…”
“Sono qui.”
“Da quando ho visto i tuoi occhi mi sono innamorata di te!” Mi sorridi. Mi prendi per mano.
“Andiamo a casa.”

  
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