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Autore: Piumadoro    08/01/2014    1 recensioni
"Pensa, manca solo un altro lunedì."
"E' più corta vista così!" Sorrisi ma il mio groppo in gola crebbe.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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“Non può essere finita così!” Gridò mio figlio più grande indignato.
Io lo fissai strabiliata.
“Non è vera questa storia!” Urlò la più piccola con le lacrime agli occhi.
“Perché dici di no?” Le chiesi gentile.
“Perché se fossero state veramente tue amiche come tu ci ha detto lo avrebbero notato anche se fingevi.” Mi rispose risoluto il mio terzo figlio.
“Già, e poi un legame così forte non si spezza dopo solo tre settimane di assenza! Come hanno potuto lasciarti fuori? Come hanno fatto ad essere così cieche di fronte ai tuoi veri sentimenti?” Protestò la secondogenita.
Sorrisi.
“Non mi hanno lasciato fuori. Mi sono esclusa con le mie mani. Noi tre eravamo molto diverse ma condividevamo su per giù gli stessi interessi e questo ci univa.”
“Proprio per questo non è possibile che loro ti abbiano tagliato fuori per sempre solo perché non condividevi uno dei loro interessi in comune!” Replicò il maggiore.
“Lo so, ma io non ho mai accennato al sempre.” Ribattei con il sorriso sempre più largo. “Dopo alcuni giorni ci siamo ritrovate. Dovevo solo avere un po’ di tempo per rimettermi sulla loro stessa lunghezza d’onda. Ho fatto il piccolo sacrificio di accennare a questo loro interesse mentre erano divise e si sono stupite di non trovarmi del tutto disinteressata, credo, forse si sono anche ricordate che io odiavo quella roba. Quindi poi abbiamo ricominciato a parlare delle cose che interessavano anche a me e a scherzare con le battute sugli argomenti che conoscevamo tutte. E’ stato di nuovo spontaneo, anche se per riuscirci mi è stata utile avere la fortuna di stare con loro in momenti separati. Si è sistemato tutto, il rapporto si è risaldato in nemmeno sette giorni!”
I miei figli parvero sollevati da un grande peso.
“Ma, mamma, che interesse in comune avevano Ivy e Marika che tu odiavi tanto?” Mi domandò la più grande delle mie due figlie.
“La fissazione per un libro che trovavo un po’ troppo crudele e realista. Ho sempre amato immergermi in mondi che mi trascinassero via delle cose brutte della realtà mentre quello faceva l’esatto contrario. Lo trovavo deprimente e con dei personaggi poco coraggiosi e assai deboli che però sono riusciti a scamparla e nonostante questo facevano i depressi anche sul finale. Li odiavo con tutta me stessa. Dicevo che se fossi stata io li avrei sistemati ma la verità è che pensavo che se fossi stata io non mi sarebbe mai andata così bene perché era irreale. Avevo appena imparato che le cose andavano bene solo se tiravi fuori le unghie e quei due non lo facevano mai e vincevano lo stesso. Mi esasperavano a morte. Erano depressi al massimo. Come si possono ammirare persone deboli e depresse? Non ti possono dare uno stimolo alla vita, casomai al suicidio. Però loro adoravano quel libro e quei personaggi e io non avevo nulla in contrario. Basta che non ne parlassero davanti a me perché sapevo che mi sarei messa ad insultarli e non volevo. Infondo era soggettivo, non mi poteva sempre piacere tutto ciò che piaceva alle altre e così per loro.”
“Quindi vi siete messe d’accordo?” Domandò la piccolina.
“Diciamo che per amor delle mie amiche ho cercato con tutta me stessa di non insultare quel libro portando le discussioni a posarsi sui pochi personaggi che adoravo.”
“Funzionò?” Mi chiese il maschietto.
“Non molto, tutti i personaggi che mi piacevano morivano nel libro quindi dopo un po’ eravamo a corto di argomenti. Fortunatamente avevamo altri interessi.”
“Di che tipo?” Continuò il mio primo figlio.
“Del tipo farci gli affari nostri invece di quelli dei nostri genitori. Smaterializzatevi.”
Ridemmo tutti e quel pomeriggio mi fecero visita Marika e Ivy con le loro famiglie e i miei figli ci osservarono con più attenzione e capirono che non organizzavamo quelle giornate solo perché i nostri figli erano amici ma perché noi eravamo sorelle e amiche.
  
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