Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: jbsidk    08/01/2014    0 recensioni
molte persone potrebbero affermare che in fin dei conti, o sei buono, o cattivo, o nero o bianco, ma ci sono tante altre sfumature che esse non conoscono, tanti altri colori e caratteristiche, altre personalità e segreti che non di cui non sappiamo l'entità, e di cui loro non sono al corrente, perché comunque in fin dei conti, in questi diciassette anni la vita mi ha insegnato che c'è sempre un'altra facciata, e che bisogna sempre guardare oltre, non fermarsi li, perché ci sarà sempre un altro lato della luna.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Selena Gomez, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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la pioggia picchiava forte sull'asfalto ma non mi importava, perchè per un'altra volta, io ero salva, quell'ombra, si, non so perché, ma lo sentivo che era lui.
justin: oddio mio, cosa è successo?
io con le lacrime agli occhi, non risposi, così lui di tutta iniziativa mi prese in braccio e mi carico sulla sua auto.
il silenzio cadde pesante su di noi per tutto il tragitto da scuola a casa sua, dove decise di portarmi per curare le mie ferite, anche se, pensandoci bene, dubito che sarebbe riuscito a curarle tutte..
justin: eccoci, ti aiuto a scendere e poi mi racconti tutto.
io di nuovo non risposi; 
la casa era enorme, meravigliosa, vuota, silenziosa, piena, moderna, e altri mille aggettivi che ora non mi vengono in mente, la cosa più bella che notai mentre mi portava in braccio fino a camera sua fu la vetrata che dava su un magnifico laghetto in mezzo a un praticello verde.
justin: ecco, ora spiegati, subito.
intanto andò in bagno a prendere del disinfettante, avevo il viso tutto graffiato e pieno di ematomi e tagli;
non sapevo dove iniziare.
chanel: justin davvero non è niente, tranquillo.
parlavo ancora a singhiozzi
justin: e questo tu lo chiami niente? non me la bevo di nuovo, sputa il rospo.
chanel: beh, c'è questo riley con cui ero fidanzata fino a poco tempo fa, che mi sottometteva, mi faceva del male più che del bene e non riuscivo a reagire, sono fatta così, amo il pericolo, e so che non dovrei ma fino all'ultimo sono rimasta vicino a uno stronzo che provocava di proposito la mia tristezza, finché un giorno provocai la troietta della scuola, katy, quest'ultima minacciò di picchiarmi fuori da scuola, io non avevo paura, perché riley mi aveva detto che mi sarebbe venuto a prendere, e sapevo che lui mi avrebbe protetta, nonostante tutto, mentre fu proprio lui che sferrò il primo pugno, tutto il resto della scuola continuò, si divertivano e mi usavano come valvola di sfogo, ecco cosa mi era successo quando ci siamo incontrati, ecco il male alla caviglia, e sai, devo anche ringraziarti, perché se quel giorno, mentre mi picchiavano, non fossi passato con la tua limousine attirando l'attenzione di tutti, non sarei qui probabilmente, ed ecco ciò che è successo oggi, evidentemente si erano divertiti tanto a picchiarmi quella prima volta che non hanno esitato a rifarlo.
justin rimase di sasso, aveva gli occhi lucidi, ed io non ci potevo credere.
justin: domani tu a scuola non ci vai, sia chiaro, nessuno si deve azzardare a toccarti mai più, e dopodomani ti accompagno e ti vengo a prendere così avrò l'occasione di menare quel bastardo, non mi interessa del resto, questa notte puoi dormire qui, ti preparerò..
chanel: justin piano, non credo mia madre voglia, e poi, tra tutte le volte che mi hanno picchiato anche l'anno scorso, non credo che tu riuscirai a fare la differenza, sono abituata, ormai non mi fa neanche più male.
justin: non dirlo mai più, non voglio sentirle neanche queste stronzate, io non sono riley, non so con chi tu sia stata abituata, ma io voglio il tuo bene, e se questo è il tuo bene allora questo si farà, ma soprattutto sei tu che ti devi volere bene, su questo ci lavoreremo ,ora dammi il cellulare.
stranamente non dissi niente, ascoltai e basta, se mel'avesse chiesto qualcun'altro il cellulare, non l'avrei mai fatto, ma con lui ero tranquilla.
scrisse un messaggio.
'mamma sono fuori a dormire da un'amica, domani mattina andiamo a scuola insieme e poi torno a casa, 
xx, chanel'
justin: perfetto, ora puoi restare.
prese un pezzo di carta, lo bagnò con il disinfettante e mi pulì il sangue dalle labbra, poi ne prese un'altro asciutto e le asciugò, mentre lo faceva le guardava, chissà a cosa pensasse.. 
JUSTIN'S POINT OF VIEW
ciò che lei mi raccontò rafforzò quello che iniziavo a provare, mi resi conto di dover lavorare ancora un sacco sul mio controllo della rabbia, dato che in quel momento giuro, volevo alzarmi e ammazzare quel bastardo, ovunque fosse; Nessuno doveva o poteva toccarla.. apparte me.
mentre le pulivo il sangue delle labbra non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine della gente che sferrava calci su quel piccolo viso roseo e indifeso, cosa poteva aver fatto di male? non se lo meritava, ed io avevo intenzione di renderla speciale, cosa che per me dopo cosi poco tempo, gia era; 
anche se lei speciale non si sentiva.
mi avvicinai a lei, non potevo resistere alle sue labbra.
CHANEL'S POINT OF VIEW
ad un tratto si avvicinò.
NO ONE'S POINT OF VIEW 
justin si avvicinò alle sue labbra da cui scostò il panno che usava per ripulirle dal sangue, non si baciarono, si sfiorarono, dato che chanel spostò subito il viso indietro.
il silenzio calò su di loro per qualche minuto, poi si sentì justin sussurrare con un filo di voce 'scusami..'
chanel non rispose, così justin si alzò, prese una maglia grigia larga e gliela porse, tenendo il distacco senza guardarla negli occhi:
- puoi cambiarti quando vuoi, questa è per dormire..io sarò di sotto a guardare la tv, ordino la pizza e quando arriva te la porto su.
senza aspettare una risposta chiuse la porta con lo sguardo basso e scese le scale, accese la tv, e cominciò a pensare a tutto ciò che era andato storto in quell'istante.
chanel rimase li, ferma, immobile, cercò gli occhi di justin ma essi non risposero.
CHANEL'S POINT OF VIEW
cominciai a piangere, non era un pianto accennato, era forte, potente, disperato, non fu soltanto per justin, ma per tutto ciò che mi succedeva, tutte le emozioni che ho respinto in questo tempo e tutte le botte prese che cominciavano a far male, d'un tratto, mi ritornò su tutto, non mi succedeva da tempo, da quando conoscevo justin, così corsi verso il bagno e vomitai. 
rimasi per tutto il tempo li, a piangere, singhiozzando.
JUSTIN'S POINT OF VIEW
la pizza arrivò subito, pagai il fattorino e salii le scale per portarla a chanel, mi vergognavo, la prima volta in cui mi vergognavo di fronte a lei..
poi la sentì singhiozzare, così cominciai a correre ed aprii la porta di camera, proveniva dal bagno, senza pensarci aprii anche quella;
il mio cuore si frantumò nel vedere quella scena, lei sul pavimento, vulnerabile, debole, che versava tutte le sue lacrime, non ci pensai due volte: feci cadere la pizza per terra sbadatamente, corsi verso di lei, mi sedetti per terra, la sollevai e la adagiai sulle mie gambe, poi con le mie braccia la avvolsi e lei fece lo stesso piangendo sulla mia spalla, volevo solo il suo bene, non avrei più permesso che si facesse del male.
Li, in quel momento, mi resi conto di ciò che provavo, mi piaceva, mi piaceva davvero, dopo poco tempo, provavo davvero qualcosa per lei, non la amavo, assolutamente no, ma sentivo che l'avrei fatto, e che lei si sarebbe innamorata di me anche se mi aveva respinto, anche io le piacevo, è solo che ha sofferto ed ha paura di tutto, ha paura del mondo, ha paura che qualcuno possa ferirla di nuovo e purtroppo, e ciò mi spezzava il cuore, ha paura di me.
CHANEL'S POINT OF VIEW
avevo torto, probabilmente sarebbe riuscito a curare tutte le mie ferite.
  
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