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Autore: _alouispanlinson    08/01/2014    2 recensioni
Jenna si è trasferita a New York per continuare il suo addestramento da Shadowhunter nell'istituto. Lì incontra alcuni degli Shadowhunters più famosi, più forti, che hanno affrontato sanguinose guerre e demoni Superiori. Nel suo percorso, affronterà grandi ostacoli, che la spingeranno a crescere, a mettersi in gioco, a rischiare la sua stessa vita per salvare quella di qualcun altro. La spingeranno a diventare una vera e propria Shadowhunter.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
ARROWS

 
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La strada era deserta. Il vento freddo incessante schioccava contro il viso di Jenna facendole male. Provò a coprirsi il viso con la sciarpa nera che portava al collo, con piccoli disegni ricamati in bianco. Sentiva il cuore in gola e il freddo che le entrava nelle vene. Le ginocchia cederono e cadde a terra con un tonfo, a peso morto. Alzò lo sguardo esausta e sgranò gli occhi appena vide qualcosa venirle addosso.
Jenna si svegliò di colpo, ritrovandosi seduta. Sbuffando, tornò sdraiata e, mettendosi un cuscino in faccia, urlò stressata soffocando la voce nelle piume del cuscino. Rimase così per alcuni istanti, finchè la porta non si aprì ed entrò Zayn, che stringeva tra le mani un vassoio.
“Buongiorno.”
Jenna si maledì mentalmente per non essersi svegliata prima : era senza trucco, in pigiama, la faccia stanca e i capelli arruffati.
“Buongiorno, Zayn.”
Provò a dire facendo scivolare il cuscino sotto il suo naso, scoprendo solo la parte degli occhi.
“Grazie.”
Disse guardando il vassoio. C’era una fumante tazza di tè e dei biscotti.
“Non dovevi…”
“Mi sono svegliato presto e ho pensato che avessi fame. Oggi ci aspettano gli allenamenti.”
Jenna, che in quel momento stava affondando i denti in un biscotto, lo fece cadere a terra, rimanendo imbambolata davanti a lui. Se ne era dimenticata. Fanculo, pensò.
“Sono stanca.”
“Lo so, ma dobbiamo.”
Zayn si avvicinò al letto e si sedette su uno degli angoli, mentre Jenna si toglieva le coperte da dosso. Si ricordò troppo tardi di indossare solo un paio di pantaloncini e, senza dire nulla, Zayn girò la testa dall’altra parte. Era una situazione imbarazzante. Benchè si conoscessero già da mesi, tra di loro non c’era quel tipo di famigliarità. Inoltre Jenna era una ragazza timida, che si vergognava facilmente. Corse verso l’armadio e prese un paio di pantaloni lunghi. Li indossò in fretta (senza togliersi i pantaloncini) e posò lo sguardo su Zayn, ancora con la testa girata.
“Ci vediamo dopo, allora.”
Disse sperando di non far trasparire il suo imbarazzo. Era rossa in viso, lo capiva dal calore delle sue guance e il cuore che martellava nel petto.
“Certo.”
Finalmente Zayn si girò. L’espressione del suo viso era seria, quasi avesse dimenticato la scena di pochi minuti prima. La guardò da capo a piedi, poi si diresse verso la porta e ne uscì silenzioso. Jenna rimase con il fiato sospeso finchè non sentì la porta chiudersi. Appoggiò la schiena all’armadio e, frustrata, si diede una botta in testa.
“Stupida”, borbottò.
Avanzò a grandi passi verso lo specchio, appeso proprio sulla parete di fronte al letto. Era stanca, e aveva ancora le guance tinte di rosso. Sorrise all’immagine che vide, poi guardò i suoi occhi. Pensò a Clary : lei non si preoccupava mai del trucco o di come si vestisse, perché lei era bella in qualunque modo. Non l’aveva mai vista con un filo di trucco nell’istituto, se non quelle rare volte in cui andava alle feste con Isabelle. E poi, nemmeno a Jace importava : lui l’amava così, com’era. Si chiese se un giorno avrebbe incontrato anche lei qualcuno che la amasse come Jace amava Clary. Erano il perfetto esempio di “coppia felice”, quelle a prova di bomba. Scosse la testa per allontanare i pensieri e corse in bagno a darsi una sistemata. Pettinò i capelli, lasciandoli sciolti, le onde naturali le ricadevano sulle spalle e arrivavano fino a metà schiena. Nascose le imperfezioni del viso e aprì lo sguardo applicando un po’ di mascara. Soddisfatta del suo lavoro, tornò nella sua stanza e da una scatola tirò fuori la sua tenuta da cacciatrice. Si guardò allo specchio : le stava a pennello. Risaltava la sua figura snella, alta, curve quanto bastavano. Si guardò per un istante, poi uscì dalla stanza. Era ora degli allenamenti.
 
 
Harry si pulì la bocca con il dorso della mano, sporcandola di sangue. Non mangiava da più di un giorno e Liam gli aveva consigliato di andare a cacciare. Detto fatto, pensò.
“Stai meglio?”
Sbucò Liam dalla porta, poggiandosi sullo stipite.
“Si”
Riuscì a vedere il sorriso di Liam, benché fosse lontano. Era sempre lo stesso : alto, capelli lucenti, occhi chiari. Incredibilmente sexy.
“Tu come stai? Insomma, ieri eri ridotto piuttosto male…”
“Sto molto meglio.”
Senza neanche accorgersene, si ritrovò a un palmo di distanza da lui.
“Se quel Nephilim ti avesse toccato, io…”
“Ma non l’ha fatto”
Lo zittì lui.
“Sto bene, davvero…”
Si avvicinò ancora di più. Harry non riusciva più a sentire il suo calore. Non capiva se era reale o meno. Le loro labbra si sfiorarono.
“Mi hai fatto spaventare a morte ieri…”
“Ssh…”
Liam lo zittì, con un bacio. Un bacio dolce, lento. Uno di quei baci da togliere il fiato. Se solo Harry l’avesse avuto. Sentiva un cuore inesistente che martellava contro il petto, pronto a schizzare fuori dalla camicia. Harry era rigido all’inizio, preso alla sprovvista. Poi si rilassò, chiuse gli occhi e prese per i fianchi il ragazzo. Lo avvicinò più che poteva, sentendo la bocca amara. Era stato Liam, che preso dalla foga gli aveva morso il labbro. Harry rise contro le sue labbra, una risata bassa, roca. Liam spinse il ragazzo contro il tavolo al centro della stanza con uno strattone. Harry si ritrovò con la schiena attaccata al tavolo e il petto schiacciato da quello di lui. Si staccò un secondo. Per guardarlo, forse. Se fosse stato ancora vivo sarebbe sicuramente diventato rosso in viso, o con il fiato corto. Aprì gli occhi, Liam stava sorridendo, ancora con le mani sopra i suoi fianchi. Lui fece lo stesso.
“Bene, bene.”
Si girarono entrambi di scatto. Harry si spostò subito da Liam, così velocemente che fece traballare il tavolo.
“Che cavolo vuoi, Raphael?”
Sputò Liam. Era irritato : aveva i muscoli tesi, la mascella contratta.
“Ma guarda, che bella coppietta.”
Si avvicinò ai due, sfregandosi le mani una contro l’altra. E rideva, prendendosi gioco di loro.
“Non…ti avvicinare.”
Disse Harry mettendosi davanti a Liam, proteggendolo. La forte risata di Raphael echeggiava nell’aria, come una sirena.
“Non ti facevo una femminuccia, Liam. Sai? Sarà un bel pettegolezzo per il clan, non credi?”
Sorrise beffardo guardando oltre la spalla di Harry.
“Sei il capo del clan, non puoi decidere con chi posso o non posso vedermi. Non sono affari tuoi.”
Stronzo, pensò Harry. Avrebbe voluto dirgliene tante, svuotando la rabbia che aveva in corpo. Ma non poteva. Non poteva, era il suo capo e l’avrebbe ucciso. Clan o non clan, nessuno era veramente amico.
“Chi è il capo clan, Liam? Rinfrescami le idee.”
“Brutto figlio di…”
Harry non fece in tempo a voltarsi, che Liam aveva già mosso piede per attaccare. Ma, quando saltò, Raphael scomparve, come un fantasma.
 
 
Zayn era girato di schiena. Era senza maglietta, la schiena contratta. Aveva la pelle rossa e sudata.
“Zayn?”
Il ragazzo si girò per guardarla. Mise il peso a terra e si asciugò il sudore alla fronte con il dorso della mano, fasciato da bende nere.
“Non arrivavi, dovevo trovare un modo per passare il tempo.”
“Scusami, stavo…”
“Non importa.”
Zayn accennò un sorriso.
“Bene, inizia con questo.”
Arco e frecce. Lei odiava arco e frecce, e Zayn lo sapeva. Gli lanciò un’occhiataccia e lo vide ridere di nascosto.
“Lo fai apposta, ah?”
“Probabile. Forza, tieni.”
Sbuffando, Jenna prese l’arco. Sul tavolo, attaccato al muro, c’erano esposte una decina di frecce. Ne prese una casualmente e la adagiò sull’arco. Drizzò la schiena, divaricò un po’ le gambe. Stava mirando al centro del bersaglio, ed era pronta a tirare. Fece un respiro profondo. Sentì la sua schiena poggiata a qualcosa : il petto di Zayn.
 
 
Zayn appiattì il tuo petto sulla schiena di Jenna. Le alzò il mento, le abbassò le spalle. Mise le sue mani su quelle di lei, prendendo più saldamente l’arma. Poggiò le labbra sul suo orecchio.
“Concentrati.”
Sussurrò. Lasciò le sue labbra su di esso. Vide le braccia di Jenna riempirsi di brividi, cercò di respirare il meno possibile. Era super concentrato, e voleva che anche lei lo fosse, al cento per cento.
“Uno…”
Le strinse le mani.
“Due…”
Sistemò la freccia.
“Tre.”
La scoccarono, insieme. Percepì il sorriso di lei, mentre guardava soddisfatta il centro del bersaglio. Abbassò l’arco sulle gambe di lei e, piano, si allontanò.
“Devi allargare di più le spalle e stringere di più le mani sull’arco, la prossima volta. Come hai fatto ora.”
“D’accordo…grazie.”
La guardava. Aveva i capelli arruffati sulla schiena, schiacciati fin troppo dal suo petto. Jenna si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, lo stesso dove lui le aveva sussurrato di concentrarsi.
“Continua con le travi, ora.”
Le travi erano piuttosto alte. Aiutò Jenna a salire sopra una di esse, e diede una pacca sul legno rovinato.
“Forza.”
Si allontanò e la scrutò, poggiando la schiena al muro.
“Testa alta, guarda la trave…”
La vide sbilanciarsi. Era già pronto a scattare, ma Jenna non cadde.
“Ci sono, ci sono.”
Zayn decise di avvicinarsi, in caso fosse caduta. Eppure stava andando così bene. Era concentrata, decisa, determinata. Metteva un piede davanti all’altro. Sembrava così…leggera. Sembrava che nulla potesse toccarla.
“Stai andando bene…”
Sentì un urlo acuto. Senza pensare, Zayn si ritrovò sotto la trave, con Jenna tra le braccia. Teneva la testa nell’incavo del suo collo, terrorizzata. Tremava. Se fosse caduta, se si fosse schiantata, si sarebbe fatta malissimo.
“Ti ho presa, ti ho presa.”
Aveva il fiatone. Eppure non era lui quello che stava per cadere a faccia a terra. Le carezzava piano i capelli, tenendola ancora tra le braccia.
“Ti ho…presa.”
Finalmente Jenna alzò la testa, lentamente, ritrovandosi faccia a faccia con lui. Le labbra le tremavano, per lo spavento, forse. Ed era strano, perché Zayn stava facendo la stessa cosa.
  
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