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Autore: Robinki    09/01/2014    8 recensioni
Dal Capitolo 4
< “Sco-Scorpius!” ansimò, tenendogli dietro e attirando l’attenzione del gruppetto di Serpeverde.
Non appena riconobbe la voce, Scorpius sollevò gli occhi al cielo. Claus Melotick gli diede di gomito beffardo, indicando con la testa la ragazzina minuta che gli si faceva in contro.
Scorpius si voltò a guardarla: Lily Potter non era quella che si poteva definire una ragazzina particolarmente graziosa, ma se anche fosse stato così Scorpius non l’avrebbe neppure guardata.
“Non me la faccio con le bambine, io!” ripeteva in continuazione a quella banda di coglioni dei suoi amici che insistevano a prenderlo per il culo.
“Ciao Lily! Tutto ehm… bene?” chiese incerto, notando un lungo graffio vermiglio che correva lungo la gamba della ragazzina.
Lei seguì il suo sguardo e subito tento di giustificarsi
“Oh, non è niente, dev’essere stato il gatto di Hugo, sai, mio cugino” e detto questo si aprì in un sorriso tutto denti e… macchinetta. >
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 5

Di pubertà non si muore?

 

Rose Weasley ci aveva provato, ci aveva provato sul serio, ma non poteva riuscirci. Avrebbe dovuto saperlo sin da quando aveva avuto la malsana idea di sedersi in un posto così visibile del parco, esattamente sulle scale d’ingresso. Lanciò un’occhiata rapida e lo vide ancora fermo all’ultimo gradino della breve scalinata.

<È ancora li, per Merlino!> si disse per l’appunto.

Ma cosa diavolo voleva? Stava tentando disperatamente di metter su qualcosa per il tema di Aritmanzia, ma se Scorpius Malfoy non avesse accennato a sparire dalla circolazione, lo avrebbe affatturato. La distraeva terribilmente, non aveva alcuna intenzione di prendere un’altra T. Si sarebbe accontentata di un misero Desolante.

<Ah, mamma mi ucciderà!> pensò tristemente.

“Scorpius, puoi, gentilmente, dirmi per quale arcano motivo sei ancora qui?” domandò cercando di risultare il meno scontrosa possibile, ma era difficile quando avrebbe potuto soffiare fuoco dalle narici.

“Sto aspettando una risposta, mi pare evidente” rispose quello, le mani dietro la schiena e un sorriso largo ad ornargli il volto.

Rose lo scrutò per qualche secondo, cercando di capire se davvero la stava prendendo per i fondelli come sospettava.

“Ti ho chiesto di aspettare, ci devo pensare su. Cosa c’è di difficile in questa frase?”

<Forse è semplicemente stupido come tutti i ragazzi della sua età> pensò.

Per tutta risposta, il sorrisino di Scorpius si fece furbo.

“Appunto, sto aspettando, nulla mi vieta di attendere la risposta qui mente ci pensi su, no?”

No, non era stupido, era solo fastidioso come poche cose al mondo. Rose perse la pazienza, si sollevò da terra, sprimacciandosi la gonna, e infilò tutto alla rinfusa nella borsa.

Si avvicinò a Scorpius puntandogli un dito al petto.

“E va bene, Scorpius, va bene. Ci vengo, contento?” gli sputacchiò addosso quasi fosse una minaccia.

Gli occhi del ragazzo si allargarono di sorpresa e per un momento parve perdere quel suo aspetto indifferente.

“Davvero? Davvero ci vieni?” le chiese, forse esagerando con l’entusiasmo.

Troppo entusiasmo un cavolo, era tutta l’estate che ci provava disperatamente con Rose Weasley e sembrava che finalmente avesse deciso di cedere un po’ di terreno. Le aveva chiesto di uscire così tante volte e aveva ricevuto così tanti rifiuti che alla fine si era convinto che lei ci avesse preso gusto e probabilmente avrebbe fatto meglio a cambiare strategia. O probabilmente ragazza.

Quel pomeriggio si era detto che se non avesse funzionato quell’ultima volta, sarebbe  stata l’ultima davvero. E invece aveva funzionato, proprio all’ultimo disperato tentativo Rose aveva accettato di andare alla festa della squadra di Serpeverde con lui.

“Si, ci vengo, ma non montarti la testa. Voglio solo dare uno sguardo a quella sottospecie di Sala Comune che vi ritrovate” gli rispose lei, suo malgrado però non riuscì a trattenere un sorriso notando l’entusiasmo del suo tormento.

<Cazzo, devo dirlo a qualcuno!> pensò subito Scorpius.

Claus lo prendeva in giro da settimane, gli avrebbe sbattuto in faccia il suo successo, ma non era l’ideale per delle confidenze troppo sdolcinate.

<Forse Chad?>

Magari lui avrebbe capito, dopotutto con Clementine aveva auto un trascorso molto simile.

Ma Chad aveva sempre quel suo fare un po’ da Dio sceso in terra, lo avrebbe fatto sentire stupido per aver reagito a quel modo davanti a Rose.

Non gli rimaneva che Pluto.

Pluto ovviamente non era il suo vero nome, ma erano anni che lo avevano soprannominato così. Il suo vero nome era Richard ed era figlio di un ricchissimo banchiere babbano di origini italiane. E da questa situazione la maggior parte delle persone (soprattutto le ragazze) credeva che derivasse il suo nomignolo, da Pluto Dio della ricchezza greco.

In realtà solo pochi amici sapevano che quello era il nome affibbiatogli dalla sorellina da piccolo perché aveva un pigiama di un personaggio di fantasia babbano con lo stesso nome. Da allora sua madre aveva perseverato nell’acquistargli quei dannati pigiami con il cane arancione stampato sopra.

Scorpius non capiva cosa avesse di bello, non si muoveva neanche. Sapeva solo che Richard era sempre stato Pluto.

“Ok, ora è meglio che vada che se arrivo anche in ritardo a lezione la professoressa Vector potrebbe decidere di passare alle misure corporali e sono sicura che mia madre non disdegnerebbe affatto! Ciao Scorpius” lo salutò con la mano, allontanandosi verso il castello.

Scorpius sospirò.

Doveva darsi una regolata, doveva imparare a tenere a freno quella schifosissima vocetta che gli veniva fuori quando era contento. Cazzo, Rose Weasley se ne sarebbe approfittata fino all’ultima goccia e tutto sarebbe finito sempre allo stesso modo. Ma non poteva farci nulla, non sapeva perché Rose avesse un ascendente tanto forte su di lui.

Certo  la conosceva da quando erano molto piccoli e aveva sempre subito il suo fascino, ma negli ultimi tempi la cosa stava degenerando un po’ troppo.

<Sì, davvero un po’ troppo…> pensava, mentre si allontanava verso la sua Sala Comune alla ricerca dei Pluto.

Ebbene si, Rose stava continuando la sua fioritura, seguitava ad essere molto alta e di recente aveva perso qualche chilo grazie ad una dieta miracolosa di sua zia Fleur.

Sua cugina Lily le aveva guardate disgustate discuterne, si trattava di un vero e proprio digiuno! Eccezion fatta per dei disgustosi intrugli color verde-cacca-di-mucca che contenevano tutto ciò di cui una persona avrebbe strettamente bisogno per vivere.

Inutile dire che la più piccola di casa Potter si era rifiutata di seguirla, tutti sapevano del suo proverbiale appetito, così come invidiavano il fatto che, per quanto ingollasse qualsiasi cosa si trovasse a meno di un metro dalla sua bocca, non mettesse su neppure un etto.

Rose si affannò verso la classe di Aritmanzia. Fu una mattinata molto noiosa, non capiva perché avesse scelto quella materia se poi le faceva tanto schifo. Avrebbe dovuto seguire il consiglio di suo padre e proseguire con Cura delle Creature Magiche. Invece no, si diceva, doveva sempre dimostrare a tutti che, seppur aveva qualche limite, lo avrebbe superato senza troppi sforzi.

Peccato che la sua unica “macchiolina” scolastica fosse proprio la materia in questione da ben due anni e che non fosse affatto decisa ad arrendersi come invece aveva fatto sua madre con Divinazione.

Sbuffò enormemente sul foglio del compito che la professoressa Vector aveva appena consegnato loro. Con un semplice sguardo seppe che non avrebbe saputo svolgere la metà delle domande almeno.

Con rabbia notò che molte di queste, riguardavano i metodi per leggere il futuro con i numeri.

<Ma è una persecuzione!> s’infiammò, lanciando uno sguardo truce verso la docente.

Si fece una piccola croce, giurandosi che avrebbe studiato tutto il fine settimana per recuperare il voto sicuramente obbrobrioso che avrebbe preso a quella prova e abbassò la testa sul foglio.

In un'altra classe, ad un piano più su, Lily Potter era invece alle prese con la sua prima lezione di Antiche Rune. Lei e sua cugina Lucy guardavano sfiduciate l’immenso mattone che si erano dovute caricare in spalla quella mattina. Un tomo di circa millecinquecento pagine svettava sul banco di ciascuno studente del terzo anno di Grifondoro e Corvonero.

Lily era leggermente preoccupata dalla cosa, soprattutto perché tendeva ad avere una soglia dell’attenzione molto bassa ed era certa che se avesse perso anche solo una parola di quello che la professoressa Babbling stava trascrivendo alla lavagna, non sarebbe riuscita a trovare niente in quella Bibbia illeggibile.

Chissà cosa stava facendo Hugo a quell’ora? Scavò nella memoria per tentare di ricordare cosa suo cugino le avesse detto, prima di lasciare lei, Molly e Lucy fuori l’aula di Incantesimi, ma proprio mentre si salutavano Scorpius Malfoy era passato li vicino e Lily si era persa qualsiasi cosa Hugo stesse dicendo.

“Ah si? Molto bene! Allora ci vediamo a pranzo!” aveva farfugliato scompostamente.

Molly le aveva lanciato uno sguardo disperato: nonostante i suoi tentativi di nascondere la cosa, Lily diventava un’ameba deficiente quando si trattava di Malfoy.

Certo Lily era stata piuttosto discreta e si era guardata bene dal rivelare ai quattro venti la sua passione per il Serpeverde e questo si riversava  nella conseguenza che gli unici a sapere della sua cotta fossero Molly, Lucy e Hugo. Lily aveva in programma di introdurre anche Margharet, una delle sue compagne di Dormitorio all’interno della “cerchia degli eletti”, come li aveva definiti Hugo, ma non trovava mai il modo per farlo.

Si riscosse da quei pensieri e giusto per passare il tempo, nel frattempo che la professoressa finiva di trascrivere un soliloquio alla lavagna, staccò un pezzettino di pergamena, sul quale scrisse a lettere microscopiche

Ti ricordi quale cavolo di lezione doveva seguire Hugo?

Poi porse il foglio a sua cugina che stava lanciando sguardi furtivi in direzione della lavagna, per controllare che la professoressa fosse ancora girata.

Lucy si affrettò a scrivere qualcosa e poi ripassò il foglio a Lily. Su questo a chiare lettere e in stampatello c’era scritto:

PERCHè TU NON LO RICORDI? EPPURE AVREI GIURATO CHE FOSSI STATA MOLTO ATTENTA ALLE SUE PAROLE STAMATTINA

Lily arrossì violentemente e le ripassò il foglio, non prima di averci scritto sopra

Non so proprio di cosa tu stia parlando

C’eravamo di nuovo, Lucy alzò gli occhi al cielo. Era da luglio che Lily fingeva di essere indifferente nei confronti di Scorpius e nonostante i numerosi tentativi di farla uscire allo scoperto, nessuno dei suoi cugini preferiti era riuscito a cavarle un’ammissione.

Certo, come no! Io invece credo proprio di si, sto parlando di un ragazzo biondo il cui nome inizia per S e finisce per corpius. Ho la sensazione che tu ne sappia qualcosa

Le orecchie di Lily fumavano, perché dovevano renderle così difficile il suo intento? Voleva solo cercare di ignorare i suoi sentimenti, cosa c’era di tanto difficile?

Vaneggi.

Ormai era diventato un botta e risposta talmente rapido che le due ragazzine non spostavano neppure più il foglio dalla posizione al centro fra i due banchi.

E ti dirò di più, mi sa proprio che stamattina era tanto distratta perché il sopracitato biondino ha pensato bene di sfilare davanti ai tuoi occhi…

< Adesso basta!>

Pensò Lily, poi si avvicinò leggermente la pergamena e strapazzando la piuma più che mai scrisse a grandi lettere e in maniera inequivocabilmente leggibile le parole

FOTTITI LUCY!

“POTTER! WEASLEY!”

Le due ragazzine fecero giusto in tempo a girarsi verso la fonte di quel mostruoso rumore che si ritrovarono il volto rapace della professoressa Babbling a pochi centimetri dalle guance, alle loro spalle.

A giudicare dal respiro corto e dallo sguardo leggermente instabile, doveva essersi soffermata già da un po’ in quella posizione, ma le due Grifondoro, prese com’erano dalla loro conversazione non si erano rese conto di nulla.

Con sommo orrore delle due, la professoressa raccolse il foglio dal banco e lo portò agli occhi, scostando le spesse lenti da presbite.

Parve quasi sconvolta quando i suoi occhi raggiunsero l’ultima riga della conversazione.

Boccheggiò qualche secondo, mentre Lily e Lucy la osservavano preoccupate: Lily più per il terrore che potesse comunicare il contenuto della pergamena ad alta voce, Lucy che potesse prenderle un colpo apoplettico sul suo banco.

“Che…che…CHE COS’è QUESTO, POTTER?” e sbraitando come una pazza, indicò qualcosa sul foglio. Lily restò spiazzata per un momento, perché la Professoressa se la prendeva tanto che a lei piacesse Malfoy? Dominic Polooshow si affacciò dalla fila davanti e Lily inorridì, sul volto una smorfia di terrore.

Ma gli occhi di Dominic parvero concentrarsi solo sull’ultima parola, sulla quale la Professoressa Babbling poggiava un dito tremante.

Scoppiò in uno sbuffo, nel tentativo di non ridere ad alta voce e iniziò a diffondere la notizia a bassa voce fra tutti i compagni. Fu solo quando sentì bisbigliare Clove Everett “Fottiti, ha scritto fottiti!” che Lily capì.

Il suo segreto era salvo.

 

 

Poco dopo, a pranzo, Lily non poteva dire di aver trascorso delle piacevoli ore durante la lezione di Antiche Rune, se si contava che aveva già ricevuto una punizione la prima settimana di scuola.

L’unica cosa che la rincuorava era che anche Lucy fosse stata, suo malgrado, coinvolta, seppur per due settimane in meno rispetto alla cugina. A quanto pareva la Professoressa Babbling era alquanto rigida quando si trattava di parolacce.

Un po’ a malincuore, anche se molto sollevate dall’epilogo della vicenda, Lily e Lucy si avviarono verso la Sala Grande per il pranzo. Qui vi trovarono Albus intento a tormentare una Rose piuttosto seccata.

Quando trovarono posto di fronte a loro ne capirono il motivo: Albus stava cercando di convincere, come da quattro anni a questa parte, Rose a partecipare ai provini per la squadra di Quidditch. Nessuno sapeva come mai avesse questo pallino, ma era ossessionato dall’idea che almeno i due terzi dei Cacciatori dei Grifondoro dovessero essere femmine.

“Te lo ripeto per l’ultima volta Albus, no! Non sono più salita su una scopa dopo quell’ignobile giorno al Primo anno, dove credo di essere sopravvissuta per miracolo, e non ho alcuna intenzione di testare la mia fortuna una seconda volta, va bene?”

Albus, che in un primo momento le si era avvicinato con fare confidenziale, indietreggiò di qualche centimetro, spostando la schiena all’indietro per non beccarsi pezzetti di uova e carne che minacciavano di volare dalle fauci della cugina, dimentica della sua dieta di mantenimento.

“Dai Rose, non dici sempre che sei capace di superare i tuoi limiti?”

Data la non felice mattinata appena trascorsa alle prese con il compito di Aritmanzia, Rose valutò che Albus aveva toccato il peggior tasto che potesse trovare per convincerla, specie in quel momento. Sembrava pronta a sbranarlo e sicuramente l’avrebbe fatto se Hugo non fosse intervenuto a salvarlo.

“Albus… forse è meglio se cambi aria, mi sa”

Albus giudicò il consiglio del cugino molto valido e, volgendo lo sguardo alla sala speranzoso, iniziò a cercare un nuovo soggetto. Proprio in quel momento a Lily cadde la forchetta di mano e con uno scatto repentino l’afferrò al volo pochi centimetri più in basso.

Gli occhi di Albus si allargarono fino a divenire due Pluffe, mentre iniziava a vedere sua sorella sotto una luce completamente diversa. Molly percepì il tutto al volo, ma decise di volersi godere lo spettacolo. Sicuramente ci sarebbe stato da divertirsi.

“Lily tu…”

Lily non capì che qualcosa non andava, fino a quando sollevando lo sguardo dal piatto, notò suo fratello al suo fianco, con un cipiglio che voleva sembrare convincente e un mezzo sorriso sbilenco.

“No!” gridò la ragazzina prima che il fratello potesse cominciare a torturarla, cercando di fuggire lanciandosi oltre la panca su cui era seduta.

Ma Albus aveva previsto un tentativo di fuga e la trattenne per la divisa, facendola rovina per terra.

Tutta la Sala si girò a quel rumore frastornante, ma per la prima volta Lily non vi fece caso.

Non aveva alcuna intenzione di fare i provini < Mai e poi mai, Nisba, Nulla, Niet!>. Non era mai salita su una scopa perché il giorno della lezione di Volo aveva preso appuntamento con Poppy Chips: vale a dire che Pix le aveva provocato un riversamento nell’occhio sinistro, lanciandola contro una boccetta d’inchiostro simpatico vuota.

“Cara sorellina, dove credevi di andare?” le domandò sornione Al, sollevandola dal pavimento con un braccio (Lily era sempre piuttosto minuta).

“Lontano da te, Al! Non ho alcuna intenzione di cedere, non farò mai quei provini!” gli sputò contro, con più vemenza di quanto volesse.

Su,su Lily, non è così male come sembra! Ma cosa dico, è fantastico! Te lo giuro, volare ti piacerà, dovrà piacerti per forza”

Lily sbuffò semi-divertita. Era sempre determinata a “declinare gentilmente” l’offerta, ma capiva bene che in quanto figlia di Ginevra Weasley era ridicolo che non avesse mai cavalcato neppure una scopa giocattolo! Evidentemente Al credeva che fosse una sorta di promessa nascosta del QUidditch.

Guardò suo fratello con sguardo avvilito, ben sapendo che quello sarebbe stato solo il primo di una lunghissima serie di tentativi, se solo lei non avesse utilizzato un pizzico d’astuzia.

“Facciamo così Albus, se riuscirai a farmi  prendere una O in Pozioni entro il prossimo mese, proverò a salire su quel dannato aggeggio del cavolo, contento?”

Il viso di Albus si aprì in un sorriso entusiasta, mentre stritolava Lily fra le sue braccia.

< Perfetto, adesso si che mi sento in colpa> pensò Lily.

“Ma che sei impazzita?” la guardò Molly con un tanto d’occhi alludendo alla sua promessa, mentre Albus si allontanava soddisfatto.

Lily si guardò attorno per controllare che Albus fosse abbastanza distante e poi si rivolse alla cugina con uno sguardo furbo.

“Certo che no, pensi davvero che rischierei la noce del collo per una stupida O in Pozioni?”

Molly la squadrava come fosse pazza, senza capire, allora Lily sollevò gli occhi al cielo e le spiegò.

“I provini si tengono a fine Ottobre, giusto?”

Molly annuì.

“E Al deve aiutarmi a prendere O entro il mese prossimo, giusto?

Molly annuì ancora.

“Semplicemente non ho alcuna intenzione di prendere quella benedetta O in Pozioni. Diciamocela tutta, è del tutto impossibile che io ci riesca da sola e se mi ostinerò a non ascoltare Al sono a cavallo! Così farò i compiti con Al e non sarò costretta a copiarli da Margharet. Dai Molly, ammettilo che è una buona idea, sono un totale disastro in Pozioni!”

Molly la guardò poco convinta.

“Al potrebbe capire tutto, lo sai vero?”

Ma Lily aveva una risposta anche a questo.

“Ed è per questo che sarò io a ricordargli delle lezioni con la sua piccola sorellina. Mi dimostrerò totalmente disponibile quanto incapace, vedrai, desisterà per primo"

Molly non poté fare a meno di pensare che la timida Lily, dinanzi ad un pericolo imminente, divenisse un mostro machiavellico dalle mille risorse.

 

Le settimane passavano e la fine di Ottobre si avvicinava senza che Lily Potter fosse riuscita a strappare più di una A in Pozioni e senza che lei dovesse impegnarsi più di tanto. Era evidente che aveva abbandonato a metà primo anno il suo sogno di diventare Pozionista, non era mica Rose.

“Perché tu non mi stai a sentire! Cosa ti ho detto che dovevi fare dopo aver tagliato le radici?” le sbraitò contro Albus.

Lily lo guardò realmente confusa, quella parte l’aveva fatta bene!

“Girare tre volte in senso orario e due in senso antiorario,” rispose lei sicura “Ed è quello che ho fatto, te lo giuro Al!”

Albus vacillò un momento, tornò a controllare il suo libro e poi guardò dubbioso la sostanza verde acido che si stava raggrumando nel calderone.

“Forse non hai tagliato correttamente le radici di Platano” suggerì Albus.

“Di platano? Ma non erano di Betulla?” chiese Lily prima ancora di rendersi conto del suo errore fatale.

Albus sguainò piano la bacchetta e Lily indietreggiò fino ad urtare con il sedere contro il banco che aveva alle spalle.

Proprio in quel momento però, qualcuno aprì la porta della classe in cui si stavano esercitando con un calcio.

Dopo pochi secondi un gruppo di quattro Serpeverde si riversò nella stanza.

Lily trattenne il respiro riconoscendo Scorpius Malfoy e i suoi amici più stretti e si affrettò ad avvicinarsi al calderone, assumendo un atteggiamento noncurante.

Albus parve sorpreso, ma appena riconobbe i ragazzi si rilassò. Non era sicuro che un professore sarebbe stato contento di trovarli li dentro a trafficare con le pozioni.

“Ciao Albus” lo saluto Scorpius, “e ciao Potter” fece un cenno a Lily.

Quest’ultima si domandò perché mai dovesse rivolgersi a lei con il cognome.

Il volto di Albus si aprì in un sorriso.

“Ciao Scorpius, ciao ragazzi” alzò una mano per salutare e gli altri gli risposero sollevando le proprie.

Scorpius e Albus continuavano ad avere questa sorta di timidezza nel rapprocciarsi a scuola che era paradossale rispetto alla disinvoltura che mostravano durante le riunioni Potter/Weasley-Malfoy.

“Cosa state facendo qui dentro?” chiese il ragazzo biondo, sollevando un sopracciglio nel notare l’intruglio discutibile che Lily stava girando.

“Do ripetizioni di Pozioni alla mia cara sorellina, qui”

Lily si sentì radiografata dallo sguardo di quattro adolescenti maschi piuttosto inclini allo sfottò.

“Ah, mi sa che non procedono troppo bene, o sbaglio?” chiese Claus, affacciandosi sul calderone e prendendo il mestolo dalle mani tremanti di Lily.

Poi lo immerse nella pozione e lo sollevò, mostrando a tutti la sostanza poltigliosa che conteneva.

Scoppiarono tutti in una leggera risata, mentre Claus rivolgeva un occhiolino a Lily.

Scorpius guardò la ragazzina, erano mesi che non lo tormentava come adorava fare da mocciosetta. Forse il suo modo di fare, così freddo ed indifferente dopo l’incidente del bagno, l’aveva inibita del tutto dal manifestare qualsiasi sentimento. Che fosse quello oppure no, si sentì sollevato nel constatarlo.

Insomma, Lily cresceva ma manteneva un aspetto piuttosto ordinario

< Per non dire un pelino sotto la media> pensò lui osservandola.

La solita macchinetta le “ornava” le labbra, ma ormai tutti ci avevano fatto il callo e nessuno si poneva più il problema. Erano piuttosto quei capelli perennemente legati in un codino e gli occhiali dietro i quali palesemente si nascondeva a guastarle l’aspetto.

Se uno non avesse voluto considerare le calzamaglie spesse e la gonna un po’ più lunga del normale che indossava. Di sicuro le serviva una buona dose di autostima si ritrovò a pensare Scorpius.

“Va bene, comunque noi avevamo quasi finito, quindi mi sa che è meglio se ce ne andiamo, vero Lily?” parlò Albus, interrompendo i pensieri di Scorpius e facendo evanescere il prodotto di due ore di ripetizioni con un colpo di bacchetta.

Scorpius scrollò le spalle.

“Se volete, potete anche rimanere. Noi dobbiamo solo ripassare un paio d’incantesimi per la lezione di domani”

Albus sollevò un braccio, ripetendo che era ora di andare, avrebbe avuto gli allenamenti di lì a poco.

Poi, caricatosi il libro in borsa si avviò alla porta, tenendola aperta per lasciare uscire Lily che salutò i Serpeverde quasi balbettando.

Albus lasciò Lily fuori il ritratto della Signora Grassa, altrimenti avrebbe fatto tardi agli allenamenti e le consegnò il libro di Pozioni, chiedendole di metterlo nel Dormitorio dei maschi.

Lily si avviò stanca su per le scale e dopo aver compiuto il suo dovere si gettò sul letto a baldacchino sfinita.

Decise di aspettare così l’orario di cena, pensando a Scorpius che la guardava come fosse un insetto orribilmente gigante.

Avrebbe preferito essere invisibile.

 

Quella sera Albus era incazzato nero. Aveva litigato con James perché anziché fare allenamento si era messo a bordo campo a fare il cretino con Julie Sloven, dimostrandole quanto rapido era a recuperare il boccino con le dita delle mani.

L’altra Cacciatrice, sua “collega”, America Type, non voleva saperne di centrare una goal e il Portiere, Bejamin Shown, si era talmente intirizzito fra i pali da non riuscire ad acciuffare neppure quelle poche Pluffe che arrivavano nella sua direzione. Il risultato era stato un via vai continuo per cercare di portare i suoi unici tre compagni di squadra all’ordine. Era vero che gli mancava un Cacciatore ed erano completamente sprovvisti di Battitori, ma non per questo dovevano perdere tempo anziché riprendere ad esercitarsi. Le selezioni per la squadra si sarebbero svolte di li a poco e poi avrebbero cominciato i veri allenamenti, non potevano trovarsi a Novembre senza un minimo di forma fisica.

Albus smontò dalla scopa. Aveva mandato tutti negli spogliatoi senza troppi complimenti, solo qualche impropero. Stava riposizionando le palle quando qualcuno gli passò il Boccino che stava tentando di riacciuffare.

Riconobbe il volto di Scorpius Malfoy da sotto la pesante sciarpa verdeargento che gli ingombrava il viso.

“Ehi! Cosa ci fai qui?” gli chiese sorpreso, mentre accettava la piccola palletta dorata.

“Facevo un giro” sollevò le spalle l’altro.

“Hai visto l’allenamento?” chiese un po’ imbarazzato Albus.

Scorpius scoppiò in una risata.

“Diciamo che quello che ho visto è stato un evento piuttosto strano” sbuffò divertito.

Albus si coprì il viso con una mano, mentre recuperava la cassa con gli attrezzi per il Quidditch dal pavimento, poi assieme si avviarono verso lo spogliatoio per depositarla.

“E per l’appunto, io lo avrei affatturato tuo fratello”

Albus guardò Scorpius brevemente e poi entrambi scoppiarono a ridere.

“Se è per questo, avrei fatto prima a chiudere baracca e burattini e andarmene a cena. James non è un tipo molto recettivo quando c’è di mezzo qualche biondina dagli occhi azzurri” si lamentò il Grifondoro.

“Beh, allora è sempre meglio che avere me in squadra, sai sono piuttosto sensibile anche alle brune e alle rosse” lo prese in giro il Serpeverde.

Albus gli diede un piccolo pugno sulla spalla.

“Ti va un giro? Non ho molta voglia di chiudermi in Sala Comune stasera” gli chiese Scorpius a sorpresa.

Albus si bloccò per qualche istante, era una richiesta piuttosto insolita, ma considerando che Scorpius era un Prefetto non sarebbe stato granchè pericoloso fare quattro passi con lui.

“Si, buona idea. Anche perché se vedo quella faccia di merda di mio fratello potrei anche spaccargliela in due”

E così i due ragazzi diedero inizio a quella che sembrava ad entrambi la più strana e insolita delle amicizie.

 

 

Qualche giorno dopo quella sera, un sabato mattina Lily si trovava in Sala Comune con Lucy, Molly, Margharet e Hugo. Stavano facendo alcuni compiti, o per meglio dire, la seconda stava bellamente copiando il tema d’Incantesimi della prima, mentre gli ultimi due si stavano scervellando sul libro di Pozioni. Molly era impegnata in un tema di Difesa particolarmente ostico e studiava da sola, poiché l’unica di loro che frequentasse già il Quarto anno. Lily era un asso in Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure, ma non se la cavava male neppure in Trasfigurazione. Infatti proprio in quel momento si accingeva ad esercitarsi per la lezione dell’indomani scolastico, quando sua cugina Rose fece irruzione dal dormitorio, seguita dalla sua compagna Penelope.

Quest’ultima le stava esprimendo tutto il suo stupore per un qualcosa d’incredibile che Rose aveva taciuto per parecchio tempo, a quanto pareva.

Peccato che lo stesse facendo in una maniera particolarmente rumorosa e alquanto fastidiosa.

Lily sentì Molly bisbigliare qualcosa di molto simile a Oche, ma non aveva ancora finito di sghignazzare che Penelope aveva continuato a voce ancora più alta.

“Insomma, Scorpius Malfoy t’invita ad una festa della squadra di Serpeverde e tu te ne vai in giro come se nulla fosse!”

Lily restò impietrita a quella frase, il suo collo era innaturalmente rigido se visto da dietro. Nel tentativo di non boccheggiare, trattenne il respiro, mentre sua cugina rispondeva.

Molly interruppe il suo tema e guardò la sua migliore amica contrarre il viso. Lucy parve improvvisamente molto interessata a trovare una pagina nel suo libro di Pozioni e Hugo la seguì a ruota, millantando l’importanza essenziale di quell’argomento.

“Ma dai Penelope, non c’è proprio nulla di speciale”

Penelope sollevò le sopracciglia fino all’inverosimile.

“Non ci sarebbe stato se tu non avessi accettato!”

Rose si guardò attorno furtiva, non voleva che la notizia divenisse di dominio pubblico, ma vide solo le sue cugine, suo fratello e Margharet intenti a studiare.

“Ciao ragazzi!” li salutò, notando che Molly la stava guardando in modo strano.

Quest’ultima e Hugo ricambiarono mentre Lily si limitò a rivolgerle un sorriso debole. Margharet era rimasta un po’ troppo allibita dalla  reazione sin troppo guardinga del suo piccolo gruppo di studio per rispondere. Rose pensò che fossero concentrati sui compiti e non si pose troppe domande sul loro comportamento.

Prese Penelope per mano e la trascinò fuori dalla Sala Comune: quella mattina sarebbero andate ad Hogsmeade a cercare un vestito adatto all’occasione.

I quattro Grifondoro del terzo anno invece rimasero nella Sala Comune fino a pranzo, avendo troppi compiti da recuperare. Non appena ebbero qualche minuto di riposo, Margharet colse la palla al balzo per dissipare i suoi dubbi.

“Mi spiegate cosa vi è preso prima con Rose?” chiese a bruciapelo.

Molly si bloccò nell’atto di stiracchiarsi e Lily imprecò mentalmente.

Merlino! Aveva sperato che non si fosse resa conto di nulla.

“In che senso?” chiese prontamente Molly, mettendo su una credibilissima espressione curiosa. Forse anche troppo.

“Lo sapete benissimo in che senso, quando Penelope Puddleshore ha detto che Rose sarebbe andata alla festa di Malfoy!” s’insospettì ulteriormente la bionda Grifondoro.

“Siamo solo rimasti molto sorpresi dalla cosa, ecco tutto! Dopotutto che Malfoy avesse un debole per mia sorella se ne sono accorti anche i nostri genitori, ma lei non aveva mai dato segno di ricambiare” aveva spiegato allora Hugo, rapidamente.

“Sarà, ma mi sembravate proprio raggelati” li provocò ulteriormente.

“Ma cosa dici Margi? Cosa mai potrebbe importarcene?” s’inserì Lily in un tentativo di essere leggera.

Margharet allora scoppiò improvvisamente a ridere, lasciandoli tutti di stucco. Una volta che si fu ripresa li guardò uno ad uno con aria furbetta.

“Ma credete davvero che dopo due anni passati al fianco di Lily io non mi sia ancora accorta della sua cotta per Malfoy?”

Tutti rimasero bloccati, Lily si sentì morire.

Com’era possibile? Lei era stata così attenta a non far capire mai nulla a nessuno!

Nel silenzio di sbigottimento generale esordì con vocina sottile.

“Ma… ma perché davvero di nota così tanto?”

Ci fu un ulteriore attimo di silenzio durante il quale Lily fissò il suo sguardo in ciascuno dei suoi amici, poi quando incrociò quello di Molly scoppiò a ridere, coinvolgendo ben presto tutti in una fragorosa sghignazzata di gruppo.

 

Altre due settimane erano passate senza alcun progresso da parte di Lily in Pozione e Albus cominciava a perdere le speranze. Si sentiva così avvilito per la totale mancanza di talento da pozionista in sua sorella che decise di sfogarsi con Scorpius della cosa. I due avevano preso l’abitudine di fare una passeggiata ogni sera nel dopocena, sfruttando il fatto che Scorpius avesse il turno per la ronda. Pian piano avevano poi iniziato a frequentarsi sempre più spesso e a incontrarsi perfino in biblioteca per studiare assieme. Albus si stava integrando nel gruppetto di Serpeverde e pareva che anche Gareth e Olby, suoi compagni Grifondoro, stessero cominciando ad apprezzare quella compagnia.

Dopo l’ennesima sera d’insuccessi, Albus spiegò a Scorpius del patto stretto con Lily per riuscire ad ottenere da lei che montasse su una scopa. Scorpius restò shockato alla notizia che Lily non avesse mai cavalcato una scopa ed era d’accordo con Albus sulla necessità di farla provare. Insomma, James e Al erano due assi con la scopa, se Lily fosse risultata un campionessa a sua volta, questo si sarebbe visto solo facendola provare. Era inaccettabile che la figlia di Ginevra Weasley non volesse volare!

Ma col passare dei giorni, Scorpius si fece più attento e iniziò a presenziare ad alcune lezioni tra Lily e Albus con la scusa di dover ripassare prima per quella e poi per quell’altra prova.

La presenza di Scorpius aveva reso il lavoro di Lily ancora più facile, dato che la distraeva il triplo di quanto non facesse prima da sola.

Scorpius notò qualcosa di sospetto nel modo di fare della piccola Potter, sembrava quasi che non si applicasse per nulla e che, anzi, cercasse di raddoppiare gli effetti negativi delle sue azioni maldestre.

Col passare del tempo non poté che rafforzare la sua idea e pian piano che la sua amicizia con Albus maturava, crebbe in lui la voglia di dare una mano all’amico. Se Lily Potter credeva di evitare con l’astuzia la lezione di Volo, lui l’avrebbe contraccambiata con la stessa moneta. Così mise a punto il suo piano di contrattacco.

 

 

 

Nel frattempo erano arrivati al giorno della fatidica festa della squadra di Serpeverde, tradizione che la Casa aveva intavolato da diversi anni come rituale di buon auspicio. Inizialmente questa era riservata ai soli appartenenti a questa Casa, ma col tempo avevano ampliato gli orizzonti, aprendo le porte della loro Sala Comune anche agli appartenenti a  Grifondoro, Corvonero e Tassorosso che avessero ricevuto un invito esplicito.

Così Rose Weasley si ritrovò davanti allo specchio nel suo dormitorio con un vestitino nero con un’unica spallina larga e un nastrino in raso che si stringeva sotto il seno. Aveva lasciato i capelli sciolti e con una lozione della sua amica Penelope era riuscita a ordinarli in dei boccoli definiti. Con un po’ di mascara e un lucido sarebbe stata perfetta!

Ok, forse non proprio perfetta, ma di certo non avrebbe sfigurato troppo.

Nei sotterranei del castello, Scorpius Malfoy si allacciava dei pantaloni neri semplici, che ricadevano giusto sulle sue scarpe lucide. Prese la camicia dalla testiera del letto e se la infilò, lasciando aperti gli ultimi due bottoni. Si passò una mano fra i capelli, cercando di dargli un po’ di volume. Odiava che fossero così lisci!

Diede uno sguardo all’orologio che aveva affisso al muro Julian, uno dei suoi compagni di dormitorio e notò che entro venti minuti sarebbe dovuto andare a recuperare Rose fuori la sua Sala Comune. Lei non lo sapeva comunque, era una sorpresa.

Valutò se fosse il caso d’indossare la pochette, ma poi si disse che avrebbe avuto un aspetto troppo obsoleto. Gli restavano da lavare i denti e poi sarebbe stato pronto.

Venti minuti più tardi, Scorpius Malfoy se ne stava fuori la Sala Comune dei Grifondoro, ma non si sentiva solo. Un paio di altri compagni avevano accompagnatrici di quella Casa e stavano attendendo sotto lo sguardo un po’ severo della Signora Grassa.

Si domandò come mai i Grifondoro fossero divenuti tanto volenterosi di sputtanare la posizione del loro dormitorio a destra e manca.

Ringraziò mentalmente Albus per avergli rivelato dove si trovava, altrimenti avrebbe dovuto aspettare stupidamente Rose nella Sala d’ingresso, con il rischio di suscitare l’attenzione di Gazza.

Un paio di ragazze fuoriuscirono dal dormitorio e dopo un quarto d’ora fuori il Buco del ritratto non restavano che Scorpius e Mirk Tyler. Fortunatamente avevano trovato di che parlare: entrambi si erano scoperti appassionati di Palazzi Magici antichi e stavano intrattenendo una conversazione sull’architettura della Sala d’Ingresso del San Mungo.

Quando ormai le loro accompagnatrici vantavano un ritardo di circa venticinque minuti, il quadro della Signora Grassa si spostò, rivelando una ragazza in leggera apprensione. Scorpius lanciò un’occhiata speranzoso. Non era Rose. Sospirò dicendo a Mirk che si sarebbero visti di lì a poco. O almeno ci sperava ardentemente.

Scorpius iniziò ad andare su e giù per il corridoio, maledicendo Rose. Ma quanto ci metteva? Se non si fosse data una mossa sarebbero finite tutte le tartine! Lui adorava le tartine!

Mentre rimuginava rabbiosamente, sentì il rumore di qualcosa che si scostava da una parete.

Si girò rapido, pronto a sorprendere la ragazza.

Stava proprio cercando una frase ad effetto nel suo repertorio, ma le parole gli morirono in gola, notando che la persona che era appena uscita dalla Sala Comune di Grifondoro non era Rose.

Era una ragazza piuttosto minuta, con dei lunghi capelli rossi che ricadevano in larghi boccoli sulle sue braccia.

Restò un secondo shockato nel costatare che Lily Potter aveva un aspetto del tutto desueto in quel momento.

Era evidente che era pronta per andare a letto, visto che indossava quello che sembrava un pigiama in pile azzurro e bianco a pallini e delle strane scarpe molto gonfie. Davano l’idea di essere morbide.

La ragazza sembrava piuttosto confusa. Teneva in mano un paio di occhiali, ad occhio e croce dovevano essere i suoi, ma Scorpius notò che una delle stanghette era staccata.

Lily fissò il suo sguardo in quello di Scorpius e quest’ultimo pensò che senza occhiali era proprio strana e potè vedere per la prima volta il suo limpido sguardo di un verde molto brillante.

La sua espressione aveva un che di rimbambito, quasi come se la ragazzina si fosse appena svegliato da un sonno molto profondo, infatti non riusciva a tenere gli occhi completamente aperti.

Lily strabuzzò gli occhi riconoscendolo e per un momento sembrò soppesare l’idea di indossare gli occhiali rotti, ma poi scosse la testa, quasi come a scacciare via il pensiero.

“Potter, ehi! Che ci fai qui e, ehm… vestita così?” le chiese, nel tono più naturale che riuscì a trovare.

Albus gli aveva parlato centinaia di volte della sorella, e anche senza di lui aveva capito perfettamente che era una ragazzina piuttosto fragile.

“Oh!” disse solo quella, poi riprese. “Ecco, stavo cercando Rose! Sai,  è entrata nel mio dormitorio prima di venirti in contro per andare alla festa e senza volere deve aver scambiato le nostre bacchette. Me ne sono accorta perché ho rotto i miei occhiali per sbaglio e stavo cercando la mia bacchetta per ripararli, ma non l’ho trovata e al contrario ho trovato quella di Rose! Quindi ho provato ad usare la sua, ma il Reparo non mi riesce, dev’esserci un’incompatibilità di fondo fra me e questa bacchetta, così mi sono detta che doveva cercare di fermare Rose prima che raggiungesse la Sala Comune dei Serpeverde, anche se penso sia tardi perché dovevate incontrarvi già da un po’ e…” si bloccò un momento, come colpita da un pensiero.

“Ma tu che cavolo ci fai qui, Malfoy?” gli domandò a bruciapelo.

Scorpius era rimasto completamente spiazzato dal cambiamento di tono e discorso. Si stava perdendo in quell’epopea.

Poi si rese conto di quello che Lily gli stava dicendo.

“Mi stai dicendo che Rose si è avviata all’Ingresso della Scuola?” le domandò spaesato.

Lily annuì piano.

“Ma è impossibile, io sono qui da mezz’ora, l’avrei vista!”

Lily scosse ancora la testa.

“Se è andata via quando ha lasciato il mio dormitorio, non credo che tu fossi già arrivato”

Scorpius la guardò imbambolato, poi capì che probabilmente la sua accompagnatrice per quella sera, lo stava aspettando SOLA sette piani più sotto. E Scorpius era pronto a scommettere che non era entusiasta della cosa.

Si precipitò verso le scale, correndo più che poteva, Lily alle calcagna.

Imprecò a bassa voce: non poteva lasciar andare la sorellina di Albus in giro per il castello conciata così e a quell’ora soprattutto.

“Potter, la porto io la bacchetta Rose, non preoccuparti” fece, tendendole la mano per farsi consegnare la bacchetta.

Lily lo guardò male.

“E la mia bacchetta? No, vengo con te!” insistette quella.

“Ma è tardi, c’è il Coprifuoco!” cercò di convincerla il ragazzo, ma aveva l’impressione che Lily non si sarebbe lasciata persuadere.

Diede uno sguardo alla Sala dei Trofei alla sua sinistra e seppe di trovarsi al Terzo piano. Sperò ardentemente che Rose fosse una tipa paziente. Al Secondo piano sentì il respiro affannoso della piccola Potter e fu sorpreso nel notare che gli teneva dietro alla grande, era veloce.

Arrivato al Primo piano, dovette bloccarsi di colpo. Dalla prima aula sulla destra sembrava provenire un fracasso assordante.

Pix…” sussurrò piano.

Proprio in quel momento, Lily gli si affiancò. Scorpius ebbe appena modo di rendersi conto che sembrava molto affaticata che la ragazzina svenne, rovinando sul pavimento.

Scorpius s’inginocchiò al suo fianco, stralunato ed anche un po’ preoccupato. Le diede uno sguardo e notò delle occhiaie piuttosto scure sotto gli occhi. Si maledisse per non averla fermata prima, in fin dei conti Lily Potter non era un tipa atletica e di certo non avrebbe potuto avere la forma fisica di un giocatore di Quidditch.

Non sapeva che fare, aveva paura che Pix o Gazza potessero essere attratti dal rumore. Non avrebbe mai saputo spiegare quello che era successo. Così quando sentì dei passi provenire dalla rampa di Scale del Pian Terreno s’immobilizzò.

Una testa rossa spuntò dal fondo delle scale, era Rose.

Scorpius tirò un sospiro di sollievo ed ebbe appena modo di constatare che era davvero molto carina con quel vestito nero che lei notò la bizzarra situazione.

La sua espressione passò da corrucciata ad apprensiva.

“Lily” gridò.

Scorpius avrebbe tanto voluto tapparle la bocca.

< Cazzo, Pix ci sentirà!>

Ma il poltergeist sembrava troppo impegnato a distruggere qualcosa di molto frastornante per accorgersi di alcunché.

Scorpius le ingiunse comunque di abbassare il tono, indicandole l’aula.

Rose decise di ascoltarlo parzialmente, gracchiando con voce roca.

“Che cos’ha mia cugina?”

Il ragazzo pensò che la sua fosse una reazione esagerata. Insomma, Lily respirava, no?

Scorpius sollevò la ragazzina dal pavimento, prendendola in braccio e Rose le accarezzò la fronte apprensiva.

“Cos’è successo?” chiese ancora, mentre controllava che non ci fosse nulla di rotto. Scorpius rischiò di scoppiare a ridere quando vide Rose passare un dito sotto il naso della cugina come per assicurarsi che davvero stesse respirando, per un momento dimentica che il ragazzo con cui stava parlando era quello che apparentemente le aveva dato buca per gironzolare per il Castello con la sua cuginetta.

“È svenuta” rispose semplicemente Scorpius.

Rose aggrottò la fronte, la preoccupazione che saliva alle stelle.

“Sta bene. Credo” aggiunse Scorpius.

Rose era ancora più in apprensione.

“Mi spieghi cosa diavolo è successo e cosa ci facevate tutti e due qui?”

“Non è successo nulla di grave, è solo svenuta per la stanchezza!”

Rose s’inalberò. Come si permetteva di minimizzare tutto così quando sua cugina era priva di sensi? E poi, dove diavolo era finito, piuttosto che venire all’appuntamento con lei?

“Senti, magari la portiamo in Infermeria e ti spiego con calma?” le propose.

Rose annuì rapida e i due si avviarono guardinghi in quella direzione, sperando che Madama Chips non l’avrebbe tirata troppo per le lunghe con ramanzine di sorta.

Fu così che l’Infermiera volle sapere per filo e per segno cosa fosse successo a Lily, e Scorpius, a mo’ discusa anche nei confronti di Rose, spiegò tutto l’accaduto: lui si trovava fuori la Sala Comune di Grifondoro perché doveva consegnare un libro molto importante a Rose, che però era di ronda, in quanto Prefetto.

Così aveva trovato Lily fuori il dormitorio, che voleva consegnare la bacchetta alla cugina e assieme erano corsi a cercarla.

Poi, dopo sei piani di corsa frenetica, Lily era svenuta per lo sforzo evidentemente.

Madama Chips indugiò per un momento sull’abbigliamento abbastanza fuori dai canoni di Scorpius e Rose, ma valutò evidentemente che la situazione di Lily Potter avesse la priorità.

La rabbia di Rose si dissipò, quindi non le aveva tirato un bidone e soprattutto non per stare con sua cugina. Si, era evidente che Lily e Scorpius due non avessero molto a che fare, ma la situazione che le si era parata davanti era alquanto bizzarra e le apparenze spesso ingannano.

Madama Chips consentì a entrambi di restare mentre Lily, anche perché Rose non sembrava intenzionata in alcun modo ad andarsene da li. Scorpius decise di farle compagnia, nonostante una piccola parte del suo cuore stesse sognando le tartine che sicuramente ci sarebbero state alla festa.

Lily aveva solo una piccola contusione alla testa, che Madama Chips guarì con una pozione color violetto chiaro. Per quanto riguardava le motivazioni del suo svenimento, dichiarò che la piccola Potter aveva un leggero calo di vitamine e ferro e avrebbe dovuto ingerire degli integratori magici per qualche giorno.

Disse che l’avrebbe tenuta lì in osservazione fino al mattino seguente, quando l’avrebbe lasciata andare a lezione.

Quando oramai si era fatto un po’ troppo tardi per la festa, Rose e Scorpius lasciarono l’Infermeria per tornare nei rispettivi dormitori.

Scorpius, da vero gentiluomo, accompagnò Rose fino al Settimo piano, dove rimasero a chiacchierare per qualche minuto.

“Beh, allora io vado ok? Ci vediamo domani a lezione, mi sa” le disse Scorpius, un po’ a malincuore.

Fece per girarsi, ma Rose lo trattenne e salendo sulle punte gli lasciò un bacio a fior di labbra.

“Grazie per quello che hai fatto per Lily questa sera” gli sussurrò piano.

Lui arrossì leggermente sulle gote, ma cercò di far finta di nulla.

< Che figura di merda Scorpius, datti un contegno!> si sgridò fra sé e sé.

“Figurati, nessun disturbo” e detto questo si lanciò nuovamente a sfiorarle le labbra piano, mentre le poggiava le mani sui fianchi per avvicinarla a sé.

Rose parve riscuotersi e con piccolo balzo si allontanò da lui.

Lui parve capire che ci sarebbe dovuto andare piano e scuotendo la testa, le augurò una Buonanotte.

Rose lo guardò docile mentre si allontanava camminando, ogni tanto lanciandole occhiate di complicità.

Forse quella sera qualcosa di buono era successo, dopotutto.

 

 

La mattina del 15 ottobre, Lily Potter si svegliò di buon umore e anche in piene forze.

Le pozioni che Madama Chips le stava somministrando da una settimana a quella parte la facevano sentire bene.

“Sei così mingherlina, proprio come tuo padre” le ripeteva ogni volta che si recava in Infermeria per le sue dosi di vitamine.

Ma c’era un altro motivo per cui Lily Potter si era alzata col piede giusto quella mattina di metà autunno.

Quel giorno sarebbe scaduto il mese di validità del suo patto con Albus e i suoi voti in Pozioni erano una costellazione rassicurante di A.

Si alzò di buon ora e si lavò lentamente, godendosi il tiepido sole che le accarezzava il viso e decise che quella mattina avrebbe potuto lasciare i suoi capelli sciolti. Si sentiva proprio in forma.

Aveva anche iniziato a notare che gli occhiali le davano un leggero fastidio, avrebbe dovuto dire a mamma che forse era ora di cambiare le lenti, a Natale.

Riempì la borsa coi libri e indossò la divisa. Mentre usciva dal dormitorio notò sul comodino il compito di Pozioni che aveva svolto con Al la sera prima e che aveva aggiustato strategicamente una volta sola per renderlo leggermente meno preciso. Lo infilò in borsa e aprì la porta, proprio mentre Lucy si svegliava e le chiedeva dove diavolo fosse diretta a quell’ora malsana.

“Voglio fare colazione sul prato” le disse, chiudendosi la porta alle spalle.

Così anche in maniera leggermente spavalda, Lily Potter si avviava per i corridoi di Hogwarts.

Salutò un paio di compagne di corso di Tassorosso e imboccò il portone d’ingresso.

Trascorse piacevolmente, con l’unica compagnia della sua persona, un’ora di pace sulla riva del Lago Nero, poi, borsa in spalla, si avviò alla lezione di Trasfigurazione.

Mentre svoltava l’angolo che l’avrebbe condotta alla sua classe, incespicò in qualcuno che veniva dalla direzione opposta.

Si aggrappò alle spalle dello sfortunato avventore per non rovinare in terra e, per la prima volta dopo quella sera, vide Scorpius Malfoy ad una distanza di meno di dieci metri.

Si sentiva molto imbarazzata al ricordo di quello che era successo in quell’occasione e non era mai riuscita a racimolare il coraggio per ringraziare il ragazzo.

Nell’impatto le loro borse erano finite per terra. Lily raccolse le proprie cose e quando Scorpius le porse una pergamena finita un po’ più in là, lei si sentì in obbligo di ringraziarlo.

“Grazie mille, Malfoy. Sai, per l’altra volta. Rose mi ha detto che mi hai dovuto portare in braccio…” già alla prima frase Lily era diventata un sottospecie di pomodoro ipermaturo.

Scorpius le sorrise poi le mise una mano sulla testa in segno d’affetto.

“No pro, Potter. Peserai si e no trenta kili” e se ne andò augurandole una Buona giornata.

Lily restò ferma per qualche secondo.

Le. Aveva. Messo. Una. Mano. In. Testa.

Esisteva qualcosa di più umiliante da subire da parte del ragazzo che ti piaceva? Lily non credeva proprio.

Col morale improvvisamente sotto i piedi e sentendosi una sorta di cagnolino difettoso, si avviò alla lezione.

< Lo sapevo io che non poteva durare> pensò sconsolata, ricordando il suo buonumore trapassato.

< Che giornata di merda!> fu il suo ultimo pensiero, prima di sedersi al suo posto al secondo banco.

 

 

Note Autrice:

 

Salve a tutti! Mi sono resa conto che sono una fucina d’idee in questo periodo e quale occasione migliore per continuare a scrivere questa storia? Spero proprio di divenire una persona coscienziosa e di tornare ad aggiornare con una certa regolarità! Insomma, sto mettendo un po’ le mani avanti per chiedere perdono a chiunque stia seguendo questa storia o si sia trovato sulla sua strada anche così, per caso! In questi capitoli mi sto soffermando un po’ di più sul rapporto dei ragazzi ad Hogwarts e sto svolgendo una sorta di excursus, più o meno rapido. Cosa ne pensate? C’è qualcosa in particolare che vi piacerebbe accadesse? Quanti sono ancora quelli a favore di una Lily/Scorpius e quanti di una Rose/Scorpius? Chiedo così a titolo informativo, per curiosità!

Mi piacerebbe molto ricevere le vostre opinioni in merito, accetto anche e soprattutto delle critiche che mi possano aiutare a migliorare lo stile, la trama o magari l’approfondimento di certe situazioni. Quindi se vi va di darmi una mano e di farmi avere una vostra opinione, io sono qui e vi aspetto! Buona Giornata!

  
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