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Autore: Jessy9129    09/01/2014    2 recensioni
Credo che a tutti noi capiti di pensare, quando finisce una saga, di dire addio ad un caro amico.Quanto tempo passiamo a fantasticare su come la storia potrebbe continuare ad evolversi? beh io ho cercato di continuare la storia di Luce e Daniel, proprio dove Lauren Kate ha deciso di concluderla... spero vi piaccia.... buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Grigori, Luce Price
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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QUATTORDICI

 
LUCE DELLA SERA
 
Daniel non aveva avuto dubbi che li avrebbe trovati ad origliare, e quindi non si stupì quando vide Arianne e Roland appiattati dietro la parete, ma mai si sarebbe aspettato di trovarvi quel ragazzo, che non era sicuro di ricordare il nome. Certo aveva scoperto che era il nuovo coinquilino di Lucien, ma gli era sembrato fosse un tipo apposto. Ecco ora si ricordava. Si era trasferito in questo college con la ragazza della squadra di nuoto ,Sarah, nulla di sospetto in tutto questo.
- Dunque? – disse di nuovo. Arianne si girò alle sue spalle, come se stesse cercando qualcun altro.
- Ma ce l’hai con noi?– Daniel portò gli occhi al cielo.
- Non negatelo. Cosa mi nascondete? Vi manda Lucien?- Arianne fece una risata nervosa.
- Daniel ma per caso hai battuto la testa? Cosa centra Lucien?- Stava negando quindi con ogni probabilità centrava lui.
- Cosa ci facevate qui fuori ad origliare.–
- Noi non stavamo origliando… - stava dicendo Arianne offesa ma Roland le mise una mano sulla spalla come per zittirla.
- Volevamo parlare di quanto è successo, poiché eravamo preoccupati per Luce, poi però vi abbiamo visto parlare  fuori la porta e ci è sembrato giusto non disturbarvi. – Scosse la testa. – Stavamo venendo da te quando ci hai sorpresi. Ci spiace se hai pensato che volevamo intrometterci. –Daniel li guardò con sospetto, con gli occhi ridotti a due fessure. Roland appariva calmo come lo aveva sempre visto, Arianne lo guardava in cagnesco e… quel Cam, ecco ora se lo era ricordato, guardava in giro come se si sentisse in imbarazzo.
- E lui cosa ci fa qui? - chiese indirizzando il capo verso Cam. Quest’ultimo alzò le mani in segno di resa.
-Ragazzi non so cosa state combinando, ma io non centro niente, li ho sentiti dire che Luce non si sentiva bene e mi sono avvicinato per chiedere come stesse. E’ una brava ragazza e ha aiutato molto la mia di ragazza ad integrarsi.– abbassò le mani e le mise in tasca. -Tutto qui. Ora se volete scusarmi, ho una lezione che mi aspetta.– detto questo se ne andò  lasciando loro tre a fissarsi. Arianne lo guardò come se stesse guardando un pazzo.
- Sei sicuro di sentirti bene, ti trovo un po’ teso amico.– disse mettendogli una mano sulla spalla. Daniel si spostò di slancio.
- Non è finita qui. – disse, dopodiché girò i tacchi e si ritirò nella sua stanza battendo la porta alle sue spalle. 

 
Cosa era potuto succedere. Un attimo prima era nella stanza di Daniel e l’attimo dopo era in quello strano posto. Luce ripensò a quella luce… era così calda, così confortante che si sentiva come tra le braccia di sua madre. Ecco forse quando aveva perso conoscenza aveva ricordato momenti che aveva dimenticato, e che il suo subconscio aveva conservato. Succedeva spesso in queste situazioni, ne aveva letto qualcosa da qualche parte. Questa era l’unica soluzione. Tuttavia qualcosa non quadrava. Quella frase detta da quella voce maschile. Si sforzò per ricordare il suono di quella voce. Ma niente, era come se qualcosa glielo impedisse. Scosse la testa. Probabilmente era una scena di qualche film.
Prese la carta magnetica ed apri la sua camera. Ovviamente Nora non c’era poiché stava a lezione.
Prese il plaid e si sistemò sul davanzale della finestra. Ripensò al sogno. Le era sembrato così reale, ma infondo ci si rende conto di star sognando solo quando ci si sveglia. Sospirò frustata. Cosa doveva fare con Daniel, per non parlare di Lucien. Con il plaid  si coprì il capo e tappandosi la bocca con il caldo tessuto, lanciò un urlo di liberazione. Quando abbassò il plaid si mise a fissare il cortile quasi vuoto. Dio, perché si era cacciata in quella situazione! Poi la sua attenzione fu attirata dai tre ragazzi che battibeccavano di sotto. Arianne urlava contro Cam e anche Roland agitava le mani. Chissà perché parlavano così animatamente. Conoscendo Arianne probabilmente era per una sciocchezza. Prima si era comportata in maniera troppo strana, anche per una come lei. Come amica avrebbe dovuto chiedere se stesse bene, ma aveva già tanti problemi che aveva paura di trovarne altri.
 
 - Ehi ti ho fatto un miliardo di chiamate. Perché non hai risposto? - Nora non aspettò neanche di chiudere la porta per farle il suo monologo. Luce era ancora sul davanzale avvolta nel plaid e sobbalzò quando la sentì. Non si era accorta che qualcuno avesse aperto la porta e ne tantomeno del tempo che era passato.
-Non mi sento molto bene. E non so che fine ha fatto il mio cellulare. – disse, e almeno per quanto riguarda la seconda parte stava dicendo la verità. Nora subito si precipitò accanto a lei e le mise una mano sulla fronte.
-Non hai la febbre. Ma credo sia meglio che ti fai controllare.–
Luce scosse la testa.
- Non preoccuparti. Non è niente di grave. E’ semplice influenza.–
Nora la fissò con sospetto. Passò qualche secondo poi diete un sospiro.
-Ok. Ma se peggiora promettimi che ti fai controllare.– disse. Luce sorrise.
- Va bene mammina. – la prese in giro. Anche Nora si mise a ridere.
- Touché! – Nora guardò l’orologio. – vuoi che ti faccio compagnia? –Luce scosse la testa.
- Vuoi che ti porti qualcosa?– Questa volta  Luce sorridendo portò gli occhi al cielo.
- Vai! –Nora alzò le mani divertita camminando verso la porta.
- Ok ok. Messaggio ricevuto. Chiamami però se hai bisogno. – disse mentre apriva la porta e se ne andava lasciando Luce da sola e con tanti pensieri che le passavano frenetici per testa.                                                                                                                             
Arianne vide Nora uscire sculettando dalla camera. Sapeva che Luce non era a lezione quindi sperava che fosse in camera. Forse se fossero state sole, Luce si sarebbe confidata. Con polso deciso bussò.
- Chi è? – disse Luce.
- Sono io! – gridò. Sentì un fruscio di stoffe e dopo pochi attimi una Luce avvolta in un plaid fuxia aprì la porta.
- Ehi! Come ti senti? – le chiese mentre entrava nella stanza e si chiudeva la porta alle spalle.
- Sono stata meglio. Tu piuttosto come stai? –
-Io?-
- Si, prima ti sei comportata più strana del solito.– Arianne fece una risata  nervosa mentre si torturava una corta ciocca di capelli.
- E’ che la tua esperienza ha risvegliato in me alcuni ricordi?– Luce le mise una mano sull’avambraccio.
- Mi dispiace Arianne se vuoi parlarne sono qui.–Finalmente aveva l’attenzione di Luce. Si sentì in colpa per la bugia, ma in fondo era per il suo bene.
- Quando ero piccola soffrivo di insonnia, ma ero io a non voler dormire, poiché facevo sogni strani che mi lasciavano spossata.– finse un aria afflitta.
- Ok. Ma non preoccuparti io non soffro di insonnia. E’ stato un caso isolato.– Un’altra informazione utile. Ora bisognava capire cosa aveva scatenato la visione.
- Capito. Comunque io ho risolto comprando vari libri sui significati dei sogni. Così ho capito che molti dei sogni che facevo erano belli e positivi.– tentò con un’altra strada. –Se vuoi potrei dirti il significato del tuo di sogno.– le chiese sorridendo. Luce ci pensò un attimo.
- Ma si. Può essere divertente. – rispose alla fine sedendosi sul letto. “Centrato in pieno!” pensò.
- Dunque raccontami dall’inizio.– Luce chiuse gli occhi.
- Mi trovo in una distesa bianca. In verità è luminescente.– fece un attimo di pausa. – Non sento niente. Ci sono solo io. Ad un tratto sento una voce ripetere “ Scelgo l’amore”. Si queste erano le sue parole.– prese la mano di Arianne tra le sue. –Per quanto mi sforzo non riesco a ricordare il suono. E così… confuso, ma so che mi è familiare. Corro per raggiungere la voce e vedo una sagoma, che invece dice con la mia voce “L’amore è la sola cosa per cui valga la pena lottare”.– un attimo di silenzio. Arianne rimane ferma sul volto di Luce, e vide una lacrima rigarle il viso. Anche Arianne, non riuscendosi a trattenere, si unì a lei. Com’era possibile? Era proprio la scelta. “Scelgo l’amore”, era stata la frase che Daniel per primo aveva pronunciato, e che aveva dato inizio alla maledizione. All’improvviso la presa di Luce sulla sua mano si fece più forte, e ad un tratto anche Arianne venne trasportata nei ricordi dell’amica. 

- Luce! -  vedeva la scena da lontano. Era come se non fosse realmente li. L’amica si stava avvicinando ad una sagoma, che Arianne immaginò fosse la Luce del passato. Stava guardando attraverso gli occhi di Luce e quindi vedeva solo un ombra dell’angelo cui era stata, perché altrimenti la sua visione reale l’avrebbe uccisa, poiché era ormai umana. Quando Luce era quasi vicina alla sagom,a un’altra più scura le si avvicinò. Luce si fermò di botto e la fissò incredula. 
- Oh Lucinda, mia Luce della Sera! – disse la sagoma. Luce sembrava quasi affascinata, tant’è che si avvicinò ulteriormente. Arianne presa da una rabbia accecante si lanciò sulla sagoma che purtroppo sapeva fosse Lucifero, la Stella del Mattino. Ma nel momento in cui gli  si avvicinò si ritrovò nella stanza di Luce. 
Arianne cercò di ricomporsi ancora prima che Luce aprisse gli occhi.
- Luce cosa è successo? – le chiese.
-  Non lo so, ti stavo raccontando il sogno quando, mi sono ritrovata di nuovo li. E’ successo di nuovo Arianne. Cosa ho che non va? – chiese impaurita. Aveva le lacrime agli occhi e Arianne l’abbracciò.
- Non hai niente che non va. Sei solo sotto stress, tutto qui.– Luce si allontanò tirando su col naso.
-Ne sei sicura?-
- Certo, i sogni parlano e… in base alle mie esperienze nel leggere i sogni, sei stressata per amore.– Luce parve pensarci.
-Effettivamente ha senso.- Arianne fece spallucce.
- Grazie Arianne sei una brava amica – le disse
- Luce… Anche tu lo sei fidati. –
Rimasero li a parlare per un po’, poi Arianne si dileguò con una scusa, per andare dritto da Roland, e faticando ad ammetterlo,  aveva bisogno anche di Cam.
Roland come da manuale l’aspettava sull’edificio a ferro di cavallo e c’era anche Cam.
- C’entra Lucifero in tutto questo. – disse semplicemente.
- Come fai ad esserne tanto sicura. – disse Cam. Arianne portò gli occhi al cielo infastidita.
- Perché Luce mi ha trascinata nel suo sogno. –
- Cosa? – Roland rimase a bocca aperta. – Ci…ci ha scoperti?- -
- Ma no. Per chi mi hai presa. – disse offesa. –Le ho fatto credere che ha perso di nuovo conoscenza poiché è stressata.–
- E ti ha creduto? – chiese Roland.
-Ovviamente.– 
 
Lucien, aveva visto entrare Arianne nella stanza di Luce chiedendole come stesse. Preoccupato per Luce si era avvicinato alla porta per sentire la risposta. Ok, forse non è tanto carino origliare, però era preoccupato e voleva saperne di più. Poi magari si sarebbe confidata con Arianne e le avrebbe confessato che forse ci teneva davvero a lui. Ad un tratto l’aveva sentita parlare senza senso. Poi aveva sentito dei passi nei corridoi e lui si era infilato nella sua camera. Quando aveva sentito Arianne uscire l’aveva seguita fin nel cortile. L’aveva persa di vista solo un attimo quando, alzando gli occhi al cielo l’aveva sorpresa a parlare con Roland e Cam, sull’edificio a ferro di cavallo. Come aveva fatto? Era impossibile, praticamente solo volando avrebbe potuto salire così velocemente. Quindi era impossibile come risposta… o almeno ci sperava.
  
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