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Autore: Cosorinco Perrato    09/01/2014    0 recensioni
'Mi chiamo Brooklyn e mi sono cacciata in un bel guaio.
Sempre che essere cacciata dall‘Inferno e innamorarsi di un Angelo sia un guaio.'
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il più bell’ Angelo che l’Inferno avesse mai visto”

“Hai visto che cazzo hai fatto!?” Mi sbraitò contro l’ ormai ex-angioletto che si aggiustava la t-shirt bianca, e toglieva i fili d’erba dai pantaloni.
“Io!? Ma sei stato tu a precipitare come un cretino, dovresti solo che ringraziarmi per averti salvato la vita”
“Non siamo umani, non possiamo morire, ricordi? Dio mio quanto sei stupida, ragazza” Sbuffò.
Non ERAVAMO, umani.. Pensai.
“E adesso che facciamo?” Chiesi, ormai arresa dal fatto che, seppur fosse una delle creature più buone del paradiso, aveva la testa più dura della roccia.
“Ci adattiamo a questo mondo” Disse “Per colpa tua..” Sussurrò, ma in modo che anche io sentissi le sue prediche.
“Amore mio, il peccato lo abbiamo compiuto entrambi” Iniziai a infastidirlo.
“Sei stata tu a toccarmi!”
Lasciai perdere.
Pensai a cosa farebbe un umano se si fosse trovato senza casa, un lavoro o senza soldi.
È buffo, abbiamo osservato gli umani per così tanto tempo, e ora lo siamo diventati.
Iniziai a camminare in cerca di qualche aiuto, senza badare ai capelli scompigliati e a Justin che ormai mi seguiva in silenzio, anche lui pensante al da farsi.
“Io direi di cercarci un tetto..” Proposi, mentre osservavo due anziani seduti a leggere il giornale. Mi avvicinai e glielo presi di mano, non curante degli insulti che mi arrivarono, in qualche strano dialetto locale.
“Tu hai la pallida idea del nome della città in cui siamo?” Chiesi a Bieber allontanandomi dai due anziani.
“Va bene che dalle tue parti rubare è cosa giusta, ma qui starei attento..” mi consigliò. “Come se non avessi detto niente” gli risposi, non ascoltando il suo ‘consiglio’ e iniziando a leggere il quotidiano.
“A quanto pare siamo a… Long Beach…”
“CALIFORNIA!” urlò Justin esaltato.
In quel momento mi accorsi delle poche conoscenze che avevo. Justin in paradiso era stato istruito nel migliore dei modi, io vivevo alla giornata, non ricordavo nulla di quello che avevo imparato in Paradiso, sapevo giusto le regole fondamentali della Matematica e della Grammatica.
“Io vado a cercare un appartamento in qualche grattacielo qui vicino, tu vuoi rimanere lì impalatta a fissare il nulla… o…?” Mi accorsi tardi che Justin mi stava parlando da ormai qualche minuto.

Trovammo un appartamento abbastanza squallido nel 15esimo piano di un grattacielo con 30 piani, il proprietario era un uomo sulla quarantina, dai capelli bianchi e gli occhi stanchi. Non mi andava per niente di condividere l’appartamento con Justin, ma costavano troppo due appartamenti per due persone, soprattutto se riuscivamo a pagarne a malapena uno.
“Tu prendi il letto rotto” Disse Justin appena varcata la soglia di quel posto puzzolente. “Come sai che c’è un letto rotto?” Chiesi 
“Non lo so, ma se c’è lo prendi tu, sappilo” Era ancora arrabbiato con me. Quanto lo odio.
“Io ho fame..” Mi massaggiai la pancia e brontolai.
“Paghiamo quest’appartamento a rate, figurati se ho i soldi per il cibo.” Mugolò con la fame negli occhi.
“Provo a uscire un po’ e vedo cosa trovo” Uscii dall’appartamento poco dopo averlo sentito mugugnare “Non cacciarti nei guai”.
Passeggiai per le strade guardandomi intorno, esplorando la città, quando notai un fattorino sul ciglio della strada, probabilmente era in pausa, mi avvicinai con il sorriso più beffardo che mai.
“Ehi, me ne daresti una?” Indicai il pacchetto di sigarette che teneva nel taschino della giacca. Non avevo mai fumato, ma sapevo bene com’erano fatti gli umani: Facilmente seducibili.
Mi squadrò dalla testa ai piedi e sembrò apprezzare ciò che stava guardando, fece il mio stesso sorriso e me ne passò una.
Ha abboccato.
Misi il filtro tra le labbra e la accesi con l’accendino che mi passò. Inspirai a fondo e sentii il fumo entrare a pieno nei polmoni. Iniziai a chiacchierare con quel ragazzo sulla ventina, senza perdere il mio solito sorriso. Mi offrii una pizza, entrai con lui nel negozio e mi sedetti al bancone, mentre lui preparava gli ingredienti da mettere sulla pizza. Mi finsi interessata mentre non vedevo l’ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Mi passò il cartone con all’interno la pizza appena sfornata, finsi un malessere e, come da programma, corse in bagno per prendermi un fazzoletto umido.
Scappai di corsa col cartone di pizza.

Dopo esserci mangiati una bella pizza in puro stile italiano, io e Justin decidemmo di cercare un lavoro, per pagarci gli studi e i viveri, non potevo rubare pizze per sempre.



Girammo negozi per qualche giorno, facendoci pubblicità qua e là e offrendoci come aiutanti per qualsiasi tipo di lavoro, e nel frattempo facevamo qualche lavoretto in giro, soprattutto come babysitter. L’appartamento era uno schifo, le patatine avevano formato uno strato d’olio sul pavimento, e quest’ultimo non si vedeva neanche più dalla quantità di roba che c’era per terra. 
“Il tuo fidanzatino non sarebbe fiero di questo, non sei una brava donnina di casa” Mi beffeggiò Bieber, alludendo a Lucifero.
“Non è il mio fidanzatino” Sbuffai, pensando a quanto effettivamente si stava bene senza un pazzo che ti sbraitava dietro ogni giorno insulti su insulti “è una storia confusa -continuai- non capiresti”
“L’unica cosa che so è che ti ha costretta a seguirlo negli inferi, così si dice da noi..” Disse Justin. Era la prima volta che lo vedevo così comprensivo, forse stava iniziando a capire che quello che ci era accaduto effettivamente non era colpa mia…
“Mi sono sentita obbligata a seguirlo, e ho fatto di tutto per essere cacciata… ma lui è diventato crudele, arrivando anche alle maniere forti, una volta diventato così conosciuto all’Inferno… forse è una fortuna essere finita qui”
Guardai negli occhi il ragazzo biondo cenere al mio fianco, e vidi tutta la comprensione che provava in quel momento. Non mi abbracciò, ne mi consolò, ma bastò uno sguardo per capirlo : mi voleva stare accanto.
“A scuola secondo te ci troveremo bene?”Chiese, cambiando discorso, notando il momento imbarazzante che si stava creando.
“Lo spero… Anche se preferirei lavorare 24 ore di fila piuttosto che andare in quel manicomio pieno di zoccole e ragazzi che non vogliono altro che farsi una reputazione.” Ridacchiò alla mia affermazione.
Guardammo la tv tutto il tempo, quella sera, finchè non ci addormentammo in due su un divano minuscolo.
La mattina dopo, mi svegliai parecchio tardi, con Justin che sorrideva col sorriso più sadico che ci sia
“Pronta per iniziare la scuola?” Chiese.

 SPAZIO AUTRICE
Ehi, ho un po’ di spiegazioni da dare, direi. Ho avuto vari problemi a casa ecc, non mi sono connessa su efp per mesi e mi dispiace non aver continuato nessuna delle fan fiction che ho qui. Ma ora sono tornata, mi scuso con tutto il cuore, tengo a queste storie davvero tanto e mi mancava scrivere. Spero vi piaccia questo capitolo, se vi piace mi basta una recensione con scritto anche solo “Mi piacerebbe che continuassi”, per sapere se c’è ancora qualcuno che mi pensa qui..
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- Angy
  
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